venerdì 28 aprile 2006

Un nuovo giorno

Un giorno mi sono svegliato ed ero già grande.
Un giorno ho aperto gli occhi ed erano già pieni di lacrime.
Un giorno ho pensato di poter dire quello che pensavo.
Un giorno mi hanno detto che potevo parlare.
Un giorno ho visto una rosa al mio fianco scomparire in un solo secondo.
Un giorno mi hanno detto che incontrerò la sconfitta.
Un giorno il sole non sorgerà più per me.
Un giorno ho chiesto di essere ascoltato.
Un giorno ho pianto guardando in faccia la pazzia.
Un giorno ho pensato che potesse essere l?ultimo.
Un giorno mi sono chiesto che ne è stato di tutto l?affetto che ho regalato alle persone.
Un giorno ho pensato che è stato tutto inutile.
Un giorno mi son ripromesso di non scrivere più.
Un giorno volevo suonare su un palco.
Un giorno ho cantato in silenzio nel buio della mia camera.
Un giorno ho amato ed ho urlato il mio sentimento a tutte le creature dell?universo.
Un giorno pensavo di essere il re di tutte le mie creazioni.
Un giorno mi piacerebbe vedere realizzati i miei sogni.
Un giorno un bacio potrebbe regalarmi un secondo di tepore.
Un giorno un cenno di assenso mi farà varcare quella porta.
Un giorno avrei pensato di incontrare tutti gli uomini dell?universo.
Un giorno ho guardato un altro uomo con pochi soldi tra le mani.
Un giorno ho viaggiato senza fermarmi.
Un giorno ho solo chiesto di poter passare senza essere colpito alle spalle.
Un giorno ho urlato tutta la mia rabbia facendo del male a tante persone.
Un giorno ho deciso che tutto questo sarà mio.
Un giorno ho solo deciso di non fare niente.
Un giorno ho parlato con mille animali, incurante di ogni incomprensione.
Un giorno apparivo come il Dio degli indigeni.
Un giorno mi hanno urlato di smetterla di portare disordine nelle loro vite.
Un giorno sono passato ad un livello più elevato di vita e di comprensione.
Un giorno ho costruito una casa su un albero con tanti assi di legno.
Un giorno ho ascoltato una nota fuori da ogni tempo e ogni luogo.
Un giorno ho corso all?impazzata rincorrendo i miei nemici.
Un giorno riderò di tutte queste cose che sto scrivendo.
Un giorno non ricorderò nemmeno il mio nome.
Un giorno volerò anch?io in alto come i miei eroi dell?infanzia.
Un giorno creerò una macchina che distruggerà tutte le cose che non piacciono ai miei amici.
Un giorno ho creduto che qualcun altro avrebbe fatto al posto mio ciò che io volevo fare.
Un giorno ho pensato che i sogni fossero solo illusioni.
Un giorno ho sofferto scoprendo che i sogni sono la nostra unica essenza e morti questi siamo morti anche noi.
Un giorno qualcuno mi spiegherà cosa succede.
Un giorno mi volterò alle spalle per vedere quello che ho fatto.
Un giorno ringrazierò chi ha letto queste parole.
Un giorno piangerò ancora per amore.
Un giorno rimarrò ancora deluso per un tradimento.
Un giorno smetterò di sentirmi solo.
Un giorno credo che sia solo un giorno.
Un giorno dura la bellezza di un giorno.
Un giorno la vita composta da giorni mi apparirà nella sua completezza.
Un giorno i giorni saranno tanti.
Un giorno vedrò questo giorno come un semplice giorno fra tanti giorni.
Un giorno fatto di vita, di amore, di sofferenza, di sogni, di tradimenti, di progetti, di speranze, di debolezze, di ricordi, di sentimenti, di emozioni, di musica, di silenzio, di lacrime, di risate.
Un giorno fatto di vita, come tutti i giorni.

Antonello Mela

PSEUDOSCIENZA: la psichiatria (2a parte)

Cos’è una pseudoscienza?
Per capire cosa sia occorre definire cosa sia una scienza.
Non voglio essere tecnico e se semplifico i concetti è solo perchè mi interessa essere chiaro e comprensibile. Per chi volesse appronfondire le tematiche prese in esame da un punto di vista più strettamente epistemologico (l’epistemologia è la branca della filofosia che si occupa di stabilire i metodi e i limiti della scienza e della conoscenza) chiedo solo di trovare un altro momento e un altro spazio.
COS’E’ LA SCIENZA?
Innanzitutto occorre specificare che non esiste LA scienza ma esistono delle scienze. Chiamiamo colloquialmente “scienza” l’insieme delle scienze conosciute e ufficialmente accettate dalla comunità scientifica.
Ma chi decide quale sia la comunità scientifica? Prima gatta da pelare!
Cos’è una scienza, quindi?

Scienza viene dal latino “scio” (conoscere) e indica un corpo di conoscenza (un insieme di dati e relazioni fra essi) organizzati secondo criteri logici precisi e derivati dall’osservazione. Tale osservazione deve essere condotta secondo il metodo galileiano o (più correttamente) baconiano. Cioè:
1) si osservano dei fenomeni.
2) li si cataloga secondo criteri oggettivi per categorie.
3) si cercano le cause degli effetti e le relazioni causali fra loro.
4) si espone una “teoria” cioè una o più leggi che darebbero
a) una spiegazione dei fenomeni accaduti.
b) una previsione dei fenomeni che accadranno.
5) si verifica la teoria tramite esperimenti ovvero prove oggettive della funzionalità della teoria.
6) si corregge la teoria dopo gli eperimenti fino alla completa codifica delle leggi pertinenti ai fenomeni studiati.
Questa è una scienza.La chimica è una scienza. La fisica è una scienza.
La psichiatria NON è una scienza.
I fenomeni vengono osservati in modo soggettivo e non oggettivo.
Si analizzano sempre e solo gli effetti e non le cause.
Si cerca di curare sempre gli effetti e mai le cause.
Non esiste una teoria o un numero ristretto di teorie esplicative ma un’accozzaglia di dati sbattuti su libri e riviste.
Non vi è alcuna capacità di previsione dei fenomeni.
Non viene fatto alcun tipo di esperimento.

Vi è un dogmatismo insito negli psichiatri i quali escludono che qualsiasi non psichiatra possa comprendere il loro campo di studi.
La psichiatria sbaglia da quasi 2 secoli e ancora non ha corretto il suo tiro.
Giusto per fare un esempio.
Abbiamo un processo. Abbiamo un accusato di omicidio brutale. Abbiamo la difesa e l’accusa. Spesso, per non dire sempre, vediamo che, in occasione di una perizia psichiatrica le tesi della perizia dell’accusa sono antitetiche rispetto alle tesi della perizia della difesa.

Cioè lo psichiatra della difesa dice che l’imputato è incapace di intendere o volere mentre lo psichiatra dell’accusa dice che lo stesso imputato è assolutamente capace di intendere e volere.
Immaginiamoci due periti scientifici. Analizzano un qualcosa con un metodo scientifico. E’ concepibile secondo voi che arrivino a conclusioni diverse o, addirittura, contrapposte? Non è concepibile.

Ma gli psichiatri si. Poichè non hanno un metodo scientifico ma si basano su opinioni e convinzioni personali, condite con della nomenclatura specifica.
Attualmente la psichiatria ha deciso che
1) la mente umana è il cervello e che il cervello è la mente umana. Ha stabilito una IDENTITA’ assoluta tra questi 2 concetti.
2) ogni problema di comportamento dell’individuo è di origine organica. Cioè è dovuto a qualche malfunzionamento o squilibrio biochimico.
Sono ipotesi. Sono ipotesi. Sono ipotesi.
Ipotesi di lavoro accettabili ma ipotesi NON VERITA’ SCIENTIFICHE.
Non sono mai state provate. Altrimenti qualcuno mi dica che esperimento è stato fatto.
Il punto è che da queste due false verità scientifiche ne deriva che ogni problema viene “risolto” con un farmaco. Anzi chiamiamo le cose con il loro nome, con una droga. Perchè?
Per i soldi naturalmente.
Attualmente solo il mercato delle armi è superiore a quello delle droghe legali. Persino il mercato delle droghe illegali è inferiore.
E con questo dichiaro la psichiatria ufficialmente una peudoscienza che si comporta come una mafia.
Non tutti gli psichiatri sono in malafede. Molti di loro vorrebbero aiutare il prossimo. Ma non usano una scienza per farlo ma solo una corporazione di potere con alcune ipotesi di lavoro spacciate per verità scientifiche.
E se anche qualcuno di loro volesse, chi avrebbe il coraggio di buttare alle ortiche una professione e una reputazione?
Per aspera ad astra!

giovedì 27 aprile 2006

A quando le stragi nelle scuole come negli USA?

Ho sentito questa notizia stamattina in tv e la rivedo (ovviamente) riportata su molte testate giornalistiche.
Subito una domanda: a quando le stragi dovute a armi da fuoco nelle scuole italiane come spesso accade negli Stati Uniti?
Perchè stiamo percorrendo completamente la loro strada. Non è una questione politica, la politica non c’entra niente. Ma mi rivolgo ad una larga fetta di italiani che tendenzialmente non sorridono leggiadramente a tutto ciò che importiamo dagli USA.

Perchè degli USA dobbiamo importare tutto?

Dove è finita il saggio fardello di esperienze culturali e sociali del mediterraneo latino e della vecchia Europa?
Vabbè che il progresso sembra essere diventato solo andare ottusamente avanti? Qualsiasi cosa sia nuova sembra essere migliore di quella vecchia!
A Milano un bambino di 12 anni è stato sospeso dalla scuola perchè il preside e gli insegnanti hanno DECISO che per essere accolto egli deve “curarsi”. E fin qui niente di particolare. Corretto.
Se non fosse che il bambino non soffre di nessuna malattia organica accertata.
Egli è semplicemente un bambino vivace. O forse discolo. Questo è quello che dicono i genitori. Ma il punto non è quano sia bravo o meno il bambino.

Il punto è che per essere riammesso, gli organi direttivi della scuola vogliono che egli si sottoponga ad una terapia psico-farmacologica a base di Ritalin (Metilfenidato cioè un’anfetamina) per la cura dell’ADHD.
Il quale sarebbe (il condizionale è d’obbligo) una malattia dal nome roboante (Attention Deficit Hyperactivity Disorder = Disordine da Deficit dell’Attenzione e Iperattività) che dice che il bambino è un malato psichiatrico.

Cioè un bambino vivace o discolo non è più una faccenda educativa ma una faccenda medica. E la cura? Un’anfetamina prodotta dalla Novartis (società svizzera dai fatturati multimiliardari). Un’anfetamina i cui effetti dannosi sono SCIENTIFICAMENTE provati ma i cui benefici sono incomprensibili.
Kurt Kobain era uno di questi bambini difficili. “Curato” con il ritalin, abbiamo visto dov’è finito.
Io ho un’ipotesi. Dura, da vomitare ma credo molto vicina alla realtà.
I signori delle marionette (multinazionali, lobby di potere, etc.) vogliono un mondo di zombie. Zombie che guadagnino ma non troppo. Giusto il tanto per spendere TUTTI i loro soldi in mille prodotti imposti. O con la pubblicità martellante o con l’inganno.
Che i bambini possano essere indisciplinati o difficili è possibili.

Che questa sia una malattia non è vero ma non è neppure scientificamente provato. E’ una teoria psichiatrica. Ed io, ad una pseudo-scienza che in 2 secoli ha prodotto colo coercizione, elettroshock, manicomi e droghe, non son propenso a credere.
In America hanno iniziato questo percorso negli anni 80. Ora ci sono quasi 6 milioni di bambini sotto trattamento. Le stragi nelle scuole sono solo una conseguenza dell’aumento della diffusione di queste droghe legali con migliaia di effetti collaterali tra cui gli istinti omicidi e la violenza.
In Italia ridevano quando io e pochi altri raccontavamo queste tragiche verità. Dicevano: “Solo da quei pazzi degli americani può avvenire questo!”.

Mi ricordo. Eravamo nel 1996, nel 1997 e nel 1998. Fu quando iniziai a parlarne ad amici, conoscenti e interlocutori vari.
Che ottusi. E’ vero che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Ora siamo ancora in tempo. Ci si può informare. Lo si può fare. Non è detto che se una cosa viene affermata da un dottore in camice bianco o da un preside sia verità assoluta.
Siamo ancora in tempo. Facciamo qualcosa per non diventare come gli USA.
Altrimenti quanto tempo ancora dovremmo aspettare per vedere le stragi di violenza nelle scuole come negli Stati Uniti.
Per aspera ad astra!
Riferimenti:
Articolo del TGcom

mercoledì 19 aprile 2006

Riflessione sul dolore e sull’amicizia

Trovo su Internet (www.magnaromagna.it) questa storia.
Mi è sembrata molto bella e degna di essere pubblicata.

“Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo.
Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza.
L’altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.

Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.

L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.

Sebbene l’altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.

Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
L’uomo chiese all’infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle così così meravigliose al di fuori da quella finestra.
L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.
Forse, voleva farle coraggio disse.

Epilogo:
vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.”
E come sempre,
per aspera ad astra!

giovedì 13 aprile 2006

Alla carica: come scorre il mondo!

Alla carica, come scorre il mondo. Ti giri e tutto cambia, niente rimane al suo posto……
Ma sarà vero?
Sono arrivate le elezioni e grosse tragedie si sono consumate.
Ho vissuto queste cose.

Mi sono già scusato per l’assenza.
L’ho fatto con tutti i gentilissimi aficionados che sono venuti a trovare.
GRAZIE DI CUORE DEL VOSTRO AFFETTO!!!
Ma voglio scusarmi anche con me stesso.
Vittima, vittima di un sistema di vita che ci sta togliendo il gusto di vivere proprio quando ci sta regalando la possibilità di vivere.
Leggevo ieri un piccolo appunto su un articolo economico.
Diceva che 2 o 3 secoli fa un agricoltore lavorava 8 ore per produrre 1 kg di raccolto mentre adesso l’agricoltore lavora SEMPRE 8 ore per produrre 100 kg di raccolto.
Il raccolto è aumentato ma l’agricoltore non ha più tempo per se, per la conoscenza, per la famiglia, per l’arte, per la spiritualità o il cavolo che vuole.
E’ sempre un discorso di fini e mezzi.
I mezzi sono diventati fini.
Così io mi scuso con me stesso per non avermi dato il tempo di dedicarmi ad una delle cose che mi piacciono di più.
Scrivere e interagire con le persone.
Ma le scuse trovano il tempo che trovano se non sono seguite dal rimediare il danno fatto.
Salve a tutti, grazie ancora della pazienza e
per aspera ad astra!

lunedì 27 marzo 2006

Lunga assenza!

Lunga assenza, c’è stata una lunga assenza.
Assenza di vita, di densità emotiva o solo assenza della presenza.
Dispiaciuto? Certo un pò.
Stavo solo vivendo, stavo solo cavalcando il mondo.
Ho abbandonato il mio angolo di riflessione.
Lo so.
Non ho giustificazioni.
Stavo solo vivendo.
Non scrivo per vivere.
Vivo per scrivere.

E ogni tanto ho bisogno di una boccata di vita.
Per avere numeri da snocciolare e lettere da elencare.
O solo esperienza con cui crescere.
Grazie a chi è venuto a controllare se io ci fossi.
Per tutte queste persone dico solo che eravate nel mio cuore e pensavo a voi.
Ciao. Alla prossima nei prossimi giorni.

mercoledì 1 marzo 2006

"Il codice Da Vinci" sotto processo: che assurdità!

Mentre stamattina facevo colazione, sento in TV un servizio che ha dell’assurdo. Non che le cose che provengano da quella scatola infernale siano quasi sempre lontane dagli standard del grottesco, dell’effimero e del paradossale. Ma non facciamo demagogia.
Un servizio giornalistico illustra che l’autore dell’oramai ultracelebre libro “Il codice Da Vinci”, l’americano Dan Brown, è alle prese con un processo in Inghilterra per “furto” di idea letteraria.

Anni fa alcuni autori avrebbero scritto un saggio dove avrebbero, per la prima volta, enunciato la teoria che Dan Brown userà come cardine per il suo romanzo: cioè il fatto che Gesù abbia avuto un figlio con Maria Maddalena e che da lì si sia creata una discendenza ‘reale’ giunta fino ai nostri giorni attraverso i secoli protetta da organizzazioni quali i Templari e da mille segreti. Non, quindi, il Santo Graal ma il Sang Real (il sangue reale).

Secondo questi autori (di cui non ricordo i nomi) Dan Brown avrebbe copiato l’idea pari pari e ne avrebbe fatto un romanzo vendendo milioni di copie. L’accusa? Furto di idea! Richiesta? Risarcimento multimilionario alla casa editrice e allo stesso Brown.
Che dire? Per me non solo questa è follia! E’ un attentato alla creatività di una persona e un bruttissimo precedente legale se questi saggisti dovessero averla vinta!
Non sono un fans particolare di Dan Brown. Ho letto i suoi libri e conosco il suo stile letterario. Potrei dire molte cose su questo aspetto.
Ma mi spaventa l’idea delle sanguisughe e dei parassiti.
E quello che mi si presenta mi ricorda questo.

Mi fa pensare che 2 furboni, sicuramente consigliati da qualche avvocato drittone, pensano che sia più semplice mettere in piedi questa farsa invece che guadagnare soldi e popolarità con le loro uniche forze. Nel peggiore dei casi, anche se dovessero perdere, si sono assicurati visibilità e promozione del loro libro. Nel migliore dei casi, si portano a casa milioni di dollari.
Rubati!
Dan Brown non ha negato di aver letto il loro saggio. Ci mancherebbe. Ma che importa.
L’arte è creatività. Ma la creatività non è partorire sempre qualcosa che nessuno ha fatto o ha detto.

QUESTO E’ASSURDO IN TERMINI!
Che significa? Che se un pittore un giorno dipinge una cascata con un albero vicino, nessuno potrà ridipingere quel soggetto? Che se uno scrittore parla di una relazione problematica tra padre e figlio nessuno scrittore potrà parlare di padri e figli. Non continuo con gli esempi, è troppo stupido.
Nell’arte esiste l’ispirazione ed esiste l’elaborazione dei temi umani. La cultura è questo. Il continuo rimestare e digerire le faccende umane.
La teoria portata con successo alla notorietà da Brown non è un’invenzione dei 2 saggisti. Allora anche loro l’hanno copiata?

Ma non continuo, perchè più ne parlo e più mi avvilisco.
Cito, per far capire, solo un esempio.
Si tratta del fumetto Dylan Dog, di Tiziano Sclavi edito dalla Bonelli Editore.
E’ un fumetto che ha segnato la svolta dei fumetti in Italia diventando un fenomeno di costume e un punto di riferimento per molti giovani. Diventando, tra l’altro, oggetto di studi per capirne il successo.
Dylan Dog è un’opera letteraria oltremodo culturale e rappresenta proprio al massimo la capacità di una creazione di ri-elaborare temi e altre opere (cinematografiche e letterarie). Dylan Dog si è ispirato a film e storie già scritte, spesso citandole o spesso accarezzandole. Senza nascondersi, spesso in modo sfacciato. Ma aveva delle premesse. E il risultato sono state altre opere artistiche bellissime che hanno preso vita propria e da copie sono diventate esse stesse foonte di ispirazione per giovani autori.

Concludo dicendo che se si seguisse questa idea del furto di idea letteraria, allora i drammaturghi greci e latini saranno felici. Diventeranno ricchi poichè, soprattutto al cinema e a Hollywood in particolare, quasi tutte le storie raccontate sono state prese (forse anche inconsapevolmente) da storie già scritte. Da autori di 2.000 anni fa.
Scusate dello sfogo ma da scrittore dilettante la cosa mi ha dato rabbia.
Per aspera ad astra.