martedì 20 settembre 2011

I matrimoni sono diventati un affare!

Salve a tutti!
Finita l'estate, ritorniamo a dare uno sguardo a questo mondo che non accenna a diminuire la velocità. Alte velocità ma forse proprio per questo il paesaggio scorre veloce e ci si dimentica di quale sia la meta e dove effettivamente ci si sta dirigendo.

Qualche giorno fa mi è arrivato un invito per un matrimonio di conoscenti e parlando della cosa con mia sorella, mi racconta che lei, per il mese di settembre, ha ricevuto ben 4 inviti.
La cosa mi ha fatto un pò riflettere su cosa stia accadendo a questo istituto sociale. Tanto odiato da uomini e donne, tanto vilipeso ma tanto, in ogni caso, ineludibile.

La mia idea è che l'uomo di oggi (lo chiameremo Homo Occidentalis post-televisivus) abbia perso completamente l'attinenza con la realtà delle cose e distorca tutto in un'ottica di spot pubblicitario.
Il matrimonio è l'ufficializzazione sociale di un'unione tra 2 persone volta alla creazione di quell'unità sociale chiamata famiglia, fino ad esso mattone fondante di tutta l'architettura sociale.
In ogni caso il matrimonio non è un passo che rende un'unione reale o vera o più solida. 
Il grande errore di valutazione che molti hanno commesso quando hanno cercato di rendere il matrimonio simile (se non uguale) alla status di convivenza, risiede proprio in questo aspetto.
Il matrimonio non serve ai 2 membri che formano una coppia! Serve a tutti gli altri membri della società per ufficializzare quel rapporto.

Ma a parte queste disquisizioni di natura quasi giuridica, sposarsi sembra essere ancora (ma sembra esserlo ancora per poco tempo) il coronamento di una vita. 
Mi ricordo un'immagine stereotipata di quando ero bambino in cui vi era la figura della donna che agognava a sposarsi come la realizzazione di una vita. Cioè come se quello fosse equivalso a mettersi a posto indefinitivamente. Una figura che valeva un pò più per la donna che per l'uomo ma che poteva essere valida per entrambi.
Ma cosa è diventato oggi sposarsi?

In primo luogo il matrimonio è stato aggredito da moltissime parti. Deriso, invalidato e spersonalizzato.
Il matrimonio è come la convivenza e la convivenza è meglio del matrimonio. I matrimoni finiscono sempre più in tribunale-che schifo sposarsi. E le barzellette, e il calo del desiderio, e la routine, e le tentazioni di tutte questi altre donne e uomini straripanti di bellezza e fascino.

Negli ultimi anni mi ha spesso colpito che, quando qualcuno parlava di cerimonia di matrimonio, ci si riferisse fin troppo spesso ai festeggiamenti presso il ristorante invece di riferirsi in modo specifico alla cerimonia nuziale in se. Qualche invitato decideva di andare direttamente al pranzo nuziale, saltando il noioso e fastidioso rito religioso.
Quasi che quello stare dinnanzi al prete fosse una parentesi obbligata ma comunque scomoda di quel momento di felicità.
Questo è, dal mio punto di vista, assurdo.
Il matrimonio è la cerimonia di ufficializzazione e non il pranzo di festeggiamento.
Che si ufficializzi dinnanzi a Dio (per i credenti) o dinnanzi ad un pubblico ufficiale (per i non credenti) è l'ufficializzazione il cuore del matrimonio e la sua parte fondante. Il resto è coreografia.
Così come è assurdo e grottesco che, al giorno d'oggi, i matrimoni assomiglino sempre più a delle operazioni d'affari speculative che ad una presa di responsabilità sociale.
Parlo per esperienza diretta e quindi ciò che dico ha una valenza soprattutto dalle parti in cui vivo e posso anche immaginare che in altre parti d'Italia non si siano raggiunti questi livelli di follia.
Quello che vedo è che le persone si sposano per fare un'operazione commerciale.
Si sposano e si aspettano che tutti gli invitati vengano alla festa portando regali di valore o meglio soldi.
Così si sposano e incamerano cifre veramente grandi. Dalle mie parti il numero minimo di invitati non scende sotto le 300 unità. E parlo di persone comuni. Lasciamo perdere i VIP, come figli di personaggi politici o di imprenditori in vista in cui gli invitati possono tranquillamente arrivare a 500 unità o oltre.
La mia idea (molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti invita ad una festa, lo faccia perchè vuole festeggiare qualcosa e gradisce condividere questo momento di felicità con te.
La mia idea (molto ingenua, lo ammetto) è che qualcuno ti invita alla festa del suo matrimonio quando tu sei una persona che fa parte del suo mondo e che condividi con lui qualcosa.
La mia idea (molto, molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti chiama ad una festa, sia lui a organizzare la festa e sobbarcarsi i costi. Il regalo è un regalo. E' qualcosa che si fa come un contributo al festeggiamento.

Queste mie idee sono solo idee e non trovano riscontro nella realtà.
Quello che vedo è che chi si sposa fa pagare il costo del festeggiamento agli invitati e non solo. Proprio nei giorni scorsi sentivo un invitato fare i conti di quanto dovesse regalare per andare bene e non sentirsi in debito con gli sposi. Questo il ragionamento:
Il ristorante dove andiamo non costerà meno di 100 euro a persona. Andiamo in 2 e quindi non possiamo regalargli meno di 250 euro!
Io sono rimasto di sasso!
I conti su quanto costa un coperto al ristorante? Sentirsi in pari con i costi? Non andare a mangiare a scrocco? Lasciare agli sposi 50 euro in più?
I conti sono presto fatti: se gli invitati coprono i costi delle celebrazioni del matrimonio e lasciano anche ulteriori contanti, invitando un 400 persone la coppia neo sposa potrebbe portarsi a casa anche 20 mila euro in contanti più una cifra almeno doppia di regali.
E dai discorsi che ho sentito dire in giro parliamo di cifre del genere.

Ecco perchè mia sorella era di pessimo umore. Andare a 4 festeggiamenti di matrimonio in un mese costa più di mille euro in regali e, siccome non puoi andare vestito allo stesso modo, altrettanto in abiti e agghindamenti vari.
E non puoi neppure negare la tua presenza perchè il cugino del figlio dello zio di quel tuo lontano parente potrebbe legarsi questa cosa al dito e maledirti per tutti i secoli dei secoli.
E pensare che quando è arrivata a casa la partecipazione non sapevi neanche chi fosse.
Ah si, lo avevi visto ad un altro matrimonio di 25 anni fa, quando aveva 8 anni. Forse ci avevi anche giocato un pò. Non tutta la sera ma almeno una mezzoretta.

Che dire?
Niente perchè ho finito le parole.
Per aspera ad astra!