giovedì 20 ottobre 2011

Cos'è un tradimento?

Chi di noi non ha mai pensato a questa parola e al suo profondo significato?
Probabilmente è uno di quei concetti che chiamerei a "senso unico" perchè si pensa sempre al fatto di subire un tradimento e mai alla problematiche di fare un tradimento.
Già, la moglie.... mammia mia se mi tradisce!
Già, il socio..... mammia mia se mi frega!
Già, la mia squadra di calcio..... mamma mia se non si impegnano allo spasimo lasciandomi con l'amaro in bocca.
Già, il governo..... ladro per definizione..... mamma mia se non fa passare il nuovo condono.......
E così via.
Ma difficilmente pensiamo al fatto che noi si possa tradire la moglie, o fregare il socio o non dare supporto alla squadra di calcio o prendersi la propria parte di responsabilità nel funzionamento dello stato.
Giusto per citare alcune cose!
In questo caso è tutto ok. Sono sicuro che ognuno di noi ha sicuramente degli ottimi motivi per giustificare le proprie azioni. Ne ho sentite di bellissime, nella mia vita, di giustificazioni. Ad alcune andrebbe dato un premio per la genialità e la ricercatezza.
Il tradimento è una improvvisa e immotivata perdita di fiducia nei confronti di un altra persona. Se tale perdita di fiducia fosse motivata, si tratterebbe semplicemente di una caduta di condizione.
Ma sappiamo anche ci sono dei minimi, chiamiamoli sindacali, che vengono stabiliti quando si ricopre un ruolo. Quando si entra a far parte di un gruppo, per quanto piccolo come una coppia (si è solo in 2!), si accetta una regola che non è scritta ma è valida ovunque e sotto qualunque latitudine. Ovvero che gli altri (l'altro) componenti del gruppo possono fare affidamento su di noi. E noi su di loro.
Fare affidamento significa sapere che l'altro non ti nasconde niente e che mantiene fede alle regole base di quel gruppo.
E che punta a raggiungere le mete che il gruppo si è prefissato.

Se chiedi a un bambino se è piacevole essere traditi, ti dirà che è molto doloroso. Se chiedi ad un bambino se è piacevole tradire ti dirà che è molto doloroso.
Se chiedi ad un adulto se è piacevole essere traditi, ti dirà che non è piacevole. Ma se gli chiedi se è piacevole tradire, ti dirà che non è piacevole ma a volte può succedere.
Perchè si parla così (generalizzo, non tutti ragionano così. Ma possiamo trovare tanti che concordano!)?
Si parla così perchè si è stati traditi così tanto che si è pensato che sia normale tradire. E si è tradito così tanto che la nostra percezione (e responsabilità a riguardo) della cosa è sceso fin sotto le scarpe.
Voi cosa ne pensate?
Per aspera ad astra!

lunedì 17 ottobre 2011

Gli scontri di Roma

Venerdì sera, parlando con un amico, gli ho detto:
"Vedrai che domani a Roma succede un macello. Ci sono troppi fattori e indizi che me lo fanno pensare!".
Stamattina, questo amico mi chiede quali fossero i fattori e gli indizi che mi hanno fatto capire che una manifestazione pacifica di dissenso di molti tipi di classi sociali (ragazzi senza lavoro, precari, anziani e via dicendo) sarebbe sfociata nella (ormai) solita guerrilla cittadina fra persone incappucciate e decise a distruggere quanto trovano per strada e forze di polizia.
La mia idea è che il livello di consapevolezza medio della attuale società (italiana ma anche occidentale) stia lentamente crescendo. Consapevolezza che passa dall'individuo e arriva alle complesse o meno complesse tecniche di controllo e sottomissione di lobby e ricchi individui nei confronti dei popoli e delle masse.
Anni fa, ebbi modo di partecipare ad una conferenza il cui tema attualmente esula da questo contesto. Ma il relatore, mentre cercava di spiegare una certa cosa, rimarcò che l'attuale società oscilla su un livello di tono emotivo che si approssima alla paura o alla diffidenza (in realtà emozioni vicine ed affini).
La sua tesi, che io sposai e sposo tutt'ora, era che il popolo poteva andare verso il basso oppure poteva avere un risveglio di coscienza. Paradossalmente un peggioramento della consapevolezza avrebbe avuto cause peggiori ma meno traumatiche. In pratica la società sarebbe sprofondata lentamente verso l'afflizione, la depressione e l'apatia fino ad essere controllata senza colpo ferire.
Un cammino verso l'alto, verso la libertà individuale e sociale, avrebbe invece contemplato il passaggio verso stadi intermedi in cui la rabbia l'avrebbe fatta da padrona.
Il concetto era veramente semplice. Questo relatore ci diceva:
"Immaginate che ogni singolo individuo e interi gruppi sociali pian piano si accorgano di ciò che veramente sta succedendo su questo pianeta e di come controllino e pianifichino le nostre vite. Attraverso i mass-media, la pubblicità, il cinema, i soldi e l'economia.
Cosa succederà quando l'uomo della strada si accorgerà di essere stato ingannato per tutto questo tempo? La prima cosa che farà sarà quella di spaccare tutto!!"
 
Il concetto è che, ovviamente, ciò che alcuni individui hanno fatto non è giustificabile in alcun modo.
E' solo che non è possibile creare degli antefatti e meravigliarsi delle conseguenze.
A chi di noi è più volte balenato in testa di voler prendere qualcosa e spaccarla per rabbia?
Io personalmente sto di fronte a fatti e situazioni che mettono alla prova la mia capacità di contenermi.
Ingiustizie sociali, diseguaglianze, immoralità e disonestà portano il buono ad arrabbiarsi.
E la rabbia si diffonde contagiosa.
E quando l'ira prende piede è difficile contenerla in spazi razionali. Ed è difficile che non venga indirizzata su cose e persone che non c'entrano niente.
Nessuno in questo blog osanna la violenza e il teppismo. Tra l'altro personalmente sono sempre stato molto in disaccordo con qualsiasi movimento anarchico rivoluzionarista. Di ogni tipo di colore politico.
Sono per l'evoluzione e non per la rivoluzione.
Perchè le rivoluzioni portano sempre a nuovi dittatori o nuove dittature, aperte o mascherate che siano.
Una rivoluzione è solo un fatto emotivo. E' ribellarsi a qualcosa di ingiusto, non correggere ciò che è ingiusto. Così si finisce per cadere dalla padella alla brace.
Sarebbe come chi, siccome l'arbitro commette tanti errori durante la partita, pensasse che sia meglio giocare senza l'arbitro. Sai che bella partita verrebbe fuori. Che putiferio! Ricordo alcuni partite da bambini in cui non c'era neanche uno straccio di arbitro...... impossibile giocare.
Chissà che non il politico (che per partito preso e per manifesta irresponsabilità mai penserà di vedere in che modo può migliorare la situazione!) ma il comune cittadino non cominci a riflettere su quanto sta accadendo.
Il corteo di Roma è un messaggio. Non dei disgraziati criminali che distruggono auto, negozi e attentano alla vita di altri normali cittadini come loro (amche se hanno la divisa).
Il fatto in se è un messaggio. Su cui non si può far finta di niente. Un messaggio che non può essere relegato ad un "troviamo i colpevoli e tutto andrà bene!".
Il popolo comincia a mostrare segni di impazienza e di rabbia. Lo fa tramite le sue parti meno controllate e più criminali. In una società sana tali persone non avrebbero avuto neppure l'occasione di partecipare ad una tale manifestazione perchè non ce ne sarebbe stato bisogno.
Non fatevi quindi fregare dai mass media. Tutti adesso parlano dei violenti e degli scontri.
Ma non si parla tanto dei motivi della protesta e delle migliaia di pacifiche persone che hanno manifestato cercando di mandare un messaggio.
Penserò male nel credere che i violenti fossero e siano sul libro paga proprio di coloro contro cui la manifestazione è stata organizzata? Fantapolitica? Chissà, solo il futuro potrà dircelo.
Per aspera ad astra!

sabato 15 ottobre 2011

Esoterismo e Mistero

Che l'esoterismo richiami un sacco di interesse da parte di moltissime persone, non è qualcosa che si scopra oggi.
Di certo, a me personalmente, che sono appassionato di mistero ed esoterismo da più di 30 anni la cosa fa sorridere.
Negli scorsi giorni ho avuto modo di fare alcune riflessioni guardando casualmente una trasmissione su Italia1 dal nome (appunto) di "Mistero".
 
La trasmissione ha un taglio assolutamente nazional-popolare e non voglio essere denigratorio con questo termine. Ma è la realtà!
Vedere alcuni concetti così particolari e alcune riflessioni fatte in una trasmissione vista da milioni di persone mi fa un pò sorridere.
Perchè parlare di mistero in una tv pubblica è quasi un contro senso.
La realtà è che la storia dell'uomo è intessuta a filo doppio con qualunque cosa verta l'esoterismo.
Che non è semplicemente magia e fantasmi.
 
Anche a livello accademico il termine esoterismo è alquanto complesso e di difficile spiegazione. Non che sia impossibile ma abbravvia talmente tante cose che racchiuderlo in una definizione semplice è spesso riduttivo. 
Ma se proprio dovessimo fare uno sforzo diremmo che esoterico è tutto ciò che riguarda un potere e una conoscenza circoscritta e non di ampia diffusione. 
Per certi versi anche alcune conoscenze scientifiche moderne assurgono al rango di esoterismo. 
Anche se certe discipline, più di altre, vengono a maggior ragione incluse nelle discipline esoteriche.
Esoterismo e mistero sono legati fra loro. L'esoterismo comporta aspetti molto misteriori. E il mistero richiama sempre una qualche forma di conoscenza che sembra debba per forza essere appannaggio di una ristretta cerchia di persone.
Elite e esoterismo sono ugualmente concetti inseparabili.
Rimane il fatto che, sebbene ci troviamo a camminare in un nuovo millennio, l'attenzione dell'uomo medio continua a stazionare intorno alle cose che non capisce intorno a se. E che lui intuisce essere più profonde, più misteriore e più dense di significato di quanto taluni vogliano fargli credere.
Così ecco la grande passione per i fantasmi, per i contatti con i morti, per i fenomi paranormali, per gli avvistamenti di extraterrestri, per i fenomeni magici e di divinazione, per le associazioni segrete e le cospirazioni.
Diciamo che guardando un programma come "Mistero" vi troviamo dentro tutte queste cose.
La mia semplice riflessione è che se qualcosa c'è non si può far finta che non ci sia e che se c'è, ha una sua propria dinamica.
Se non è possibile con la moderna tecnologia scopire nelle persone questo inguaribile interesse per fenomeni che facilmente vengono bollati come superstizioni e credulità popolare, io direi che non si può liquidare tutto il fenomeno con questa banale sentenza.
Che sa più di pigrizia mentale che di logicità scientifica.
E se poi vediamo a quali illogicità reali porta la presunta logicità scientifica, i dubbi e le perplessità aumentano e non di poco.
Per aspera ad astra!

lunedì 10 ottobre 2011

(IN)-Equitalia e la tarsu a Olbia

Quando qualcuno mi chiede cosa pensi di tutta questa storia di (in)-Equitalia e delle cartelle esattoriali della Tarsu a Olbia, non riesco veramente a trattenere un modo di indignazione e di vergogna allo stesso tempo.
Gli argomenti sono talmente delicati che occorrerebbe usare il fioretto per evitare qualunquismi e generalizzazioni. Ma anche per evitare che certe riflessioni vengano mal comprese e portate fuori contesto.
D'altro canto parliamo di un qualcosa che è talmente vicino al comune senso popolare dell'indignazione, che si ha la paura che usando il fioretto anzichè la sciabola, tutto il ragionamento passi per il solito "mettersi a pensare" nel salotto di casa.

Perchè continuare ad affrontare situazioni spinose e di comprovata urgenza con l'atteggiamento del lord inglese che sorseggia il the nel salotto di casa sua, porta (nel medio periodo) a situazioni in cui la pazienza finisce e la massa si ribella, con conseguenze di disordine pubblico o di ribellione che non sempre sono la soluzione migliore o consigliata.

Io, ogni giorno che passa, vedo lo stato democratico italiano e tutti i suoi enti locali sprofondare in un medioevo della politica e dell'amministrazione. Questo come grande, generale linea di navigazione collettiva.
Vedo uno stato che si "personalizza" a causa del sedere attaccato alla poltrona di praticamente tutti i politici, che non a caso ormai hanno assunto il ruolo di casta intoccabile che si difende e si autoreferenzia da sola.
Non più uno stato di tutti ma uno stato di qualcuno.
Vedo amministrazioni che si dimenticano il motivo per cui sono li e cioè fornire servizi al cittadino. Così vedo amministrazioni che non fanno i lavori che ci sono da fare perchè occorre rispettare dei vincoli di bilanci anche se ci sono i soldi. Così vedo amministrazioni che diventano il parco giochi preferito delle famiglie potenti del luogo anzichè la pubblica piazza dove rappresentare i cittadini.
Vedo un prelivo fiscale che non ha lo scopo di far funzionare la cosa pubblica ma solo lo scopo di pagare i debiti contratti da altri politici per motivi che non ci è dato conoscere.

Vedo, soprattutto, uno stato che crea organizzazioni che sotto il nome di qualcosa di "equo" svolge una delle iniziative più INIQUE della storia della Repubblica.
Togliere a chi ha meno per dare a chi ha di più! Dei Robin Hood al contrario.
Non lo nego. Del meccanismo di riscossione di (in)-Equitalia penso abbastanza male. Non penso male del suo scopo fondante ma dei suoi metodi e delle sue modalità si, e parecchio.

I motivi? Il primo, il più importante di tutti, è che vi è una sproporzione fra quanto è dovuto e quanto viene richiesto degno del peggiore strozzino. Così uno stato combatte l'usura degli strozzini irregolari e aumenta i poteri di una struttuta che è peggiore degli usurai. Ma lo stato ci ha abituato a queste cose. Uno stato che combatte il gioco d'azzardo ma che autorizza macchinette mangia soldi, lotterie e gratta e vinci. Uno stato che scrive "Nuoce gravemente alla salute" ma si ingrassa con le vendite di sigarette. Uno stato che mi multa se non metto mio figlio nel seggiolino ma che permette che droghe basate sulle anfetamine vengano prescritte a carico del sistema sanitario nazionale a bambini di 6 o 7 anni (è accaduto nella classe di mio figlio, se qualcuno pensa che stia esagerando!!!).

Pagare multe, tasse, imposte, contributi è qualcosa di corretto. In linea di principio. Certo c'è molto da dire su questo ma diciamo che è corretto.
Molto, molto meno corretto è abbandonare a se stesso il cittadino dinnanzi alle difficoltà punendolo oltremondo con penali, sanzioni, pignoramenti e vendite all'asta.
(In)-Equitalia deve riscuotere 100 ma ti chiede 200. E se non paga ti ipoteca 1000. Vendendolo all'asta per 150.
Se si applicasse la formula del calcolo degli interessi usurai sulle somme richieste da una struttura che si presenta pubblica ma è un ente statale, quelle somme sarebbero fuori legge.
Lo ripeto sarebbero richieste da strozzini!
Ma (In)-Equitalia si copre dietro l'uso di termini come "sanzione", come "costo della notifica della cartella", etc. etc. Tutte stupidaggini. Sono interessi!

Qualcuno, di tanto in tanto, dice: "Ma è giusto! Se qualcuno non paga quanto è dovuto e quando è dovuto deve essere multato".
Ricordiamoci che un ente pubbico è lì per tutelare l'interesse collettivo. Leggiamo bene.
Multare qualcuno, sanzionare qualcuno, condannare qualcuno è corretto SOLO E SOLTANTO nella misura in cui si tutela un interesse collettivo.
Se un individuo attua comportamenti lesivi all'interesse pubblico e dell'intera società, questo comportamento dovrebbe essere sanzionato o penalizzato.

Ma prendiamo un esempio concreto, se no le parole diventano nuvole che presto evaporano.
Ad Olbia viene commesso un CLAMOROSO errore amministrativo. E a carico di molte aziende vengono imputati dei costi presunti che non corrispondono a nessun criterio oggettivo. Lasciamo perdere le motivazioni per cui questo avviene.
In pratica alle aziende viene chiesto di pagare cifre per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani sproporzionate rispetto all'effettivo utilizzo di servizio pubblico.
E' giusto a questo punto che 
a) l'ente che sbaglia e che commette un errore di valutazione non paghi per questo?
b) i soggetti che subiscono l'errore, passino dalla parte del torto perchè non pagano quanto è ingiusto?
c) l'ente che sbaglia (PUBBLICO) passi la palla ad un ente privato di riscossione (in realtà anch'esso PUBBLICO) che sanziona chi non ha pagato con cifre totalmente irrazionali e con ricarichi da usurai anzichè risolvere il pasticcio?
d) l'ente di riscossione dimentichi i motivi per cui la cifra non è stata pagata e persegua come criminali i titolari delle cartelle esattoriali?
e) le aziende vittime di questo fatto si vedano bloccare i fidi bancari a causa dei pignoramenti oppure ipotecare immobili del valore immensamente superiore alle somme (ingiustamente) dovute?
f) i dipendenti delle aziende si vedano negati dei mutui per se per colpa delle cartelle esattoriali.

E' giusto tutto questo?
Io credo che le cose non siano bianche e nere. Non credo che esistano dei gradi assoluti di giusto o sbagliato.
Così ne deriva che esistono gradi diversi di giusto e gradi diversi di sbagliato.
Così è sbagliato non pagare le tasse e quanto sia dovuto.
Ma ancora più sbagliato è vessare i cittadini perchè devono dare i loro soldi per coprire le magagne di altri che non pagheranno mai per quello che hanno commesso.

Grazie per l'attenzione.
Per aspera ad astra!

Dove è finita la buona educazione?

Quando ero piccolo sentivo molto parlare di educazione. Di buona educazione.
Sentivo parole come "educato" e come "maleducato".
Oggi si sente parlare tanto di rapporto intergenerazionale genitori figli, di problemi di dialogo o addirittura di disturbi del comportamento e deficit dell'attenzione.
Ma anche tra gli adulti la musica è cambiata.
Adesso sembra che i doveri che un individuo ha nei confronti della società siano soverchiati dai diritti che un individuo merita dalla stessa.
Ora, se proprio vogliamo fare i pignoli, chi parla è sempre stato qualcuno che dell'individualismo ha fatto una bandiera.
Sono cresciuto sul culto dell'individuo e delle sue potenzialità.
Eppure, quello che adesso posso dire con molta tranquillità, è che c'è una sproporzione di attenzione tra l'individuo e la società.
Perchè la società ha smesso di essere qualcosa di specifico, con un'identità a se stante, ed è diventata solo un insieme di individui.

Così il concetto sano di buona educazione sta andando perduto.
Si entra in un locale commerciale e non si saluta. Tanto non si conosce nessuno. Di paga e non si ringrazia per lo scontrino o la busta. 
Allo stesso tempo, chi sta dietro ad un bancone guarda chi gli rivolge una richiesta come un fastidioso perditempo che è li solo per arrecare disturbo.
Negli uffici si fa la fila stando sempre attenti a che qualcuno non sgarri. Non sia mai che qualcuno prenda il nostro posto e ci faccia perdere quei 10 minuti di tempo che ci sarebbero serviti per andare a casa a guardare l'ultima puntata di Forum su Canale 5.
Educazione. Viene dal latino Ex Ducere. E non significa altro che "portare fuori". L'educazione è quindi l'arte che aiuta qualcuno a tirar fuori quello che dentro la persona c'è. Non a caso di parla di educazione musicale o educazione fisica.
L'educazione non è la stessa cosa dell'istruzione. Che viene dal latino In+Struere cioè collocare dentro, costruire all'interno. 
Quindi tu istruisci qualcuno e lo educhi. Istruisci ed educhi. Metti dentro qualcosa e tiri fuori qualcosa.
Fornisci informazioni e tiri fuori abilità e personalità.
L'educazione è l'olio sociale che permette al motore di funzionare. Se non si pone più gli ingranaggi sociali grippano e tutto si blocca.
Avete mai visto un ingranaggio far andare una macchina? No, c'è bisogno di tutti gli ingranaggi.
Così anche il perdigiorno che sta al bar non far niente, deve ringraziare chi ha fondato la fabbrica di birra, chi lavora alla fabbrica della birra, il trasportatore che porta le casse di birra al bar e il proprietario del bar che ogni giorno apre e consente a qualcuno di sedersi e perdere tempo.
E ci stiamo dimenticando di chi a costruito e fornito le sedie, i tavoli, di chi fornisce l'energia elettrica e tutto il resto.
E ci stiamo dimenticando di chi nella storia ha inventato la birra, il traporto, le sedie, il frigo, l'energia elettrica e la pubblicità.
Senza tutti costoro il perditempo vagherebbe in un bosco o una radura pronto a diventare vermi per la terra, perchè sicuramente non saprebbe neppure procacciarsi del cibo.
Ma in una società come la nostra anche loro riescono a sopravvivere in un modo o nell'altro.
Quindi una società senza il culto dell'educazione si deve preparare ad un futuro molto grigio.
E qui non è colpa di chi ci governa ma di ognuno di noi.
Per aspera ad astra!

giovedì 6 ottobre 2011

L'ADHD e i bambini iperattivi

E' da molto tempo che non parlo di ADHD e di tutte le porcherie che il moderno e attuale sistema psichiatrico è riuscito a far passare sotto il naso di insegnanti, dirigenti scolastici e genitori.
Ritorno a parlare della cosa con una visione ancora più concreta e cruda della faccenda.
Anche perchè ora io ho 2 figli e uno di questi è in seconda elementare.
Anni fa (mi occupo di ADHD in Italia dal lontano 1996) parlavamo di queste cose paventando alle persone la possibilità che la truffa dei bambini iperattivi sarebbe potuta sbarcare in Italia.
Si parlava di possibilità.
E quasi la maggioranza degli interlocutori mi guardavano spauriti e intontiti dinnanzi a quanto gli veniva prospettato.
Le frasi di circostanza del tempo erano "Si, vabbè ma adesso non esagerare. Non è proprio così!", "Si, certo ma in Italia queste cose non possono accadere. Giusto in America che sono tutti matti!", "Beh, mi sembra che tua visione sia un pò drastica." e robe simili.
Le frasi di circostanza di oggi sono diverse: voi che mi avete detto le cose di cui sopra che dite adesso? O ancora non vi siete resi conto di quanto accade?
Vivo in una piccola città eppure nella classe di mio figlio quest'anno vi erano (su venti bambini complessivamente) 2 bambini a cui negli scorsi mesi (IN PRIMA ELEMENTARE!!!!!!) era stato diagnosticata la ADHD e messi sotto trattamento di Metilfenidato (meglio conosciuto con il nome commerciale di Ritalin). Sebbene si possa dare una parvenza di normalità ad una sostanza chimica elevandola al rango di "farmaco" il metilfenidato è in realtà un'anfetamina che droga chi la assume con tutti gli effetti e le controindicazioni di una droga.
Non a caso molti studenti, in mancanza di cocaina, sniffano le pastiglie porlverizzate di questo (pseudo)-farmaco.
Ma non è propriamente di questo di cui vorrei parlare.
Quanto del fatto che le cose accadono perchè noi le lasciamo accadere.
Così come un despota (vedi Hitler o Mussolini) possono arrivare a distruggere vite umane e il futuro di una nazione solo perchè i cittadini hanno chiuso gli occhi su questo, così una truffa come l'ADHD può prendere piede solo per nostra responsabilità.
Anni fa parlavamo di pericolo di arrivo di questa tragedia in Italia. Adesso i casi di trattamenti di anfetamine a bambini ignari e vittime è un fatto.
Un fatto di cui non ho sentito parlare alla radio o alla TV ma di cui mi ha raccontato mio figlio. E i genitori di uno di questi bambini.
E prima che qualcuno di tremendamente stupido arrivi ad insinuare che si vuole chiudere gli occhi sul fatto che esista un problema con i bambini denominati "iperattivi" o malati di ADHD, vorrei solo dire che da nessuna parte chi, come me, si batte contro questa sciagura indegna di una civiltà progredita, afferma che NON ESISTANO delle situazioni comportamentali problematiche.
I bambini con problemi di comportamento esistono e sono un fatto da non ignorare.
Ma nessuno parla di questo.

Parliamo solo che esiste una truffa. E questa truffa è arrivata da noi.
Ma ne riparleremo.
Per aspera ad astra!

martedì 4 ottobre 2011

Amanda Knox, Raffaele Sollecito e il nostro sistema giudiziario.

Ieri notte, come la maggior parte degli italiani, sono venuto a conoscenza dell'assoluzione degli ultra-famosi Amanda Knox e Raffaele Sollecito nell'ancor più famoso processo per la morte della povera studentessa Meredith Kercher.
Dopo essere stati condannati come colpevoli solo 2 anni fa, con pene reclusive di 26 anni, la corte d'appello stabilisce che 2 persone che si sono comunque fatti più di 3 anni di carcere sono innocenti.
La cosa è non sconcertante. E' molto, molto di più.
 
In questo momento, come penso succeda a te che leggi queste righe, non sono interessato in particolar modo al processo di Perugia e a sapere chi è colpevole e chi non lo è.
Io non so se Amanda e Raffaele siano o meno colpevoli. Non posso saperlo perchè questo tipo di giudizio non può essere espresso assistendo tramite la tv e i giornali alle vicende di un delitto. Di sicuro non è guardando una persona in faccia che si può stabilire se qualcuno è un criminale o meno.
Di sicuro non sono un seguace delle teorie del Lombroso, criticato da molti ma poi ricalcato da tanti nei modi e degli obiettivi.
Ma ciò oggi ci fa riflettere è la solidità del sistema giudiziario italiano.
La realtà è che, sebbene qualcuno urli questo fatto a difesa delle sue magagne giudiziarie, in Italia il vero problema è proprio il sistema giudiziario. 
Processi che durano anni, che non garantiscono il principio fondamentale che chiunque è innocente fino a prova contraria, che facilmente riducono le pene a chi viene trovato colpevole.
Solo di questi giorni è la notizia del ragazzo condannato penalmente per aver rubato un ovetto di cioccolato su una bancarella. E' possibile in uno stato civile che si spendano decine di migliaia di euro, che si occupino ore e ore di lavoro di molte persone per comminare una tale sentenza ad un ragazzo?
E' possibile che un furto di un ovetto, anche quando venga accertato, abbia questo tipo di gravità?.
Non che il legislatore non sia altrettanto colpevole nell'equilibrio della gravità delle cose.
E' recente il provvedimento del governo che sancisce il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro.
E chi ruba solo 2 milioni di euro? Quello no, ma se rubi un ovetto allora.....
Non che io come te possiamo ritenere una cosa giusta un furto di un ovetto.
Ma perchè una questione di così minima importanza deve finire su un percorso giudiziario che coinvolge il lavoro di moltissime persone?
Ne vale la pena spendere tanti soldi per un danno così piccolo?
La realtà, che nessuno vi dirà e che io oggi ho l'ardore di dire, è che esiste una causa per questo.
Questa causa fa si che il sistema continui a rimanere assurdo, contorto e burocratico.
Perchè se si guarda il sistema, c'è qualcuno che guadagna da tutto ciò.
E sono proprio i professionisti che vivono nel sistema.
Perchè avvocati e magistrati non guadagnano in base al merito e al risultato ma in base all'impegno di mezzi.
Un avvocato verrà pagato perchè mette a disposizione del cliente le proprie conoscenze e professionalità. Non perchè garantisce un risultato.
Come se tu andassi da un meccanico e lo paghi non perchè ti aggiusta l'auto ma perchè ci lavora su.
Se questo principio venisse applicato a tutte le professiosti sarebbe la fine di questa società.
Niente funzionerebbe più.
Riflettete su questo: guardate in parlamento quanti avvocati siedono fra i parlamentari. Sono la maggioranza ma non sono la maggioranza in Italia. Una minoranza che decide le leggi della maggioranza.
Con tutti questi avvocati in parlamento, secondo te una legge che ne diminuisce i guadagni e ne limiti il potere potrebbe mai essere approvata?
Ecco cosa succede al nostro sistema giudiziario.
Per aspera ad astra!

martedì 20 settembre 2011

I matrimoni sono diventati un affare!

Salve a tutti!
Finita l'estate, ritorniamo a dare uno sguardo a questo mondo che non accenna a diminuire la velocità. Alte velocità ma forse proprio per questo il paesaggio scorre veloce e ci si dimentica di quale sia la meta e dove effettivamente ci si sta dirigendo.

Qualche giorno fa mi è arrivato un invito per un matrimonio di conoscenti e parlando della cosa con mia sorella, mi racconta che lei, per il mese di settembre, ha ricevuto ben 4 inviti.
La cosa mi ha fatto un pò riflettere su cosa stia accadendo a questo istituto sociale. Tanto odiato da uomini e donne, tanto vilipeso ma tanto, in ogni caso, ineludibile.

La mia idea è che l'uomo di oggi (lo chiameremo Homo Occidentalis post-televisivus) abbia perso completamente l'attinenza con la realtà delle cose e distorca tutto in un'ottica di spot pubblicitario.
Il matrimonio è l'ufficializzazione sociale di un'unione tra 2 persone volta alla creazione di quell'unità sociale chiamata famiglia, fino ad esso mattone fondante di tutta l'architettura sociale.
In ogni caso il matrimonio non è un passo che rende un'unione reale o vera o più solida. 
Il grande errore di valutazione che molti hanno commesso quando hanno cercato di rendere il matrimonio simile (se non uguale) alla status di convivenza, risiede proprio in questo aspetto.
Il matrimonio non serve ai 2 membri che formano una coppia! Serve a tutti gli altri membri della società per ufficializzare quel rapporto.

Ma a parte queste disquisizioni di natura quasi giuridica, sposarsi sembra essere ancora (ma sembra esserlo ancora per poco tempo) il coronamento di una vita. 
Mi ricordo un'immagine stereotipata di quando ero bambino in cui vi era la figura della donna che agognava a sposarsi come la realizzazione di una vita. Cioè come se quello fosse equivalso a mettersi a posto indefinitivamente. Una figura che valeva un pò più per la donna che per l'uomo ma che poteva essere valida per entrambi.
Ma cosa è diventato oggi sposarsi?

In primo luogo il matrimonio è stato aggredito da moltissime parti. Deriso, invalidato e spersonalizzato.
Il matrimonio è come la convivenza e la convivenza è meglio del matrimonio. I matrimoni finiscono sempre più in tribunale-che schifo sposarsi. E le barzellette, e il calo del desiderio, e la routine, e le tentazioni di tutte questi altre donne e uomini straripanti di bellezza e fascino.

Negli ultimi anni mi ha spesso colpito che, quando qualcuno parlava di cerimonia di matrimonio, ci si riferisse fin troppo spesso ai festeggiamenti presso il ristorante invece di riferirsi in modo specifico alla cerimonia nuziale in se. Qualche invitato decideva di andare direttamente al pranzo nuziale, saltando il noioso e fastidioso rito religioso.
Quasi che quello stare dinnanzi al prete fosse una parentesi obbligata ma comunque scomoda di quel momento di felicità.
Questo è, dal mio punto di vista, assurdo.
Il matrimonio è la cerimonia di ufficializzazione e non il pranzo di festeggiamento.
Che si ufficializzi dinnanzi a Dio (per i credenti) o dinnanzi ad un pubblico ufficiale (per i non credenti) è l'ufficializzazione il cuore del matrimonio e la sua parte fondante. Il resto è coreografia.
Così come è assurdo e grottesco che, al giorno d'oggi, i matrimoni assomiglino sempre più a delle operazioni d'affari speculative che ad una presa di responsabilità sociale.
Parlo per esperienza diretta e quindi ciò che dico ha una valenza soprattutto dalle parti in cui vivo e posso anche immaginare che in altre parti d'Italia non si siano raggiunti questi livelli di follia.
Quello che vedo è che le persone si sposano per fare un'operazione commerciale.
Si sposano e si aspettano che tutti gli invitati vengano alla festa portando regali di valore o meglio soldi.
Così si sposano e incamerano cifre veramente grandi. Dalle mie parti il numero minimo di invitati non scende sotto le 300 unità. E parlo di persone comuni. Lasciamo perdere i VIP, come figli di personaggi politici o di imprenditori in vista in cui gli invitati possono tranquillamente arrivare a 500 unità o oltre.
La mia idea (molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti invita ad una festa, lo faccia perchè vuole festeggiare qualcosa e gradisce condividere questo momento di felicità con te.
La mia idea (molto ingenua, lo ammetto) è che qualcuno ti invita alla festa del suo matrimonio quando tu sei una persona che fa parte del suo mondo e che condividi con lui qualcosa.
La mia idea (molto, molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti chiama ad una festa, sia lui a organizzare la festa e sobbarcarsi i costi. Il regalo è un regalo. E' qualcosa che si fa come un contributo al festeggiamento.

Queste mie idee sono solo idee e non trovano riscontro nella realtà.
Quello che vedo è che chi si sposa fa pagare il costo del festeggiamento agli invitati e non solo. Proprio nei giorni scorsi sentivo un invitato fare i conti di quanto dovesse regalare per andare bene e non sentirsi in debito con gli sposi. Questo il ragionamento:
Il ristorante dove andiamo non costerà meno di 100 euro a persona. Andiamo in 2 e quindi non possiamo regalargli meno di 250 euro!
Io sono rimasto di sasso!
I conti su quanto costa un coperto al ristorante? Sentirsi in pari con i costi? Non andare a mangiare a scrocco? Lasciare agli sposi 50 euro in più?
I conti sono presto fatti: se gli invitati coprono i costi delle celebrazioni del matrimonio e lasciano anche ulteriori contanti, invitando un 400 persone la coppia neo sposa potrebbe portarsi a casa anche 20 mila euro in contanti più una cifra almeno doppia di regali.
E dai discorsi che ho sentito dire in giro parliamo di cifre del genere.

Ecco perchè mia sorella era di pessimo umore. Andare a 4 festeggiamenti di matrimonio in un mese costa più di mille euro in regali e, siccome non puoi andare vestito allo stesso modo, altrettanto in abiti e agghindamenti vari.
E non puoi neppure negare la tua presenza perchè il cugino del figlio dello zio di quel tuo lontano parente potrebbe legarsi questa cosa al dito e maledirti per tutti i secoli dei secoli.
E pensare che quando è arrivata a casa la partecipazione non sapevi neanche chi fosse.
Ah si, lo avevi visto ad un altro matrimonio di 25 anni fa, quando aveva 8 anni. Forse ci avevi anche giocato un pò. Non tutta la sera ma almeno una mezzoretta.

Che dire?
Niente perchè ho finito le parole.
Per aspera ad astra!

giovedì 7 luglio 2011

Libertà di pensiero e la rete

In questi giorni si fa un gran parlare del provvedimento del garante delle comunicazioni sulle nuove, imminenti limitazioni che dovrebbero essere imposte riguardo alle possibilità di espressione nel web tramite siti, blog e quant'altro.
In realtà, per essere più precisi, occorrerebbe dire che i provvedimenti sono in favore al cosidetto diritto di autore.
 
Esiste un diritto di autore. Tale diritto è sia ideologico (il diritto a venire riconosciuta la paternità di una certa opera) che economico (il diritto a guadagnare dall'uso e la commercializzazione di una certa opera).
Personalmente credo sia impossibile pensare che il diritto di autore venga bandito dalla nostra società.
E' immorale sia da un punto di vista filosofico che umano.
Così come pare autoevidente il fatto che chi crea qualcosa debba avere il diritto di avere dei profitti da questa creazione.
 
Ma il mondo, lo sappiamo, è complesso e le cose si mischiano al punto di diventare indistinguibili l'una dall'altra.
La realtà è che esistono 2 grandi guerre sul web: la prima è quella contro l'uso non autorizzato di materiali, fotografie, video, musica, libri e software senza l'autorizzazione dei diretti proprietari o licenziatari delle creazioni. La seconda è la guerra dell'informazione controllata contro l'informazione libera.
L'informazione libera è l'aria che tiene in vita una società. E' il pneuma che entra ed esce dai polmoni della società e la nutra. Senza informazione libera, la società umana morirebbe così come farebbe un corpo lasciato in uno spazio senza ricambio d'aria. Semplicemente morirebbe per asfissia.
 
Queste 2 guerre hanno gradi diversi di liceità. Ovvero è lecito riordinare il settore del diritto d'autore, attraverso opportuni provvedimenti ma non è lecito combattere l'informazione libera.
Ovviamente, nel secondo caso, occorrerebbe definire esattamente cosa intendiamo per informazione libera. Informazione libera è la possibilità di esprimere la propria opinione, di portare alla luce fatti, di gettare nuove chiavi interpretative su fatti esistenti. Informazione libera non è scrivere deliberatamente menzogne, gettare fango e calunnie sugli avversari o utilizzare materiali personali protetti da privacy o da diritto d'autore.
Come si può ben vedere sono cose profondamente diverse.
Attualmente la quasi totalità di Tv e giornali è nelle mani di alcune lobby il cui interesse per informare le persone è inesistente e l'interesse per creare della disinformazione è massimo. Ma non è neppure una semplice questione di dis-informare. E' una questione di creare un bombardamento continuo di scenari sociali generali e di comportamento individuale che siano congrui con le politiche di marketing delle lobby.
La TV e i giornali sono solo le sentinelle che difendono il fortino. Lo fanno disinformando e distrando le masse. Sono strumenti di distrazione di massa (parafrasando i miti strumenti di distruzione di massa di Saddam Hussein, mai trovati da Bush e soci). E il fortino sono gli interessi economici di chi le TV e i giornali li possiede. Ovvero vendita, vendita, vendita e sfruttamento delle risorse alla facce della maggior parte della popolazione.

La rete internet è stato un piede di porco che ha permesso di spezzare il circolo chiuso dell'informazione ufficiale. Adesso chiunque può mettere su un blog e dire la sua. Magari in malo modo ma può con relativa facilità portare alla conoscenza di molti informazioni che prima era impossibile veicolare.
La rete è uno strumento di libertà. O meglio può esserlo.
Un modo per rendere la rete uno strumento migliore è tutelare ancor di più il diritto di chiunque dire ciò che pensa. Ma questo ha un limite logico e filosofico.
Il diritto ad esprimersi non è UGUALE al diritto di distruggere o ledere l'altrui reputazione. Il diritto a comunicare non EQUIVALE al diritto di diffamare.
Se io dico qualcosa che è falso, perdo immedatamente il diritto a continuare a comunicare. A meno che non mi prenda completa responsabilità di quanto detto. Il che equivale, in termini più semplici, a pagare le conseguenze di quanto detto.

Quindi io non mischierei lotta alla libertà con la lotta al diritto di autore.
Qualcuno, questo è ovvio, vuole limitare in Italia la libertà d'azione dei blogger. I blogger sono persone che non è possibile controllare. E che pian piano si stanno creando la loro reputazione. Beppe Grillo sta creando con un blog un movimento culturale e politico come da decenni non se ne vedevano. Usa la sua presenza scenica e i suoi indubbi meriti oratori ma permette che una informazione alternativa viaggi liberamente. Poi si può concordare o meno su tutto quello che dice.

Sul diritto d'autore è da anni che la rete pretende che si trovi un metodo. La questione del TUTTO GRATIS è una scemenza.
In natura non esiste niente GRATIS. Perchè ogni cosa prodotta ha utilizzato materia, energia, tempo e abilità per venire alla luce. Quindi ogni cosa ha un costo.
Piuttosto bisognerebbe discutere se le cose hanno un costo corretto.
Da anni è possibile scaricare gratuitamente la musica attraverso internet. E' giusto? Appare ovvio che non lo sia. Non tanto come azione singola ma come situazione generale. Non possiamo criminalizzare il ragazzo o l'individuo perchè ha scaricato decine e decine di canzoni.
In fondo è la stessa cosa che facevamo da ragazzi quando soppiavamo le cassette magnetiche.
Ma c'è una differenza sostanziale. Che un tempo questo avveniva tramite i contatti umani. E le registrazioni non erano mai all'altezza degli originali in quanto copie analogiche.
Adesso si prendono le copie digitali, in tutto e per tutto uguali all'originali, e le si prende così. Senza dare niente in cambio. Si, magari offrendo le proprie canzoni come condivisione.

Ma se singolarmente la cosa è di poco conto, alla fine vi è un attacco a chi lavora e si impegna perchè quella musica venga prodotta e distribuita.
Forse, solleverei la questione su quanti soldi vengano distribuiti a moltissime persone della filiera della vendita. Discografici, rivenditori, etc. Apple, con il suo Itunes, ha dimostrato che un prezzo giusto, porta le persone a rifiutare il meccanismo di sharing illegale.
Adesso vi è lo streaming di film. Ma anche qui sarà una questione di tempo.

In ogni caso, continuaiamo a vigilare affinchè nessun blog venga paragonato ad una testata giornalistica e ci sia alcun tipo di limitazione alla pubblicazione di qualsiasi cosa.
Se poi qualcuno viola i diritti di qualcun altro o usa la menzogna per danneggiare, esistono già le leggi per tutelare i diritti delle parti lese.
Lavoriamo affinchè questi diritti vengano tutelati meglio e con più velocità.
Per aspera ad astra!

mercoledì 6 luglio 2011

Ma mi sto "travaglizzando" anche io?

Marco Travaglio è un giornalista italiano, che firma i suoi articoli principalmente per il "Fatto Quotidiano" e per la trasmissione "Anno Zero" di Santoro.
Non voglio entrare nel merito della sua storia personale e dei dietro le quinte delle sue motivazioni professionali.
Dico solo che, nel penoso, ultrapenoso panorama giornalistico italiano, Travaglio è sicuramente un'eccezione.
E' incredibilmente professionale.
Prepara a fondo i suoi interventi documentandosi con cura quasi maniacale.
Cita fatti circostanziati, notizie e dati.
Dicendo questo non sto eleggendo Travaglio a Dio dell'informazione. Non sto dicendo che tutto quello che dice è oro colato e verità sacrosanta. Non credo neppure a tutto ciò che dico e penso io stesso, figuriamoci di un altro.........
Non sto neppure dicendo che mi piace il suo carattere e il suo modo di porsi. Ma d'altronde, in un contesto informativo, quanto è importante che qualcuno sia simpatico e gioviale? Mi sembra che essere simpatici, zuzzurelloni, attori che inscenano barzellette per la folla vada a braccetto con quell'attività di sodomitica memoria che consiste nell'infilarla nel.......... Insomma il concetto è chiaro.
Provo molta affinità per la figura professionale (non personale) di Marco Travaglio perchè ne condivido profondamente il retroterra culturale e politico. E ne condivido l'avversione, profonda, per l'attuale sistema politica e gli attuali attori della scena politica italiana.
Marco Travaglio potrebbe essere definito un giornalista di destra che non vedendo nessun leader politico di destra in Italia, si scaglia contro chi pretende di turlupinare quell'approccio politico. Ovvero proprio coloro che asseriscono di essere politici di destra.
Per essere più precisi, Travaglio sostiene di essere un conservatore sullo stile dei conservatori inglesi, per intenderci.
Io personalmente ho già ribadito il mio rifiuto a sottopormi alla categorizzazione destra-sinistra. Anche perchè molti di coloro che stanno a sentire qualcosa spesso scattano al solo sentire la prima affermazione cercando di "CATEGORIZZARE" forzatamente qualcuno in un etichettatura di comodo. Senza considerare che il pensiero di qualcuno potrebbe essere plurisfaccettato e andare più in profondità alle cose, percorrendo dei percorsi di filosofia politica che non necessariamente devono essere quelli consueti.
Travaglio comunque è un acerrimo avversario (politico) di Silvio Berlusconi. L'antipatia (reciproca) di Travaglio nasce dai tempi in cui il cavaliere diede il ben servito ad uno dei più grandi giornalisti e politologi italiani e cioè Indro Montanelli. Travaglio, montanelliano fino al midollo, non ha mai perdonato all'imprenditore italiano di aver giocato un tiro così sporco al grande vecchio del giornalismo italiano.
Sia come sia, le battaglie di Travaglio contro Berlusconi sono quotidiane. E sono talmente forti che in Berlusconi e i suoi accoliti c'è sempre un vero terrore per gli articoli o gli interventi del giornalista.
Anni fa lessi uno dei libri di Travaglio (l'odore dei soldi) e ne rimasi profondamente colpito.
Ho letto anche i libri di Bruno Vespa per intenderci. E' come paragonare un libro di favole con un libro universitario. A voi capire chi ha scritto l'uno e chi l'altro.

In ogni caso sicuramente mi sto "travaglizzando" perchè ogni giorno mi sembra che il signor Berlusconi ne combini una più grande dell'altra. Il tutto in un crescendo esponenziale incredibile. Cioè fa delle cose adesso che solo pochi anni fa, pochi, nessuno avrebbe pensato che avrebbe avuto il coraggio di fare.
Eppure adesso barcolliamo ma lui rimane lì.
L'altro ieri ha infilato di nascosto ai suoi stessi ministri e alleati della lega la cosiddetta "norma salva Fininvest" ovvero una modifica al codice di procedura civile che causava la sospensione obbligatoria per le cause civili dai 20 milioni di euro in su.
Il tutto dentro un provvedimento economico volto al riequilibrio dei bilanci pubblici ed ad una (sperata) ripresa economica nazionale.
Un pò come dire che questa modifica non c'entrava un fico secco.
Ovviamente è stato beccato con le mani nella marmellata. Ma intanto ci ha provato. E poi, con una faccia tosta che è quasi impossibile da accettare, ritira il tutto dicendo: "lo faccio perchè me lo chiedete così non litighiamo ma mi fate ritirare un provvedimento che era giusto e che aiutava molte imprese!"
Ma è incredibile fin dove la spudoratezza di quest'uomo sta giungendo!
Adesso sembra che faccia quasi un favore e che gli stiamo facendo un torto poverino!
Ma quante aziende in Italia hanno una causa civile con pene risarcitorie superiori ai 20 milioni? Quante cause civili ci saranno così? Non so! Forse 10, forse 50, forse 200 o forse 1000. Ma anche fossero 5000, ma chi se ne frega! Se ci sono, giuste o sbagliate che sia ci penserà la magistratura. Se qualcuno di questi risarcimenti è sbagliato, facciamo nomi e cognomi e sistemiamo la cosa.
Ma ovviamente quasi tutti sanno che a breve ci sarà una sentenza definitiva che potrebbe condannare Fininvest a pagare la bellezza di 750 milioni di euro alla CIR di De Benedetti per le vicende del lodo Mondadori. 
Altrettanto ovviamente è un assoluto caso che la norma che abolisce i risarcimenti sopra i 20 milioni riguardi questo risarcimento di Berlusconi a favore di De Benedetti. Un assoluto caso. Come sono tutte coincidenze il fatto che da 17 anni a questa parte un'incredibile serie di leggi e provvedimenti siano stati presi con indubbio vantaggio per il presidente del consiglio, la sua famiglia, la sua azienda (perchè è ancora sua o qualcuno pensa che non lo sia?) o i suoi immediati amici.
Non stiamo sempre a pensare male.
Beh, per me questo fatto supera il livello massimo di decenza che potevo accettare.
Ho votato Berlusconi nel 1994, ho votato la sua coalizzione (non lui) nel 1996 e nel 2001.
Ammetto dinnanzi a tutta Italia di aver commesso un errore madornale.
Ma quando non si hanno le informazioni corrette anche persone intelligenti (e io penso di esserlo) possono sbagliare.
Onestamente il Berlusconi degli anni '90, pur essendo lo stesso di adesso, non si era ancora mostrato per quello che realmente è.
Ma ora veramente il vaso è colmo. L'appropriazione del potere statale per curare i propri interessi è sotto gli occhi di tutti.
Chi non lo vuol vedere è vittima di disinformazione oppure volontariamente non vuole ammettere di aver preso un clamoroso granchio. E' dura ammettere di aver sbagliato. Ma comporta anche una notevole grandezza d'animo e umiltà.
Molti italiani votano Berlusconi perchè odiano la sinista. Tutto qui. Hanno paura di quelle persone che fino a qualche hanno fa attentavano ai cardini di quella società che a loro piaceva e piace. Hanno paura che, sotto la cappa di una moderna evoluzione del pensiero, ci sia sempre quel cambiamento radicale della società che potrebbe privarli delle loro certezze.
Non a caso i conservatori si chiamano così. Perchè vorrebbero migliorare il mondo (forse) ma senza grandi strappi. Hanno la casa, hanno il mutuo, un lavoro e vorrebbero che tutto continuasse.
Odiano i disordini, i ragazzi che si accampano nelle strade e nei campi, gli originali.
Vabbè non stiamo a discutere di questo.
Sta di fatto che questa parte d'Italia vota Berlusconi perchè pensa (sbagliando) che costui sia l'unico che possa impedire che "quegli altri" vadano al potere. Un pò come se si andasse da Jack lo Squartatore per chiedergli se può per caso proteggerci da quei loschi figuri in fondo alla via. Non vorremo che qualcuno di facesse del male.
Così un pericolo potenziale e non determinato viene temuto più di un disastro attuale, concreto e reale.
Berlusconi è un disastro. Probabilmente è il pìù grande disastro politico del dopoguerra italiano.
Forse lo metterei a fianco di quell'altro ladro furbone che era Bettino Craxi.
Se il paragone vi sembra azzardato guardate questo grafico:
E' il grafico dell'andamento del debito pubblico italiano. Fino al 1982 è stato relativamente contenuto e assolutamente nella norma. Ovvero si aggirava intorno al 60% del PIL, del prodotto interno lordo. Poi qualcuno ha ben pensato di aprire le casse dell'indebitamento per realizzare non si sa ben che cosa. E' il canto del cigno della prima Repubblica. 12 anni più tardi il debito pubblico è impazzito e schizza al 120% della produzione nazionale. In pratica, per parlare come mangiamo. Fino al 1982 la famiglia italiana guadagnava 1000 euro l'anno e era indebitata di 600. Nel 1994 guadagnava 1000 euro e ne doveva 1200.
Craxi, dominus assoluto di quegli anni è uno dei più grandi responsabili di questo tracollo. L'inchiesta "mani pulite" ci avrebbe chiaramente mostrato che tipo di persona fosse.
E Craxi era il padrino protettore di Berlusconi. Adesso possiamo ben dire che fosse vero e non solo una coincidenza di amicizie comuni.
Dal 2001, anno di ascesa al trono di Berlusconi, le cose sono peggiorate per l'Italia. Non che sia colpa di Berlusconi. Fattori internazionali hanno contribuito.
E' che Berlusconi non ha governato l'Italia ma ha curato solo e soltanto i suoi interessi. E le sue feste.
Quindi, da oggi, mi sono ufficialmente travaglizzato e ANTI-BERLUSCONICIZZATO.
Senza se e senza ma. Basta!
E nessuno mi dica che intendo votare, sostenere o seguire l'opposizione o quelli di sinistra.
Oggi ho detto la mia sulla sciagura nana che viene da Arcore.
Prossimamente dirò quello che penso dei suoi antagonisti. Di cui, incredibile eh, ho un'opinione ancora più bassa.

Per aspera ad astra!

giovedì 23 giugno 2011

Qualcuno mi dice "Perchè ce l'hai con Berlusconi? Sei di sinistra anche tu?"

Sono di sinistra io?
Premessa: io non credo più che, nella situazione politica e sociale attuale, la dicotomia (divisione filosofica) fra destra e sinistra sia un buon strumento per interpretare e descrivere il mondo che ci circonda e la politica in generale.
La premessa è importante perchè da questo concetto di base si comprende che chiedermi se io sia di sinistra o di destra non abbia molto senso. Ma non voglio accontentarmi di questa semplice risposta.

Definiamo almeno in modo molto generale e approssimativo cosa possiamo intendere oggi con Sinistra e con Destra.
Partendo dall'analisi che anni fa faceva il politologo Nomberto Bobbio riguardo alla distinzione fra destra e sinistra, possiamo dire che nel tempo si è consolidato un criterio con il quale distinguere questi 2 grandi orientamenti politici. E questo criterio ha a che fare con l'enfasi che viene data, nella contrapposizione fra eguaglianza-diseguaglianza degli uomini, alla preponderanza di uno di questi 2 aspetti.
Lo scrivo più semplice.
Partiamo da principio che negli uomini vi sono componenti di dis-eguaglianza (abilità personali, attitudini, singolarità, talenti, cultura, razza, eredità genetica), o meglio di diversità, uniti a elementi di uguaglianza (stesso trattamento di base, rispetto delle idee e delle minoranza, diritto all'accesso a informazioni, risorse, lavoro, etc.).
In questa bilancia di elementi di singolarità-elementi di uguaglianza, chi è di destra pensa che siano predominanti gli elementi di singolarità pur sapendo che non si può ignorare gli elementi di uguaglianza. Chi è di sinistra pensa che siano predominanti gli elementi di uguaglianza pur sapendo che non si possono ignorare gli elementi di singolarità.
All'estrema sinistra abbiamo chi pensa che l'uguaglianza sia totale e che debbano essere combattute tutte le forme, anche minime, di singolarità. Quindi, di fatto, tutti gli uomini debbono essere uguali individualmente, economicamente e così via. In quest'area dovrebbero essere quindi forti le spinte al cambiamento di una scena sociale che mostra evidenti scene di disuguaglianza.
All'estrema destra abbiamo chi pensa che la singolarità delle persone sia totale e che la scena sociale è solo il naturale risultato delle diverse abilità/fortune dell'uomo e che la libertà del singolo debba essere tutelata al massimo. Quindi in quest'area abbiamo quindi una forte spinta al conservatorismo e un'avversione alla confusione e al cambiamento.
In mezzo a questi estremi ci sono incredibili sfumature e varianti della cosa. Mischiate con altre dicotomie che complicano la scena. Ci sono i laici/materialisti contro cattolici/religiosi. Ci sono i capitalisti contro i comunisti che si scontrano sul fattore della proprietà dei beni e così via.
Un tempo le posizioni sullo scacchiere politico erano più profonde e più facile era capire cosa fosse di destra e cosa di sinistra.
Di sinistra era il comunismo, l'attacco alle moderne forme di stato, l'antagonismo ai poteri consolidati come le lobby economiche o il potere del Vaticano.
Di destra era essere moderati (nelle parole e nei comportamenti), rispettosi dei modelli educativi vigenti, della proprietà, dell'ordine sociale.

Qualcuno mi dice: "Perchè ce l'hai contro Berlusconi?"
I motivi per cui reputo quest'uomo una sciagura sono troppo lunghi per essere trattati qui.
In un prossimo post lo farò. Ma avevo bisogno di queste premesse.
Di sicuro "avercela" con Berlusconi non è più un fatto di destra o di sinistra.
Chi pensa di essere di sinistra può avercela con Berlusconi e detestarlo perchè è ovvio, visto che si dichiara nemico della sinistra in ogni cosa che dice e fa.
Chi pensa di essere di destra può detestare Berlusconi perchè lui non è di destra nonostante lo sostenga e perchè è una persona indegna di rappresentare chi sa di essere di destra.
Poi c'è chi come me, detesta Berlusconi per il semplice fatto che, da quando è comparso sulla scena politica italiana, ha contribuito più di ogni altro (per l'enorme potere nelle sue mani che non è stato usato o è stato usato in modo negativo) a far precipitare questa splendida nazione in uno scenario praticamente disastroso.
Sia in termini economici che in termini sociali.
Permettetemi quindi di affermare che non mi vergogno di dire che nel 1994, nel 1996 e nel 2001 votai la coalizione di Berlusconi e Berlusconi presidente (a volte votando Forza Italia e a volte Alleanza Nazionale).
Votai Berlusconi perchè pensavo che le proposte del centro sinistra non fossero valide nè in termini di uomini nè in termini di programmi.
Votai Berlusconi perchè seguivo un ragionamento (sbagliato perchè fondato su premesse false) semplice: cioè che un uomo che aveva dimostrato di sapere creare e mantenere un impero economico potesse applicare le sue abitlità al benessere di un intero paese.

Attualmente l'impatto distruttivo di quest'uomo è talmente grande che penso che mettere al governo qualunque altra persona sia un male minore.
In ogni caso, per aspera ad astra!

lunedì 20 giugno 2011

I nuovi mostri: Equitalia

Quando nel nome vi è il proprio destino!
Equitalia, ovvero "Italia giusta!". Qualcuno, simpaticamente, sostiene che equi non sta per giusto ma per equino. E degli equini fa parte anche l'asino.
Quindi, ridendoci un pò su, potremmo dire che Equitalia sta per "portare giustizia agli italiani che sono un pò asini."
Equitalia è un mostro dei nostri giorni. Lo è come effetti ma lo è anche come concezione sociale e giuridica.
Secoli fa esisteva il "signore", che generalmente era nobile e aveva una qualche sorta di titolo. In ogni caso dominava de facto su una regione più o meno grande. Questo "signore" aveva praticamente potere di vita e di morte sui suoi sudditi. A volte il territorio dominato era grande e quindi avevamo il re, il granduca o il principe. Altre volte il territorio dominato era più piccolo e quindi avevamo il duca, il conte o il marchese di turno.
Poi giunse la democrazia, che significa potere al popolo.
E i nobili sparirono con i loro privilegi speciali.
Si pensava così che non ci potesse essere più un qualcuno che si svegliava una mattina e si inventasse una qualsiasi strana tassa o folle balzello.
Invece eccoci qui.
I moderni stati, e l'Italia primeggia su tutti, si sono ridotti ad essere degli organismi burocratici auto-referenti. Sono demoninati "democrazie" ma sono effettivamente delle plutocrazie (potere a chi ha i soldi) o, al meglio, strutture in cui è la burocrazia (la forza degli uffici) a dominare.
Equitalia è il manifesto esplicito di tutta l'ingiustizia italian. E per prenderci anche in giro l'hanno chiamata Italia equa.
Qualcuno, parlando di questo argomento, ha detto che andare contro Equitalia è qualunquistico e apre la porta alla giustificazione dell'evasione.
E questo è un sottile trucco dialettico per deviare dal problema.
PUNTO PRIMO: se si fosse in una società civile ed equa negli equilibri economici, una struttura di recupero delle tasse non pagate sarebbe corretta e da elogiare. Se ci fosse uno stato in cui l'accesso al lavoro fosse equo e basato sulla meritocrazia; se vivessimo in uno stato in cui chi lavora viene premiato e chi fa il parassita penalizzato, in cui chi rischia del proprio fosse protetto e non vessato; se vivessimo in una società in cui il lavoro reale viene tutelato e quello speculativo osteggiato...... ecco in una società con almeno questi aspetti tendenzialmente a posto, pagare le tasse sarebbe equo e altrettanto equo sarebbe pretendere che le tasse vengano riscosse.
PUNTO SECONDO: ci sono modi e modi per seguire i contribuenti affinchè versino le tasse. Il modo più facile per portare avanti la baracca è nascondersi dietro le carte. Se qualcuno deve qualcosa e non paga, ci domandiamo perchè non vi sia un sistema graduale di correzione e di recupero? E non parlo di implementare una sequenza progressivamente più aggressiva di lettere, comunicazioni e simili! Quello esiste già.
Parlo dell'esistenza di uffici che COLLEGHINO l'individuo in quanto cittadino con la SOCIETA' in quanto organizzazione che permette a tutti di vivere meglio. Se devo pagare una qualsiasi tassa o imposta e non lo sto facendo, il cittadino dovrebbe essere educato a farlo. E il modo migliore di farlo non è ricorrere, d'ufficio, all'uso della forza e della coercizione. Soprattutto in una società non equa come quella italiana.
Il modo è farlo tramite l'educazione e l'istruzione. Non generica ma specifica di quell'aspetto dei diritti e doveri civili che si sta violando.
Una delle ultime news assurde su (dis-)Equitalia è una cartella giunta ad un cittadino per una quota di pochi centesimi non pagati su una precedente cartella. Se non fosse che i conteggi sono stati fatti proprio da Equitalia. Cioè loro hanno sbagliato (di pochi centesimi di euro intendiamoci) i conteggi e, dopo aver ricevuto il pagamento, la cartella non gli risultava ancora chiusa. Hanno così emesso un'altra cartella in cui, tra more, penalità e quant'altro, al povero malcapitato è giunta un'altra cartella di alcune centinaia di euro.
Questi sono gli estremi di un processo che è comunque malato.
Il cittadino deve sapere quale è il suo contatto per questioni fiscali. Quando vi è un problema sui pagamenti dovrebbe essere contattato e convocato per comprendere la situazione. Ci sono troppe peculiarità in Italia per non fare così.
O vi sembra giusto vessare qualcuno perchè non paga i contributi quando lui non riceve un finanziamento già accordato dallo stato da 4 anni? Cioè il primo inadempiente è lo stato che poi mi vessa richiedendomi somme dovute, more e sanzioni.
O vi sembra giusto vedere i propri capannoni o uffici pignorati e venduti all'asta per qualcosa che non si è pagato quando si è creditori di ingenti somme nei confronti di qualche ente pubblico che non ha pagato?
PUNTO TERZO: perchè il recupero di una certa somma deve costare al contribuente così tanti soldi? O meglio, perchè ci sono sanzioni e more? Un amico che mi presta i soldi non richiede interessi su quello che mi presta. Lo fa un'impresa privata come la banca. Ma perchè lo stato? Perchè mi richiedi un 30% in più di quanto dovuto? Una punizione? Così esosa? E' costituzionalmente proporzionata al danno. E se anche si richiedesse un risarcimento danni, pechè sempre e soltanto sotto forma monetaria?
Ci sono numerosi studi che testimoniano che se una società usa sempre e solo meccanismi di multe monetarie per disincentivare dei comportamenti ritenuti non idonei, questa società va incontro a situazioni di progressiva ingiustizia.
E qui il discorso si allarga alle multe in generale.
Se io parcheggio dove non dovrei perchè la penalità è una multa monetaria? Il dubbio è che nessuno voglia correggere niente ma che si approfitti di una situazione di fatto per fare cassa.
Uso l'esempio dell'infrazione dei limiti di velocità per far comprendere ciò che vogliamo dire.
Se una strada ha un limite di velocità e qualcuno lo infrange, si becca una multa.
Apparentemente lo scopo è insegnare a costui (e di riflesso anche agli altri) che non è cosa buona superare i limiti di velocità.
Tutto questo ha un senso. Almeno da un punto di vista di base filosofica. Dove ci perdiamo è nell'applicazione pratica.
Se vi è una strada in cui viene imposto un limite, bisogna capire in primo luogo se quel limite è corretto e proporzionato alle situazioni contingenti. Vi sono strade con situazioni di pericolo a prescindere dalla velocità. Avere una velocità congrua alla situazione è solo uno dei tanti fattori che limita i pericoli della viabilità. Se mi viene posto un limite palesemente stupido, le probabilità che quel limite non venga rispettato si alzano notevolmente.
Ma la domanda è: alla forza di polizia preposta interessa veramente che il numero di coloro che commettono infrazioni si riducano? O spiccare multe è solo un'altro modo di incassare dei soldi? Se qualcuno commette 26 volte la stessa infrazione continua a ricevere 26 multe monetarie senza che nessuno vada da lui e gli chieda che diavolo sta succedendo?
Così come se io per 6 anni di fila non pagassi i contributi INPS, nessun funzionario della Camera di Commercio, del mio comune o di quello che l'è..... viene da me a chiedermi cosa c'è che non sta andando per il verso giusto.
No, sono solo un evasore, uno che non paga, ma che i soldi sicuramente ce li ha. Al punto da raddoppiarmi le tasse e i contributi che avrei dovuto pagare. E se non pago neppure quelli, pignoriamo tutto, anche quello che hai ereditato da tuo padre (che ha pagato sempre le tasse).
Quindi non più cittadini da aiutare ma cittadini da combattere, alla stregua di criminali che non meritano pietà. Quando sarebbe più semplice comprendere che, nella stragrande maggioranza dei casi, il normale cittadino che non paga le multe, le imposte o le tasse lo fa perchè in difficoltà economica. Oppure per semplice mancanza di educazione civica. Che è una colpa ma non un crimine.
Salvo poi vedere chi i crimini li commette veramente uscire più o meno con facilità dalle maglie della giustizia. Perchè in Italia se hai i soldi, anche commettere reati penali non è così grave perchè in qualche modo si cade sempre in piedi.
E qualcuno va anche a finire in parlamento grazie a questo.
Pagate quello che è dovuto ma se potete contribuite ad una giustizia più giusta. Anche fiscale.
E abbasso (in)Equitalia.
Per aspera ad astra!