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lunedì 4 settembre 2006

Che fine hanno fatto le bandiere della pace?

Sconcertato. Sono sconcertato e spiazzato.
Non che non sappia in quali melmose paludi possono andare a navigare i politici, i politicanti e i loro accoliti. Ma a volte si rimane ugualmente sorpresi.
Sembra ieri che più della metà della nazione italiana insorgeva contro l’invio di militari in Iraq e che protestava contro le missioni militari in Afganistan. Centri sociali in tumulto, prese di posizione pubbliche da parte di vip e leader di ogni ceto sociale, bandiere arcobaleno alle finistre, l’abiuro della forza delle armi.
Dov’è ora tutto questo?
Non sono di sinistra, non lo sono mai stato. Non sono di destra, poichè in questa destra italiana non mi ritrovo. Voto seguendo le esigenze della polis, visto che la politica è l’arte di condurre gli affari della polis ovverò della città-stato, oggi di una nazione. In certi momenti è giusto fare questo e in certi altri momenti è giusto fare quello. Non è opportunismo, è cercare le soluzioni che sia il maggior bene per il numero più grande di persone. A prescindere dalle ideologie, che tanta polvere hanno sollevato ma ben boca sostanza hanno portato e che, più sovente, hanno imprigionato la politica e i cittadini in sporchi giochi di potere fini a se stessi.
Ma dinnanzi a questa ipocrisia, più di un popolo che di alcuni partiti, rimango allibito. Dove sono le prosteste dei blogger sull’invio dei militari?

O qualcuno ha il coraggio di dire che in Libano è tutto diverso perchè c’è una risoluzione ONU? Sarebbe questo il fattore di cambiamento rispetto alle critiche al governo di centro-destra per essere andati in Iraq?
Ero e sono contrario all’invio di soldati italiani in Iraq, in Afganistan come lo sono per l’invio in Libano. Contrario! Contrario all’ipocrisia di chiamare delle missioni di guerra, missioni di pace.
Le parole hanno un significato, cazzarola…..
Non le si può usare a casaccio.

Se si va in un altro paese con l’esercito, con i soldati armati di tutti punto e pronti a subire vittime, pronti a rispondere al fuoco, questo è un contesto bellico. Come si fa a negare l’evidenza?
Le motivazioni potrebbero non essere di conquista e invasione. Forse, ma i metodi sono bellici. E io non credo che si possa ottenere la pace con la forza. Soprattutto perchè l’uso delle armi (o la paura di usare le armi) non risolve quelli che sono i problemi sottostanti i conflitti.

Perchè le nazioni europee e occidentali tanto vogliose che in medioriente ci sia la pace permettono che loro aziende producano e vendano armi a questi popoli? Dai lo sappiamo com’è. La sinistra pacifista sa come funziona la giostra. Inutile ripeterlo in questo articolo.
La domanda è: perchè per il Libano non ci sono le bandiere della pace sulle finistre, perchè non si protesta che migliaia di giovani italiani vanno a rischiare la vita? Perchè quella sinistra pacifista ora tace?
Perchè il governo è di centro-sinistra? Perchè le altre volte era una protesta non contro la guerra ma contro Berlusconi?
E’ questo il motivo?

Se è così, sono fiero di non essere mai stato simpatizzante dei gruppi politici di centro-sinistra. Condivido le loro mete (uguaglianza, diritti, rispetto per l’uomo e le minoranze, etc.) ma mi divide da loro l’ipocrisia di un tradimento etico nei confronti di se stessi.
E voi che ne pensate?
Per aspera ad astra!

lunedì 31 luglio 2006

Viva l’abilità e la capacità.

Viviamo in un mondo leggermente a rovescio.
Viviamo in un mondo che, abbastanza generalmente, ha creato una scala di valori condivisa mettendo in alto le cose buone o giuste e in basso l ecose negative o ingiuste.
Vi sono pochi dubbi sul fatto che, almeno a parole, onestà, coraggio, indipendenza, intelligenza, abilità e via dicendo siano i valori positivi di questa tacita scala tacitamente condivisa.
Ma tutto questo è solo la facciata.
In realtà, sottopelle, sotto la superficie cristallina di questo fiume che è la vita, personaggi peculiari lavorano per dare forza ai valori opposti.
Così che apparentemente perseguiamo i valori positivi in cui facciamo finta tutti di credere ma REALMENTE si da forza ai valori negativi.
Tutti dicono che l’onestà è una bella cosa ma poi molti ti deridono (sotto i baffi o alle spalle) perchè sei stato, a dir loro, così deficiente da restituire a qualcuno il portafoglio pieno di soldi.

Tutti sostengono che essere sinceri è bello ma poi quando dici quello che pensi arrivano i fulmini e le saette.
Tutti difendono il fatto che chi ha le capacità ottenga un posto giusto per i suoi meriti ma in realtà si cerca sempre di ottenere più di quanto meritiamo.
Inutile continuare con gli esempi. A tutti noi è chiaro il concetto.
A parole si sostengono i valori morali e etici ma poi, dentro di noi, c’è quasi una apatica riflessione che tutto ciò non c’entra con la realtà e che per sopravvivere occorre spingere i valori negativi. Così la disonestà diventa furbizia, l’egoismo diventa “saperci fare”, e così via.

Tanto spazio nella nostra giornata ai disonesti e ai corrotti.
Giornali e tv, quanto spazio a persone con valori negativi.
Non ci porterà a concentrarci troppo su questo?
E quando si cerca di elogiare qualcuno, la disabitudine all’abilità ci porta all’invidia. “Avrà avuto qualche incozzo!” è la lapidaria frase.

INCAPACI DI STARE A GUARDARE L’ABILITA’.
Ma questa è l’unica cosa che ci può salvare, come individui e come razza.
L’abilità e la capacità mandano avanti il mondo.

Fanno funzionare l’economia, l’industria e i trasporti.
Risolvono i problemi di tutti i giorni.
Senza gente abile il mondo morirebbe in pochi giorni.
Senza criminali il mondo fiorirebbe in poche ore.
PERCHE’, QUINDI, NON DARE PIU’ SPAZIO ALL’ABILITA’, ALLA CREATIVITA’ E ALLA CAPACITA’?
Cerchiamole, ammiriamole, imitiamole, permettiamo che si diffondano, e….. difendiamole.
Un grazie a Casper che mi ha inspirato questo post.
Un esempio di una persona molto abile.
Per aspera ad astra!

lunedì 24 luglio 2006

Antonio Di Pietro: finalmente un esempio

Di solito non sono uno che si butta a pesce su elogi sperticati nei confronti di qualcuno. In particolare quando questo qualcuno è una figura pubblica di cui si hanno scampoli di personalità mediati attraverso i filtri di tv e giornali.
Ma stavolta voglio proprio tributare un applauso (applausi per Di Pietro) per una persona che sta veramente sorprendendomi in positivo.
Ad essere onesto, come molti italiani, ho tifato per lui ai tempi di mani pulite.
Alzi la mano, onestamente, chi non era tifoso di questo magistrato che veniva dal popolo. Accento “mediterraneo” e modi di fare tipici di chi è vero e verace come un contadino d’altri tempi.
Ma l’Antonio nazionale ha scoperto sulla sua pelle quanto a volte, essere popolari, sia un cavallo duro da cavalcare.

E, anch’io, quando è entrato in politica ho storto il naso.
Forse perchè a quei tempi volevo credere che fosse possibile un progetto politico nuovo che venisse dall’area moderata di destra. O forse perchè mi sembrava la solita furbata di chi, dopo u npò di popolarità, intende monetizzare ciò insendiandosi nella palude della politica, dove chiunque ce la faccia ad arrivare non deve più far niente per rimanerci se non rimanere fermo.

Ma da qualche anno osservavo Di Pietro.
Alla fin dei conti, il suo linguaggio era sempre il solito.
Non politichese. E anche i suoi atteggiamenti.
Ma negli ultimi tempi anche i fatti stanno reggendo la portata delle promesse.
E’ bello vedere un ministro di uno stato scaldarsi così tanto per un provvedimento assurdo da parte di gruppi parlamentari (o sarebbe meglio dire lobby parlamentari super partes) quale l’indulto.

Togliere le pene a tutti, compresi i reati finanziari, fiscali, societari, di corruzione e di abuso d’ufficio. Questo intendono fare.
Lo faranno per inserirci dentro anche alcuni personaggi che usciti dalla porta della politica per condanna legale ci rientrano dalla finestra dell’indulto?

Non si sa e, come al solito, i politici sguaiano le loro lingue usando parole altisonanti per nascondere la realtà.
“Atto di civiltà”, ho sentito dire…..
Non si capisce perchè i comportamenti onesti dei cittadini che non hanno mai sbagliato non siano degli atti di civiltà.

Ma è un discorso troppo semplice ed è ingiurioso persino dilungarsi.
E’ ovvio che questo sistema carcerario sia fallimentare e sollevi problemi che le piccole menti dei politici non riescono neppure ad analizzare nella loro interezza.
E’ ovvio. Non è un sistema correttivo ma punitivo. Come si pretende che le cose vadano bene. Non c’è certezza di pena nè di giudizio. E chi fa grandi reati spesso esce fuori prima del fesso di turno che commette una piccola sciocchezza.

Ma da qui a punire gli onesti e chi non ha commesso niente regalandogli di nuovo ladri, truffatori, corruttori, evasori a piede libero, questo no.
Bravo Di Pietro. Bravo. Sono orgoglioso di te.
Dacci ancora la speranza che in politica ci sia ancora qualcuno che ci crede ancora, che crede ancora negli ideali e non sia completamente a 90 gradi riguardo ai compromessi, inciuci, do ut des che imperano solenni sopra le nostre teste.
Per aspera ad astra.

mercoledì 19 luglio 2006

Il disastro delle poste italiane!

Quando ero bambino c’era la mitologia delle lettere.
Si diceva e si pensava che le lettere ci mettessero un’eternità ad arrivare. Spedire una lettera era come vincere al totocalcio: niente di certo!
Una media della tempistica di arrivo di una missiva era di circa 15 giorni.

Ma le poste avevano il profumo di un’istituzione che, nonostante i suoi immancabili difetti, la proteggeva sempre come una vecchia signora rincoglionita ma gentile e signorile alla quale nessuno sente di poter rimproverare niente.
In quei tempi le poste facevano le poste. Nessun dubbio a riguardo.
Ora non voglio fare quello per cui “prima era meglio”! Per carità, al giorno d’oggi ci sono molte cose che ci hanno semplificato la vita (prendi l’home banking ad esempio, premio nobel per chi ha permesso questa rivoluzione).
No, la mia riflessione è un’altra.

La mia riflessione è che ora le poste funzionano forse meglio o forse peggio di prima ma il vero problema è COSA LE POSTE STANNO DIVENTANDO?
Come un quarantenne in crisi d’identità, che non vuole invecchiare e non può ringiovanire, le poste italiane sono diventate un frankenstein assurdo in cui c’è tutto e il contrario di tutto.

Vai alle poste e scopri che è anche una banca. Senza esserlo perchè quasi nessuna istituzione finanziaria seria vuole avere a che fare con lei. Cioè non voglio dare degli assoluti ma molte finanziarie non accettano prelievi da un conto postale, molte banche storcono il naso per un assegno delle poste, e le stesse filiali postali creano problemi con i loro stessi assegni…..

Vai alle poste e scopri che è un negozio. Ti vendono di tutto. Dai libri su qualche santo alla nuova edizione dei francobolli della Juve all’ultimo computer portatile a chissà cosa.
Un giorno ho visto arrivare un direttore d’agenzia e istruire un’impiegata sul fatto che mettesse in bella mostra, fra migliaia di depliant, un salvadanaio a forma di cassetta delle lettere. E le ha pure detto “Mi raccomando, cerchi di venderlo”. Assurdo, come si può cadere così in basso?
Ma fermiamoci un attimo. Cosa sono le poste? Cos’è un ufficio postale?
Dovrebbe essere un luogo dove spedire e ricevere della corrispondenza. Credo. Questa era la mia convinzione.
Ma in questi giorni, io che volevo spedire 2 pacchetti, ho girato la città andando da un’agenzia all’altra trovandomi sempre con decine di persone in coda.

Alcune agenzie su 4 sportelli ne avevano solo 1 funzionante. E che faceva tutto: bollettini, francobolli, boninifici, apertura conti, versamenti, vaglia, etc.
Pazzia!
Si, gli impiegati saranno stati in ferie…..
A me sembra che le poste abbiamo il delirium tremens. Non sanno più chi sono e sono totalmente confuse.
Vogliono essere all’avanguardia e non sanno fare neanche le cose semplici.
Forse adesso le lettere arrivano i pochi giorni. Forse.

Ma la signora amabile pur se rincoglionita ha smesso di essere una signora, ha smesso di essere amabile e gentile, ha smesso di essere deliziosa ed è rimasta solo rincoglionita.
E con i francobolli da lettera che sono passati a 0,60 centesimi. Un furto!
Pensate con la vostra testa.
E protestate per questa istituzione che è diventata privata.
Viva l’efficienza.
Per aspera ad astra.

martedì 20 giugno 2006

Intercettazioni: che intendono fare?

Il mondo si può condensare in una parola.
Già il vecchio re Salomone chiese qualche secolo fa ai suoi saggi di condensare tutto la conoscenza prima in un libro, poi in una sola pagina, poi in una sola frase e poi in una sola parola.
I giornalisti sanno fare questo. Sono estremamente abili, quasi infusi da un divino tocco magico.
Di volta in volta tutta l’attenzione delle persone viene CONVOGLIATA verso un’unico oggetto simboleggiato da un’unica parola. Cosa hanno detto?

E’ stata la volta di “inciucio”, di “ribaltone”, di “devoluscion” (sic!!!), di “influenza aviaria”, di “sars” (a proposito CHE FINE HA FATTO?), di “fusione fredda”, di “botulino” e via per i secoli a venire.
Ora è la volta di “INTERCETTAZIONI”!

Non mi interessa in contenuto delle intercettazioni. Non riguarda la mia vita e non dirò niente a riguardo.
Ma le intercettazioni non dovrebbero riguardare neppure qualcunque altro cittadino. Al cittadino dovrebbero interessare altre cose. E se ci avanza tempo, forse, un pò di spazio lo si può trovare anche per le intercettazioni.

Pubblicare le intercettazione è SBAGLIATO.Un cittadino è innocente fino a prova contraria. I processi mediatici fanno godere solo la insana voglia di scandalo che cova nelle nostre misere vite fatte di niente.
MA è altrettanto e forse più ancora SBAGLIATO criminalizzare lo strumento intercettazioni.
Io non ho niente da nascondere. Che mi ascoltino.
Cos’è questa improvvisa paura di politici e uomini del mondo mediatico delle intercettazioni.
Minacce di leggi e di utilizzo solo per reati di terrorismo? Ma siamo MATTI!

La privacy?
La privacy è un concetto che esiste solo per la gente onesta.La privacy per i criminali o per chi ha cose da nascondere non dovrebbe esistere.
Perchè quando le azioni di qualcuno diminuiscono il potenziale di sopravvivenza di un gruppo, la sua libertà deve essere subito limitata e nei casi limiti interdetta.
D’altronde non glielo ha prescritto il medico di fare cose illegali.
Non so cosa faranno con le intercettazioni ma anche questa cosa mi sa tanto di “parliamo di questo per non parlare d’altro!”.
Quindi cosa mai starà bollendo in pentola?
Per aspera ad astra.

sabato 10 giugno 2006

Chi è Dio? La bassezza culturale del dibattito sul "Codice Da vinci".

Lo confesso. Non avevo ancora letto il libro di Dan Brown. Ne ho visto il film. Conoscevo la trama, qualche parere e qualche critica. Ad essere onesto l’ho pure regalato (appena uscito in tempi non sospetti) ad una mia conoscente.

In questi ultimi giorni ho letto il libro. Probabilmente, senza il battage pubblicitario dovuto a questo scontro Chiesa cattolica-Codice Da Vinci, non lo avrei letto. Ho così tanti bei libri che voglio leggere che…….
Ma ho partecipato al dibattito sul mio blog ospitando alcune notizie che per me avevano dell’incredibile. Film censurato in alcune sale in Sardegna e libro bruciato pubblicamente da un parroco in piazza.

La curiosità ha ucciso il gatto. Volevo proprio vedere quale preoccupante pericolo fosse celato tra le pagine di questo demoniaco libro. La trama la conoscevo e molti di noi la conoscono.
Il libro è un ROMANZO in cui i protagonisti scoprono tramite avventure e disavventure che da secoli la Chiesa cattolica nasconde un segreto che svelato cambierebbe certi parametri di potere economico e politico della stessa e che getterebbe una nuova luce sulla figura del Cristo e del suo messaggio.
Volevo sapere in che modo il favellare dello scrittore americano potesse spaventare tanti gli alti papaveri del Vaticano.
Premetto che questo post (come tutti i miei altri commenti d’altronde) parte dall’assoluto rispetto per le idee religiose di chiunque e dei cattolici in particolare.

Ciò che va rispettato è il diritto di ognuno a credere e professare la propria fede e il proprio credo.
SI RISPETTANO LE PERSONE. SEMPRE.
Ho letto il libro. E il mio sgomento è salito alle stelle.
Qualcuno mi può spiegare perchè Opus Dei, frati, esponenti cattolici e soci abbiano tanto paura di questo libro?

L’ho letto. La storia è esposta in modo onesto e quasi infantile. Ci sono alcuni bei passaggi che spremono bene il gusto per il giallo. Ci sono delle belle trovate narrative ma il libro si sviluppa in modo culturalmente semplice. Parla di concetti e notizie che circolano negli ambienti culturali da secoli. Ho 34 anni e sono circa 20 anni che sento parlae di queste cose.
E’ quasi molto accademico.La presunta ombra negativa gettata sull’Opus Dei è praticamente nulla in quanto si parla dell’operato di semplici personaggi di fantasia. La storia si basa su alcune inesattezze storiche ma sono dettagli en passant, a mio avviso anche poco incisive sulla storia.
Il libro descrive un’associazione che cercherebbe di preservare segretamente questa verità su Cristo, sul Santo Graal e sulla Chiesa. Tale associazione (il priorato di Sion) viene presentato come esistente basandosi su falsi storici. E quindi? Io ho letto altri libri, anche molto eruditi, sul Priorato di Sion. Libri di parecchi anni fa. Sono libri. Sostengono tesi.

Qualcuno accusa Dan Brown di una dichiarazione iniziale all’inizio del libro in cui sostiene che tutto il contenuto del libro è basato su verità storiche. Questo sarebbe il peccato. Peccato, invece, che sulla copertina del libro c’è scritto “Il Codice Da Vinci – un romanzo di Dan Brown”. E’ un romanzo. Se ci dimentichiamo di questo, è finita. Se poi ha scritto quelle cose, il tutto fa parte delle tecniche di scrittore per dare enfasi al proprio prodotto.
A parte il fatto che è vero che gran parte delle cose dette siano comunque non invenzioni dirette di Brown ma fatti e avvenimenti reperibili nella storia culturale della nostra civiltà.

O qualcuno si è infastidito perchè il nome del commissario di polizia di Parigi non corrisponde a quello vero o se uno degli alti prelati dell’Opus Dei ha un nome inventato?
Prima di leggere il libro ero abbastanza disposto a concedere il diritto di replica e di dissenso ai cattolici. Ognuno ha il diritto di dissentire da qualcosa. Protestavo solo per alcuni modi medioevali di farlo.
Dopo aver letto il libro, provo una profonda delusione per la pochezza intellettuale del dissenso. Dov’erano costoro quando molti altri autori hanno scritto libri più dannosi per la comunità cattolica.
Il libro suscita il dubbio che la Chiesa Cattolica abbia qualche scheletro nell’armadio? Va bene. Non credo che ci volesse Dan Brown per tirare in ballo questo fatto.
Si ha paura che i cattolici rinneghino la loro religione per colpa di questo libro?
Provveda la curia vaticana a riconoscere che i VERI cattolici stanno scomparando, sostituiti da cattolici borghesi il cui credo è “affermare ma non praticare la propria religione” e la cui preparazione religiosa sulla PROPRIA religione è praticamente nulla.
Ho sempre ammirato i ferventi credenti cattolici. Degni di stima e rispetto. Ho profondamente provato disprezzo per i cattolici per etichetta che violano tutti i giorni i precetti della propria religione e il cui vero dio è il materialismo e l’apparenza del nulla moderno.
Chi è Dio? E’ un bellissimo tema.
Ma in questa querelle non vedo Dio, nè Cristo. Vedo solo uno scrittore e il suo entourage che gongola per la pubblicità che riceve e un certo numero di persone che cerca visibilità mediatica per vari fini sfruttando il lavoro altrui.
Non è un caso che il rappresentante dell’Opus Dei (in un’intervista su Panorama) abbia dichiarato che ora è il momento giusto per fare un film sul fondatore dell’Opus Dei Escrivà.
Chi è Dio?
Parliamo in un altro momento. Grazie.
Per ora, pensate con la vostra testa.
E leggete pure il libro. E’ innocuo!
Per aspera ad astra!

mercoledì 31 maggio 2006

Ammazza i genitori e richiede l’eredità

Forse qualcuno di voi ricorderà un tipo di nome Carretta. Costui circa 17 anni fa ammazza la madre, il padre e il fratello; fa sparire i corpi; lascia detto in giro che la sua famiglia è partita in Canada con un camper e parte per Londra.
Qualche tempo dopo un giornalista di “Chi l’ha visto?” lo trova e lo convince a costituirsi.
Fin qua una storia raccapricciante dei nostri tempi…..
Se non che, il nostro eroe, dopo la confessione shock in Tv, giunto al processo viene assolto perchè ritenuto “infermo di mente” e “incapace di intendere o volere al momento della strage”. Niente carcere ma solo un programma di riabilitazione presso un ospedale psichiatrico. Passano alcuni anni e il tipo va in regime di semi-libertà. Ora è praticamente libero e avanza la sua parte, consistente, di eredità. Che secondo alcune fonti ammonterebbe a circa 700.000 euro in contanti più alcune case di proprietà.
CHE DIRE?
Mi sembra di vivere in un pianeta pazzo. E quelli da giudicare “infermi di menti” siano coloro che amministrano la giustizia e coloro che sono preposti a legiferare per creare sistemi VALIDI di difesa della giustizia.
E’ vera una cosa: da molti anni la psichiatria forense sta “corrompendo” i fondamenti giuridici ereditati dal mondo latino. Il concetto di incapacità di giudizio è entrato prepotentemente nel nostro modo di pensare e quasi non ci facciamo più caso.
Io penso che chiunque uccida un’altra persona un pò squilibrato lo sia. E non parlo di incidenti, aggressioni o simili per cui va valutato caso per caso.
Non esiste nessuna motivazione per cui sia giustificato uccidere e chi lo fa qualche problema ce l’ha. E QUINDI? Che facciamo?
Inserire in un sistema di giudizio concetti aleatori dovuti a pareri soggettivi e PER NIENTE scientifici, ci portano che se rubi e ti beccano magari ti fai qualche anno di galera. Se uccidi tuo padre, tua madre e tuo fratello NON E’ COLPA TUA, noooooooooooooo, sei solo matto.
Ogni persona è resposanbile di quello che fa.
Togliere questo fondamento nell’amministrazione della giustizia significa perpetuare l’ingiustizia.
Ma il colmo l’ho sentito ieri notte in Tv. E indovinate da chi? Da una psichitra, OVVIAMENTE!!!!!
Il suo punto di vista è: “il signor Carretta ha fatto il suo percorso curativo e ha, a tutti gli effetti, gli stessi diritti di qualunque altro cittadino, compreso il diritto a ereditare i beni dei genitori.”
Il giornalista (il bravo Belpietro) incalza: “Ma lei reputa morale che questo tipo intaschi l’eredità dopo aver ucciso i genitori?”. Risposta dell’automa impersonale-piena di se-al di sopra di ogni giudizio-vicina a Dio che si spacciava da “autorità”: “io sono un medico, non entro in questioni morali…………”
Mi viene da vomitare.
E a persone come questa noi cittadini italiani affidiamo perizie sui giudicandi in tribunale, affidiamo la stesura di programmi scolastici, e affidiamo i nostri figli quando hanno dei problemi.
Mi viene da vomitare.
E continuare a pensare che questo pianeta stia veramente impazzendo, andando oltre ogni ragionevole buon senso.
Per aspera ad astra!
Riferimenti: Sito di "Chi l’ha visto?"

lunedì 29 maggio 2006

lunedì 29 maggio 2006 Il "Codice da Vinci": bruciato il libro dal parroco dinnanzi alla folla.

A quanto pare un buco spazio-temporale si è aperto in Sardegna e, quasi magicamente, un tunnel di collegamento tra il 2006 e il medioevo si va a creare.
Così basta andare in Barbagia in queste ultime settimane per vedere una crociata come da secoli non se ne vedevano contro il nuovo acclamato anticristo: “Il codice Da Vinci” dell’americano Dan Brown.
Voglio essere chiaro:
io penso che chiunque possa e debba esprimere le proprie opinioni, difendere le proprie idee e pretendere rispetto per la propria religione.
Inoltre penso che la Chiesa Cattolica ha sempre il diritto di dire la sua su qualsiasi area della vita civile: da quando in qua un’organizzazione religiosa non può dire la sua sul mondo?
Detto questo (a titolo di chiarezza) il punto è un altro. Il punto è veramente un altro.E cioè
visto e considerato che la religione musulmana vive un periodo di espansione; visto che l’islam ha, in una grande numero di musulmani, preso una piega intollerante e totalitaria con l’impossibilità di dialogo vuoi vedere che i cattolici hanno sviluppato quasi un senso di inferiorità misto a invidia e hanno deciso di diventare essi stessi intolleranti e fare vari passi indietro rispetto agli orientamenti degli ultimi anni?
La mia è una domanda provocatoria. Anche perchè parlando di grandi numeri, in queste affermazioni si vanni a includere, purtroppo, persone e posizioni molto lontane tra loro.
Ma questo ultimo avvenimento accaduto ad Atzara (in provincia di Nuoro) pare veramente essere significativo come punta di un iceberg di qualcosa che sta mutando. Si tratta dei primi effetti del nuovo corso del papa tedesco?
Di certo anche la comunità stessa di Atzara è rimasta alquanto scioccata dal fatto. Molte persone partecipavano ad una cerimonia, quando il parroco lanciando anatemi biblici vari ha dato fuoco ad una copia del libro di D. Brown. Molti fedeli si sono dissociati da questo atto. E il sindaco del paese ugualmente ha preso le distanze.
Ho fatto le mie premesse. Qui non parliamo di Brown o delle sue tesi. Parliamo di MODI. I modi di espressione sono a volte importanti quanto ciò che si dice.
Che senso ha tutto questo?
A me lascia una gran brutta sensazione.
I libri non si bruciano mai. E’ un modo di agire che mi ricorda troppo il totalitarismo comunista e nazista. I libri non si bruciano mai.
Si può polemizzare ma anche in questo caso la domanda è: quale scopo questo parroco voleva ottenere?
Impedire che il suo gregge venisse disperso dalle languide tesi dello scrittore americano?
Perchè, semplicemente, non tenere un convegno in paese e mostrare le verità storiche ai fedeli? Troppo rispettoso, forse?
Va bene, forse, in una società dove urlare significa essere ascoltati di più questo ha un senso.
Ma ricordiamoci, una società che comincia a bruciare i libri finisce con il bruciare esseri viventi. E non mi importa in nome di quale Dio ciò viene fatto. La storia ci ha dimostrato che agire sotto la protezione di Dio o di un dio non trasforma una azione sbagliata in una azione giusta.
E voi che ne pensate?

lunedì 22 maggio 2006

Censurato il "Codice Da Vinci" a Nuoro!

Mi ero ripromesso di non scrivere niente a proposito del Codice Da Vinci non perchè abbia qualche riserva a riguardo ma perchè sono rimasto perplesso 1) per l’attenzione che gli è stata data (in positivo e in negativo) e 2) perchè sono dispiaciuto che tanta cagnara sia stata fatta all’uscita del film e non all’uscita del libro.
Della serie che l’immagine batte la scrittura su tutti i fronti.
Ma la notizia che ieri ho letto su un quotidiano sardo ha (secondo me) dell’incredibile. E mi piaceva portarla all’attenzione di tutti.
A Nuoro, capoluogo di provincia della mia isola, esiste un solo cinema.
E già questa sarebbe una notizia scandalosa.
Ma la cosa assurda è che tale cinema, in controtendenza rispetto a tutti gli altri, ha palesemente deciso di non proiettare il film “Il codice Da Vinci” accogliendo la raccomandazione della CEI (conferenza episcopale italiana) di boicottaggio dello stesso.
Il cinema in questione (cinema “Le Grazie”) è di proprietà di un gruppo religioso cattolico il quale ha, comunque, delegato la gestione dello stesso a persone al di fuori del contesto religioso e di indiscutibile professionalità cinematografica.
In tutti gli scorsi anni questa proprietà non aveva mai interferito con le scelte dei palinsesti. E altri film discussi sono stati comunque (e giustamente) proiettati.
Ma sul film di Ron Howard e Tom Hanks è scesa la scure della censura. Quantomai anacronistica e palesemente inutile.

Che senso ha proibire la visione di un film in un cinema?
Forse serve a esprimere dissenso…. Potrebbe essere…
Essendo il sottoscritto un eterno difensore del diritto di chiunque di poter esprimere le proprie opinioni, difendo il diritto della Chiesa, della CEI e di chiunque di dissentire dai contenuti del romanzo (sempre di romanzo si tratta) e di esprimere il proprio giudizio negativo. Ma esistono mille modi per esprimere il dissenso e quello di proibire la messa in onda in una sala cinematografica, essenso questa l’unica sala della città e di tutta un’enorme area geografica, mi sembra veramente fuori luogo.
Il film è un film. Forse bello, forse sbagliato, forse sempliciotto.
La Chiesa e i vescovi forse dovrebbero protestare per qualcosa di più importante.
Io non sono nè cristiano nè cattolico. Difendo i diritti di ogni uomo a praticare le proprie dottrine religiose e i propri riti. Ma mi piacerebbe far notare che un’azione più saggia per i vescovi sarebbe censurare il comportamento di tutti quei credenti che non sono praticanti e che non osservano i precetti e i comandamenti della loro religione.
La censura o il boicottaggio è un sistema vecchio e superato.
Se la Chiesa ha paura di un romanzo, se ha paura che la fede dei suoi aderenti venga scossa da un romanzo di fantasia beh, allora direi che, come istituzione, è proprio alla frutta.
La religione cattolica è in declino come aderenti e come espansione da decenni. Al suo interno persone bellissime e spiritualmente meravigliose lottano per difenderne i molti lati positivi. Ma è indubbio che si tratta di un’organizzazione decadente.
E quando parlo di questo non mi riferisco al suo significato o al messaggio religioso in essa contenuto. Cristo è Cristo e il suo vangelo è il suo vangelo.
Ma se ci siamo ridotti a fare i dispetti come i bambini non facendo vedere un film “scomodo” in un proprio cinema, beh…..
La cosa si mostra da sola.
E da sola si mostrerà il suo effetto boomerang.
Accetto commenti su questo fatto. Vorrei conoscere la vostra opinione. L’opinione dei blogger: cosa ne pensate di questa censura?
Grazie e per aspera ad astra!
Riferimenti: Altro mio post sul "Codice Da Vinci.

giovedì 11 maggio 2006

Il fascino dei soldi e il calcio telecomandato

Sulle prime volevo scrivere un post relativo al cosidetto “scandalo Juve”. Sono un tifoso juventino e volevo dire la mia. Poi mi sono fermato. In realtà da anni ho come bersagli preferiti 2 categorie ben precise: ovvero gli psichiatri e i giornalisti. Mi piace attaccarli….. O meglio attaccare le loro categorie perchè molte persone tra loro sono persone in gamba e oneste. Ma il sistema che è stato costruito….. Vabbè, lasciamo perdere.
Così da tanto tempo mi sono ripromesso di non condannare niente e nessuno a meno che non ci siano prove evidenti della cosa. Per me è un punto fermo.
Non voglio partecipare alla solita “cognanata” in cui tutti parlano e dicono qualcosa senza sapere esattamente i chi, i quando e i dove.
Ma, davvero, ad una persona che ha fiducia nelle cose e che ancora si illude che i simboli valgano qualcosa, davvero è dura.
Sono juventino da quando ero piccolo.
Non mai pensato che il mondo fosse pieno di stinchi di santo ma pensare che persone che hanno così tanti soldi possano distruggere i sogni di migliaia di tifosi è di una disumanità unica.
Non si tratta di quante leggi siano state violate o di quanto grave possa essere, se confermata, la frode sportiva.
Si tratta di capire quanto fascino hanno i soldi o il gusto di giocare sporco.
Ho fatto il calciatore dilettante per anni.
So che il calcio giocato è diverso dal calcio visto in TV. Soprattutto dal calcio commentato. Il calcio dei Piccinini o dei Biscardi, giusto per fare alcuni nomi.
Ma tutto questo supera il limite.
Un solo concetto:
VERGOGNA.
Anche se siete innocenti e la situazione, forse, è stata gonfiata.
VERGOGNA.
E, anche nel calcio, pensate con la vostra testa e non con quella della TV o quella dei soldi fascinosi di Moggi e C.
per aspera ad astra

giovedì 27 aprile 2006

A quando le stragi nelle scuole come negli USA?

Ho sentito questa notizia stamattina in tv e la rivedo (ovviamente) riportata su molte testate giornalistiche.
Subito una domanda: a quando le stragi dovute a armi da fuoco nelle scuole italiane come spesso accade negli Stati Uniti?
Perchè stiamo percorrendo completamente la loro strada. Non è una questione politica, la politica non c’entra niente. Ma mi rivolgo ad una larga fetta di italiani che tendenzialmente non sorridono leggiadramente a tutto ciò che importiamo dagli USA.

Perchè degli USA dobbiamo importare tutto?

Dove è finita il saggio fardello di esperienze culturali e sociali del mediterraneo latino e della vecchia Europa?
Vabbè che il progresso sembra essere diventato solo andare ottusamente avanti? Qualsiasi cosa sia nuova sembra essere migliore di quella vecchia!
A Milano un bambino di 12 anni è stato sospeso dalla scuola perchè il preside e gli insegnanti hanno DECISO che per essere accolto egli deve “curarsi”. E fin qui niente di particolare. Corretto.
Se non fosse che il bambino non soffre di nessuna malattia organica accertata.
Egli è semplicemente un bambino vivace. O forse discolo. Questo è quello che dicono i genitori. Ma il punto non è quano sia bravo o meno il bambino.

Il punto è che per essere riammesso, gli organi direttivi della scuola vogliono che egli si sottoponga ad una terapia psico-farmacologica a base di Ritalin (Metilfenidato cioè un’anfetamina) per la cura dell’ADHD.
Il quale sarebbe (il condizionale è d’obbligo) una malattia dal nome roboante (Attention Deficit Hyperactivity Disorder = Disordine da Deficit dell’Attenzione e Iperattività) che dice che il bambino è un malato psichiatrico.

Cioè un bambino vivace o discolo non è più una faccenda educativa ma una faccenda medica. E la cura? Un’anfetamina prodotta dalla Novartis (società svizzera dai fatturati multimiliardari). Un’anfetamina i cui effetti dannosi sono SCIENTIFICAMENTE provati ma i cui benefici sono incomprensibili.
Kurt Kobain era uno di questi bambini difficili. “Curato” con il ritalin, abbiamo visto dov’è finito.
Io ho un’ipotesi. Dura, da vomitare ma credo molto vicina alla realtà.
I signori delle marionette (multinazionali, lobby di potere, etc.) vogliono un mondo di zombie. Zombie che guadagnino ma non troppo. Giusto il tanto per spendere TUTTI i loro soldi in mille prodotti imposti. O con la pubblicità martellante o con l’inganno.
Che i bambini possano essere indisciplinati o difficili è possibili.

Che questa sia una malattia non è vero ma non è neppure scientificamente provato. E’ una teoria psichiatrica. Ed io, ad una pseudo-scienza che in 2 secoli ha prodotto colo coercizione, elettroshock, manicomi e droghe, non son propenso a credere.
In America hanno iniziato questo percorso negli anni 80. Ora ci sono quasi 6 milioni di bambini sotto trattamento. Le stragi nelle scuole sono solo una conseguenza dell’aumento della diffusione di queste droghe legali con migliaia di effetti collaterali tra cui gli istinti omicidi e la violenza.
In Italia ridevano quando io e pochi altri raccontavamo queste tragiche verità. Dicevano: “Solo da quei pazzi degli americani può avvenire questo!”.

Mi ricordo. Eravamo nel 1996, nel 1997 e nel 1998. Fu quando iniziai a parlarne ad amici, conoscenti e interlocutori vari.
Che ottusi. E’ vero che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Ora siamo ancora in tempo. Ci si può informare. Lo si può fare. Non è detto che se una cosa viene affermata da un dottore in camice bianco o da un preside sia verità assoluta.
Siamo ancora in tempo. Facciamo qualcosa per non diventare come gli USA.
Altrimenti quanto tempo ancora dovremmo aspettare per vedere le stragi di violenza nelle scuole come negli Stati Uniti.
Per aspera ad astra!
Riferimenti:
Articolo del TGcom

mercoledì 1 marzo 2006

"Il codice Da Vinci" sotto processo: che assurdità!

Mentre stamattina facevo colazione, sento in TV un servizio che ha dell’assurdo. Non che le cose che provengano da quella scatola infernale siano quasi sempre lontane dagli standard del grottesco, dell’effimero e del paradossale. Ma non facciamo demagogia.
Un servizio giornalistico illustra che l’autore dell’oramai ultracelebre libro “Il codice Da Vinci”, l’americano Dan Brown, è alle prese con un processo in Inghilterra per “furto” di idea letteraria.

Anni fa alcuni autori avrebbero scritto un saggio dove avrebbero, per la prima volta, enunciato la teoria che Dan Brown userà come cardine per il suo romanzo: cioè il fatto che Gesù abbia avuto un figlio con Maria Maddalena e che da lì si sia creata una discendenza ‘reale’ giunta fino ai nostri giorni attraverso i secoli protetta da organizzazioni quali i Templari e da mille segreti. Non, quindi, il Santo Graal ma il Sang Real (il sangue reale).

Secondo questi autori (di cui non ricordo i nomi) Dan Brown avrebbe copiato l’idea pari pari e ne avrebbe fatto un romanzo vendendo milioni di copie. L’accusa? Furto di idea! Richiesta? Risarcimento multimilionario alla casa editrice e allo stesso Brown.
Che dire? Per me non solo questa è follia! E’ un attentato alla creatività di una persona e un bruttissimo precedente legale se questi saggisti dovessero averla vinta!
Non sono un fans particolare di Dan Brown. Ho letto i suoi libri e conosco il suo stile letterario. Potrei dire molte cose su questo aspetto.
Ma mi spaventa l’idea delle sanguisughe e dei parassiti.
E quello che mi si presenta mi ricorda questo.

Mi fa pensare che 2 furboni, sicuramente consigliati da qualche avvocato drittone, pensano che sia più semplice mettere in piedi questa farsa invece che guadagnare soldi e popolarità con le loro uniche forze. Nel peggiore dei casi, anche se dovessero perdere, si sono assicurati visibilità e promozione del loro libro. Nel migliore dei casi, si portano a casa milioni di dollari.
Rubati!
Dan Brown non ha negato di aver letto il loro saggio. Ci mancherebbe. Ma che importa.
L’arte è creatività. Ma la creatività non è partorire sempre qualcosa che nessuno ha fatto o ha detto.

QUESTO E’ASSURDO IN TERMINI!
Che significa? Che se un pittore un giorno dipinge una cascata con un albero vicino, nessuno potrà ridipingere quel soggetto? Che se uno scrittore parla di una relazione problematica tra padre e figlio nessuno scrittore potrà parlare di padri e figli. Non continuo con gli esempi, è troppo stupido.
Nell’arte esiste l’ispirazione ed esiste l’elaborazione dei temi umani. La cultura è questo. Il continuo rimestare e digerire le faccende umane.
La teoria portata con successo alla notorietà da Brown non è un’invenzione dei 2 saggisti. Allora anche loro l’hanno copiata?

Ma non continuo, perchè più ne parlo e più mi avvilisco.
Cito, per far capire, solo un esempio.
Si tratta del fumetto Dylan Dog, di Tiziano Sclavi edito dalla Bonelli Editore.
E’ un fumetto che ha segnato la svolta dei fumetti in Italia diventando un fenomeno di costume e un punto di riferimento per molti giovani. Diventando, tra l’altro, oggetto di studi per capirne il successo.
Dylan Dog è un’opera letteraria oltremodo culturale e rappresenta proprio al massimo la capacità di una creazione di ri-elaborare temi e altre opere (cinematografiche e letterarie). Dylan Dog si è ispirato a film e storie già scritte, spesso citandole o spesso accarezzandole. Senza nascondersi, spesso in modo sfacciato. Ma aveva delle premesse. E il risultato sono state altre opere artistiche bellissime che hanno preso vita propria e da copie sono diventate esse stesse foonte di ispirazione per giovani autori.

Concludo dicendo che se si seguisse questa idea del furto di idea letteraria, allora i drammaturghi greci e latini saranno felici. Diventeranno ricchi poichè, soprattutto al cinema e a Hollywood in particolare, quasi tutte le storie raccontate sono state prese (forse anche inconsapevolmente) da storie già scritte. Da autori di 2.000 anni fa.
Scusate dello sfogo ma da scrittore dilettante la cosa mi ha dato rabbia.
Per aspera ad astra.

sabato 25 febbraio 2006

I multilevel, perchè sono una truffa!

Ogni tanto rialzano la testa.
Sembrano scomparire ma ogni tanto ritornano in vita.
Parlo dei multilevel o multilivello, un sistema nato negli USA negli anni ‘80 e diffusosi in maniera incontrollabile nel decennio successivo anche in Italia.

Facciamo una premessa: come la stragrande maggioranza delle tecniche, delle strumentazioni o delle invenzioni, il multi-level non è nè buono e nè cattivo in se.
Dipende dall’uso che se ne fa. Come un coltello il quale può essere usato per affettare una salsiccia ma anche per pugnalare una persona.
Di per se, anzi, è un’idea abbastanza buona per economizzare sui costi di distribuzione dei prodotti. Come funziona (per quanto il sistema sia abbastanza conosciuto)?

Un’azienda ha un prodotto o un servizio. Deve farlo arrivare al suo potenziale cliente. Per farlo fino agli anni ‘80 si usavano 2 metodi fondamentali: la distribuzione attraverso strutture fisse (negozi, supermercati o, al limite, mercatini itineranti) oppure tramite la vendita per corrispondenza (tramite un catalogo si ordina la merce inviata via posta).
Cosa comporta questo? Nel primo caso enormi costi di infrastrutture e di movimentazione merci. Le merci devono già essere nei negozi per essere viste e rimanere in attesa di essere vendute. Un negoziante deve spendere centinaia di migliaia di euro solo per predisporre uno spazio alla vendita della merce. Nel secondo caso (la vendita per corrispondenza) il problema risiede nel fatto che un catalogo è ambiguo e anonimo. E per di più è assolutamente passivo nei confronti del potenziale cliente.
La soluzione è di trovare degli intermediari che colgano i vantaggi dei 2 metodi. Nessun costo di infrastrutture e la causatività sulla vendita.
Sull’onda dei rappresentanti, ecco il sistema marketing a multilivello. L’azienda mette dei responsabili a capo di una struttura. Gli da una competenza territoriale e gli chiede di contattare altre persone che vendano i prodotti dell’azienda direttamente al pubblico.
Nessun canale fisico di distribuzione ma solo un canale di persone. Nessun costo per infrastrutture e solo compensi per il lavoro delle persone.
Se il prodotto viene venduto viaggia, altrimenti sta in azienda.

La credibilità del prodotto e della vendita viene garantita dall’ultimo venditore, in genere amico o conoscente del cliente potenziale.
Ecco il sistema. Semplice e con notevoli vantaggi.
Come si nota, non c’è nessun connotato di potenziale truffa.
Certo, dopo un pò qualcuno penso che fosse dovereso allargare ancora di più la rete distributiva e anzichè farlo con un sistema orizzontale (un responsabile che continuava a girare con il solo scopo di mettere sempre più venditori pagati a provvigione sulla linea distributiva) qualcuno optò per un sistema si crescita verticale.

Cioè l’ultimo venditore oltre che vendere i prodotti poteva (e doveva) cercare altri venditori da “mettere sotto di se” cioè da collocare gerarchicamente al di sotto della responsabilità. L’incentivo a fare ciò? Ecco il colpo di genio. Prendere una piccolissima provvigione sulle vendite dei venditori sotto di lui.
Le possibilità di guadagno aumentavano. Il venditore poteva avere (per esempio) la provvigione del 20% sulla vendita dei suoi prodotti e del 5% sulla vendita dei suoi sottoposti (i quali prendevano ovviamente il 20% sulle loro vendite). Ma il gioco poteva essere ampliato con delle scale progressive. Il venditore prendeva il 20% sulle vendite proprie, il 5% sulle vendite di tutti i venditori del 2 livello sotto di lui, il 2% delle vendite di tutti i venditori del 3 livello sotto di lui (quelli “arruolati” dai venditori del 2 livello), l’1% sulle vendite di tutti i venditori del 4 livello sotto di lui e così via.
Come si può facilmente intuire se una persona era abile a mettere sotto di lui dei venditori e ancora più abile sul far si che i suoi venditori reclutassero altri venditori, il vero guadagno diventava quello percepito dalle provvigioni del lavoro altrui.
I conti si fanno in fretta. Anche se la provvigione per i propri prodotti è alta, c’è un lavoro dietro e un limite fisico per le vendite. Ricordiamoci che i venditori nel multi-level vendono esclusivamente a singoli. Invece non c’è nessun limite a quanti venditori si possono mettere sotto.
Ma, di nuovo, non facciamo terrorismo di questo fatto. La provvigione sulle vendite di altri venditori ha una giustificazione. C’è un lavoro che il venditore senior deve fare per mantenere attiva la rete e attivi i venditori. Così come un responsabile di reparto in un grosso supermercato o un responsabile di agenzia per degli agenti di commercio.
Dov’è che la cosa diventa una truffa?

Diventa una truffa quando ci si dimentica dello scopo per cui il sistema di vendita multilivello è nato. E cioè di vendere prodotti e servizi.
Esistono tuttora alcune aziende multinazionali che operano da anni con questo sistema. Non voglio fare nomi ma principalmente nel campo degli integratori naturali, nei cosmetici o nei prodotti della casa esistono e non fanno niente di illegale.
Chi entra nella rete di vendita deve solo essere consapevole di una cosa: egli diventa un venditore. Guadagnerà in base alla qualità del prodotto e alle sue abilità commerciali. Guadagnerà dei soldi o forse no. Come qualunque altra attività commerciale. Forse si o forse no. Forse tanti o forse pochi.

Il multilevel diventa una truffa quando ci si dimentica del prodotto e si mette in piedi una rete di vendita che in realtà non ha nessun altro scopo di creare un sistema piramidale. In cima ci sono gli ideatori del sistema piramidale e successivamente si affiliano gli altri. Il prestesto per la creazione della piramide può essere parzialmente valido o assolutamente infondato.
Ho visto proposte di entrare nella rete con lo scopo di coinvolgere altre persone con il semplice miraggio di guadagnare dei soldi. Card elettroniche, punti di bonus, assicurazioni fantasma, etc. Qual’è il cavallo di battaglia? Lo schema matematico di arricchimento con la piramide.

In genere i furboni che creano la rete, coinvolgono le altre persone (con contatti privati o meeting spettacolari) mostrando i prodigi delle progressione matematiche dei guadagni. In pratica mostrano schemi (più o meno complessi) come quello che ho esemplificato sopra.
Così il potenziale venditore non pensa di essere un venditore ma solo una mente illuminata che ha scoperto il modo magico per fare i soldi senza lavorare. Deve solo entrare nel sistema piramidale il prima possibile per prendere i primi posti e far affiliare altre persone.
Ovviamente l’entrata nel sistema ha sempre un qualche, comunque basso, costo. Giustificato da mille motivi.

Così gli unici che veramente beneficiano di guadagni spaventosi sono i 2 o 3 o 10 individui che creano la piramide. Già al 2 o 3 livello i soldi diventano una normalità. Ma i veri truffati arrivano dopo e sono la massa.
Infatti se, ad esempio, ogni persona deve dare 100 ? per entrare e far affiliare 3 persone che metteranno 100 ?. A questo punto egli recupera i suoi 100 ?. Gli altri vanno a chi sta in cima alla piramide e ai costi organizzativi. Intanto un individuo mette 100 ?. Egli ha la speranza di guadagnare sulle entrate dei nuovi livelli. Pecentuali varie sulle 9 persone portate dalle 3 persone, sulle 27 persone portate dalle 9 persone, sulle 81 persone portate dalle 27, sulle 243 persone portate dalle 81.

Guardiamo che succede con uno schema semplice (in realtà lo fanno più complesso per essere compreso meno):
le prime 3 persone si prendono il 15% sul primo livello, 12% sul secondo livello, 10% sul terzo livello, 8% sul quarto livello, 5% sul quinto livello, 3% sul sesto livello, 2% sul settimo livello, 1% sull’ottavo livello sotto di loro.
Sotto le 3 persone ci sono 9 persone (15% di 900 ? = 135 ?), 27 persone (12% di 2.700 ? = 324 ?), 81 persone (10% di 8.100 ? = 810 ?), 243 persone (8% di 24.300 ? = 1.944 ?), 729 persone (5% di 72.900 = 3.645 ?), 2187 persone (3% di 218.700 ? = 6.561 ?), 6561 persone (2% di 656.100 ? = 13.122 ?), 19.683 persone (1% di 1.968.300 ? = 19.683 ?).
Le tre persone che iniziano la piramide guadagnerebbero 135 ? se si riuscisse a mettere un livello, 459 ? (135+324) se si riuscisse a mettere un secondo livello, 1.269 ? se si riuscisse a mettere un terzo livello (135+324+810), 3.213 ? al quarto, 6.858 al quinto e così via (fatevi i conti. Giunti all’ottavo livello i tre guadagnerebbero, senza far niente in realtà, 46.224 ?). Con un solo misero investimento di 100 ?
E’ ovvio che chi sente questo meccanismo vorrà entrare nella piramide. Ma da quale punto?
Mettiamo che io senta parlare di questo sistema e voglia entrarvi. Diciamo che il sistema è già giunto al 3 livello e che ci siano in giro già 81 persone che stanno reclutando nuovi affiliati. Io farei quindi parte di quel gruppo di 243 persone del 4 livello. Ciò significa che per guadagnare io i 46.224 ? promessi dal sistema occorrerebbe giungere non solo all’ottavo livello, che è già tantissimo visto che sarebbe composto da quasi ventimila persone, ma addirittura all’undicesimo con un numero complessivo di 530.226 persone.
E’ ovvio che il sistema salta dopo soli 3 o 4 livelli. Risultato i primi 3 guadagnano 3.213 euro (1.071 euro a testa), i secondi 9 guadagnano 3.807 euro (423 euro a testa), i terzi 27 guadagnano 4.131 euro (153 euro a testa) e i quarti 81 persone guadagnano 3.645 (45 euro a testa). E questi recuperano anche i loro 100 euro di ingresso. Gli ultimi 243 non avendo nessuno sotto di loro non guadagnano niente e non recuperano niente. Ci sono 243 persone truffate per 120 persone contente di cui solo 12 possono dire di essere veramente contente. Gli altri per la fatica di trovare altre 3 persone hanno guadagnato una miseria. E in più ci sono i soldi destinati all’organizzazione che chissà che fine fanno. Probabilmente in mano ai 3 capi che spariscono nel nulla.

Conclusione 24.300 euro sono stati truffati e 243 persone disilluse dal facile guadagno.
Questo è solo un esempio. Ma ci tenevo a fare un esempio per meglio capire come ci si può cascare.
Il guadagno facile non esiste. Esistono dei buoni affari, esistono delle ottime idee che producono anche molto denaro.

Ma qualcosa ci deve essere.
E l’idea non è un sistema. Un sistema serve per vendere qualcosa (prodotto o servizio). Non può far fare soldi da solo.
Ripeto: l’idea non è un sistema. Un sistema serve per vendere qualcosa (prodotto o servizio). Non può far fare soldi da solo.
Spero di aver detto la mia sui multilevel in modo chiaro anche se lungo.
E, come sempre, per aspera ad astra!