giovedì 29 giugno 2006

Il voto, la devolution e la democrazia

Qualcuno (non ricordo più chi) disse che la democrazia è la peggior fomra di governo attuabile ma, purtroppo, è anche l’unica realizzabile.
Aforisma fulminante e denso di contenuti. Quasi una battuta.
Oggi leggevo in un giornale un servizio sui costi della democrazia. Solo nel 2006 l’Italia ha speso più di un miliardo di euro per pianificare e realizzare ben 3 turni di votazioni (politiche, amministrative e referendarie).
Costi di organizzazione, di materiali e di personale.
Ma la mia domanda è: MA DAVVERO VOTARE EQUIVALE SEMPRE E ASSOLUTAMENTE A DEMOCRAZIA?
Non credo.

Il voto a suffragio universale (a tutti) è stata una GRANDIOSA conquista di civiltà. Spesso mi sembra che questa conquista sia stata una vittoria di Pirro. I reali progressi in direzione di una democrazia diretta e reale mi sembrano assenti.
Per dirla con un’immagine, mi sembra di essere in un gruppo (una squadra di calcio, un’azienda o una famiglia) in cui ci sono determinati problemi da risolvere e non si fa altro che riunirsi per discutere su quello che c’è da fare. Riunioni e discussioni su discussioni e riunioni.

Non so. Credo che democrazia significhi semplicemente che il potere è del popolo. Che lo esercita tramite dei rappresentanti liberamente eletti. Ma democrazia non significa altro che qualcuno fa e che gli altri controllano e giudicano.
In realtà mi sembra che molti fattori nascosti e subdoli minino alla base questa impalcatura democratica.
Chiamare la persona della strada a giudicare un impianto legislativo di 50 articoli di evidente complessità giuridica e politica è DEMOCRAZIA?
Cioè è evidente la correttezza di chiamare il popolo a prununciarsi sui cambiamenti della costituzione ma sono corrette le MODALITA’?
Un vecchio del mio paese diceva che tutto è giusto quando è teoria.
Ma le cose scorrette si mostrano proprio quando concrete e reali diventano le MODALITA’ in cui i pensieri diventano azioni.
Mi sa tanto di vivere in un mondo distorto.
E in un mondo dove è sempre più difficile.
Per aspera ad astra.

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