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mercoledì 22 giugno 2022

Un tempo c'erano le idee.

 

Un tempo c'erano le idee.

Non è nostalgia o voglia di guidare guardando sempre nello specchietto. E' la cruda e semplice verità.

La politica si faceva con le persone (ovvio) ma anche con le idee. Poi queste erano paventate e forse poco rispettate ma almeno l'aspetto formale era salvo. Era salva l'idea che nella politica ci dovessero essere idee.

Adesso, adesso le idee non ci sono più.

Il M5S è nato da un'idea e solo per questo è stata una rivoluzione. Io ho sperato (dentro sono sempre un bambino credulone) che quell'idea di antipolitica (anti-questa-non-politica) potesse attecchire ma fin da subito sapevo che non sarebbero arrivati da nessuna parte e ben presto l'onda sana di cambiamento sarebbe finita in mille rivoli di interessi individuali e poltrone e diarie e benefit (dentro sono sempre un merdoso cinico).

Il M5S da anni ha tradito l'idea di base. Era anti-sistema, anti-euro, anti-partito, anti-casta e pian piano si è rimangiato tutto.
Ha partorito iniziative penose come il RDC. Che non è sbagliato come idea (in uno stato civile NESSUNO deve essere abbandonato al suo destino con la società che gira la testa dall'altra parte) ma era SUPER-sbagliato come traduzione in pratica.

Da "prendiamo cura di quelli in difficoltà" a "premiamo le persone per non fare un cazzo".

Di Maio è l'emblema della fine del M5S. Di Maio era l'emblema della fine di quel sogno già quando andò in Tv per chiedere l'impeachment di Mattarella salvo poi ritrattare tutto e accodarsi alla massa nell'adulazione globale del presidente perfetto.

Di Maio è l'emblema della fine del M5S e anche l'emblema di dove va la politica italiana.

Giovane, bello e abbronzato. Senza percorso culturale di crescita, senza la capacità di dire qualcosa di veramente innovativo, gattopardiano all'inverosimile.

Un esponente DC 2.0 perfetto per i video di tiktok.

Alla fine nessuno si è veramente scandalizzato. Il prossimo passo sarà la trasformazione di ciò che resta del M5S (di fatto ormai inesistente come idea) in un partito di Conte, una nuova formazione politica con più o meno le stesse non-idee di ora.

PER ASPERA AD ASTRA

martedì 11 agosto 2020

La moneta è come il sangue.... così dice Giacinto Auriti


Riporto una citazione del prof. Giacinto Auriti che di questi tempi è come una granita nel caldo afoso d'agosto.
Cosa diceva in sintesi questo signore (la solita mente italica geniale che viene sottovalutata solo perchè non si chiama Jackon Gold)?

Diceva che la moneta è come il sangue, la sua quantità va proporzionata alla entità del corpo da irrorare.
Cosa significa in parole povere?
Significa che la moneta 
1. NON HA NESSUN VALORE DI PER SE a meno del valore della sua funzione.
2. LA FUNZIONE DEL DENARO E' PERMETTERE LA CIRCOLAZIONE DI BENI E SERVIZI.

Quindi se un certo corpo (uno stato, una comunità o un villaggio) ha una certa dimensione e una certa economia (quantità di produzione effettiva di beni o servizi) a quel corpo occorre dare una certa adeguata quantità di moneta, che non è altro che il liquido che permette al corpo di funzionare.

Un corpo grande come un grande stato con una economia prospera ha necessità di MOLTO DENARO. E ogni qual volta l'economia cresce, è ovvio che ci deve essere più denaro in circolazione. Il rischio, se non si fa così, è che il corpo possa cominciare a funzionare male proprio per mancanza di circolazione del benessere. E questo può portare alla morte di singole cellule (quelle più lontane dal centro del corpo) o addirittura di interi organi. E prima o poi anche dell'intero corpo.

L'esempio che fa Auriti è che quando in un mercato le quantità di beni in vendita sono di più, occorrono più soldi per poterle comprare.
Perchè i soldi non hanno valore di per se. Ma solo nella misura in cui servono per comprare cose e servizi.
I soldi sono solo un sistema per scambiare valore. Non sono il valore.
Una persona, se le viene impedito di spendere i soldi che ha, è come se non li avesse. Perchè non ci può far niente.

L'esempio più eclatante è quella di un uomo che precipitasse in un'isola deserta con una valigia con 50 milioni di euro in carta. Se li non c'è nessuna attività umana che accetta quel denaro in cambio di cibo, riparo e strumenti, il nostro naufrago che se ne fa?
Forse ci accende il fuoco.

Dico che è importante sottolineare questo concetto basico del denaro anche se una volta esposto è praticamente una ovvietà in se.
Eppure leggendolo lo consideriamo una verità.
Ma vivendo operiamo come se la verità fosse esattamente l'opposto.

Le persone patiscono e si lamentano perchè non ci sono soldi. IL che è una assurdità, visto che il denaro è un prodotto umano e l'uomo (lo stato) ne può produrre quanto ne vuole.
Ciò che manca potrebbero essere le materie prime, l'energia, gli strumenti, i macchinari e anche la conoscenza e il know-how.
Potrebbe mancare anche la forza lavoro ma mai il denaro.
Perchè il denaro è il risultato di qualcosa che viene prodotto. 
Quindi viene prima il prodotto e poi il denaro.

Chi ti dice che non ci può essere una produzione (ad esempio un ospedale, una scuola o una strada) perchè non ci sono i soldi TI MENTE. Spesso sapendo di mentire in modo totale.

Grazie mille per l'attenzione.
PER ASPERA AD ASTRA!

sabato 8 agosto 2020

Covid19, lockdown e ripartenza: posso tornare a dire la mia?

 

Sono un bugiardo.
Bugiardissimo...
Avevo detto a marzo che avrei fatto un solo post sul COVID.
E in effetti non potete dirmi che non ci abbia provato a non dire altre cose sull'argomento. Se si scorre i miei profili social, sono stato abbastanza bravo.
Ho letto stupidaggini su stupidaggini.
Ho letto e sentito scempiaggini anche quando i dati che venivano forniti erano corretti. Ma ci pensate? Dire stupidaggini anche dicendo la verità....

Come è possibile?
E' possibile, certo! Perchè i dati, da soli, non sempre dicono qualcosa. Spesso (non voglio dire quasi sempre) i dati hanno bisogno di essere collegati, valutati e soppesati.
Da solo un dato (soprattutto se numerico) può dire molte cose. Addirittura cose talmente diverse da essere quasi in contraddizione.

Il COVID19, dove eravamo rimasti? Visto che siete qui, vi chiedo di tornare indietro e rileggere l'articolo che scrissi sull'argomento il 3 marzo.
Lo rileggo a mesi di distanza e sorrido. Perchè sorrido? Ditemelo voi dopo averlo riletto voi stessi.

Cosa rimane dopo il lockdown? Cosa rimane dopo la fase 2? Cosa rimane dopo la riapertura e ripartenza?

Rimane che ci sono troppi dati contradditori, e troppe incongruenze.
Io non sono un complottista. Anzi, se proprio devo essere sincero, detesto il complottista tipo. E detesto il complottismo. Come attitudine e come metodo di ragionamento.
Spesso prendono un buon spunto e questo, in una smania di "stupire con effetti ultravivaci" viene portato a livelli di fanatismo e assurdità.
Quindi.. rimangono sempre dati contradditori e incongruenti.

Quali? I dati della mortalità e dei contagi sono troppo disomogenei. Però da nessuna parte ho visto una spiegazione semplice e razionale di questo.
Solo spiegazioni fatte con i cerotti per distogliere l'attenzione e ritornare all'argomento principale.
Perchè in Germania ci sono tassi di mortalità così bassi rispetto ai contagiati? Ad esempio rispetto a Italia e Spagna?

Ah già.... Perchè i tedeschi sono bravi, previdenti e organizzati e hanno gestito l'emergenza sanitaria così come doveva essere fatta.
Bene. E come doveva essere fatta? Non ho mai visto un articolo o servizio esaustivo su questi protocolli tedeschi così ottimi per contenere il numero delle vittime.
Perchè a tutt'oggi con un numero simile di contagi giornalieri, in Germania muoiono 3 persone e in Italia 13 (oggi). Non è possibile trasferire questi protocolli dalla Germania all'Italia?
No?
Certo, no. Loro sono ricchi e hanno l'euro. Ma allora perchè anche in India e in Pakistan ci sono tassi di mortalità simili alla Germania? Anche loro sono ricchi, organizzati, con sistemi sanitari perfetti e hanno l'euro?

Ma non so.

Così come non capisco queste divergenze troppo evidenti fra esponenti del mondo scientifico sull'argomento.
E non capisco perchè nessuno parli di concetti basici sull'argomento come la carica virale. Cose che ho studiato anni fa e che sicuramente non ho capito. Ecco perchè vorrei che qualcuno mi chiarisse una volta per tutte (non l'ho ancora capito) se gli asintomatici ovvero quelli che hanno preso il virus ma non hanno sintomi SONO O MENO CONTAGIOSI.

Ho letto articoli scientifici (provenienti da fonti diverse) che dicono cose in contraddizione (vedi il sito del corriere della sera https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_giugno_10/coronavirus-che-cosa-dice-scienza-ruolo-asintomatici-2b8c7a84-aaf3-11ea-ab2d-35b3b77b559f.shtml).
Non so chi ha ragione. Ma che su una cosa così verificabile ci siano posizioni così contrastanti mi da da pensare.
Ah beh, certo.... certo...
Chi dice che gli asintomatici non sono contagiosi è un complottista fuori dal coro e quindi non va ascoltato perchè ciarlatano. 
Può essere....

Ma il dubbio che persone con una carica virale bassa in quanto asintomatici siano, di fatto, poco contagiosi mi rimane per logica.

Cosa penso quindi alla luce di tutti questi mesi?
Semplice:
1. Il sistema sanitario nazionale è stato smantellato negli anni per interessi di parti e per motivi puramente criminali di appropriazione indebita. I colpevoli di ciò dovrebbe essere rispondere di ciò che hanno fatto.
2. Il governo italiano non ha valutato nel modo migliore i dati in suo possesso e ha preso decisioni scorrette guidati dalla paura. Piccoli statisti, questa la verità. Pensavo che il lockdown per tutta l'Italia fosse sbagliato a marzo, figuriamoci adesso che salta fuori che neppure gli esperti lo avessero consigliato.
3. I mass-media sono i veri assassini della scena. Come loro solito, invece che informare, hanno diretto le idee e le emozioni delle persone verso i loro interessi, meschini e di bassa bottega: ascolti, interessi di chi controlla l'informazione e così via.
4. Molte persone coinvolte in prima persona nella gestione del problema COVID hanno vissuto di una sorta di esaltazione da importanza di se. Membri delle forze dell'ordine, politici, medici, opinionisti, amministratori. Sono talmente tante le cose illogiche e contradditorie che sono state fatte (e vengono ancora fatte) che viene da sorridere. Elicotteri per catturare i runner in spiaggia e condomini che chiamano i carabinieri perchè i bambini giocano nel cortile sono solo esempi estremi.
5. Il Covid19 ha messo a nudo la fragilità dell'uomo medio di questa società. Ignorante (nel senso che ignora troppe cose) e credulone, l'individuo medio ha mostrato la sua piccolezza di fronte ad una sfida della natura. Si tirano fuori gli attributi in queste situazioni, non ci si può permettere di farsi spaventare. Ho visto gente non voler uscire di casa neanche quando poteva per paura di un virus quando le probabilità matematiche di morire sono un millesimo di quelle che si hanno quando ci si mette in macchina ogni giorno.
6. l'OMS è una struttura poco trasparente e probabilmente sede di interessi criminali. Non posso qui esporre perchè lo penso (troppo lungo) ma questo è quanto.
7. Un sacco di politici, ministri e via dicendo volevano solo pararsi il culo in modo che nessuno potesse accusarli di qualcosa.
8. Tutta la faccenda COVID19 poteva essere gestita con uguale fermezza ma con più leggerezza. Non eravano in pericolo estinzione umanità.
9. Troppe cose non tornano. Non so perchè sia così ma troppe cose non tornano per accettare spiegazioni semplicistiche di ciò che è successo.

Grazie mille per l'attenzione.
PER ASPERA AD ASTRA!

mercoledì 6 luglio 2011

Ma mi sto "travaglizzando" anche io?

Marco Travaglio è un giornalista italiano, che firma i suoi articoli principalmente per il "Fatto Quotidiano" e per la trasmissione "Anno Zero" di Santoro.
Non voglio entrare nel merito della sua storia personale e dei dietro le quinte delle sue motivazioni professionali.
Dico solo che, nel penoso, ultrapenoso panorama giornalistico italiano, Travaglio è sicuramente un'eccezione.
E' incredibilmente professionale.
Prepara a fondo i suoi interventi documentandosi con cura quasi maniacale.
Cita fatti circostanziati, notizie e dati.
Dicendo questo non sto eleggendo Travaglio a Dio dell'informazione. Non sto dicendo che tutto quello che dice è oro colato e verità sacrosanta. Non credo neppure a tutto ciò che dico e penso io stesso, figuriamoci di un altro.........
Non sto neppure dicendo che mi piace il suo carattere e il suo modo di porsi. Ma d'altronde, in un contesto informativo, quanto è importante che qualcuno sia simpatico e gioviale? Mi sembra che essere simpatici, zuzzurelloni, attori che inscenano barzellette per la folla vada a braccetto con quell'attività di sodomitica memoria che consiste nell'infilarla nel.......... Insomma il concetto è chiaro.
Provo molta affinità per la figura professionale (non personale) di Marco Travaglio perchè ne condivido profondamente il retroterra culturale e politico. E ne condivido l'avversione, profonda, per l'attuale sistema politica e gli attuali attori della scena politica italiana.
Marco Travaglio potrebbe essere definito un giornalista di destra che non vedendo nessun leader politico di destra in Italia, si scaglia contro chi pretende di turlupinare quell'approccio politico. Ovvero proprio coloro che asseriscono di essere politici di destra.
Per essere più precisi, Travaglio sostiene di essere un conservatore sullo stile dei conservatori inglesi, per intenderci.
Io personalmente ho già ribadito il mio rifiuto a sottopormi alla categorizzazione destra-sinistra. Anche perchè molti di coloro che stanno a sentire qualcosa spesso scattano al solo sentire la prima affermazione cercando di "CATEGORIZZARE" forzatamente qualcuno in un etichettatura di comodo. Senza considerare che il pensiero di qualcuno potrebbe essere plurisfaccettato e andare più in profondità alle cose, percorrendo dei percorsi di filosofia politica che non necessariamente devono essere quelli consueti.
Travaglio comunque è un acerrimo avversario (politico) di Silvio Berlusconi. L'antipatia (reciproca) di Travaglio nasce dai tempi in cui il cavaliere diede il ben servito ad uno dei più grandi giornalisti e politologi italiani e cioè Indro Montanelli. Travaglio, montanelliano fino al midollo, non ha mai perdonato all'imprenditore italiano di aver giocato un tiro così sporco al grande vecchio del giornalismo italiano.
Sia come sia, le battaglie di Travaglio contro Berlusconi sono quotidiane. E sono talmente forti che in Berlusconi e i suoi accoliti c'è sempre un vero terrore per gli articoli o gli interventi del giornalista.
Anni fa lessi uno dei libri di Travaglio (l'odore dei soldi) e ne rimasi profondamente colpito.
Ho letto anche i libri di Bruno Vespa per intenderci. E' come paragonare un libro di favole con un libro universitario. A voi capire chi ha scritto l'uno e chi l'altro.

In ogni caso sicuramente mi sto "travaglizzando" perchè ogni giorno mi sembra che il signor Berlusconi ne combini una più grande dell'altra. Il tutto in un crescendo esponenziale incredibile. Cioè fa delle cose adesso che solo pochi anni fa, pochi, nessuno avrebbe pensato che avrebbe avuto il coraggio di fare.
Eppure adesso barcolliamo ma lui rimane lì.
L'altro ieri ha infilato di nascosto ai suoi stessi ministri e alleati della lega la cosiddetta "norma salva Fininvest" ovvero una modifica al codice di procedura civile che causava la sospensione obbligatoria per le cause civili dai 20 milioni di euro in su.
Il tutto dentro un provvedimento economico volto al riequilibrio dei bilanci pubblici ed ad una (sperata) ripresa economica nazionale.
Un pò come dire che questa modifica non c'entrava un fico secco.
Ovviamente è stato beccato con le mani nella marmellata. Ma intanto ci ha provato. E poi, con una faccia tosta che è quasi impossibile da accettare, ritira il tutto dicendo: "lo faccio perchè me lo chiedete così non litighiamo ma mi fate ritirare un provvedimento che era giusto e che aiutava molte imprese!"
Ma è incredibile fin dove la spudoratezza di quest'uomo sta giungendo!
Adesso sembra che faccia quasi un favore e che gli stiamo facendo un torto poverino!
Ma quante aziende in Italia hanno una causa civile con pene risarcitorie superiori ai 20 milioni? Quante cause civili ci saranno così? Non so! Forse 10, forse 50, forse 200 o forse 1000. Ma anche fossero 5000, ma chi se ne frega! Se ci sono, giuste o sbagliate che sia ci penserà la magistratura. Se qualcuno di questi risarcimenti è sbagliato, facciamo nomi e cognomi e sistemiamo la cosa.
Ma ovviamente quasi tutti sanno che a breve ci sarà una sentenza definitiva che potrebbe condannare Fininvest a pagare la bellezza di 750 milioni di euro alla CIR di De Benedetti per le vicende del lodo Mondadori. 
Altrettanto ovviamente è un assoluto caso che la norma che abolisce i risarcimenti sopra i 20 milioni riguardi questo risarcimento di Berlusconi a favore di De Benedetti. Un assoluto caso. Come sono tutte coincidenze il fatto che da 17 anni a questa parte un'incredibile serie di leggi e provvedimenti siano stati presi con indubbio vantaggio per il presidente del consiglio, la sua famiglia, la sua azienda (perchè è ancora sua o qualcuno pensa che non lo sia?) o i suoi immediati amici.
Non stiamo sempre a pensare male.
Beh, per me questo fatto supera il livello massimo di decenza che potevo accettare.
Ho votato Berlusconi nel 1994, ho votato la sua coalizzione (non lui) nel 1996 e nel 2001.
Ammetto dinnanzi a tutta Italia di aver commesso un errore madornale.
Ma quando non si hanno le informazioni corrette anche persone intelligenti (e io penso di esserlo) possono sbagliare.
Onestamente il Berlusconi degli anni '90, pur essendo lo stesso di adesso, non si era ancora mostrato per quello che realmente è.
Ma ora veramente il vaso è colmo. L'appropriazione del potere statale per curare i propri interessi è sotto gli occhi di tutti.
Chi non lo vuol vedere è vittima di disinformazione oppure volontariamente non vuole ammettere di aver preso un clamoroso granchio. E' dura ammettere di aver sbagliato. Ma comporta anche una notevole grandezza d'animo e umiltà.
Molti italiani votano Berlusconi perchè odiano la sinista. Tutto qui. Hanno paura di quelle persone che fino a qualche hanno fa attentavano ai cardini di quella società che a loro piaceva e piace. Hanno paura che, sotto la cappa di una moderna evoluzione del pensiero, ci sia sempre quel cambiamento radicale della società che potrebbe privarli delle loro certezze.
Non a caso i conservatori si chiamano così. Perchè vorrebbero migliorare il mondo (forse) ma senza grandi strappi. Hanno la casa, hanno il mutuo, un lavoro e vorrebbero che tutto continuasse.
Odiano i disordini, i ragazzi che si accampano nelle strade e nei campi, gli originali.
Vabbè non stiamo a discutere di questo.
Sta di fatto che questa parte d'Italia vota Berlusconi perchè pensa (sbagliando) che costui sia l'unico che possa impedire che "quegli altri" vadano al potere. Un pò come se si andasse da Jack lo Squartatore per chiedergli se può per caso proteggerci da quei loschi figuri in fondo alla via. Non vorremo che qualcuno di facesse del male.
Così un pericolo potenziale e non determinato viene temuto più di un disastro attuale, concreto e reale.
Berlusconi è un disastro. Probabilmente è il pìù grande disastro politico del dopoguerra italiano.
Forse lo metterei a fianco di quell'altro ladro furbone che era Bettino Craxi.
Se il paragone vi sembra azzardato guardate questo grafico:
E' il grafico dell'andamento del debito pubblico italiano. Fino al 1982 è stato relativamente contenuto e assolutamente nella norma. Ovvero si aggirava intorno al 60% del PIL, del prodotto interno lordo. Poi qualcuno ha ben pensato di aprire le casse dell'indebitamento per realizzare non si sa ben che cosa. E' il canto del cigno della prima Repubblica. 12 anni più tardi il debito pubblico è impazzito e schizza al 120% della produzione nazionale. In pratica, per parlare come mangiamo. Fino al 1982 la famiglia italiana guadagnava 1000 euro l'anno e era indebitata di 600. Nel 1994 guadagnava 1000 euro e ne doveva 1200.
Craxi, dominus assoluto di quegli anni è uno dei più grandi responsabili di questo tracollo. L'inchiesta "mani pulite" ci avrebbe chiaramente mostrato che tipo di persona fosse.
E Craxi era il padrino protettore di Berlusconi. Adesso possiamo ben dire che fosse vero e non solo una coincidenza di amicizie comuni.
Dal 2001, anno di ascesa al trono di Berlusconi, le cose sono peggiorate per l'Italia. Non che sia colpa di Berlusconi. Fattori internazionali hanno contribuito.
E' che Berlusconi non ha governato l'Italia ma ha curato solo e soltanto i suoi interessi. E le sue feste.
Quindi, da oggi, mi sono ufficialmente travaglizzato e ANTI-BERLUSCONICIZZATO.
Senza se e senza ma. Basta!
E nessuno mi dica che intendo votare, sostenere o seguire l'opposizione o quelli di sinistra.
Oggi ho detto la mia sulla sciagura nana che viene da Arcore.
Prossimamente dirò quello che penso dei suoi antagonisti. Di cui, incredibile eh, ho un'opinione ancora più bassa.

Per aspera ad astra!

giovedì 23 giugno 2011

Qualcuno mi dice "Perchè ce l'hai con Berlusconi? Sei di sinistra anche tu?"

Sono di sinistra io?
Premessa: io non credo più che, nella situazione politica e sociale attuale, la dicotomia (divisione filosofica) fra destra e sinistra sia un buon strumento per interpretare e descrivere il mondo che ci circonda e la politica in generale.
La premessa è importante perchè da questo concetto di base si comprende che chiedermi se io sia di sinistra o di destra non abbia molto senso. Ma non voglio accontentarmi di questa semplice risposta.

Definiamo almeno in modo molto generale e approssimativo cosa possiamo intendere oggi con Sinistra e con Destra.
Partendo dall'analisi che anni fa faceva il politologo Nomberto Bobbio riguardo alla distinzione fra destra e sinistra, possiamo dire che nel tempo si è consolidato un criterio con il quale distinguere questi 2 grandi orientamenti politici. E questo criterio ha a che fare con l'enfasi che viene data, nella contrapposizione fra eguaglianza-diseguaglianza degli uomini, alla preponderanza di uno di questi 2 aspetti.
Lo scrivo più semplice.
Partiamo da principio che negli uomini vi sono componenti di dis-eguaglianza (abilità personali, attitudini, singolarità, talenti, cultura, razza, eredità genetica), o meglio di diversità, uniti a elementi di uguaglianza (stesso trattamento di base, rispetto delle idee e delle minoranza, diritto all'accesso a informazioni, risorse, lavoro, etc.).
In questa bilancia di elementi di singolarità-elementi di uguaglianza, chi è di destra pensa che siano predominanti gli elementi di singolarità pur sapendo che non si può ignorare gli elementi di uguaglianza. Chi è di sinistra pensa che siano predominanti gli elementi di uguaglianza pur sapendo che non si possono ignorare gli elementi di singolarità.
All'estrema sinistra abbiamo chi pensa che l'uguaglianza sia totale e che debbano essere combattute tutte le forme, anche minime, di singolarità. Quindi, di fatto, tutti gli uomini debbono essere uguali individualmente, economicamente e così via. In quest'area dovrebbero essere quindi forti le spinte al cambiamento di una scena sociale che mostra evidenti scene di disuguaglianza.
All'estrema destra abbiamo chi pensa che la singolarità delle persone sia totale e che la scena sociale è solo il naturale risultato delle diverse abilità/fortune dell'uomo e che la libertà del singolo debba essere tutelata al massimo. Quindi in quest'area abbiamo quindi una forte spinta al conservatorismo e un'avversione alla confusione e al cambiamento.
In mezzo a questi estremi ci sono incredibili sfumature e varianti della cosa. Mischiate con altre dicotomie che complicano la scena. Ci sono i laici/materialisti contro cattolici/religiosi. Ci sono i capitalisti contro i comunisti che si scontrano sul fattore della proprietà dei beni e così via.
Un tempo le posizioni sullo scacchiere politico erano più profonde e più facile era capire cosa fosse di destra e cosa di sinistra.
Di sinistra era il comunismo, l'attacco alle moderne forme di stato, l'antagonismo ai poteri consolidati come le lobby economiche o il potere del Vaticano.
Di destra era essere moderati (nelle parole e nei comportamenti), rispettosi dei modelli educativi vigenti, della proprietà, dell'ordine sociale.

Qualcuno mi dice: "Perchè ce l'hai contro Berlusconi?"
I motivi per cui reputo quest'uomo una sciagura sono troppo lunghi per essere trattati qui.
In un prossimo post lo farò. Ma avevo bisogno di queste premesse.
Di sicuro "avercela" con Berlusconi non è più un fatto di destra o di sinistra.
Chi pensa di essere di sinistra può avercela con Berlusconi e detestarlo perchè è ovvio, visto che si dichiara nemico della sinistra in ogni cosa che dice e fa.
Chi pensa di essere di destra può detestare Berlusconi perchè lui non è di destra nonostante lo sostenga e perchè è una persona indegna di rappresentare chi sa di essere di destra.
Poi c'è chi come me, detesta Berlusconi per il semplice fatto che, da quando è comparso sulla scena politica italiana, ha contribuito più di ogni altro (per l'enorme potere nelle sue mani che non è stato usato o è stato usato in modo negativo) a far precipitare questa splendida nazione in uno scenario praticamente disastroso.
Sia in termini economici che in termini sociali.
Permettetemi quindi di affermare che non mi vergogno di dire che nel 1994, nel 1996 e nel 2001 votai la coalizione di Berlusconi e Berlusconi presidente (a volte votando Forza Italia e a volte Alleanza Nazionale).
Votai Berlusconi perchè pensavo che le proposte del centro sinistra non fossero valide nè in termini di uomini nè in termini di programmi.
Votai Berlusconi perchè seguivo un ragionamento (sbagliato perchè fondato su premesse false) semplice: cioè che un uomo che aveva dimostrato di sapere creare e mantenere un impero economico potesse applicare le sue abitlità al benessere di un intero paese.

Attualmente l'impatto distruttivo di quest'uomo è talmente grande che penso che mettere al governo qualunque altra persona sia un male minore.
In ogni caso, per aspera ad astra!

mercoledì 20 aprile 2011

Destra o Sinistra?

Quando si affronta un territorio è necessario possederne una mappa. O avere in mano una bussola (oggi diremo un navigatore satellitare) che ci dia sempre un'idea di dove sia il nord.
Nella politica sono più di 2 secoli che questi due termini vengono usati come metro di misura delle cose e come mappa di comprensione del territorio.
Quando ti affacci nell'agone politico, qualcuno deve capire se vieni da destra o da sinistra; se vai a destra o vai a sinistra; se sei di destra ma dici cose di sinistra e viceversa.
Per decenni i 2 termini hanno svolto, più o meno bene, la loro funzione. Soprattutto sui grandi temi, sui panorami nazionali e sovra-nazionali, le due posizione davano effettivamente una bussola di riferimento alle persone.

Per alcuni destra significava (e significa questo) per altri sinistra significava (o significa) quell'altro.
Ma ora?
Ha un senso al giorno d'oggi usare questi vecchissimi concetti per catalogare le persone, i partiti e i programmi?
Onestamente anche a livello nazionale le posizioni dei maggiori schieramenti si sono appiattite su una base comune che rende le differenze ideologiche minime. Anzi spesso neppure vi sono e questo consente a quel candidato piuttosto che a quell'altro di passare da uno schieramento all'altro come se cambiasse le mutande.

Noi siamo per il cambiamento. Nessuno pensi il contrario.
E proprio per questo pensiamo che cambiamento, quello vero, non sia cambiare di partito in partito ma cambiare lo schema della politica.
PRIMO fra tutti il superamento della divisione fra destra e sinistra.

Soprattutto a livello di amministrative e di enti locali.



ASFALTARE le strade è un connotato di sinistra o di destra?

Creare un PUC dignitoso in cui l'evoluzione urbanistica della città venga tutelato è di destra o di sinistra?
Rivalutare il centro storico dinnanzi all'abbandono e al degrado economico e culturale è di destra o di sinistra?

Leggo ancora oggi nell'Unione Sarda, che partiti di sinistra avrebbero dato candidati a questa lista civica. 
Ma che significa? Ma scherziamo?
Per aspera ad astra!

martedì 5 ottobre 2010

Dove va questa politica?

Politica, politica, politica.
Sarebbe bello poter fare una classifica delle parole che più di altre suscitano un senso di ribrezzo nell'italiano medio.
Quali parole ci sarebbero?
Che so pedofilia, stupro, mafia, monnezza, cacca..... e via dicendo.

Ma la parola politica conquisterebbe sicuramente il podio.
Non so se proprio il primo posto ma ha chance per migliorare in futuro.

La politica è qualcosa che riguarda tutti noi. Se c'è una cosa, ma dico una che riguarda da vicino ogni cittadino è proprio la politica. La genesi di una parola e del suo concetto non possono essere dimenticate.
Politica viene da "polis" cioè viene da qualcosa che è vicino, vicinissimo al comune vivere delle persone, visto che quella parola significa città.
La politica è l'attività umana che si occupa degli affari della città.
La politica, ancora oggi, dovrebbe riguardare la gestione della cosa pubblica e dovrebbe essere qualcosa che si occupa di quelle cose, tutte quelle cose che ci riguardano da vicino.

Sostenere che la politica italiana degli ultimi anni (non stiamo a guardare da quanto va avanti questa storia) sia qualcosa che riguarda i cittadini è una bestemmia.
Se prendiamo le prime pagine dei giornali (VERGOGNA, tutti VERGOGNA!) c'è da rimanere allibiti.
Non è questione di destra o sinistra (concetti che sembrano più appartenere ai romanzi di Don Camillo e Peppone che alla realtà di tutti i giorni), non è questione di Berlusconi o anti-berlusconi.

E' una questione che c'è un paese che sta colando a picco. Ma in una misura talmente grande e perentoria che tacciare di catastrofisti chi lo annuncia è un'assurdità in se.
Sarebbe come se, dopo che il Titanic colpiva l'iceberg più famoso della storia e cominciava ad imbarcare acqua, si fosse tacciato di catastrofismo chiunque ne avesse dato notizia.

Io non so dove andremo a finire. Lavoro e opero ogni giorno per cercare di migliorare la società in cui vivo.
Non sa solo, il che sarebbe impossibile ma insieme ad altre persone di buona volontà.
Non pensate che non ci siano. Gli onesti esistono. Coloro che hanno a cuore il futuro di questa società esistono. Magari occorre un pò di fatica per trovarli perchè i loro nomi non sono nè nell'elenco telefonico nè su facebook.
Per aspera ad astra!

mercoledì 31 ottobre 2007

Why not?

Why not?Perchè no?
Ne parlano tutti. Parliamone anche noi!

Ma io ho qualcosa in più da dire.
Qualcosa che non è pertinente al signor Mastella da Ceppaloni.
Lui è solo l'icona identificatrice della cartella in cui buttare giù tutta la sporcizia di questa Italia. Della serie "un'immagine rappresentativa".

Qualcuno ha detto che ce l'hanno tutti con lui, che Mastella è diventato il capro espiatorio delle persone.
Non so, è un ragionare sul ragionato questo. Cosa mi da?
Si vede lontano un miglio che il signor Mastella è il perfetto rappresentante del niente politico, del tutto furbesco appoggia-culi-sulle-poltrone-per-poi-non-toglierceli-più-costi-quel-che-costi!
Ho sentito una volta dal vivo il signor Mastella. Era al mio paesino: una commemorazione di caduti di guerra. Invitato dal sindaco simpatizzante.
Chiamato sul palco a dire qualcosa sull'eroe di guerra del paese, cominciò a bofonchiare frasi indistinte condite di verbi inadatti.
Doveva dare fiato alla bocca.
Non doveva dire niente ma far finta di dire qualcosa.
Sono bravi i politici in questo?
Vabbè, smettiamola di nicchiare.

Negli scorsi anni ho creduto che seguendo le indicazioni di strutture statali e governative fosse possibile realizzare un progetto aziendale.
Quell'esperienza mi ha quasi distrutto.
Racconterò qualcosa prossimamente.
I tempi sono maturi.
E la rabbia ancora tante.

Ma Mastella da Ceppaloni è l'icona di coloro che hanno la responsabilità di tutto questo.
E' gente come lui.
Gente come lui che ruba non solo i soldi, ma soprattutto la fiducia che naturalmente le persone hanno per la vita e per l'onestà degli altri.

Togliere alle persone la fiducia nel futuro e nell'onestà del prossimo è peggio che rubargli l'oro.
Quale punizione basterebbe per questo?
E non c'è neanche da chiedersi se Mastella e soci siano colpevoli.
Lo sono!
Basta vedere quanti cittadini italiani depauperati della loro fiducia reciproca.

Chi ha rubato loro questo prezioso dono e risorsa?

Mi sono chiesto? Dovrei dire qualcosa anch'io su Mastella, sui finanziamenti europei usati per comprare voti e tolti a chi se li sarebbe legalmente meritati?
Mi sono detto:
Why Not?

Per aspera ad astra.

lunedì 17 settembre 2007

Il nuovo partito democratico - 2a parte.

Ho fatto bene ad attendere qualche giorno per chiudere questo argomento sul partito democratico.
Il giorno 8 di settembre c'è stato in Italia il V-Day o Vaffanculo-Day ideato e realizzato da Beppe Grillo e i suoi ragazzi. E' stato un terremoto politico e sociale. E credo che sia bello analizzare quella giornata non tanto in se e per se, cosa che farò in un altro post, ma in relazione a questo nuovo movimento politico.
Ricordate quel programma TV, "Operazione trionfo"? Quello in cui venne costruita a tavolino una nuova band di ragazze, una sorta di creazione in laboratorio di "Spice Girls" in salsa tricolore?
Al tempo nacquero le Lollipop. Presumo che pochi ora ricordino queste splendide artiste e le loro opere. Non che abbia niente da dire a quelle ragazze, che forse avevano comunque più talento di alcune starlette o di alcune attuali showgirls televisive.
Ma era un esperimento. La creazione di un prodotto da laboratorio, di qualcosa di sintetico.

Il partito democratico mi sembra questo.
La creazione a tavolino di un soggetto politico. Con la pretesa che sia nuovo e giovanile. Ma allo stesso tempo, solido, ben radicato e equilibrato.
Come le Lollipop, dispone di uno staff di contorno che è capace di creare un'immagine perfetta. Ottimi gli strumenti, ottimi gli arrangiamenti, e ottime le musiche.
Ottima la coreografia e ottima la preparazione dello spettacolo.
Con le dovute risorse si attinge al meglio dello spettacolo.

Ma ciò che manca è il cuore, l'anima, l'assenza di "star system".
A volte certi gruppi musicali sono scomodi. Ma se vengono dal basso, dalla realtà, dalla gavetta, allora qualcosa da dire ce l'hanno.
Perchè non sarebbero nati se non avessero avuto niente da dire.
Perchè non sarebbero sopravvissuti se non avessero avuto niente da dire.

Il partito democratico nasce da una bugia: che l'organizzazione di un partito sia più importante dell'operato dei suoi componenti.
Un partito è solo un gruppo di persone che si mettono insieme per organizzarsi meglio e dire qualcosa.
Cosa debbono dire i politici che formeranno il PD che nei loro attuali partiti politici non potevano dire o fare?
Capisco qualcuno che sta in un partito, non può dire la sua e ne fonda uno nuovo. Questo lo comprendo.
Ma più partiti che si fondono per crearne un altro........ Cioè comprendo anche questo. Razionalizzazione delle risorse. Ma perchè aspettarsi qualcosa di nuovo? E' qui l'errore.
Rutelli, Prodi, Fassino, Bindi diranno o faranno qualcosa di nuovo nel "nuovo" partito?

No, costoro sono solo delle "lollipop". Create ad arte, con una nuova canzone bellissima pronta a scalare le classifiche. Costruiti in laboratorio. Distaccati dalla realtà.

Ho citato il V-Day di Beppe Grillo. Non entro nel merito della cosa.
Parlo solo del fatto che questa giornata è nata dal basso. Tante persone che vogliono dire qualcosa di nuovo, che vogliono essere qualcosa di nuovo.
Niente di costruito nel laboratorio.

Se il partito democrativo avesse queste tensioni di fondo e questi vettori, allora si che sarebbe un nuovo partito e un nuovo soggetto politico.
E con questo non voglio distruggere tutti coloro che magari si stanno ammazzando di lavoro per contribuire al nuovo PD. I loro sogni meritano rispetto. Il loro impegno pure.
Non voglio denigrare la fiducia nel futuro o in qualcosa di migliore.
Voglio denigrare la finzione di chi questo PD l'ha ideato e con il quale sta ingannando queste brave persone.
Per aspera ad astra.

martedì 4 settembre 2007

Il nuovo partito democratico - 1a parte.

Finalmente un vistoso cambiamento in questa palude che qualcuno chiama Italia.
Non più le solite convergenze parallele, non più i soliti inciuci.
Finalmente qualcosa di vicino alle persone, vicino alla gente, alle esigenze reali.

Sto esagerando?
Forse un pò......
O forse voglio proprio prendere per il ..... per i fondelli, diciamo, questa nuova bufala.
Bufala, si, lo dico. Il nuovo, nascente partito democratico è una bufala.

Lo dimostra il modo in cui sta venendo alla luce. Così studiato nelle stanze dei bottoni, così politicamente corretto in cui ci sono le candidature che si propongono, in cui ci saranno le primarie.....
Ovviamente con questo post mi inimicherò parte dei lettori, credo quelle persone che della fiducia e delle speranze in questo nuovo movimento politico ve le hanno messe.

Voglio precisare che non sono un qualunquista e non mi piace disprezzare ogni tentativo di migliorare la scena esistente. Non sono sceso così in basso sulla scala da diventare acido ad ogni cambiamento e ad ogni buona intenzione.

Ma la politica è fatta di cose concrete. Dovrebbe essere fatta di cose concrete. E di concreto, in questo polverone del partito democratico, ci vedo ben poco.
Sono mesi che si parla di leadership. Leadership basata su cosa? Quasi sono le fondamenta del nuovo partito democratico, di questo partito costruito a tavolino, quasi chirugicamente? E' il centro-sinistra che si coagula attorno a una formalizzazione della sua struttura. Moderati di sinistra e centristi sinistrorsi decidono di fare casa comune.
Ma è proprio questa la bufala. Su quali basi questa casa comune viene costruita? Su basi culturali? Su basi ideologiche? Su basi programmatiche?
Ognuna di queste situazione ha una validità in se. Ha una propria dignità.
Non è vero che le ideologie sono finite. Sono finite alcune ideologie. Quelle che storicamente non hanno predetto in modo corretto il futuro.
Ma come fa l'uomo a non vivere di ideologie?
Credere nell'onestà è un'ideologia. Credere nel lavoro è un'ideologia.
Ideologia: viene da idea e logia. Possiamo dire che un'ideologia è uno studio di un'idea. Che c'è di male nell'avere idee? Magari c'è qualcosa di male nell'avere idee sbagliate ma non nell'avere idee tout court.

Il partito democratico non ha idee. Non è comunista, non è democristiano. E' democratico. Si vabbè ma che vor di? E' facile prendere un'etichetta denominata "champagne" e appiccicarla alla bottiglia di acqua sporca. Un buon risultato ma ciò non fa dell'acqua sporca dello "champagne". Quasi quasi fa più tenerezza e passione il "Forza Italia" di berlusconiana memoria: tanto infantile quanto nazional-popolare. Veramente brutto come nome ma almeno onesto nella sua bruttezza.

Invece partito democratico è un bel nome. Talmente bello che non c'è bisogno di contenuti.
Di cui nessuno parla.
C'è bisogno solo di leadership.
Ah, di quelle si che c'è bisogno. Almeno lo fossero, almeno lo fossero.
Almeno ci fosse in Italia un politico degno di tal nome, qualcuno che operi con orizzonti pluridecennali e non di una legislatura.
Qualcuno che guardi il futuro e guidi una nazione con la passione, con l'integrità e la disciplina di un padre di famiglia.

Ci vediamo nella 2a parte a breve.
Per aspera ad astra

venerdì 12 gennaio 2007

Che tristezza mi fa! Chi? Il ministro Bersani

Che tristezza che mi fa Bersani.
Un vecchio comunista che si propone come liberalizzatore.

Non ci capisco più niente in questa politica italiana.
Non è più politica. 
Non c'entra niente con la polis, la città nè con noi, popolo italiano. Tanto geniale, quanto menefreghista.

Non mi scandalizzo se qualcuno ha seguito un'idea e poi la cambia.
Bravo, bene. Si fa anche così.

Ma io di liberalizzazioni non ne vedo.


Vedo solo un governo che pare asservito ai GRANDI poteri.
Fanno leggi che disturbano piccole classi economiche ma se si segue il flusso dei soldi, chi si ingrassa tra nuove pensioni e presunte liberalizzazioni sono sono le multinazionali e la grande distribuzione.

Le farmacie, ad esempio non sono state mai ben viste da me.
Ma perchè, invece, di far vendere i farmaci nei centri commerciali non si da la possibilità di togliere il monopolio delle farmacie facendone aprire di più e cambiandone radicalmente la struttura.
D'altronde cosa sono le farmacie? Dei negozi? Oppure dei centri professionali con medici che ti consigliano?
In un posto dove vendono pannolini e giocattoli?

E la benzina nei supermercati?
Beh, così il prezzo si abbassa di almeno 10 centesimi per la concorrenza. Le famiglie italiane potrebbero risparmiare fino a 78 euro all'anno.
Certo!
Se tutti non andassero più dai benzinai.
Ma ammettiamo anche che risparmiamo ben 78 euro all'anno.

Cosa ne faremmo di questi 78 euro?
Ci metteremmo dell'altra benzina e andremmo da qualche parte giusto per non lasciare il serbatoio pieno.
Ecco cosa succederebbe.

Basterebbe che Bersani insegnasse agli italiani a guidare senza schiacciare l'acceleratore a fondo e ogni automobilista risparmierebbe alemno 200 euro l'anno.
Basterebbe che ogni italiano spegnesse la sua auto quando si ferma dinnanzi al semaforo e risparmierebbe 500 euro l'anno.
Basterebbe costruire le macchine ibride benzina-elettrico che si ricaricano quando c'è il motore a scoppio ma che sotto i 50 all'ora vanno a batteria.
Si risparmierebbero ogni anno almeno 2000 euro.

E non pensate che sia difficile. Basterebbe che il geniale Bersani creasse una legge che obbliga le case automobilistiche a costruire le macchine ibride e il gioco sarebbe fatto.
Ma, poverino, è solo un ministro. Non può farlo. Non ha il potere di schiacciare i piedi alle multinazionali dell'automobile.

Già li vedo i nostri (e altrui) politici sussurrare piano:
" Scusi signor Ford, signor Mercedes, signor Toyota, signor Fiat posso promulgare questa legge? Non vi da fastidio, per niente...."

Euro 4, euro 3, euro cosa?
Ma cosa ci vuole a decidere che da una certa data c'è una macchina più pulita e basta!
Ma sentirò Bersani. Lui, ex-comunista, padrone ormai della moderna economia ce lo insegnerà prontamente.

Per aspera ad astra!