martedรฌ 29 novembre 2022

I CAN'T SEE ANYTHING!

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Geremia apre il pugno e miete molto piรน grano di quanto avrebbe mai pensato.
C’era un tempo, un cane che si nascondeva nei pertugi della metro.
Ora solo vaghe graffette disadattate mi tendono la mano e salutano frettolosamente.
๐˜ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฏ’๐˜ต ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ฏ๐˜บ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ.
Lascio il posto ad un altro viandante.
Sono le 5 del pomeriggio nell’orologio del boia.
Il senso del tempo, per me, sta scorrendo molto lento.
Nuotare, sai amico, nuotare al centro dell’universo dove scogli e maree si nascondono e lasciano aperte ferite.
E feritoie, di qualche castello che solitario vaga immemore nella taiga spingendo avanti il carrello della spesa in una corsa inutile, vanagloriosa e incline al litigio.
๐˜ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฏ’๐˜ต ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ฏ๐˜บ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ.
รˆ sempre cosรฌ.
Un ritmo forsennato, di bicchieri tintinnanti, di gioie lancinanti, di banchetti straripanti, di bambini saltellanti, di immagini festanti, di ipocrisie galoppanti.
รˆ sempre cosรฌ, in un tempo che si ripiega su se stesso, un una curva di Gauss, in un loop da serie tv di second’ordine.
Le scene seguono le scene.
E le persone sono figuranti, effetti speciali, insulse macchiette, semplici adesivi omaggio nella confezione dei formaggini nel banco frigo.
๐˜ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฏ’๐˜ต ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ฏ๐˜บ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ.
La mia croce, quella sghemba e irriconoscente, quella irascibile e iraconda, quella torbida ed esilarante di accademica memoria.
C’รจ un substrato. C’รจ uno spessore.
Che cresce. Sopra il cuore.
Che diventa esso stesso un universo di suoni, poesie, lacrime, batticuore, erezioni, esplosioni, respiri pesanti, corsa nei campi, risate a crepapelle, carezze delicate, sguardi di affetto, pelo di gatto, sapore acido di limone, sabbia fastidiosa, vento umido, arsura nella gola, graffette e touchdown.
C’รจ qualcosa che cresce.
Ma non giunge mai a conclusione.
๐˜ˆ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ข ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ถ๐˜ญ๐˜ต๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฑ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฃ๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ.
Tutto รจ li. In quell’arpeggio che si frantuma l’anima, che ti spezza la coscienza.
Quell’unico accordo suonato in distorsione che ti lacera il cuore e ti mette a nudo.
Perchรฉ tu non sei nient’altro che un ribollire di lava in un vulcano.
๐™‰๐™ค๐™ฃ ๐™จ๐™š๐™ž un corpo di uomo, ๐™ฃ๐™ค๐™ฃ ๐™จ๐™š๐™ž un corpo di donna.
๐™‰๐™ค๐™ฃ ๐™จ๐™š๐™ž una scimmia nuda.
๐™‰๐™ค๐™ฃ ๐™จ๐™š๐™ž un consumatore, un investitore, un compratore, un cliente, un marito, un figlio, uno studente, un grossista, un commerciante, un paziente, un infetto.
๐™‰๐™ค๐™ฃ ๐™จ๐™š๐™ž queste etichette.
๐˜š๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฃ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ข๐˜ท๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ถ๐˜ฏ ๐˜ท๐˜ถ๐˜ญ๐˜ค๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฐ.
Senza forma e che mai si puรฒ toccare.
Io altro non vedo. Perchรฉ I can’t see anything, non riesco a vedere niente.
Non vedo.
Ma percepisco tutto.
E comprendo ora che questo รจ tutto ciรฒ da cui devo partire, รจ tutto ciรฒ che sono.
รˆ tutto ciรฒ che sarรฒ mai.