lunedì 17 ottobre 2011

Gli scontri di Roma

Venerdì sera, parlando con un amico, gli ho detto:
"Vedrai che domani a Roma succede un macello. Ci sono troppi fattori e indizi che me lo fanno pensare!".
Stamattina, questo amico mi chiede quali fossero i fattori e gli indizi che mi hanno fatto capire che una manifestazione pacifica di dissenso di molti tipi di classi sociali (ragazzi senza lavoro, precari, anziani e via dicendo) sarebbe sfociata nella (ormai) solita guerrilla cittadina fra persone incappucciate e decise a distruggere quanto trovano per strada e forze di polizia.
La mia idea è che il livello di consapevolezza medio della attuale società (italiana ma anche occidentale) stia lentamente crescendo. Consapevolezza che passa dall'individuo e arriva alle complesse o meno complesse tecniche di controllo e sottomissione di lobby e ricchi individui nei confronti dei popoli e delle masse.
Anni fa, ebbi modo di partecipare ad una conferenza il cui tema attualmente esula da questo contesto. Ma il relatore, mentre cercava di spiegare una certa cosa, rimarcò che l'attuale società oscilla su un livello di tono emotivo che si approssima alla paura o alla diffidenza (in realtà emozioni vicine ed affini).
La sua tesi, che io sposai e sposo tutt'ora, era che il popolo poteva andare verso il basso oppure poteva avere un risveglio di coscienza. Paradossalmente un peggioramento della consapevolezza avrebbe avuto cause peggiori ma meno traumatiche. In pratica la società sarebbe sprofondata lentamente verso l'afflizione, la depressione e l'apatia fino ad essere controllata senza colpo ferire.
Un cammino verso l'alto, verso la libertà individuale e sociale, avrebbe invece contemplato il passaggio verso stadi intermedi in cui la rabbia l'avrebbe fatta da padrona.
Il concetto era veramente semplice. Questo relatore ci diceva:
"Immaginate che ogni singolo individuo e interi gruppi sociali pian piano si accorgano di ciò che veramente sta succedendo su questo pianeta e di come controllino e pianifichino le nostre vite. Attraverso i mass-media, la pubblicità, il cinema, i soldi e l'economia.
Cosa succederà quando l'uomo della strada si accorgerà di essere stato ingannato per tutto questo tempo? La prima cosa che farà sarà quella di spaccare tutto!!"
 
Il concetto è che, ovviamente, ciò che alcuni individui hanno fatto non è giustificabile in alcun modo.
E' solo che non è possibile creare degli antefatti e meravigliarsi delle conseguenze.
A chi di noi è più volte balenato in testa di voler prendere qualcosa e spaccarla per rabbia?
Io personalmente sto di fronte a fatti e situazioni che mettono alla prova la mia capacità di contenermi.
Ingiustizie sociali, diseguaglianze, immoralità e disonestà portano il buono ad arrabbiarsi.
E la rabbia si diffonde contagiosa.
E quando l'ira prende piede è difficile contenerla in spazi razionali. Ed è difficile che non venga indirizzata su cose e persone che non c'entrano niente.
Nessuno in questo blog osanna la violenza e il teppismo. Tra l'altro personalmente sono sempre stato molto in disaccordo con qualsiasi movimento anarchico rivoluzionarista. Di ogni tipo di colore politico.
Sono per l'evoluzione e non per la rivoluzione.
Perchè le rivoluzioni portano sempre a nuovi dittatori o nuove dittature, aperte o mascherate che siano.
Una rivoluzione è solo un fatto emotivo. E' ribellarsi a qualcosa di ingiusto, non correggere ciò che è ingiusto. Così si finisce per cadere dalla padella alla brace.
Sarebbe come chi, siccome l'arbitro commette tanti errori durante la partita, pensasse che sia meglio giocare senza l'arbitro. Sai che bella partita verrebbe fuori. Che putiferio! Ricordo alcuni partite da bambini in cui non c'era neanche uno straccio di arbitro...... impossibile giocare.
Chissà che non il politico (che per partito preso e per manifesta irresponsabilità mai penserà di vedere in che modo può migliorare la situazione!) ma il comune cittadino non cominci a riflettere su quanto sta accadendo.
Il corteo di Roma è un messaggio. Non dei disgraziati criminali che distruggono auto, negozi e attentano alla vita di altri normali cittadini come loro (amche se hanno la divisa).
Il fatto in se è un messaggio. Su cui non si può far finta di niente. Un messaggio che non può essere relegato ad un "troviamo i colpevoli e tutto andrà bene!".
Il popolo comincia a mostrare segni di impazienza e di rabbia. Lo fa tramite le sue parti meno controllate e più criminali. In una società sana tali persone non avrebbero avuto neppure l'occasione di partecipare ad una tale manifestazione perchè non ce ne sarebbe stato bisogno.
Non fatevi quindi fregare dai mass media. Tutti adesso parlano dei violenti e degli scontri.
Ma non si parla tanto dei motivi della protesta e delle migliaia di pacifiche persone che hanno manifestato cercando di mandare un messaggio.
Penserò male nel credere che i violenti fossero e siano sul libro paga proprio di coloro contro cui la manifestazione è stata organizzata? Fantapolitica? Chissà, solo il futuro potrà dircelo.
Per aspera ad astra!

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