lunedì 10 ottobre 2011

(IN)-Equitalia e la tarsu a Olbia

Quando qualcuno mi chiede cosa pensi di tutta questa storia di (in)-Equitalia e delle cartelle esattoriali della Tarsu a Olbia, non riesco veramente a trattenere un modo di indignazione e di vergogna allo stesso tempo.
Gli argomenti sono talmente delicati che occorrerebbe usare il fioretto per evitare qualunquismi e generalizzazioni. Ma anche per evitare che certe riflessioni vengano mal comprese e portate fuori contesto.
D'altro canto parliamo di un qualcosa che è talmente vicino al comune senso popolare dell'indignazione, che si ha la paura che usando il fioretto anzichè la sciabola, tutto il ragionamento passi per il solito "mettersi a pensare" nel salotto di casa.

Perchè continuare ad affrontare situazioni spinose e di comprovata urgenza con l'atteggiamento del lord inglese che sorseggia il the nel salotto di casa sua, porta (nel medio periodo) a situazioni in cui la pazienza finisce e la massa si ribella, con conseguenze di disordine pubblico o di ribellione che non sempre sono la soluzione migliore o consigliata.

Io, ogni giorno che passa, vedo lo stato democratico italiano e tutti i suoi enti locali sprofondare in un medioevo della politica e dell'amministrazione. Questo come grande, generale linea di navigazione collettiva.
Vedo uno stato che si "personalizza" a causa del sedere attaccato alla poltrona di praticamente tutti i politici, che non a caso ormai hanno assunto il ruolo di casta intoccabile che si difende e si autoreferenzia da sola.
Non più uno stato di tutti ma uno stato di qualcuno.
Vedo amministrazioni che si dimenticano il motivo per cui sono li e cioè fornire servizi al cittadino. Così vedo amministrazioni che non fanno i lavori che ci sono da fare perchè occorre rispettare dei vincoli di bilanci anche se ci sono i soldi. Così vedo amministrazioni che diventano il parco giochi preferito delle famiglie potenti del luogo anzichè la pubblica piazza dove rappresentare i cittadini.
Vedo un prelivo fiscale che non ha lo scopo di far funzionare la cosa pubblica ma solo lo scopo di pagare i debiti contratti da altri politici per motivi che non ci è dato conoscere.

Vedo, soprattutto, uno stato che crea organizzazioni che sotto il nome di qualcosa di "equo" svolge una delle iniziative più INIQUE della storia della Repubblica.
Togliere a chi ha meno per dare a chi ha di più! Dei Robin Hood al contrario.
Non lo nego. Del meccanismo di riscossione di (in)-Equitalia penso abbastanza male. Non penso male del suo scopo fondante ma dei suoi metodi e delle sue modalità si, e parecchio.

I motivi? Il primo, il più importante di tutti, è che vi è una sproporzione fra quanto è dovuto e quanto viene richiesto degno del peggiore strozzino. Così uno stato combatte l'usura degli strozzini irregolari e aumenta i poteri di una struttuta che è peggiore degli usurai. Ma lo stato ci ha abituato a queste cose. Uno stato che combatte il gioco d'azzardo ma che autorizza macchinette mangia soldi, lotterie e gratta e vinci. Uno stato che scrive "Nuoce gravemente alla salute" ma si ingrassa con le vendite di sigarette. Uno stato che mi multa se non metto mio figlio nel seggiolino ma che permette che droghe basate sulle anfetamine vengano prescritte a carico del sistema sanitario nazionale a bambini di 6 o 7 anni (è accaduto nella classe di mio figlio, se qualcuno pensa che stia esagerando!!!).

Pagare multe, tasse, imposte, contributi è qualcosa di corretto. In linea di principio. Certo c'è molto da dire su questo ma diciamo che è corretto.
Molto, molto meno corretto è abbandonare a se stesso il cittadino dinnanzi alle difficoltà punendolo oltremondo con penali, sanzioni, pignoramenti e vendite all'asta.
(In)-Equitalia deve riscuotere 100 ma ti chiede 200. E se non paga ti ipoteca 1000. Vendendolo all'asta per 150.
Se si applicasse la formula del calcolo degli interessi usurai sulle somme richieste da una struttura che si presenta pubblica ma è un ente statale, quelle somme sarebbero fuori legge.
Lo ripeto sarebbero richieste da strozzini!
Ma (In)-Equitalia si copre dietro l'uso di termini come "sanzione", come "costo della notifica della cartella", etc. etc. Tutte stupidaggini. Sono interessi!

Qualcuno, di tanto in tanto, dice: "Ma è giusto! Se qualcuno non paga quanto è dovuto e quando è dovuto deve essere multato".
Ricordiamoci che un ente pubbico è lì per tutelare l'interesse collettivo. Leggiamo bene.
Multare qualcuno, sanzionare qualcuno, condannare qualcuno è corretto SOLO E SOLTANTO nella misura in cui si tutela un interesse collettivo.
Se un individuo attua comportamenti lesivi all'interesse pubblico e dell'intera società, questo comportamento dovrebbe essere sanzionato o penalizzato.

Ma prendiamo un esempio concreto, se no le parole diventano nuvole che presto evaporano.
Ad Olbia viene commesso un CLAMOROSO errore amministrativo. E a carico di molte aziende vengono imputati dei costi presunti che non corrispondono a nessun criterio oggettivo. Lasciamo perdere le motivazioni per cui questo avviene.
In pratica alle aziende viene chiesto di pagare cifre per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani sproporzionate rispetto all'effettivo utilizzo di servizio pubblico.
E' giusto a questo punto che 
a) l'ente che sbaglia e che commette un errore di valutazione non paghi per questo?
b) i soggetti che subiscono l'errore, passino dalla parte del torto perchè non pagano quanto è ingiusto?
c) l'ente che sbaglia (PUBBLICO) passi la palla ad un ente privato di riscossione (in realtà anch'esso PUBBLICO) che sanziona chi non ha pagato con cifre totalmente irrazionali e con ricarichi da usurai anzichè risolvere il pasticcio?
d) l'ente di riscossione dimentichi i motivi per cui la cifra non è stata pagata e persegua come criminali i titolari delle cartelle esattoriali?
e) le aziende vittime di questo fatto si vedano bloccare i fidi bancari a causa dei pignoramenti oppure ipotecare immobili del valore immensamente superiore alle somme (ingiustamente) dovute?
f) i dipendenti delle aziende si vedano negati dei mutui per se per colpa delle cartelle esattoriali.

E' giusto tutto questo?
Io credo che le cose non siano bianche e nere. Non credo che esistano dei gradi assoluti di giusto o sbagliato.
Così ne deriva che esistono gradi diversi di giusto e gradi diversi di sbagliato.
Così è sbagliato non pagare le tasse e quanto sia dovuto.
Ma ancora più sbagliato è vessare i cittadini perchè devono dare i loro soldi per coprire le magagne di altri che non pagheranno mai per quello che hanno commesso.

Grazie per l'attenzione.
Per aspera ad astra!

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