venerdì 23 dicembre 2005

Parole da cancellare: "politico"

Politico! Viene da politica. Che viene da polis - città. Questo per gli antichi greci.
Politico e politica sono parole che esuberano nelle pagine dei giornali e nelle bocche dei giornalisti. C'è la cronaca e c'è la politica. C'è il gossip e c'è la politica. C'è lo sport e c'è la politica.


E ci sono i politici.
Questa parola si candida ad essere cancellata perchè nessuno capisce cosa sia un politico. Di conseguenza una parola che descrive qualcosa che non si capisce non ha senso di esistere.
Si potrebbe cancellare il fenomeno non compreso o non descritto ovvero il politico stessi con tutti i suoi giochi e misteri. Ma non essendo questo facilmente attuabile, cancelliamone almeno il nome.


Questo non è un post inneggiante al qualunquismo o minimalista nei confronti del dovere sociale e del senso civico. Viaggia proprio in direzione contraria. Sostiene il senso civico di appartenenza di un gruppo sociale che ha deciso di sopravvivere insieme con dignità.

Cos'è un politico? Non lo so! E' qualcosa che si occupa della COSA PUBBLICA (vi ricordate i latini come la chiamavano: RES PUBLICA....), un altro modo per denominare lo stato. Lo stato chi è? Siamo noi!
La risposta è talmente banale che viene banalizzata.

E derisa. Ed invece lo stato siamo davvero noi. E le strade, i ponti, i servizi pubblici sono nostri. Come in un condominio, in una nazione ci sono spazi privati e spazi pubblici. E come in un condominio la gestione degli spazi pubblici o della COSA PUBBLICA devono essere affidati ad una amministratore di condominio. Ecco qua, amministratore.


Lode a Beppe Grillo per aver dato una svolta al senso delle parole. Lui chiama gli amministratori, ministri o parlamentari, i "nostri dipendenti". E' vero, è vero.


Sono gli amministratori di condominio. Sono gli amministratori di condominio.

Possibilmente esterni alle cose private del condominio, giusto per non rischiare strani appetiti che vista la debolezza umana possono sfociare in quella proposizione conosciuta come conflitto di interessi.

Politici? Che fa un politico? Che produce? Chiacchere........

Parlano, straparlano, vanno ai dibattiti, fanno le campagne elettorali, fanno le assemblee, tengono i vertici.......

Ma di concreto? Certo, di tanto in tanto, qualche politico esce dal bozzolo e va ad amministrare qualcosa. Diventa consigliere comunale, diventa assessore, diventa consigliere provinciale, regionale, diventa parlamentare o ministro o qualcuno dei mille posti che esistono nella complicata e confusa burocrazia italiana.

Ma questo ci sta. Va bene. E' un servizio che necessita alla nazione. Le cose vanno governata. O meglio amministrate.
Allora chiamiamo queste persone con il loro nomi: amministratori. E quelli che fanno le regole su nostro mandato e indicazione chiamiamoli legiferatori. Ma ricordandoci che le leggi non sono fini a se stesse ma sono le regole di "come amministrare qualcosa".

Cosa vedo io? Vedo personaggi che vivono di un "teatrino" fatto di tutto tranne che di professionalità nell'amministrare. Mi piace la politica. Quando essa è la scienza della polis, della città, del gruppo che cerca di sopravvivere.
Cancelliamo questa parola. Per cortesia. Basta sentire questa politica e questi politici.
Quasi nessuno ne ha più voglia.
Cominciamo a dissentire su questo, il resto verrà da se.
Per aspera ad astra!

sabato 26 novembre 2005

Una storia dal lontano egitto

Raccontare storie, quanto si confà al mio cuore questa berbera consuetudine.
Ma parlare dell’Egitto….
Sentir raccontare una storia proveniente dal lontano Egitto…

Ma non importa quale storia fosse.

Ciò che preme sulla testa sono le storie stesse:

la loro essenza, la loro presenza.

Storie, storie, e ancora storie.
In questo pomeriggio assolato e caldo di vita.
Storie.

Alla mia età ancora imparo qualcosa.

Imparo che la vita è fatta di storie e se non ci sono storie non c’è vita.
Ecco di cosa muoiono gli uomini moderni:
muoiono di mancanza di storie.

Perché la loro vita non ha storie da vivere o da raccontare o da piangere o da venerare o da cancellare o di cui vergognarsi o di cui ridere o di cui chiosare o da cui scappare o di cui fregiarsi.


Mancanza di storie, di storie proprie.

E allora aprite le dighe alla grande valanga di storie altrui, di storie inventate che non vogliamo accettare essere false e che vogliamo credere vere.

Sostituti.

Sostituti delle storie mancanti della nostra vita.

La vita fatta di storie senza storie non è vita.

E così sento una storia dall’antico e lontano Egitto.
E penso alle mie storie e alla mia vita vissuta.

Vivo per creare storie.

Devo vivere per creare storie.
Questa strana, berbera consuetudine che si confà al mio cuore.
Per aspera ad astra!

giovedì 24 novembre 2005

Piove, governo ladro

Oggi sta piovendo a dirotto
Guardo il cielo plumbeo e penso "Piove, governo ladro". In realtà odio le frasi fatte. Penso che al mondo ci si arrovelli più a cercare modi per non pensare che a trovare modi di capire.
Ci sono due modi fondamentali per non pensare:
1) CREDERE A TUTTO.
2) NON CREDERE A NIENTE.

Come si può intuire, questi 2 opposti si toccano. Perchè di base sono 2 assoluti e portano ad una visione unilaterale della logica. Prima ancora che qualcosa soggiaccia sotto i nostri sensi, abbiamo la risposta.
A che serve la percezione? A niente, tanto abbiamo già deciso.

Ecco 2 modi per essere stupidi: non credere a niente e credere a tutto.
Guardiamoci intorno. Vediamo persone che lo fanno?
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO....

Non lo fa nessuno.

Io vedo una preponderanza di questi 2 modi di pensare.
Piove, governo ladro!Lo sapevamo già, perchè disturbarci a guardare ed esaminare le azioni dello stesso governo.

Piove, opposizione ladra e governo tradito e impossibilitato a lavorare.

Sapevamo anche questo, quindi perchè disturbarci a guardare ed esaminare le azioni di governo ed opposizione.

Io vedo solo un apatia generale. Condensata e meglio rappresentata da un "Piove, Governo ladro".
Questa frase è sbagliata a priori. A priori di chi ci sia al governo perchè il frutto di un'ostinata posizione preconcetta.
Che poi se al governo ci siano dei ladri....... lascio all'intelligenza di ognuno capirlo.
Ma anche qui non si tratta di fare fronte comune e di ragionare con le montagne. Bisogna ragionare con i sassi e se è possibile con i granelli di sabbia.
Basta con il bianco o nero. Sono stufo di dover scegliere tra approssimazioni fatte per accontentare tutti.
Destra e sinistra, pur di cercare di piacere a tutti, si stanno collassando addosso. Sinistra che parla di economia di mercato e legalità. Destra che parla di socialità. Non si capisce più niente.
E su questo penso proprio che ci sia la segreta intenzione di qualcuno.
Chi, meglio di un popolo confuso, può farsi governare da chicchessia?
Senza nessun timore dico che nel 2001 votai l'attuale coalizione. Senza nessun timore dico che nel 2006 voterò l'altra coalizione.
In entrambi i casi sono mosso da valutazioni programmatiche e pratiche e non dai 2 pagliacci che guidano le coalizioni o che le guidarono nel 2001.
Pagliacci. Perchè io non vedo politica, vedo scenette del circo che pagliacci professionisti si vergognerebbero di fare. E vedo tutto e il contrario di tutto. Primi ministri che parlano di "teatrino della politica" quando è lui che non ha fatto altro in 5 anni che fare scenette.
Piove, governo ladro e governo pagliaccio
Del ladro ho solo i dubbi. Del pagliaccio solo certezze.
Per aspera ad astra!

sabato 19 novembre 2005

Scientology e il concetto di setta

Mi sono fatto un giro in molti siti internet e su parecchi blog.
Tra gli argomenti che hanno attirato la mia attenzione c'è stato l'argomento "Scientology".
Diciamo che si tratta di un argomento "caldo". E visto che sono nel mio blog, mi piacerebbe dire la mia.

Una cosa che mi è sempre piaciuta quando leggo le opinioni di qualcuno, non è mai credere che chi scrive mi stia dando un'opinione neutrale. Quanto, piuttosto, sapere che la persona mi sta fornendo informazioni vere!
Magari sembro andare fuori tema ma credetemi, è la cosa più in tema tra quelle che posso trovare.
Non apprezzo molto chi si pone dinnanzi ad un discorso o un argomento, in modo neutrale. Che significa neutrale? Come in TV. Occorre essere imparziali nel fornire le notizie!

Sbagliato! E' l'obiettivo sbagliato!
L'obiettivo corretto è fornire dati e informazioni VERE e CORRETTE che l'ascoltatore possa comprendere e sottoporre ad analisi e giudizio. Come si vede, non dico neppure che il giornalista deve essere parziale o imparziale. La cosa non ha importanza se egli fornisce informazioni corrette. Anzi il fatto che egli si schieri con una fazione o che dica la sua, aumenta la capacità di chi ascolta di capire.

A tal proposito, per chi non avesse sbirciato negli specchietti di presentazione dei miei blog, dico che sono una persona che usa e segue Scientology da circa 10 anni. Giusto per chiarire le idee.

Personalmente non ho nessun problema a leggere opinioni contrarie o a sentire pareri dissacranti. Anzi, spesso, mi piace capirne le cause. Mi piace capire le cose, così, in generale.
Ma leggere DATI FALSI e MENZOGNE SPUDORATE, questo non mi piace. Peggio ancora quando queste vengono portate avanti da chi dice che vuole solo dire la verità ed essere imparziale.

In particolare, ho letto un giorno un commento di una persona che in un post diceva che a lui no gliene fregava niente se la definizione di setta non si adattava a Scientology. Per lui Scientology era una setta, punto e basta. Dal che ho pensato che in quel commento, la comunicazione e la comprensione fosse morta.
Anzi, per sdrammatizzare un pò, ho pensato "persino agli assassini viene dato il potere di parola per difendersi".
Setta, dal latino sectare, cioè separare. Una setta è un gruppo minore che si distacca da uno maggiore. Un tempo tale parola, priva di qualsiasi connotato negativo, era usata anche per gruppi non religiosi quali gruppi politici e così via. Ma da qualche decennio, una continua associazione giornalistica-mediatica della parola con immagini vivide di persone incappucciate, suicidi-omicidi indotti, messe nere, santoni fuori dal controllo della legge, orge a base di droghe e simili hanno creato una nuova definizione di setta.
Poi ci sono gli intellettuali (lo dico in tono scherzoso) che analizzando sociologicamente e psicologicamente la realtà si sentono in dovere di sputare giudizi affermando quali strutture sociali siano o meno libertarie. Nasce il concetto di setta intellettualmente progredito costruito intorno al concetto di struttura alienante nei confronti del singolo individuo, dominata dall'alto, in cui i percorsi sono precostituiti, in cui la comunicazione non è libera, in cui la sapienza è criptata e disponibile solo a chi sale i livelli e in cui tutti gli ingranaggi sono oliati da quel liquido chiamato DENARO. (in effetti questa definizione calza a pennello al nostro pianeta quindi la TERRA E' UNA SETTA.)

Per questi 2 gruppi di persone Scientology è una setta.
A parte il fatto che ormai Scientology si è evoluta ed è diventata prima un'otta poi una nova ed infine una diecia.
Quello che mi sembra è che qualcosa che è un'opinione viene spacciata per dato sociologico. La sociologia, mi dispiace dirlo non è una scienza. Come non lo è la psicologia.
Sono discipline con molti contenuti validi (in particolare la sociologia). Ma anche in questo caso frutto di opinioni e osservazioni di singoli. Una scienza è qualche altra cosa. E non voglio dilungarmi su questo.

Faccio Scientology da 10 anni. Non ho mai conosciuto una filosofia più tollerante, più umana, più etica, più aperta al resto del mondo di Scientology. E non ho mai conosciuto un gruppo di persone più disposte al dialogo e alla comunicazione degli scientologist.
Questo è un fatto. Lo testimonio io e per questo è valido.
Perchè se sono valide le "brutte esperienze" di qualcuno in Scientology, allora sono valide anche le "buone esperienze".
Per aspera ad astra!

Il signoraggio - 2a parte.

Continua da "Il signoraggio - 1a parte":
Una domanda: Lo stato italiano deve una cifra di denaro in debito pubblico enorme. Non ricordo la cifra esatta ma parliamo di centinaia di miliardi di euro. Tipo 20.000 euro per cittadino italiano, bambini e vecchi compresi.
Il debito pubblico. Va bene! L'Italia deve questi soldi. Ma a chi li deve?
Cioè, va bene menarla con il fatto che noi italiani dobbiamo sti soldi. Ma qualcuno ci dica a chi li dobbiamo.
La risposta è inaspettata e molto dolorosa.

Abbiamo visto che ad un certo punto nacquero le banche centrali.
Cos'è una banca? La risposta completa in un post apposito. Per ora diciamo che è un'organizzazione che custodisce il denaro depositato e che lo presta a persone e aziende. In realtà la banca fa qualche altra cosa. Il denaro lo crea dal nulla!
Senza andare nel dettaglio, basti pensare ad un blocchetto di assegni. Due firme ed ecco prodotto il denaro.

Oggi in realtà esistono molte forme di denaro e la situazione è molto più complessa. Ma in realtà il denaro è uno solo: è un accordo che con quella cosa ci si possa comprare qualcosa. PUNTO.

Qualche secolo fa qualcuno ebbe un'intuizione magnifica. Andò dai potenti e disse: "Non preoccupatevi di questa cosa chiamata denaro. Ci pensiamo noi. Noi lo stampiamo e poi ve lo diamo." I governi acconsentirono. Un pò perchè così potevano dare la colpa a qualcuno nel caso in cui le cose andassero male (adesso i governanti non lo fanno più! Almeno non mi pare che ultimamente qualche persona che dirige il governo abbia protestato contro la moneta per incolparla dei problemi dell'economia o forse si.....). E un pò perchè qualche favore e soldo sottobanco potevano guadagnarlo in un mondo che si addentrava nel controllo democratico del potere.
Signoraggio. Delle persone, senza alcun titolo divino, si fregiarono del titolo di SIGNORI, potevano battere moneta. E prestarla ai cittadini.

Ecco la truffa!

Qualcuno produce un oggetto (il denaro) che serve solo per favorire gli scambi e liberare l'economia da quel sistema retrogrado e vetusto chiamato baratto e lo PRESTA ai cittadini. IN uno stato democratico il denaro è dello stato che lo da ai cittadini come bene comune, come le strade, l'anagrafe, i servizi di polizia e così via.
E' giusto pagare chi lo produce del costo concreto di produzione più un margine di guadagno. Come tutte le attività aziendali, certo. Quanto costa produrre una banconota di 10 euro? Dai 4 ai 5 centesimi? Bene. Ecco 7 centesimi a te, ditta, che lo produci per lo stato. Poi lo stato ci paga i dipendenti e il denaro va in circolo. Ad una banca provata serve del denaro perchè il suo è consunto e vecchio? Bene lo stato glielo vende a 10 o 15 centesimi in cambio delle vecchie banconote.

MA NON FUNZIONA COSI'!

Le banche Centrali di tutti i paesi sono organismi indipendenti dagli stati e, udite, udite, PRIVATI. Sissignore, privati. Sono s.p.a. possedute da persone o altre aziende. Stampano i soldi e invece del costo fisico di produzione, li vendono allo stato e alle altre banche ad loro prezzo NOMINALE.

Prezzo nominale? Cioè cosa? Vendono una banconota di 100 euro a 100 euro? Proprio così. Ecco perchè hanno fatto le banconote da 500 euro. Così il guadagno è maggiore.

Così ecco il gioco. Una ditta privata stampa delle banconote e le vende allo stato il quale, ovviamente, non paga con altre banconote ma con dei documenti di credito che sono alla fine delle cambiali. Cioè lo stato si indebita. Proprio come una famiglia. Si fa dare dei soldi in cambio a dei PAGHERO'. E le cambiali hanno degli interessi. Il costo del denaro lo chiamano. E ha percentuali del 2% o del 3% o di qualcosa del genere. Quanto costa la carta, l'inchiostro e l'incisione? Quello è il prezzo del denaro. Il denaro è una cosa. Non ha valore nominale in se. Ce lo ha negli scambi dell'economia REALE.
Così lo stato deve cercare altri soldi per pagare gli interessi per i soldi che si è fatta prestare. E il valore NOMINALE del debito pubblico aumenta fino a cifre addirittura incomprensibili. Lo stato emette BOT e CCT. E paga gli interessi. Ma sti interessi come vengono pagati da uno stato che già HA DELLE SPESE REALI (strutture, enti, dipendenti, sanità, esercito, etc.)? Con le tasse!! Cioè con i nostri soldi! O meglio, meglio con il nostro lavoro.

Il nostro lavoro paga quelle monete che sono nostre. Cioè paghiamo qualcosa che è già nostro. E diamo i soldi a qualcuno che a noi non da niente in cambio. A casa mia questo si chiama FURTO. E chi lo fa li chiamiamo LADRI.

Ma nella strada ci siamo persi una cosa. Qual'è il limite di stampa di queste monete?
Una domanda per la 3a parte.
Come mai negli euro non c'è più scritta la famosa frase "PAGABILI A VISTA DEL PORTATORE" delle vecchie care lire? E che cos'è la BCE, Banca Centrale Europea?
Per aspera ad astra.

venerdì 18 novembre 2005

Parole da cancellare: "democrazia"

So che leggendo questo titolo, qualcuno potrebbe rimanerci male. Penso soprattutto alla generale tendenza alla libertitudine del "popolo della Rete". Ma non saltate a conclusioni sbagliate.
Democrazia! Viene dal greco e precisamente da demos (popolo) + kratos (forza, governo o potere). Quindi la democrazia sarebbe quella forma di governo basata sul fatto che il potere è nelle mani del popolo. Bellissimo!
Ma tradotto in termini concreti?

Ecco, volevo giungere proprio a questo punto. La rubrica "parole da cancellare" non è nata con l'intenzione di cancellare i concetti ma di puntare i riflettori su un uso distorto delle parole che di quei concetti sono allo stesso tempo messaggeri, contenitori, simboli e rappresentanti.

A qualcuno è sfuggito che gli essere umani non comunicano con i concetti. O almeno lo fanno molto raramente. Comunichiamo tramite parole. Ma le parole rappresentano stati di esistenza o azioni (i verbi) oppure cose e persone (nomi o sostantivi). Rappresentano qualità (aggettivi) o specificazioni (avverbi, articoli, etc.).
Cosa succede se una parola nata con un significato comincia ad essere usato con un significato completamente o parzialmente diverso? Cosa succede alla comprensione se NON si sa più cosa esattamente le parole vogliono dire?

Tutto questo blog è nato su un'idea fondamentale:
CI FREGANO CON LE PAROLE!

Chi ci frega? Chi ne ha l'interesse! Vedete un pò voi: chi comanda, chi dirige, chi tira le fila....

Ma anche noi stessi nei confronti degli altri. Anche noi stessi abbiamo l'interesse di fregare il prossimo. Quante volte abbiamo mancato ad una promessa oppure non abbiamo rispettato una regola e, alterando il significato di qualche parola, abbiamo "giustificato" le nostre azioni. GIUSTUM+FACERE, giustificare, rendere qualcosa giusta?


Andare a letto con un'altra donna per poi dire che nel cuore amiamo la nostra compagna e il nostro non è un 'tradimento', è stata solo una "scappatella", "un'avventura" e via discorrendo.


Così per tornare alla parola democrazia, io vorrei solo capire cosa questa parola realmente significa nella vita di tutti i giorni. Perchè politici, giornalisti, pensatori, mass-mediologi e persone comuni ci si riempiono la bocca.
Il punto non è tanto cosa significa o se il significato che gli diamo sia o meno giusto. Il punto è:
TUTTI LA USIAMO IN RAPPRESENTANZA DELLO STESSO CONCETTO? Io credo di no. E questo discorso vale per la democrazia e per tante, tante altre parole. Tutte parole da cancellare, appunto.
Ma solo per essere definite meglio.
Per aspera ad astra.

Il signoraggio: 1a parte

Parlare di questo argomento è qualcosa che mi fa uscire fuori di testa.
Quando leggo o scrivo qualcosa a proposito di questo, mi sembra di vivere in un sogno e che niente di ciò che nella mia mente si crea sia vero. Tutto distorto, ubriaco......

Potete pensare lo stesso voi che leggete.
 
D'altronde da che mondo è mondo, schernire i problemi è diventato uno dei tanti modi di risolverli. Se non proprio il migliore.
Facciamo finta che sia tutta un'invenzione e che parliamo di qualcosa che non esiste in questo mondo. Facciamo finta e solo per i più coraggiosi, alla fine possiamo chiederci: "E se tutto fosse vero, se tutto fosse così semplice?" . La domanda è aperta alla risposta più conveniente.
Il signoraggio è un'attività. Ha le sue radici nel medioevo e riguardava il diritto del SIGNORE (sia che esso fosse un nobile o un feudatario) di avere certi diritti e privilegi. Su chi? Sulle persone comuni, viste come semplici bestie dell'immenso gregge di benefici che il signore poteva trarre. Per diritto divino o qualcosa del genere.

Uno di questi privilegi diventò la possibilità di poter battere moneta. Cioè il privilegio di poter emettere un SIMBOLO che agli occhi di tutti avesse un valore concordato e che servisse come mezzo di scambio negli affari economici al posto del baratto. Invece del baratto abbiamo la moneta. Chi aveva il diritto di emetterla di modo che tutti facessero riferimento ad una sola moneta? Il signore del luogo e da qui la parola signoraggio.
Con il passare del tempo, le economie si evolvettero verso sistemi sempre più complessi ma tutto andò bene fintanto che il valore della moneta rimaneva agganciato a qualcosa di reale. Mi spiego.

Il denaro è SEMPLICEMENTE un simbolo che rappresenta del lavoro. O, meglio molto meglio, rappresenta un prodotto (questo perchè si puà lavorare a vuoto senza ottenere necessariamente un prodotto). 
Il denaro è un rappresentante della produzione. In effetti sostituisce il baratto. Quindi il denaro sostituisce dei prodotti. Più una comunità produce - più prodotti avrà e più denaro potrà essere creato per sostiuire i prodotti negli scambi.
Siccome la quantità totale di denaro da introdurre in un'economia (diciamo una contea di 10 villaggi) è arbitraria, occorre stabilire un parametro oggettivo che dia una sicurezza a chi il denaro lo usa. Perchè arbitraria? Lo stesso motivo per cui un metro è lungo lo spazio che tutti sappiamo che è lungo oppure perchè un chilogrammo pesa quel tot che tutti conosciamo.
E' arbitraria perchè i prezzi, i costi e tutti i valori monetari hanno senso solo come valori relativi e non come valori assoluti.

Quante pelli vuoi in cambio di un Kg di carne? Dieci!
Quanti Kg di carne vuoi per una cassa di frutta? Un chilo!
Quindi ne deriva che una cassa di frutta è uguale a 10 pelli!
1 Kg di carne = 10 pelli = 1 cassa di frutta!
Se inventiamo il denaro e immettiamo la moneta in questo contesto vediamo che il valore iniziale è arbitrario. Esempi:
1) 1 Kg di carne = 10 pelli = 1 cassa di frutta = 100 monete (scudi, talleri, zecchini....etc.).
2) 1 Kg di carne = 10 pelli = 1 cassa di frutta = 10 monete (scudi, talleri, zecchini....etc.).
3) 1 Kg di carne = 10 pelli = 1 cassa di frutta = 1000 monete (scudi, talleri, zecchini....etc.).
A nostra scelta. Ma una volta scelto (per esempio la n° 1) avremo che 1 Kg di carne costa 100 monete, un etto di carne 10, una pelle 10 e così via. A quel punto non si potrà più cambiare.

Ed ecco il paramentro oggettivo per fissare questo cambio e stabilire il parametro. Il primo denaro era costruito su del materiale scarso. Perchè scarso? Perchè impediva alle persone di procurarsene con facilità distruggendo la legge di base denaro=prodotti ottenuti. Alcuni potevano porcurarsi del denaro che non simboleggiava della produzione effettiva.
E' una cosa negativa? Certo! Lo sapevano fin da allora. Sapete come chiamiamo noi moderni l'incremento di denaro in circolazione non supportato dalla reale produzione? INFLAZIONE! Ma stiamo correndo troppo.
Il primo denaro fu costruito su del materiale scarso. All'inizio questo materiale fu rappresentato più cose (nell'antica Roma il denaro era il bestiame. Da qui la pecunia che deriva dalla parola pecus= pecora). Poi tutti si indirazzarono ai metalli preziosi. Potevano essere lavorati in varie forme, potevano essere sciolti e ricreati ed erano scarsi. Ecco le prime monete.
Ma chi le poteva "battere"? Da sempre il potere costituito. Ecco il signoraggio. Il diritto del potente di turno di battere moneta. Lo fecero i faraoni, i governi delle Polis greche, gli imperatori e i re. Lo fecero tutti i governi, locali o nazionali che fossero. Nel medioevo lo faceva il signore del luogo, da cui ecco che arriviamo al signoraggio.

Ma alle porte dei tempi moderni ecco che avviene la svolta, svolta di cui adesso paghiamo in modo salato le conseguenze. Il signoraggio passa dalle mani degli stati, dei governi centrali a quelle di enti PRIVATI che assumono nomi ingannevoli (ecco come al solito ci fregano con le parole!!!!!) quali "Banca d'Inghilterra", "Banca d'Italia" e così via.
Stiamo entrando nel vero nocciolo della questione di cui questo post era solo una premessa.
Una domanda: Lo stato italiano deve una cifra di denaro in debito pubblico enorme. Non ricordo la cifra esatta ma parliamo di centinaia di miliardi di euro. Tipo 20.000 euro per cittadino italiano, bambini e vecchi compresi. Il debito pubblico. Va bene!
L'italia deve questi soldi. Ma a chi li deve? Cioè, va bene menarla con il fatto che noi italiani dobbiamo sti soldi. Ma qualcuno ci dica a chi li dobbiamo.
La risposta, vedremo oltre, è inaspettata e molto dolorosa.
(per chi ha fretta si consiglia di visitare questa pagina del bellissimo sito DISINFORMAZIONE.IT -visitatelo!!- con numerosi articoli che aprono gli occhi).
Per aspera ad astra!

giovedì 17 novembre 2005

Rai, di tutto di meno

Continuo a sostenere che il "grande fratello" è già arrivato. Non quello di Mediaset, ovviamente, ma quello originale, quello di Gerge Orwell, quello del romanzo 1984, cioè non un romanzo ma solo la cronaca dei nostri giorni.
Continuo a sostenere che siamo prigionieri, ma non di persone. Siamo prigionieri e schivi delle PAROLE. E degli slogan. Ci fregano con gli slogan.

"RAI - DI TUTTO, DI PIU'"

Ci hanno fregato.
Vedere la pubblicità all'interno dei film e delle partite della nazionale è il massimo.
Quanto in basso questa presa in giro può andare?
Per aspera ad astra!

lunedì 14 novembre 2005

Grazie a Carlo Lucarelli - l'informazione

Penso che molti di voi abbiamo visto nel corso di questi ultimi anni la trasmissione Blu Notte sulle reti Rai. E' condotta da Carlo Lucarelli. Ora non so se egli participi (credo proprio di si) anche alla realizzazione del programma e dei testi ma non è questo il punto.
 
Il punto è che voglio ringraziare pubblicamente Carlo Lucarelli e tutti i suoi collaboratori per il programma.
Ma non solo perchè ne ho viste tante puntate, tutte avvincenti e deliziose. Il motivo è un altro.
 
Il motivo di questo grazie risiede nella punta di qualche giorno fa di Matrix e, più in generale, sulla situazione dell'informazione in televisione. Cioè il problema è ancora più ampio e riguarda l'informazione in generale.
Faccio lo splendido! E prendo il discorso alla larga.
 
Un mio professore universitario, parlando di aziende, economia e organizzazione aziendale, un giorno tirò fuori la cibernetica. Io pensai che era pazzo. Ma per quanto lo pensassi, egli era semplicemente uno che prendeva i discorsi alla lontana. So che ciò, in una società frenetica e orgasmatica come la nostra, in cui lo sprint e la velocità sono il punto di riferimento, è quasi un crimine. Vabbè.
 
Egli diceva che informazione è una parola scomponibile in IN+FORMA+AZIONE. é un gioco di parole ma il concetto è bellissimo. L'informazione è l'attività di dare una forma a qualcosa di non definito. E scusate se è poco.

Ora a me questa definizione piace tantissimo. Perchè esclude (così d'un colpo!) tutti quei dati e notizie che non servono a chi le riceve a dare una forma o una definizione della scena. Perchè ascoltare un'informazione se questa non ci aiuta a dare una forma all'argomento di cui ci stiamo occupando? Dunque potremmo dire che quell'informazione non è un'informazione ma solo una notizia o pettegolezzo o opinione o velina o sussurro o parole raccordate da verbi o, più semplicemente, spazzatura usata per riempire quel vuoto di risposte che ognuno ha.


E' bello avere domande. E' bello avere domande. Ci indicano quanto siamo vivi e immersi nel walzer della vita. Ma avere molte domande crea una sete di risposte. E questa è pericolosa perchè come ogni bisogno insoddisfatto tende a pulsare e a condurci ovunque pur di essere soddisfatto. La sete di risposte ci spinge, spesso, ad accettare risposte che risposte non sono pur di far finta di aver risposte.


Un individuo senza chiarezza sul mondo accetterà quasi qualsiasi cosa gli venga spacciata per risposta. Altrimenti non si capirebbe perchè persone molto intelligenti accettano stronzate immani.


Grazie a Carlo Lucarelli.

Dopo aver visto la porcheria di Mentana (l'importante è fare spettatori e non informare!!!!) vedo risplendere di luce sfolgorante Carlo Lucarelli e il suo programma. Che, pur essendo in televisione, cerca (e riesce!!!!!) di informare lo spettatore su qualcosa. Anzi che cerca di informare lo spettatore su qualche specifico tema. Dati, correlazioni, prove e sobrietà. Un programma fatto per lo scopo di informare e fornire un servizio e non per cercare di fare molti spettatori. Se poi li facesse, sarei contento. Ma sono gli scopi.


In Tv non si vedono molti di questi esempi. Giusto qualche special qua e là. Ma se guardiamo la disperazione intellettuale dei TG e se vediamo che OVUNQUE ci sia un giornalista non c'è informazione ma solo notizie urlate, scontri, polemiche, cifre non verificate e perlopiù confusione, beh... allora potremmo elaborare quasi una legge. Dove c'è un giornalista non c'è informazione.
Almeno nell'ambito televisivo ci azzecchiamo 99 volte su 100.


Non a caso Carlo Lucarelli è uno scrittore.

Grazie a Carlo Lucarelli per averci mostrato che si può fare cultura e informazione anche in televisione. Onestamente e con molto garbo.
Per Aspera ad Astra

sabato 12 novembre 2005

Droghe ai bambini

Da quando ho iniziato questo blog, sapevo che prima o poi sarei finito a parlare di questa cosa. Ma non potevo esimermi.
Così ho atteso qualche gionro per caricarmi come una molla.
Droghe ai bambini. Dando uno sguardo al titolo potrei interrompermi qui.

Basterebbe. Ma qualcuno potrebbe leggere questo post e chiedersi: "che significa?"


Ovviamente non posso entrare nei dettagli della cosa perchè ci porterebbe troppo lontano. Posso consigliare giusto un sito molto interessante in cui si approndisce questa tematica: Giù le mani dai bambini.


Cosa sta succedendo in breve?

In breve abbiamo che una gigantesca rete di industrie che operano nel ramo farmaco-chimico devono trovare uno sbocco ai loro prodotti. Se la domanda non c'è la si inventa. Come? Inventando nuove malattie che debbano essere curate con questi farmaci portentosi.

A sentirlo così sembra già la trama di un film hollywoddiano. Ma la realtà, ragazzi, la realtà supera sempre ogni fantasia.

Così inventano molte malattie, in particolare nel ramo della salute mentale, il più aperto all'introduzione di nuovi disturbi. Tanto non devi dimostrare niente. Non ci sono esami chimico-fisici o parametri oggettivi. In base a tutte le legislazioni nazionali sulla salute mentale, occorre solo una perizia professionale. E cos'è una perizia professionale?

E' la dichiarazione ufficiale da parte di un medico-psichiatra che il tal dei tali HA una certa malattia. In base alla sua opinione. Nessun esame scientifico, niente di niente. Assurdo, direte voi... Bene, così vanno le cose. Tanto la pazzia è un soggetto brutto e cencioso, non piace a nessuno occuparsene. Ma se non definisci la pazzia, non capirai mai cos'è la normalità. E così, non essendoci limiti e regole vige la regola del più forte. E i più forti sono loro: GLI SPECIALISTI.


Così tra le tante malattie, in un convegno negli USA viene deciso che ORA esiste una malattia mentale denominata ADHD. Colpisce i bambini e significa che essi sono "troppo vivaci" o "iperattivi". E' qualcosa che accade nel loro cervello ma nessun esame lo può dimostrare. (Guarda sul sito di questi folli che usando la parola magica genitori, che in termini vuol dire che vogliono bene ai figli, la scala per identificare i bambini "malati": clicca).
Così la Novartis (fusione della Sandoz e della Ciba-Geigy) produce un'anfetamina chiamata metilfenidato, le da il nome di Ritalin e la vende, a spese del sistema sanitario nazionale (cioè con i nostri soldi) ai genitori per aiutarli a "curare" i loro normali anche se vivaci figli.

Il tutto perchè degli specialisti lo hanno certificato.

Non scrivo che questa è una truffa. Questo è un genocidio!
E' un crimine contro l'umanità.
Nel mondo stiamo parlando di decine di miliardi di dollari. Non di noccioline.
E il bello che i mass-media, i igiornalisti non fanno niente. Niente, capite.
Si, scrivono qualche articolo, mostrano disincantati la diatriba. Qui non c'è nessuna discussione tra 2 parti che hanno più o meno torto. Ma siamo matti. Cioè lo siamo davvero?
Fino al 1997 il metelfenidato, in Italia, era classificato come droga di prima classe nei tabulati delle forze dell'ordine. Negli USA l'assumevano i cocainomani quando non trovavano la cocaina.

E io sento parlare di leggi contro il fumo. Io non fumo ma porca la miseria. Tanto chiasso per della nicotina, che in fondo ci metterà pure 50 anni ad uccidere una persona quando a dei bambini, capite a dei bambini danno delle droghe in nome di un business,

E ingannando i genitori.
Se leggete questo post, informatevi. Cioè leggete proprio le contro-indicazioni nel fogliettino di questi medicinali. Si può fare. Leggete le loro teorie e noterete che dietro altisonanti parole non c'è niente. Se non l'ignoranza e l'accondiscenza della maggior parte delle persone in buona fede.
Fatemi sapere e vi dirò altro.
Per aspera ad astra!

Decoder

Vivo in Sardegna e questo mi spinge a occuparmi di una cosa che nella mia regione sta sollevando molte attenzioni.
Già altre persone, in tempi non sospetti, avevano sollevato delle perplessità. Ma ora la cosa si sta mostrando chiara a molti (si veda articolo di un'editorialista sul giornale Il Nord Sardegna di sabato 05.11.05).

Parlo di questo fantomatico decoder digitale che permette alle persone di poter vedere la NUOVA tv. Come dice un amico dovrebbero brevettare e imporre un decoder che impedisca di vedere la tv. Ma personalmente non mi piacciono mai le cose che impediscono. O meglio più una società si concentra su quello che si può fare e sulle regole di convivenza e meno ha bisogno di strumenti che limitino le libertà. Ma questo è un altro discorso.

Il punto è che si stanno raggiungendo livelli di ipnosi spaventosi. Il governo impone ai cittadini una nuova tecnologia. E lo fa dando dei soldi a qualcuno che produce dei decoder. Ma non danno i soldi a tutti, solo a quelli che pagano il canone.

Ma il peggio è che, sono sicuro, tra pochissimo tempo questi decoder che adesso circolano saranno già obsoleti e dovremmo comprarcene sempre di nuovi.
Già la cosa mi disturba con i telefonini e i computer. Ma almeno lì è il mercato che dirige le operazioni.
Per la televisione è veramente il massimo.
Per aspera ad astra!

Telecom: la sua fine si avvicina

Secondo me la fine della telecom (scritto in minuscolo perchè non si merita di essere elevata a nome proprio di persona o cosa) è vicina.

La fine è vicina perchè innnazitutto la pazienza è veramente finita. Parlo della pazienza degli italiani. Sono anni che subiamo gli abusi di una ditta che non rispetta minimamente i diritti dei consumatori, comportandosi come un signore medioevale nel suo feudo.Non è necessario elencare tutti i soprusi e le bassezze a cui sono ricorsi negli anni. Non è necessario. Ognuno di noi ne ha avuto una qualche esperienza.Basti pensare a l'anticipo conversazioni di cui nessuno non si sa mai la fine e di cui non vengono corrisposti gli interessi. Questa caparra che fine fa? Stiamo parlando di milioni di euro in mano loro di cui potranno disporre come meglio credono. E il sistema del call-center per IMPEDIRE di poter avere un contatto diretto con loro. Ma dei call-center parlerò in altra sede.E poi ci sono le tariffe, assolutamente improprie. E i soldi che la Telecom incassa da tutti quei lestofanti disonesti che danno servizi via telefono. Sono 15 anni che la Telecom si ingrassa facendo finta di non sapere niente mentre sventurati o sciagurati cittadini vengono prosciugati da utili o inutili 144, 166, 899 o numeri internazionali. Cui prodest? diceva qualcuno. A chi giova? Alla Telecom.
Per non parlare di mille altre truffe-non truffe di cui abbiamo sentito parlare in tv o nei giornali o negli articoli di altri semplici persone attente (non si tratta di essere intelligenti ma solo di avere l'abilità di osservare) quali il signor Beppe Grillo, precursore di tutte queste battaglie. Parlo delle segreterie non richieste, delle decine di voci incomprensibili in bolletta a cui nessuno fa caso. O se ci fa caso, stringe le spalle perchè sa che perdere tempo e denaro per venire a capo di un costo sconosciuto di pochi euro è fatica sprecata.
Ma per la Telecom sono sempre milioni di euro.Ma la fine è vicina.
La Telecom morirà. Con un tonfo sordo. Per i troppi debiti. Per la concorrenza che prima o poi la batterà. Ma soprattutto per la sua incredibile fiducia nel monopolio e nell'inerzia degli italiani. Non siamo così popolo bue. La Telecom sta ignorando la nuova tecnologia telefonica, il VOIP. Cioè i sta tagliando fuori dall'innovazione.
E cosa da? Prezzi alti, cattivo servizio e malizia.Telecom: erano anni che volevo sfogarmi con te per tutte le rogne che mi hai dato e i danni che mi hai causato.
Per aspera ad astra!

Parole da cancellare: "gratis"

Con questo post, inauguro una serie di articoli che hanno un tema in comune: il fatto che, a causa del loro scorretto uso nel quotidiano parlare e scrivere, certe parole hanno ormai perso il loro significato.
Non c'è niente di male sul fatto che nascano nuove parole che descrivono nuovi fenomeni. Il problema nasce quando parole che hanno già una loro storia, un loro DNA, un loro uso e un loro significato specifico vengono usate per scopi diversi e distorti.
A quel punto cancelliamo quelle parole. Le parole servono per comunicare. E comunicare serve a capirsi. Se parlando non ci capiamo o ci inganniamo, cambiamo le parole.
Gratis. La prima parola da cancellare dal dizionario è gratis. Andrebbe abolita. Cosa dicono alcuni dizionari? Gratis significa "senza dover pagare"; "senza esigere alcun compenso", che si fa, si fa o si riceve senza compenso".
In effetti la parola ha un senso. Ci dice che alcune volte ciò che si fa non ha come risultato uno scambio oggetto/soldi oppure azione/soldi.
Ma la pubblicità e i mass-media hanno abusato di questa parola, stuprandone il concetto, tramite uso altisonante e martellante.
Così la parola è uscita dal suo contesto ed è diventata la chiave di volta del sistema. Tutto è gratis, anche quando paghi! Così i telefoni promettono chiamate gratis. Salvo poi specificare in piccolo che c'è lo scatto, c'è il canone, hai solo un tot di minuti al mese.

Così i settimanali ti regalano il primo volume di un'enciclopedia gratis. Salvo poi chiedersi che se ne fa uno di un'enciclopedia di un numero solo. E gli altri volumi di pagano, ah se si pagano. Non solo chi compra i restanti volumi paga anche il volume gratis. E poi ci sono i prodotti. Compri 4 e uno e gratis. Ma non è vero. Io ho pagato. Quello è solo uno sconto. Uno sconto che farà aumentare le vendite e aumentare i profitti della ditta. E i consumatori avranno speso di più.

Certo avranno più cose. Certo. Ma non è il meccanismo stesso dell'acquisto, questo? Voglio più cose? Pago di più!
No, ormai gratis è la parola magica è istupidisce e ipnotizza chi guarda o ascolta.Il punto, il vero punto della questione è che in questo universo niente è gratis. Forse c'è qualcosa di gratis nel cuore e nella mente degli uomini. Ma appena questo esce da lì ed entra in questo mondo cambia.
In natura niente avviene senza uno scambio di energia.

Così d'ora in poi se sentite la parola gratis, innanzitutto verificate che lo sia veramente e poi, se anche lo fosse, sostituitela con la frase "non è gratis, semplicemente paga qualcun altro".
Per aspera ad astra!

I numeri telefonici

Ecco qualcosa di molto teatrale e di impatto. Qualcosa relativo all'economia o alla politica. 
Stavo pensando di iniziare facendo notare una cosa relativamente al pastrocchio informativo legato al "caso" Rockpolitik, la trasmissione di Adriano Celentano.

Poi, l'altro giorno, ho notato una cosa che mi ha insospettito.

Fino a poche settimane fa, quando ricevevo sul telefonino o in segreteria dei numeri fissi sconosciuti, avevo l'abitudine di andare su internet e nel sito info412 di telecom (lo scrivo minuscolo perchè non ha diritti di essere scritto in maiuscolo: ne riparleremo) digitavo i numeri o il numero di cui volevo conoscere il proprietario.
Fino a qualche settimana fa era un bellissimo servizio. Veloce e gratuito (a parte i costi di connessione).

Poi, da un momento all'altro, il sito cominciava a rispondermi con una frase del genere:


Il numero cercato non può essere fornito su indicazione del cliente in base alla legge tal dei tali etc., etc.

Mi sono ricordato della famigerata legge 675 del 96 sulla privacy e ho emesso un sospiro. Vabbè.
Poi il sospetto. Per curiosità digito il numero della mia ditta. E cosa compare. La stessa scritta. A quanto pare qualcuno mi ha scavalcato e ha richiesto esplicitamente alla telecom (lo scrivo in piccolo) di non voler più comparire. A parte il fatto che io voglio che l'indirizzo e il nome della mia ditta compaia nel info412, se la cosa non è stata richiesta da me, chi mai si è permesso di dare questa fantomatica indicazione?

Magari è un automatismo in virtù di qualche articolo delle sopraccitata legge. Forse. Ma allora perchè scrivere su indicazione del cliente.


Ma il mio sospetto, venato da fastidio a priori e versamento di bile sulla fiducia, è legato al fatto che sospetto, quindi dico sospetto, che la cosa sia legata a questo proliferare incontrollato di servizi di numeri telefonici a pagamento che danno informazioni sugli elenchi degli abbonati. Sappiamo di cosa stiamo parlando. 892892, 892412, 1240, 1299,1288, 1254 e chi più ne ha ne metta.


Sarei curioso di sapere se chiamando uno di questi numeri e dando il numero di telefono della mia ditta, mi forniscono il nome e l'indirizzo. Sarei curioso. In base all'esperienza delle pagine internet (gratis) a meno che una persona non abbia dato l'esplicito consenso di pubblicare i suoi dati, dovrebbero in automatico escludere tutti gli abbonati.


Ma io sospetto, dico sospetto, che invece chiamando uno di questi numeri (a pagamento) ti diano l'informazione richiesta e sospetto che se chiamo e spendo 4 o 5 euro mi diranno che allo 01234/567890 ci sta la mia ditta.

Il fantasma delle disdette ha pensato di togliere il mio indirizzo solo dalle pagine internet e non dai numeri a pagamento. Sospetto.

Vorrei togliermi il sospetto e chiamare. Forse lo farò. Mi dispiace buttare via i soldi in questo modo. Ma forse lo farò.

Magari sono solo sospettoso.
Per Aspera ad Astra!