lunedì 23 gennaio 2006

Heavy Metal: sempre nel cuore

Correva l'anno 1985. A casa di un amico sentii delle note incomprensibili. "Loving you sunday morning....." diceva.... Ma quella musica aveva qualcosa di strano. Mai sentito niente di simile.
Fino ad allora avevo sbocconcellato San Remo, la canzoncina dance e robetta simile. Ma qui cosa c'era? La quintessenza dell'animo umano: potenza, ricercatezza, sublimità, ricerca interiore, romanticismo, sbruffoneria, sensualità, genialità, confusione, tristezza, climax......

Correva l'anno 1985 e conobbi l'heavy metal. Era una canzone dei tedeschi Scorpions, quelli che qualche anno più tardi divennero celebri al grande pubblico con "winds of change", la canzone fischiata, il lento struggente di Klaus Meine e compagni.

Da quel colpo di fulmine dell'amore della domenica mattina passammo al primo album degli scorpions "Blackout". E poi i Bonjovi, quelli non ancora conosciuti dal grande pubblico, quelli di "Living on a prayer" e "You give love a bad name".
E più ascoltavo e più capivo cosa significasse entrare dentro la musica, navigare dentro le note, immergersi nelle melodie e viaggiare nel ritmo.

Fino ad allora avevo visto la sachertorte solo da dietro il vetro. Solo una vaga idea della golosità. Adesso nuotavo dentro il cioccolato e la panna e....
Heavy metal! Qualcuno diceva che era casino. Qualcuno diceva che era cacofonia. E i ragazzi del mio paese denigravano quella musica.
Ma io avevo un intero universo da scoprire. Fatto di alti e basse, di angoli vividi e angoli bui. L'heavy metal non era compatto. C'era il glam, il trash, l'hard rock, il power, il gothic, lo street e mille altri generi.
C'erano tutte le sfaccettature dell'animo umano.
C'era il superamento dei limiti ma c'era vita. E gli attori erano veri.
C'era la ricerca dei limiti ma c'era vita.
Heavy metal. Ha forgiato il mio cuore regalando attimi e ore di immensità, di tutto e di niente.
Heavy metal, quanto di te c'è in me.
Crescendo ho conosciuto e apprezzato altri generi musicali. Ho conosciuto la musica ascoltandola e l'ho apprezzata ancor di più suonandola.
E ancora una volta le canzoni heavy metal svelavamo tutta la genialità e creatività in loro insita.
Ma quella donna chiamata heavy metal, quello sbandamento giovanile, quell'innamoramento a prima vista resta nel mio cuore.
E nel cuore di migliaia di altri ragazzi cresciutelli che ora vivono una vita lontano da quell'amore.
Questo post è dedicato a loro.
Questo post è dedicato a tutti quegli animi che hanno sognato un mondo migliore senza se e senza ma. Senza collocare i loro sogni nelle mani di un'ideologia. Sogni nudi e puri. Sogni veri come i loro cuori.
Questo post è dedicato a loro e tutti quei musicisti che non hanno chinato il capo alla piattezza delle major discografiche, che non hanno deciso di asservirsi ai gusti drogati di un pubblico istupidito dalle scelte di marketing di 2 o 3 teste d'uovo chine dietro delle scrivanie in finto noce.
Che di musica non capiscono niente.
E che nessuno venga a dirmi che la musica che giornali e tv ci passano sia la migliore, la più creativa e la più vera.
E che nessuno venga a dirmi "De gustibus non disputandum esse"-"I gusti del pubblico non si discutono". Perchè il pubblico ha gusti solo all'interno di ciò che gli viene consentito di scegliere.
La prova?
10 anni dopo quel 1985, nel mio paese di poche migliaia di anime, l'heavy metal era diventato una bibbia, il punto di riferimento da cui partire per giudicare il resto della musica. E non per merito mio. Io ho solo battuto gli altri sul tempo.
Mi capita. E per questo spesso pago. Ma ne vale la pena.
Anche nella musica......
Per aspera ad astra!

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