sabato 7 gennaio 2006

Un pianeta che muore

Civiltà in declino.
Siamo una civiltà in declino. L'orizzonte anglo-americano qualunquista, consumista, materialista, individualista, presentista, edonico e decadente sta morendo.
E tutto il pianeta sta, purtroppo, seguendo questa via. Che lo voglia o no perchè i cardini dei rapporti fra le nazioni e le culture sono stati da loro definiti.

Possiamo prender questa frase come pessimista, catastrofica o qualcosa di simile.
Possiamo ma sarebbe veramente chiudere gli occhi, andare in un bunker, murarsi dentro al buio e tirarsi u colpo di pistola per non vedere. E anche così non si potrebbe fare a meno di vedere.

Non c'è bisogno che indichi cosa c'è che non va la fuori. Ognuno di noi ha esempi a bizzeffe.
Il problema è che ormai siamo secoli che viviamo in un sistema in cui la guerra, la carestia, la diseguaglianza e l'ingiustizia la fanno da padroni. Da così tanto che ormai giustifichiamo la situazione.
LA ACCETTIAMO. Pensiamo che sia normale che una razza si faccia continuamente la guerra per motivi SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE risolvibili con altri metodi e modalità.

Viviamo su un pianeta che sta morendo. ANZI NO!
Viviamo su un pianeta in cui la NOSTRA CIVILTA' sta morendo e che trascina con se le altre forme di vita.

Tutti i problemi del mondo non sono che un'evoluzione di questo concetto base:
La nostra civiltà ha nella sua autoconformazione i semi per la sua ormai non più lenta agonia. E' come se avesse il cancro. Ma non fa nulla per cercare di salvarsi.

Tanto chi la guida non ha interesse per il futuro. Loro saranno già morti a quel tempo. E neppure coscienza per i propri figli e nipoti. Stiamo consegnando ai nostri figli un pianeta devastato e una civiltà morente. Li stiamo tirando su dentro una cultura decadente e drogata fino all'inverosimile.

Siamo ancora in tempo per invertire la spirale discendente. Molti lottano giorno per giorno per questo. Molti credono ancora che l'Uomo abbia la possibilità di costruire un mondo migliore.

Onore a costoro, in ogni caso. Il mondo ve ne sarà riconoscente.
Per aspera ad astra!

giovedì 5 gennaio 2006

Ingannare gli elettori: nessuna remora a dirlo

Lo ammetto. Cinque anni fa io votai il signor Silvio Berlusconi.
Non ho nessuna remora a dirlo.
Non ho nessuna remora a spiegare perchè lo feci.
Ma prima ancora di spiegare ciò, preciso che il sottoscritto non voterà per Berlusconi e per il centro destra alle prossime elezioni.
Non ho nessuna remora a dirlo.

Cinque anni fa votai Berlusconi perchè credo fermamente nel fatto che la vita delle persone sia condizionata fortemente dall'andamento dell'economia. Non sono un marxista e non penso che il soldo sia un fondamento della vita.
Credo che un fondamento della vita sia l'impulso di una forma vivente a sopravvivere. E sopravvivere è materia dell'economia.
Perchè l'economia non è una disciplina vaga e da usare quando Paolo Trombin si collega da Piazz'Affari con il TG5.
L'economia è materia di tutti noi, tutti i giorni.

Votai Berlusconi perchè non credevo più alla politica che avevo visto fino ad allora. Non credevo ai politici che avevo visto fino ad allora.
Ma soprattutto non pensavo che i punti fondamentali dei programmi e della politica economica delle forze politiche fino a quel punto fossero in grado di migliorare il nostro paese.

In Berlusconi e soci c'erano mille cose che non mi piacevano. Sapevo del conflitto di interessi e di ogni cosa di cui sono a conoscenza oggi.
Ma Berlusconi parlava in un modo diverso. Non sembrava un politico. Diceva che ognuno è artefice della sua fortuna; parlava di abbattere le tasse in modo da premiare chi fosse più produttivo; parlava di semplificare la burocrazia.
Queste cose erano per me sufficienti a preferirlo rispetto ai mille difetti egli avesse. Il mio punto di vista era cinico. Ero disposto ad accettare che egli diventasse più ricco e potente se ciò permetteva al paese di svecchiarsi e tagliare le tasse.

Sono un imprenditore. So di cosa parlo. E in un altro post ne parlerò.
Ma cinque anni fa dissi: "Se non fa quello che dice, io lo caccio via. E dopo cinque anni, se chi ho eletto non fa quello che dice, lo caccio via. E così per tutte le legislature. Forse dopo 2 secoli qualcuno comincerà a capire che deve portare a compimento i propri programmi".

Dopo cinque anni, il signor Berlusconi ha portato a termine tutto ciò che era un vantaggio per lui e per i suoi amici e parenti. In un modo vergognoso. Peggio che nelle peggiori visioni dei suoi avversari.

E non ha compiuto quello per cui le persone come me (e in Italia sono state tante) lo avevano eletto: abbassare le tasse e semplificare l'oppressione burocratica su chi vuole lavorare.
Un paese vive su chi produce. Se si colpisce chi produce, dopo qualche tempo non ci saranno risorse per nessuno. Neanche per i poveri o i disadattati.
Questo qualcuno non lo capisce.

Ho sentito il signor Silvio Berlusconi spiegare tutti i motivi per cui non ha potuto migliorare l'economia in 5 anni. Le guerre, gli attentati, la congiuntura internazionale, etc. UN PIAGNONE.
Così invece di cambiare la politica italiana, è stato Berlusconi a diventare un politico.
E' diventato uguale a chi diceva di combattere. Parla come loro, mente come loro, nicchia sugli argomenti come loro, fa la vittima come loro. Ma, di peggio, fa anche e sempre più i suoi interessi.

Dice che l'Italia ha sofferto l'euro e la congiuntura internazionale. Ma come mai nazioni come la Spagna che hanno avuto l'euro, il terrorismo e la congiuntura internazionale sono cresciuti al 2-3%? Come mai?

Non ho nessuna remora a dire che ho sbagliato.
Ho creduto a un sogno e ho sbagliato.
Ho creduto in un uomo che simboleggiava il nuovo e ho sbagliato.
Ho dato un parere positivo a una persona falsa e spregiudicata. Ho sbagliato. Non ho nessuna remora a dirlo.

Di gente come me ci si può fidare. Perchè non ho remore a confessare i miei errori.
Di gente come Berlusconi non ne abbiamo più bisogno.
E' ora che anche altri che hanno fatto il mio errore se ne rendano conto.
Per aspera ad astra!

martedì 3 gennaio 2006

Nuovo anno - più cattivi

Nuovo anno.
Arriva il nuovo anno. Tanti auguri a tutti coloro che stanno leggendo queste righe.
A natale siamo stati più buoni.
Lo prevede quel gioco assurdo di ritualità che ormai sta sostituendo i vecchi rituali religiosi. A natale tutti buoni. Invitiamo i barboni a mangiare e ci facciamo tutti gli auguri.
Ma il natale è passato e con nuovo anno saremo tutti più cattivi.
Anche io sarò più cattivo. E' una promessa.
Più spesso su questo blog (e i suoi fratelli sparsi per la rete).
Più spesso a dire la mia su questo mondo ormai molto più che pazzo.
Pazzo lo era prima.
Adesso siamo sfociati nell'illusione delle illusioni. Negli inganni degli inganni.
Tutto si è ripiegato su se stesso. E le cose diventano vere perchè troppo assurde per essere falsità. Troppo difficile accettare che tutto sia messo così male.
E questo ne garantisce il perpetuarsi.
Ma scopro che l'unica fonte di libertà è la parola.
Io non ho la padronanza della libertà.
Nessun uomo ha questo potere. Perchè questo potere non esiste.
La libertà non è codificabile. Ed ognuno si ritaglia la propria.
Le mie non sono LE verità. Sono sono alcune cose vere.
Non esprimo le mie opinioni. Parlo di cose.
Dal mio punto di vista. E questo potrà mutare ma le cose sono cose.....
E il mio punto di vista attuale è che l'unica fonte di libertà è la parola. O meglio la comunicazione. Perchè le parole alterate hanno ucciso la comunicazione.
Quindi più presente e più cattivo.
Sempre più disposto a pensare con la mia testa. Costi quel che costi. Tanto pensare con la testa degli altri, ho scoperto, costa sempre di più.
Ma per ora, come sempre.
Per aspera ad astra!

venerdì 23 dicembre 2005

Parole da cancellare: "politico"

Politico! Viene da politica. Che viene da polis - città. Questo per gli antichi greci.
Politico e politica sono parole che esuberano nelle pagine dei giornali e nelle bocche dei giornalisti. C'è la cronaca e c'è la politica. C'è il gossip e c'è la politica. C'è lo sport e c'è la politica.


E ci sono i politici.
Questa parola si candida ad essere cancellata perchè nessuno capisce cosa sia un politico. Di conseguenza una parola che descrive qualcosa che non si capisce non ha senso di esistere.
Si potrebbe cancellare il fenomeno non compreso o non descritto ovvero il politico stessi con tutti i suoi giochi e misteri. Ma non essendo questo facilmente attuabile, cancelliamone almeno il nome.


Questo non è un post inneggiante al qualunquismo o minimalista nei confronti del dovere sociale e del senso civico. Viaggia proprio in direzione contraria. Sostiene il senso civico di appartenenza di un gruppo sociale che ha deciso di sopravvivere insieme con dignità.

Cos'è un politico? Non lo so! E' qualcosa che si occupa della COSA PUBBLICA (vi ricordate i latini come la chiamavano: RES PUBLICA....), un altro modo per denominare lo stato. Lo stato chi è? Siamo noi!
La risposta è talmente banale che viene banalizzata.

E derisa. Ed invece lo stato siamo davvero noi. E le strade, i ponti, i servizi pubblici sono nostri. Come in un condominio, in una nazione ci sono spazi privati e spazi pubblici. E come in un condominio la gestione degli spazi pubblici o della COSA PUBBLICA devono essere affidati ad una amministratore di condominio. Ecco qua, amministratore.


Lode a Beppe Grillo per aver dato una svolta al senso delle parole. Lui chiama gli amministratori, ministri o parlamentari, i "nostri dipendenti". E' vero, è vero.


Sono gli amministratori di condominio. Sono gli amministratori di condominio.

Possibilmente esterni alle cose private del condominio, giusto per non rischiare strani appetiti che vista la debolezza umana possono sfociare in quella proposizione conosciuta come conflitto di interessi.

Politici? Che fa un politico? Che produce? Chiacchere........

Parlano, straparlano, vanno ai dibattiti, fanno le campagne elettorali, fanno le assemblee, tengono i vertici.......

Ma di concreto? Certo, di tanto in tanto, qualche politico esce dal bozzolo e va ad amministrare qualcosa. Diventa consigliere comunale, diventa assessore, diventa consigliere provinciale, regionale, diventa parlamentare o ministro o qualcuno dei mille posti che esistono nella complicata e confusa burocrazia italiana.

Ma questo ci sta. Va bene. E' un servizio che necessita alla nazione. Le cose vanno governata. O meglio amministrate.
Allora chiamiamo queste persone con il loro nomi: amministratori. E quelli che fanno le regole su nostro mandato e indicazione chiamiamoli legiferatori. Ma ricordandoci che le leggi non sono fini a se stesse ma sono le regole di "come amministrare qualcosa".

Cosa vedo io? Vedo personaggi che vivono di un "teatrino" fatto di tutto tranne che di professionalità nell'amministrare. Mi piace la politica. Quando essa è la scienza della polis, della città, del gruppo che cerca di sopravvivere.
Cancelliamo questa parola. Per cortesia. Basta sentire questa politica e questi politici.
Quasi nessuno ne ha più voglia.
Cominciamo a dissentire su questo, il resto verrà da se.
Per aspera ad astra!

sabato 26 novembre 2005

Una storia dal lontano egitto

Raccontare storie, quanto si confà al mio cuore questa berbera consuetudine.
Ma parlare dell’Egitto….
Sentir raccontare una storia proveniente dal lontano Egitto…

Ma non importa quale storia fosse.

Ciò che preme sulla testa sono le storie stesse:

la loro essenza, la loro presenza.

Storie, storie, e ancora storie.
In questo pomeriggio assolato e caldo di vita.
Storie.

Alla mia età ancora imparo qualcosa.

Imparo che la vita è fatta di storie e se non ci sono storie non c’è vita.
Ecco di cosa muoiono gli uomini moderni:
muoiono di mancanza di storie.

Perché la loro vita non ha storie da vivere o da raccontare o da piangere o da venerare o da cancellare o di cui vergognarsi o di cui ridere o di cui chiosare o da cui scappare o di cui fregiarsi.


Mancanza di storie, di storie proprie.

E allora aprite le dighe alla grande valanga di storie altrui, di storie inventate che non vogliamo accettare essere false e che vogliamo credere vere.

Sostituti.

Sostituti delle storie mancanti della nostra vita.

La vita fatta di storie senza storie non è vita.

E così sento una storia dall’antico e lontano Egitto.
E penso alle mie storie e alla mia vita vissuta.

Vivo per creare storie.

Devo vivere per creare storie.
Questa strana, berbera consuetudine che si confà al mio cuore.
Per aspera ad astra!

giovedì 24 novembre 2005

Piove, governo ladro

Oggi sta piovendo a dirotto
Guardo il cielo plumbeo e penso "Piove, governo ladro". In realtà odio le frasi fatte. Penso che al mondo ci si arrovelli più a cercare modi per non pensare che a trovare modi di capire.
Ci sono due modi fondamentali per non pensare:
1) CREDERE A TUTTO.
2) NON CREDERE A NIENTE.

Come si può intuire, questi 2 opposti si toccano. Perchè di base sono 2 assoluti e portano ad una visione unilaterale della logica. Prima ancora che qualcosa soggiaccia sotto i nostri sensi, abbiamo la risposta.
A che serve la percezione? A niente, tanto abbiamo già deciso.

Ecco 2 modi per essere stupidi: non credere a niente e credere a tutto.
Guardiamoci intorno. Vediamo persone che lo fanno?
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO....

Non lo fa nessuno.

Io vedo una preponderanza di questi 2 modi di pensare.
Piove, governo ladro!Lo sapevamo già, perchè disturbarci a guardare ed esaminare le azioni dello stesso governo.

Piove, opposizione ladra e governo tradito e impossibilitato a lavorare.

Sapevamo anche questo, quindi perchè disturbarci a guardare ed esaminare le azioni di governo ed opposizione.

Io vedo solo un apatia generale. Condensata e meglio rappresentata da un "Piove, Governo ladro".
Questa frase è sbagliata a priori. A priori di chi ci sia al governo perchè il frutto di un'ostinata posizione preconcetta.
Che poi se al governo ci siano dei ladri....... lascio all'intelligenza di ognuno capirlo.
Ma anche qui non si tratta di fare fronte comune e di ragionare con le montagne. Bisogna ragionare con i sassi e se è possibile con i granelli di sabbia.
Basta con il bianco o nero. Sono stufo di dover scegliere tra approssimazioni fatte per accontentare tutti.
Destra e sinistra, pur di cercare di piacere a tutti, si stanno collassando addosso. Sinistra che parla di economia di mercato e legalità. Destra che parla di socialità. Non si capisce più niente.
E su questo penso proprio che ci sia la segreta intenzione di qualcuno.
Chi, meglio di un popolo confuso, può farsi governare da chicchessia?
Senza nessun timore dico che nel 2001 votai l'attuale coalizione. Senza nessun timore dico che nel 2006 voterò l'altra coalizione.
In entrambi i casi sono mosso da valutazioni programmatiche e pratiche e non dai 2 pagliacci che guidano le coalizioni o che le guidarono nel 2001.
Pagliacci. Perchè io non vedo politica, vedo scenette del circo che pagliacci professionisti si vergognerebbero di fare. E vedo tutto e il contrario di tutto. Primi ministri che parlano di "teatrino della politica" quando è lui che non ha fatto altro in 5 anni che fare scenette.
Piove, governo ladro e governo pagliaccio
Del ladro ho solo i dubbi. Del pagliaccio solo certezze.
Per aspera ad astra!

sabato 19 novembre 2005

Scientology e il concetto di setta

Mi sono fatto un giro in molti siti internet e su parecchi blog.
Tra gli argomenti che hanno attirato la mia attenzione c'è stato l'argomento "Scientology".
Diciamo che si tratta di un argomento "caldo". E visto che sono nel mio blog, mi piacerebbe dire la mia.

Una cosa che mi è sempre piaciuta quando leggo le opinioni di qualcuno, non è mai credere che chi scrive mi stia dando un'opinione neutrale. Quanto, piuttosto, sapere che la persona mi sta fornendo informazioni vere!
Magari sembro andare fuori tema ma credetemi, è la cosa più in tema tra quelle che posso trovare.
Non apprezzo molto chi si pone dinnanzi ad un discorso o un argomento, in modo neutrale. Che significa neutrale? Come in TV. Occorre essere imparziali nel fornire le notizie!

Sbagliato! E' l'obiettivo sbagliato!
L'obiettivo corretto è fornire dati e informazioni VERE e CORRETTE che l'ascoltatore possa comprendere e sottoporre ad analisi e giudizio. Come si vede, non dico neppure che il giornalista deve essere parziale o imparziale. La cosa non ha importanza se egli fornisce informazioni corrette. Anzi il fatto che egli si schieri con una fazione o che dica la sua, aumenta la capacità di chi ascolta di capire.

A tal proposito, per chi non avesse sbirciato negli specchietti di presentazione dei miei blog, dico che sono una persona che usa e segue Scientology da circa 10 anni. Giusto per chiarire le idee.

Personalmente non ho nessun problema a leggere opinioni contrarie o a sentire pareri dissacranti. Anzi, spesso, mi piace capirne le cause. Mi piace capire le cose, così, in generale.
Ma leggere DATI FALSI e MENZOGNE SPUDORATE, questo non mi piace. Peggio ancora quando queste vengono portate avanti da chi dice che vuole solo dire la verità ed essere imparziale.

In particolare, ho letto un giorno un commento di una persona che in un post diceva che a lui no gliene fregava niente se la definizione di setta non si adattava a Scientology. Per lui Scientology era una setta, punto e basta. Dal che ho pensato che in quel commento, la comunicazione e la comprensione fosse morta.
Anzi, per sdrammatizzare un pò, ho pensato "persino agli assassini viene dato il potere di parola per difendersi".
Setta, dal latino sectare, cioè separare. Una setta è un gruppo minore che si distacca da uno maggiore. Un tempo tale parola, priva di qualsiasi connotato negativo, era usata anche per gruppi non religiosi quali gruppi politici e così via. Ma da qualche decennio, una continua associazione giornalistica-mediatica della parola con immagini vivide di persone incappucciate, suicidi-omicidi indotti, messe nere, santoni fuori dal controllo della legge, orge a base di droghe e simili hanno creato una nuova definizione di setta.
Poi ci sono gli intellettuali (lo dico in tono scherzoso) che analizzando sociologicamente e psicologicamente la realtà si sentono in dovere di sputare giudizi affermando quali strutture sociali siano o meno libertarie. Nasce il concetto di setta intellettualmente progredito costruito intorno al concetto di struttura alienante nei confronti del singolo individuo, dominata dall'alto, in cui i percorsi sono precostituiti, in cui la comunicazione non è libera, in cui la sapienza è criptata e disponibile solo a chi sale i livelli e in cui tutti gli ingranaggi sono oliati da quel liquido chiamato DENARO. (in effetti questa definizione calza a pennello al nostro pianeta quindi la TERRA E' UNA SETTA.)

Per questi 2 gruppi di persone Scientology è una setta.
A parte il fatto che ormai Scientology si è evoluta ed è diventata prima un'otta poi una nova ed infine una diecia.
Quello che mi sembra è che qualcosa che è un'opinione viene spacciata per dato sociologico. La sociologia, mi dispiace dirlo non è una scienza. Come non lo è la psicologia.
Sono discipline con molti contenuti validi (in particolare la sociologia). Ma anche in questo caso frutto di opinioni e osservazioni di singoli. Una scienza è qualche altra cosa. E non voglio dilungarmi su questo.

Faccio Scientology da 10 anni. Non ho mai conosciuto una filosofia più tollerante, più umana, più etica, più aperta al resto del mondo di Scientology. E non ho mai conosciuto un gruppo di persone più disposte al dialogo e alla comunicazione degli scientologist.
Questo è un fatto. Lo testimonio io e per questo è valido.
Perchè se sono valide le "brutte esperienze" di qualcuno in Scientology, allora sono valide anche le "buone esperienze".
Per aspera ad astra!