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giovedì 18 maggio 2006

Sesso e comunicazione: c’è una qualche relazione?

Quando si tocca l’argomento sesso si entra in qualcosa di scottante. E’ qualcosa di atavico. Inutile disquisirci sopra: è così e basta.
Non so! Non ho mai capito perchè questo argomento non possa essere un argomento e basta. Una cosa della vita, non una cosa fuori dalla vita.
Come fare la cacca! Sarà brutto parlarne, ma anche questa è una cosa della vita.
Forse qualcuno di noi non accenderà un mutuo. Forse qualcuno di noi non andrà a Lourdes. Forse molti di noi non prenderanno uno Shuttle nè tantomeno un volo intercontinentale. Forse qualcuno di noi non andrà in parlamento nè tiferà per il Brasile.
Ma tutti ogni giorno facciamo la cacca. Cose della vita.
E quasi tutti, ogni tanto qualcuno, più spesso gli altri, facciamo sesso.
Cose della vita.
Lo so che chiosare sulla cacca non è tanto divertente. In fondo le cose da dire a riguardo non sono tante. Poche le variabili e pochi i parametri.
Ma a ben pensarci, molti altri argomenti sono scontati. “Che tempo farà domani?”. Bella domanda. O c’è il sole, o piove, o c’è vento o altre 2 o tre cose. Non c’è molto da dire. Anzi si potrebbe riassumere in bel tempo oppure brutto tempo. Così, corrispondentemente, possiamo dire: hai fatto la cacca o non l’hai fatta oggi? E ancora di più: era tanta? Poca? Dura. Etc.
Cose della vita.
Dico questo e mi inoltro in questo argomento minato, giusto per cercare di capire perchè il sesso è un argomento tabù.
Sarà ma a quanto pare è una delle industrie più proficue dell’intero pianeta. E potere, industria e politica spesso vanno a braccetto con ciò.
Mi pare sia un argomento che attraversi tutti gli strati sociali.
D’altronde, cosa volete farci, cose della vita……
Ma oltre a questo, nasce la mia domanda. Perchè non si può comunicare di sesso?
Perchè a mio modo di vedere il sesso è dappertutto. Ossessivamente collocato in ambiti che nulla hanno a che fare con esso ma allo stesso tempo è tabù.
Parlare di sesso significa già entrare nel girone infernale. Un pò come parlare del fascismo significasse essere tacciati di essere fascisti.
C’è qualche strana aberrazione sul sesso. E più precisamente sulla relazione tra sesso e comunicazione. Non se ne parla ma il mondo è pieno di sesso.
Non se ne parla ma se ne parla troppo e troppo sesso viaggia sui mass-media.
Marito e moglie non parlano di sesso ma giornali, riviste e rubriche sui magazine sono piene di sesso. Sesso discusso, analizzato, mostrato, gossippato.
Ma non c’è comunicazione sul sesso.
Ma d’altronde non mi sembra che questa società abbia mai visto il sesso come comunicazione.
IL SESSO E’ COMUNICAZIONE! E’ una forma di comunicazione.
E, tecnicamente, un metodo per creare le generazioni future.
Anche per questo bisognerebbe chiarire tramite la comunicazione perchè 2 partner dovrebbero fare sesso. Quale scopo ha per entrambi? Ma qui non si parla.
Come per la cacca! Fa schifo parlare della cacca. E’ una cosa riprovevole parlare della cacca. Anzi no. Non bisogna neppure pensare che esista la cacca.
Di certo non è il mio argomento preferito ma scandalizzarsi…..
Dio mio! Ci scandalizziamo per la cacca e per il sesso.
Non ci scandalizziamo per la caduta dei valori e per la disonesta dilagante.
Anche in noi normali cittadini.
Violare le regole ormai è un segno di furbizia e non di disonore.
Secoli fa gli uomini morivano per l’onore. Anche le donne. A volte per molto meno.
Ora gli uomini temono di morire per troppo onore o per essere stati onesti.
Sesso e comunicazione. C’è qualche relazione? SI.
Perchè ogni cosa l’uomo fa ha una provenienza e un senso.
E una relazione con il mondo che lo circonda.
Guardiamo meno sesso, parliamo di meno di sesso. E di cacca.
E comunichiamo di più. Noi uomini, noi donne. Noi esseri umani.
Se comunichiamo allora anche il sesso smetterà di essere tabù e, forse, si potrà cominciare a farlo in serenità e con soddisfazione.
Forse una volta al giorno come la cacca.
Per aspera ad astra!

martedì 31 gennaio 2006

Cosa penso dei reality in TV?

Con tanti opinionisti che logorano la loro lingua e soffiano fuori il loro fiato riguardo alle tematiche televisive, mi chiedo cosa mai potrei dire di notevole riguardo ai reality?
In realtà prendo spunto dai reality per parlare di TV.

Personalmente non credo che niente che piaccia alle persone sia in linea di principio sbagliato.
Mi ricordo che in passato avessi una posizione molto critica nei confronti di chi guardava le soap opera. Mi reputavo una sorta di intellettuale che privilegiava l’elevato livello estetico delle opere artistiche dei grandi.
(Tutti hanno un passato di cui vergognarsi!)
Poi, non so come, un giorno guardai la cosa da un’angolazione completamente diversa. Pensai che, alla fine della fiera, a cosa era dovuto questo mio atteggiamento critico (con tutto il connotato negativo della parola)?
Era dovuto alla mia incapacità di stare di fronte ai gusti di un altro individuo. O meglio, i gusti di un altro individuo sembravano denigrare e sminuire i miei.
Così decisi che non era corretto criticare alcuna scelta.
I gusti son gusti.
L’arte e arte.
Ci sono opere d’arte e ci sono porcherie.
Ma se quest’ultime a qualcuno piacciono, quale è il problema.
Così viva Beautiful, Anche i ricchi piangono e Centovetrine.
Ma soprattutto EVVIVA CHI LI GUARDA, se li vogliono guardare.
E i reality? E il Grande Fratello?
La TV non è solo lo specchio dei nostri tempi. Non solo e non in misura pertinente.
La TV è uno strumento.
Uno strumento di comunicazione. Amplifica ciò che i padroni della comunicazione vogliono che venga amplificato.
Il guaio non è Grande Fratello.

Il guaio non sono (ci mancherebbe) gli spettatori del Grande Fratello.
Il guaio non è pontificare e spettegolare dei partecipanti del Grande Fratello e delle loro vicissitudini all’interno della casa.

No, è tutto un gioco. Perchè non divertirsi?
IL GUAIO E’IL GRADO DI IMPORTANZA CHE SI DA ALLA TV, AI SUOI MESSAGGI, AI SUOI PERSONAGGI E AI SUOI GIOCHI.
Il guaio non è guardare il Grande Fratello.Il guaio è chiudere gli occhi dinnanzi a molte altre cose.
Il problema non sono le assurde disavventure di Brooke e di Ridge.
Il problema è che si conoscono a menadito quelle e non i dietro le quinte di altri personaggi reali che influenzano la nostra vita.

Il vero punto di riflessione non è quanto in basso stia o meno andando la TV.
Il vero nocciolo della questione è quanto in basso stia precipitando la nostra capacità di osservazione.

La vera tragedia non è che la gente guardi la TV e i reality.
La vera tragedia è che non viviamo abbastanza la vita vera.
Anche guardando il Grande Fratello,
per aspera ad astra!
 

giovedì 5 gennaio 2006

Ingannare gli elettori: nessuna remora a dirlo

Lo ammetto. Cinque anni fa io votai il signor Silvio Berlusconi.
Non ho nessuna remora a dirlo.
Non ho nessuna remora a spiegare perchè lo feci.
Ma prima ancora di spiegare ciò, preciso che il sottoscritto non voterà per Berlusconi e per il centro destra alle prossime elezioni.
Non ho nessuna remora a dirlo.

Cinque anni fa votai Berlusconi perchè credo fermamente nel fatto che la vita delle persone sia condizionata fortemente dall'andamento dell'economia. Non sono un marxista e non penso che il soldo sia un fondamento della vita.
Credo che un fondamento della vita sia l'impulso di una forma vivente a sopravvivere. E sopravvivere è materia dell'economia.
Perchè l'economia non è una disciplina vaga e da usare quando Paolo Trombin si collega da Piazz'Affari con il TG5.
L'economia è materia di tutti noi, tutti i giorni.

Votai Berlusconi perchè non credevo più alla politica che avevo visto fino ad allora. Non credevo ai politici che avevo visto fino ad allora.
Ma soprattutto non pensavo che i punti fondamentali dei programmi e della politica economica delle forze politiche fino a quel punto fossero in grado di migliorare il nostro paese.

In Berlusconi e soci c'erano mille cose che non mi piacevano. Sapevo del conflitto di interessi e di ogni cosa di cui sono a conoscenza oggi.
Ma Berlusconi parlava in un modo diverso. Non sembrava un politico. Diceva che ognuno è artefice della sua fortuna; parlava di abbattere le tasse in modo da premiare chi fosse più produttivo; parlava di semplificare la burocrazia.
Queste cose erano per me sufficienti a preferirlo rispetto ai mille difetti egli avesse. Il mio punto di vista era cinico. Ero disposto ad accettare che egli diventasse più ricco e potente se ciò permetteva al paese di svecchiarsi e tagliare le tasse.

Sono un imprenditore. So di cosa parlo. E in un altro post ne parlerò.
Ma cinque anni fa dissi: "Se non fa quello che dice, io lo caccio via. E dopo cinque anni, se chi ho eletto non fa quello che dice, lo caccio via. E così per tutte le legislature. Forse dopo 2 secoli qualcuno comincerà a capire che deve portare a compimento i propri programmi".

Dopo cinque anni, il signor Berlusconi ha portato a termine tutto ciò che era un vantaggio per lui e per i suoi amici e parenti. In un modo vergognoso. Peggio che nelle peggiori visioni dei suoi avversari.

E non ha compiuto quello per cui le persone come me (e in Italia sono state tante) lo avevano eletto: abbassare le tasse e semplificare l'oppressione burocratica su chi vuole lavorare.
Un paese vive su chi produce. Se si colpisce chi produce, dopo qualche tempo non ci saranno risorse per nessuno. Neanche per i poveri o i disadattati.
Questo qualcuno non lo capisce.

Ho sentito il signor Silvio Berlusconi spiegare tutti i motivi per cui non ha potuto migliorare l'economia in 5 anni. Le guerre, gli attentati, la congiuntura internazionale, etc. UN PIAGNONE.
Così invece di cambiare la politica italiana, è stato Berlusconi a diventare un politico.
E' diventato uguale a chi diceva di combattere. Parla come loro, mente come loro, nicchia sugli argomenti come loro, fa la vittima come loro. Ma, di peggio, fa anche e sempre più i suoi interessi.

Dice che l'Italia ha sofferto l'euro e la congiuntura internazionale. Ma come mai nazioni come la Spagna che hanno avuto l'euro, il terrorismo e la congiuntura internazionale sono cresciuti al 2-3%? Come mai?

Non ho nessuna remora a dire che ho sbagliato.
Ho creduto a un sogno e ho sbagliato.
Ho creduto in un uomo che simboleggiava il nuovo e ho sbagliato.
Ho dato un parere positivo a una persona falsa e spregiudicata. Ho sbagliato. Non ho nessuna remora a dirlo.

Di gente come me ci si può fidare. Perchè non ho remore a confessare i miei errori.
Di gente come Berlusconi non ne abbiamo più bisogno.
E' ora che anche altri che hanno fatto il mio errore se ne rendano conto.
Per aspera ad astra!

lunedì 14 novembre 2005

Grazie a Carlo Lucarelli - l'informazione

Penso che molti di voi abbiamo visto nel corso di questi ultimi anni la trasmissione Blu Notte sulle reti Rai. E' condotta da Carlo Lucarelli. Ora non so se egli participi (credo proprio di si) anche alla realizzazione del programma e dei testi ma non è questo il punto.
 
Il punto è che voglio ringraziare pubblicamente Carlo Lucarelli e tutti i suoi collaboratori per il programma.
Ma non solo perchè ne ho viste tante puntate, tutte avvincenti e deliziose. Il motivo è un altro.
 
Il motivo di questo grazie risiede nella punta di qualche giorno fa di Matrix e, più in generale, sulla situazione dell'informazione in televisione. Cioè il problema è ancora più ampio e riguarda l'informazione in generale.
Faccio lo splendido! E prendo il discorso alla larga.
 
Un mio professore universitario, parlando di aziende, economia e organizzazione aziendale, un giorno tirò fuori la cibernetica. Io pensai che era pazzo. Ma per quanto lo pensassi, egli era semplicemente uno che prendeva i discorsi alla lontana. So che ciò, in una società frenetica e orgasmatica come la nostra, in cui lo sprint e la velocità sono il punto di riferimento, è quasi un crimine. Vabbè.
 
Egli diceva che informazione è una parola scomponibile in IN+FORMA+AZIONE. é un gioco di parole ma il concetto è bellissimo. L'informazione è l'attività di dare una forma a qualcosa di non definito. E scusate se è poco.

Ora a me questa definizione piace tantissimo. Perchè esclude (così d'un colpo!) tutti quei dati e notizie che non servono a chi le riceve a dare una forma o una definizione della scena. Perchè ascoltare un'informazione se questa non ci aiuta a dare una forma all'argomento di cui ci stiamo occupando? Dunque potremmo dire che quell'informazione non è un'informazione ma solo una notizia o pettegolezzo o opinione o velina o sussurro o parole raccordate da verbi o, più semplicemente, spazzatura usata per riempire quel vuoto di risposte che ognuno ha.


E' bello avere domande. E' bello avere domande. Ci indicano quanto siamo vivi e immersi nel walzer della vita. Ma avere molte domande crea una sete di risposte. E questa è pericolosa perchè come ogni bisogno insoddisfatto tende a pulsare e a condurci ovunque pur di essere soddisfatto. La sete di risposte ci spinge, spesso, ad accettare risposte che risposte non sono pur di far finta di aver risposte.


Un individuo senza chiarezza sul mondo accetterà quasi qualsiasi cosa gli venga spacciata per risposta. Altrimenti non si capirebbe perchè persone molto intelligenti accettano stronzate immani.


Grazie a Carlo Lucarelli.

Dopo aver visto la porcheria di Mentana (l'importante è fare spettatori e non informare!!!!) vedo risplendere di luce sfolgorante Carlo Lucarelli e il suo programma. Che, pur essendo in televisione, cerca (e riesce!!!!!) di informare lo spettatore su qualcosa. Anzi che cerca di informare lo spettatore su qualche specifico tema. Dati, correlazioni, prove e sobrietà. Un programma fatto per lo scopo di informare e fornire un servizio e non per cercare di fare molti spettatori. Se poi li facesse, sarei contento. Ma sono gli scopi.


In Tv non si vedono molti di questi esempi. Giusto qualche special qua e là. Ma se guardiamo la disperazione intellettuale dei TG e se vediamo che OVUNQUE ci sia un giornalista non c'è informazione ma solo notizie urlate, scontri, polemiche, cifre non verificate e perlopiù confusione, beh... allora potremmo elaborare quasi una legge. Dove c'è un giornalista non c'è informazione.
Almeno nell'ambito televisivo ci azzecchiamo 99 volte su 100.


Non a caso Carlo Lucarelli è uno scrittore.

Grazie a Carlo Lucarelli per averci mostrato che si può fare cultura e informazione anche in televisione. Onestamente e con molto garbo.
Per Aspera ad Astra

sabato 12 novembre 2005

Decoder

Vivo in Sardegna e questo mi spinge a occuparmi di una cosa che nella mia regione sta sollevando molte attenzioni.
Già altre persone, in tempi non sospetti, avevano sollevato delle perplessità. Ma ora la cosa si sta mostrando chiara a molti (si veda articolo di un'editorialista sul giornale Il Nord Sardegna di sabato 05.11.05).

Parlo di questo fantomatico decoder digitale che permette alle persone di poter vedere la NUOVA tv. Come dice un amico dovrebbero brevettare e imporre un decoder che impedisca di vedere la tv. Ma personalmente non mi piacciono mai le cose che impediscono. O meglio più una società si concentra su quello che si può fare e sulle regole di convivenza e meno ha bisogno di strumenti che limitino le libertà. Ma questo è un altro discorso.

Il punto è che si stanno raggiungendo livelli di ipnosi spaventosi. Il governo impone ai cittadini una nuova tecnologia. E lo fa dando dei soldi a qualcuno che produce dei decoder. Ma non danno i soldi a tutti, solo a quelli che pagano il canone.

Ma il peggio è che, sono sicuro, tra pochissimo tempo questi decoder che adesso circolano saranno già obsoleti e dovremmo comprarcene sempre di nuovi.
Già la cosa mi disturba con i telefonini e i computer. Ma almeno lì è il mercato che dirige le operazioni.
Per la televisione è veramente il massimo.
Per aspera ad astra!

Telecom: la sua fine si avvicina

Secondo me la fine della telecom (scritto in minuscolo perchè non si merita di essere elevata a nome proprio di persona o cosa) è vicina.

La fine è vicina perchè innnazitutto la pazienza è veramente finita. Parlo della pazienza degli italiani. Sono anni che subiamo gli abusi di una ditta che non rispetta minimamente i diritti dei consumatori, comportandosi come un signore medioevale nel suo feudo.Non è necessario elencare tutti i soprusi e le bassezze a cui sono ricorsi negli anni. Non è necessario. Ognuno di noi ne ha avuto una qualche esperienza.Basti pensare a l'anticipo conversazioni di cui nessuno non si sa mai la fine e di cui non vengono corrisposti gli interessi. Questa caparra che fine fa? Stiamo parlando di milioni di euro in mano loro di cui potranno disporre come meglio credono. E il sistema del call-center per IMPEDIRE di poter avere un contatto diretto con loro. Ma dei call-center parlerò in altra sede.E poi ci sono le tariffe, assolutamente improprie. E i soldi che la Telecom incassa da tutti quei lestofanti disonesti che danno servizi via telefono. Sono 15 anni che la Telecom si ingrassa facendo finta di non sapere niente mentre sventurati o sciagurati cittadini vengono prosciugati da utili o inutili 144, 166, 899 o numeri internazionali. Cui prodest? diceva qualcuno. A chi giova? Alla Telecom.
Per non parlare di mille altre truffe-non truffe di cui abbiamo sentito parlare in tv o nei giornali o negli articoli di altri semplici persone attente (non si tratta di essere intelligenti ma solo di avere l'abilità di osservare) quali il signor Beppe Grillo, precursore di tutte queste battaglie. Parlo delle segreterie non richieste, delle decine di voci incomprensibili in bolletta a cui nessuno fa caso. O se ci fa caso, stringe le spalle perchè sa che perdere tempo e denaro per venire a capo di un costo sconosciuto di pochi euro è fatica sprecata.
Ma per la Telecom sono sempre milioni di euro.Ma la fine è vicina.
La Telecom morirà. Con un tonfo sordo. Per i troppi debiti. Per la concorrenza che prima o poi la batterà. Ma soprattutto per la sua incredibile fiducia nel monopolio e nell'inerzia degli italiani. Non siamo così popolo bue. La Telecom sta ignorando la nuova tecnologia telefonica, il VOIP. Cioè i sta tagliando fuori dall'innovazione.
E cosa da? Prezzi alti, cattivo servizio e malizia.Telecom: erano anni che volevo sfogarmi con te per tutte le rogne che mi hai dato e i danni che mi hai causato.
Per aspera ad astra!

I numeri telefonici

Ecco qualcosa di molto teatrale e di impatto. Qualcosa relativo all'economia o alla politica. 
Stavo pensando di iniziare facendo notare una cosa relativamente al pastrocchio informativo legato al "caso" Rockpolitik, la trasmissione di Adriano Celentano.

Poi, l'altro giorno, ho notato una cosa che mi ha insospettito.

Fino a poche settimane fa, quando ricevevo sul telefonino o in segreteria dei numeri fissi sconosciuti, avevo l'abitudine di andare su internet e nel sito info412 di telecom (lo scrivo minuscolo perchè non ha diritti di essere scritto in maiuscolo: ne riparleremo) digitavo i numeri o il numero di cui volevo conoscere il proprietario.
Fino a qualche settimana fa era un bellissimo servizio. Veloce e gratuito (a parte i costi di connessione).

Poi, da un momento all'altro, il sito cominciava a rispondermi con una frase del genere:


Il numero cercato non può essere fornito su indicazione del cliente in base alla legge tal dei tali etc., etc.

Mi sono ricordato della famigerata legge 675 del 96 sulla privacy e ho emesso un sospiro. Vabbè.
Poi il sospetto. Per curiosità digito il numero della mia ditta. E cosa compare. La stessa scritta. A quanto pare qualcuno mi ha scavalcato e ha richiesto esplicitamente alla telecom (lo scrivo in piccolo) di non voler più comparire. A parte il fatto che io voglio che l'indirizzo e il nome della mia ditta compaia nel info412, se la cosa non è stata richiesta da me, chi mai si è permesso di dare questa fantomatica indicazione?

Magari è un automatismo in virtù di qualche articolo delle sopraccitata legge. Forse. Ma allora perchè scrivere su indicazione del cliente.


Ma il mio sospetto, venato da fastidio a priori e versamento di bile sulla fiducia, è legato al fatto che sospetto, quindi dico sospetto, che la cosa sia legata a questo proliferare incontrollato di servizi di numeri telefonici a pagamento che danno informazioni sugli elenchi degli abbonati. Sappiamo di cosa stiamo parlando. 892892, 892412, 1240, 1299,1288, 1254 e chi più ne ha ne metta.


Sarei curioso di sapere se chiamando uno di questi numeri e dando il numero di telefono della mia ditta, mi forniscono il nome e l'indirizzo. Sarei curioso. In base all'esperienza delle pagine internet (gratis) a meno che una persona non abbia dato l'esplicito consenso di pubblicare i suoi dati, dovrebbero in automatico escludere tutti gli abbonati.


Ma io sospetto, dico sospetto, che invece chiamando uno di questi numeri (a pagamento) ti diano l'informazione richiesta e sospetto che se chiamo e spendo 4 o 5 euro mi diranno che allo 01234/567890 ci sta la mia ditta.

Il fantasma delle disdette ha pensato di togliere il mio indirizzo solo dalle pagine internet e non dai numeri a pagamento. Sospetto.

Vorrei togliermi il sospetto e chiamare. Forse lo farò. Mi dispiace buttare via i soldi in questo modo. Ma forse lo farò.

Magari sono solo sospettoso.
Per Aspera ad Astra!