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giovedì 16 giugno 2016

Perchè attaccare la famiglia?

L'Uomo è un universo a sfere concentriche.
Già esaminando il suo corpo vediamo che non è una unità singola ma un mega-organismo formato da miliardi di cellule che sono anche esse una singola forma vivente. Perchè quindi stupirci nel considerare la quantità di aree di interesse e la vastità della sfera di  influenza che caratterizzano la complessità di un essere umano?

Un uomo o una donna, sono individui che palesano la loro completezza solo quando ne esaminiamo gli ambiti in cui la sua attività si manifesta.

Se guardiamo un neonato, vedremo che i suoi interessi sono principalmente indirizzati allo scoprire il proprio corpo.
E' lì, tranquillo, e................ INCREDIBILE............. ecco i piedi.... Ma che belli i piedi!!!! Che scoperta fantastica.

E così, via via, questo neonato allarga i suoi orizzonti e i suoi spazi.
Ma lo fa seguendo un modello di espansione.
Il primo gradino è la scoperta e la conquista del proprio corpo. Delle sue funzioni (imparare a tenersela è una conquista!!) e così via.
Subito dopo vi è un secondo gradino. Che è la scoperta di quel gruppetto di persone che ti permettono di crescere senza essere divorato dal mondo intero.

Il mondo là fuori è per sua natura duro e pieno di insidie. Non è cattivo. E' proprio fatto così.
Un cucciolo di uomo, abbandonato a se stesso, morirebbe nel giro di poche ore.
Non potrebbe difendersi dalle intemperie, non si potrebbe nutrire, e via dicendo.

La famiglia è quell'entità, quel piccolo gruppo che ha lo scopo di proteggere il bambino e permettergli di crescere. Fino a che non sarà capace di badare a se stesso in modo sufficiente.

Ma a parte l'aspetto fisiologico, cioè l'aspetto che riguarda il procurarsi cibo e difendersi da intemperie e  pericoli, la famiglia permette al bambino di scoprire il "MONDO" circostante con gradualità.
Da una parte c'è l'individuo e dall'altra l'intera massa ribollente e indistinta di cose e persone chiamate MONDO.
Tra le due parti c'è un abisso e una sproporzione di conoscenza e capacità.
La famiglia è quel gradino intermedio che permette di passare da SE al MONDO senza farsi troppo male.
Cioè facendosi quel male sufficiente per imparare ma non troppo grande per esserne sopraffatti.

Non è detto che per imparare bisogna sempre e per forza farsi male. E' ovvio. Ma i tentativi di imparare qualcosa portano necessariamente al non riuscire a fare perfettamente una cosa dal primo tentativo. E fallire nei tentativi di far qualcosa è connaturato nelle cose.

La famiglia ti permette di crescere facendoti fare i tentativi con la possibilità di non farti troppo male o distruggerti nel fallire.
E' una protezione, uno schermo.
E' una sicurezza. E anche un punto di riferimento.

Un individuo con una base familiare forte, con legami familiari forti è un osso duro. E' una roccia. E' forte. Non è succube del primo che incontra nè del possibile dominio del MONDO.

Questa è una regola generale fortissima. Che come tutte le regole ha le sue ovvie eccezioni dovute alla legge dei grandi numeri. Ma ciò che conta non sono le eccezioni. Ma la regola.

Perchè attaccare la famiglia?


Perchè qualcuno del MONDO ha capito che se smantelli la famiglia prima e il concetto di famiglia poi, tu avrai della generazione biologica di bambini che non verranno protetti o non avranno come punto di riferimento un nucleo umano più piccolo.
Si salterà il secondo gradino e avremo: 1) individuo e 2) MONDO.

Così l'individuo verrà plasmato per bene a seconda delle necessità e i voleri di chi governa il mondo.
Sarà uno schiavo o, nel migliore dei casi, un semplice figurante di un teatro in cui le cose vanno come ha deciso chi comanda.

"Compra questo!" - "Compra quello!".
"Fai questo!" - "Fai quello!"

E se avete pensato che anche una mamma e anche un papà dicono queste cose e cercano di comandare su un figlio, allora anche nella vostra testa il concetto di famiglia è stato in parte smantellato.
Oppure state prendendo la solita eccezione per contestare la regola.

La famiglia ha iniziato ad essere sotto attacco dal 1940
. E lo è stata per tutto il resto del XX secolo. Sempre più, sempre più. Fino ad oggi in cui è ferita a morte e barcollante.
In attesa del colpo del KO?

Forse. Sta a noi decidere se il concetto di FAMIGLIA è solo un peso da età delle caverne da sacrificare alla presunta "modernità" degli attuali valori e attuali schemi sociali.

Un abbraccio.
Antonello

martedì 14 giugno 2016

Il fattore "IO VOGLIO"


Ho letto un articolo che mi sembra non solo bello ma meraviglioso.

Ho pensato di tradurlo in italiano e pubblicarlo in questo blog.



Si intitola "IL FATTORE IO VOGLIO'" e parla di cosa significhi realmente il concetto di volontà.

Si porta dietro un sacco di buoni spunti per riflettere sulla nostra vita.

Eccolo qui:



Quanto è importante per voi raggiungere i vostri obiettivi? Quanto volete davvero aumentare il vostro reddito? Quanto volete migliorare il vostro futuro?



Quanto maledettamente volete avere successo?

Su una scala da 1 a 100 (con 100 che vuol dire che si è così eccitati e appassionati per il proprio successo da non dormire la notte), quale punteggio personale avreste ora? Cosa  accadrebbe se incrementaste questo punteggio di 30 o 40 punti?

Dopo aver definito con esattezza il vostro obiettivo o prodotto (come illustrato in un precedente articolo qualche settimana fa), ora è necessario aggiugere qualche cavallo vapore al motore.



Il fattore "IO VOGLIO" è qualcosa che potete controllare. Nei fatti, molte persone riescono nel loro campo, non perchè siano degli esperti o particolarmente competenti ma perchè il loro fattore "IO VOGLIO" è molto alto. Essi vogliono veramente avere successo e danno tutto ciò che è necessario per raggiungere i loro obiettivi.


Molte persone non vogliono, nei fatti, il risultato del loro lavoro (prodotto) con la giusta intensità affinchè la cosa si realizzi.

Invece di trovare il modo di avere successo, trovano scuse.



Dopo aver dato un nome al proprio prodotto (definito con esattezza!), è necessario quindi volere il proprio prodotto.

1. Nominare il proprio prodotto o il risultato cercato. E' molto più facile volere qualcosa di specifico che qualcosa di non definito, espresso solo in termini generali.

Ottenete qualcosa di specifico. Per esempio, un venditore di auto potrebbe desiderare di fare 30 prove su strada con clienti, 5 vendite e 1.000 euro di commissioni guadagnate in una giornata. Un consulente fiscale potrebbe desiderare di completare 20 dichiarazioni dei redditi e riuscire a trovare 3 nuovi clienti. Una madre potrebbe desiderare che suo figlio di 4 anni impari ad allacciarsi le scarpe e sua figlia di 16 smettere di fumare marijuana.

2. Decidere QUANTO si desidera il risultato. Questo è un qualcosa che può essere incrementato in base ad una decisione.

Per esempio, il pensiero "Certo, mi piacerebbe avere una carriera di successo" non equivale ad una grande quantità di "volontà". Occorre cambiare l'atteggiamento in qualcosa di simile a: "Fare della mia carriera un gran successo è così importante per me che farò tutto quello che serve per essere il migliore del mondo. Lavorerò 10-12 ore al giorno. Imparerò tutto quello che posso e cercherò tutto l'aiuto che mi è possibile, da ogni risorsa possibile. Voglio mangiare, dormire e respirare la mia meta. Userò la mia forza, il mio tempo, la mia conoscenza, la mia fiducia, la mia fede e le mie risorse per far andar bene le cose. Diventerò il migliore in questo campo e raggiungerò la mia meta non importa ciò che occorrerà".

3. Se non è possibile far si che si VOGLIA ottenere il prodotto, raggiungimento o risultato, ci deve essere qualcosa di sbagliato.

Forse, è necessario mettere prima a posto qualcosa nella propria vita. Molti fattori nella vita possono distruggere o limitare il tuo desiderio di ottenere qualcosa: droghe, alcool, cattive relazioni, comportamenti non etici e così via.

Forse si ha bisogno di una maggiore auto-disciplina, un approccio migliore, più istruzione, persone con maggiori caratteri positivi attorno a se, un atteggiamento gentile verso se stessi o un luogo migliore dove vivere e lavorare.

O forse c'è bisogno di stabilire qualche altra cosa da voler realizzare.



In ogni caso, dovete trovare un modo per VOLERE passionalmente, intensamente ed irragionevolmente ciò che avete STABILITO per voi. Abbiate più desiderio di ottenerlo o realizzarlo rispetto a qualunque altra cosa abbiate desiderato finora. Se il vostro fattore "IO VOGLIO" è forte abbastanza, niente può fermarvi. 

Così, quanto maledettamente volete aver successo?





Spero che questo articolo, molto, molto profondo nei suoi concetti di base, sia di grande spunto per le vostre conquiste.


Un abbraccio.

lunedì 13 giugno 2016

La necessità del dolore in questa società

Che piacere e dolore siano i 2 poli entro cui tutto il genere umano si muove, non lo scopriamo di certo oggi....

Anzi, qualcuno si è anche spinto più avanti ipotizzando che la mente umana e l'istinto umano siano guidati solamente da una scala di valori che oscilla fra questi 2 opposti:

1) DIRIGERSI VERSO IL PIACERE e
2) ALLONTANARSI DAL DOLORE.

Io non so se le cose stiano solo così o meno.
Mi sembra che effettivamente le persone cerchino sempre di migliorare le cose e di cercare di passare del tempo piacevole, soddisfacente o tranquillo.

E che non gioiscano per niente nel vedere che nella loro giornata c'è dolore, fastidio, turbolenza, recriminazione, odio, paura e così via.....

Ma lasciando perdere questo interessante discorso, la mia attenzione oggi è un'altra..

Ovvero non finisco più di stupirmi da quanto invece questa ambiente che ci circonda continui a spingere verso una direzione che mi sembra a 180° contraria ai nostri impulsi naturali.
Mi riferisco a questa continua e sempre più crescente attenzione al DOLORE e alla SOFFERENZA, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Sebbene sia perfettamente convinto che non sia possibile vivere facendo finta che il dolore e la sofferenza non esistano, ritengo anche peggiore l'atteggiamento di chi, ossessionato da questi due fattori, non faccia nient'altro che prestare la sua energia e attenzione all'esame e adorazione di fatti, notizie e situazioni imbrattati e impregnati di dolore, emozioni negative, morte e via dicendo.

La moderna TV e i giornali ne sono un esempio fin troppo calzante e forse potrebbero essere indicati come delle cause di tutto ciò. Forse......

Va bene discutere di eventi dolorosi.... Ma se questa informazioni, questa input non da vita ad una risoluzione della cosa (o per lo meno un tentativo) è completamente sano ed equilibrato continuare a sguazzare immobili in episodi di dolore e ritrasmetterne continuamente il messaggio?

Non mi è insolito andare a trovare qualcuno che prontamente mi dice: "Ma hai sentito ieri o stamattina? Hanno fatto a pezzi il tal dei tali o hanno fatto questo o quest'altro?".....

Ed io "Buongiorno, in primo luogo..... Si, ieri è stata una bella giornata.... Pensa che ho aiutato mio figlio nei suoi compiti e lui era particolarmente contento di questo....."

Guardo Facebook e vedo una propensione pazzesca a continuamente a stimolare le persone su eventi e situazione di dolore e di emozioni negative.
Quale sia lo scopo non lo capisco proprio.
Fare qualcosa di utile a riguardo? Ritrasmettendo la notizia non credo proprio. Non si fa altro che appestare l'aria di ulteriore turbolenza senza che niente di concreto e di efficace venga fatto.
Far vedere che si è persone sensibili? Questo potrebbe essere ma perchè è sensibile solo chi ritrasmette cose negative e non lo è chi invece va oltre la banalità del quotidiano e ti riporta un avvenimento e un fatto creativo. Cose tipo il sorgere del sole nel proprio porto in una baia che è meravigliosa.... E' meno da persone sensibili?
Mostrare che si è attenti e informati sul mondo che ci circonda?
Certo, per poi scoprire che la propria capacità di distinguere notizie vere da notizie false o da fatti importanti e fatti superficiali è praticamente nulla o piccolissima....

Le persone non hanno necessità del dolore, delle emozioni negative e delle informazioni di disastri e malvagità che accadono. Non rende la loro vita migliore.
E se è pur vero che occorre sapere come le cose vanno, forse è utile conoscere la scena in generale piuttosto che i singoli episodi che, come gocce nella pioggia, arrivano, bagnano, turbano e poi vanno via.

Dopo poco tempo nessuno si ricorda dell'ultima notizia o avvenimento di cronaca nera. Pronti a sentire il prossimo.
E senza aver fatto qualcosa di valido nel rimediare la scena generale.

Che la cosa sia di vantaggio a qualcuno che abbia deciso di bombardarci di tutto questo dolore e sofferenza per loschi fini?
Chissà.
Non mi sento di dare una risposta definitiva.
Per aspera ad astra!

martedì 17 novembre 2015

Il potere dell'attenzione

L'essere umano ha un potere. Un potere straordinario. Che spesso dimentica di possedere. Un potere che sembra sia stato rubato alle divinità....

Il potere di assegnare importanza.
Il potere di concedere attenzione.

Questa qualità (l'attenzione) è una scintilla divina, è la manifestazione più completa della vita..... potremmo addirittura affermare che sia la vita in se e nella sua essenza.
Pensaci...

Ciò a cui dai attenzione vive, ciò a cui togli attenzione muore in quella misura.
Quando distogli la tua attenzione, quando non dai importanza ad un rapporto, ad una amicizia o ad un lavoro questi decadono e pian piano muoiono.
Il nostro potere è scegliere a cosa dare importanza e a cosa dare attenzione.

Diamo importanza alla collera e alla vendetta? Queste aumentano e prosperano!
Diamo importanza alla malattia e non alla salute? La prima aumenta e la seconda diminuisce!
Diamo importanza ai difetti di una persona anziché ai suoi pregi (anche se pochi!!)?
Ci sembrerà che la persona stia diventando sempre più orrenda e insopportabile.
Gli esempi si possono sprecare.

Non dico che sia facile cambiare atteggiamento. Non lo è.
Ma ricordarsi che ABBIAMO questo potere divino, il potere di cambiare le importanza e occuparci di più di ciò che di bello esiste è importante.
 
La TV (sistema informativo centralizzato: telegiornali, talk show, programmi di informazione, etc...) ci sta spegnendo e rincoglionendo.
È un lavaggio del cervello quotidiano.
Risultato?
 
Stanno cambiando le scale di importanza.
Stanno inculcandoci cose a cui dare attenzione.
 
Ti dicono che è più importante fregare che essere onesti. Odiare piuttosto che aiutare. Difendersi dai pericoli invece che espandersi. Che bisogna godere del presente anziché creare un futuro migliore.
 
Già ......
Si vive una volta sola......
Goditi la vita......
Fregatene degli altri.....
Tanto non serve a niente.....

Ma il presente è sempre il futuro che abbiamo creato prima. O non creato.
 
E gli altri sono coloro che danno sapore e piacere alla vita. Quando è che stai male? Quando ti sentì solo. Quando è che stai bene? Quando sei con altre persone con cui stai bene.
Nel mio cuore c'è un pizzico di tristezza nel vedere l'uomo combattersi ed ignorarsi. Di qualunque colore della pelle, lingua o religione esso sia.
 
Io stesso ho sperimentato cosa significa essere odiato o respinto per le mie convinzioni religiose. Ma so che è possibile capire gli altri anziché odiarli o averne paura.
C'è questa possibilità. Dura, difficile ma c'è.

Per aspera ad astra!

lunedì 20 aprile 2015

Strage nel mediterraneo - il senso delle proporzioni

Non esprimere una opinione riguardo i fatti recenti della tragedia avvenuta in mare a carico di centinaia di persone morte nel tentativo di cercare una nuova vita non solo non è possibile ma non è neppure rispettoso.

Non che io sia un fautore del moderno giornalismo che spesso tradisce il suo mandato e, quindi, invece che informare DIS-informa. Tutt'altro.

Ma qui, tra "crisi", vitalizi dei politici, evasione fiscale, l'ultimo smartphone 6 o quel che l'è stiamo, come esseri umani, perdendo il senso delle proporzioni.
Anzi è proprio questo il vero problema e il nocciolo della questione:

Il senso delle proporzioni e della misura delle cose.

In primo luogo è naturale provare un vasto senso di dispiacere e di dolore spirituale per queste vittime. Per quanto ritengo sia abbastanza squallido sentirsi dispiaciuti per qualcuno solo quando questi è coinvolto in una tragedia dai numeri così imbarazzanti.

L'essere umano è talmente speciale, talmente grande, talmente importante, talmente vasto che il rispetto per lui, ciò che dice, prova, pensa e patisce è uguale in ogni momento della sua vita.
Provare dispiacere per un uomo o una donna africani o di qualunque paese essi siano solo quando sappiamo che il suo corpo ha cessato di vivere a due passi da casa nostra non è proprio corretto nè umano.
Se potessimo stilare una scala di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, metteremo questo atteggiamento sul fondo della scala. Al di sotto solo chi non prova dispiacere neppure in questo caso. Solo chi non prova sentimenti in nessun caso, in una sorta di anestesia delle emozioni e della partecipazione umana.

Sentire che è morta una persona attraversando il Mediterraneo alla ricerca di una terra promessa che non c'è mentre si viaggia come schiavi in tuguri ambulanti dovrebbe essere pari a sentire che ne sono morte 5 o 10 o 50 o 1000.
Onestamente, non mi piace la contabilità del dolore. La base del ragionamento è che il numero delle vittime indica la gravità della tragedia? Scherziamo, forse?
Questo è un indice solo del giornalismo sensazionalistico e perverso che sempre più spesso domina i nostri canali tv e i nostri giornali. Nostri e di tutto il mondo ormai.
Una tragedia con molte vittime può forse avere delle implicazioni pratiche più ampie a seconda del numero delle vittime ma spiritualmente l'impatto è lo stesso.
Anche perchè il problema, secondo me, non è che un barcone si rovesci e molte centinaia di persone muoiano. Quello non è, non dovrebbe essere il punto. E' doloroso. In un modo immenso. Non ha neanche senso sottolinearlo o ribadirlo.
Ma il problema è l'esistenza stessa di quel barcone pieno di persone che attraversano il mare in condizioni disumane alla mercè di criminali alla ricerca di non si sa cosa, fuggendo da orrori e miseria.

Ricoperto dal dolore dell'evento e dalla tragicità del fatto, questo punto alla fine passa inosservato. E non essendo osservato, viene ignorato. Ed essendo ignorato, non viene risolto. E non venendo risolto, sono sicuro che non passerà molto tempo prima di sentire qualche altra tragica notizia di tipo similare.
Forse non moriranno in 700 o 800, ma forse moriranno in 10. O morirà un'altra persona e basta. Ma la tragedia è che (muoiano o non muoiano) abbiamo sempre migliaia di esseri umani che viaggiano su questi catorci in questa sorta di nuova "tratta degli schiavi".
Il problema è l'esistenza stessa dei barconi. Anche quando nessuno ci rimette la pelle.
O quando a farlo è un solo essere umano. Perchè un essere umano è importante come 1000 esseri umani. E salvare una vita è come salvarne 1000.

Quando salvi una persona, quando aiuti una persona, quando rispetti una persona è come se salvassi, aiutassi o rispettassi l'intera umanità. Quando non lo fai, non rispetti l'intera umanità.
Sembra strano ma è la semplice verità.

Quindi la mia domanda è: di che parliamo? Del fatto che siamo stupiti nello scoprire che migliaia di persone rischiano la vita in un modo indegno solo per cercare di giungere sulle nostre coste per re-iniziare una vita degna di questo nome? Che lo scopriamo in questi giorni dopo aver sentito che un barcone con 1000 persone circa a bordo si è rovesciato con pochissimi superstiti?
Siamo ipocriti. E irrispettosi. Lo sapevamo anche prima.
Lo sappiamo da anni.
Come come tutti noi sappiamo che la situazione peggiorerà.

Non perchè la Libia è fuori controllo diplomatico e stupidaggini del genere. Non perchè si attua questo o quel programma di intervento a protezione delle coste. Non perchè governa il centro-sinistra o perchè governerà una destra xenofoba. Tutto questo è un contorno che amplia o diminuisce il problema.

La situazione peggiorerà perchè è evidente esista un problema di rapporto fra la proprietà del benessere e della ricchezza mondiale. C'è una gigantesca sproporzione di ricchezza fra individui della stessa nazione e fra nazioni stesse.
Talmente grande che nessuno riesce più a vedere che QUESTO è il problema.

E fintanto che ci sarà questa disparità fra sistemi comunicanti, la natura delle cose spingerà affinchè i 2 sistemi tendano a mettersi in equilibrio. E' nella natura delle cose.
Se in Italia ci fosse guerra, povertà (non crisi............ fame vera e propria), soppressione dei diritti politici, religiosi e umani anche noi fuggiremmo con dei barconi se non potessimo permetterci un biglietto aereo.
Già molti italiani fuggono dall'Italia per ciò che nel nostro paese non funziona. Che non è poco. Lo sappiamo.
Ma continuaiamo a essere una delle 10 nazioni più ricche e progredite del mondo.
Figuriamoci se diventassimo una nazione povera. Povera come gli stati del terzo e quarto mondo.

Che sono tali, non perchè manchino di chissà quali capacità.
Sono tali perchè a qualcuno conviene che tali rimangano.
Ed inutile che facciamo finta di non saperlo.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 20 ottobre 2011

Cos'è un tradimento?

Chi di noi non ha mai pensato a questa parola e al suo profondo significato?
Probabilmente è uno di quei concetti che chiamerei a "senso unico" perchè si pensa sempre al fatto di subire un tradimento e mai alla problematiche di fare un tradimento.
Già, la moglie.... mammia mia se mi tradisce!
Già, il socio..... mammia mia se mi frega!
Già, la mia squadra di calcio..... mamma mia se non si impegnano allo spasimo lasciandomi con l'amaro in bocca.
Già, il governo..... ladro per definizione..... mamma mia se non fa passare il nuovo condono.......
E così via.
Ma difficilmente pensiamo al fatto che noi si possa tradire la moglie, o fregare il socio o non dare supporto alla squadra di calcio o prendersi la propria parte di responsabilità nel funzionamento dello stato.
Giusto per citare alcune cose!
In questo caso è tutto ok. Sono sicuro che ognuno di noi ha sicuramente degli ottimi motivi per giustificare le proprie azioni. Ne ho sentite di bellissime, nella mia vita, di giustificazioni. Ad alcune andrebbe dato un premio per la genialità e la ricercatezza.
Il tradimento è una improvvisa e immotivata perdita di fiducia nei confronti di un altra persona. Se tale perdita di fiducia fosse motivata, si tratterebbe semplicemente di una caduta di condizione.
Ma sappiamo anche ci sono dei minimi, chiamiamoli sindacali, che vengono stabiliti quando si ricopre un ruolo. Quando si entra a far parte di un gruppo, per quanto piccolo come una coppia (si è solo in 2!), si accetta una regola che non è scritta ma è valida ovunque e sotto qualunque latitudine. Ovvero che gli altri (l'altro) componenti del gruppo possono fare affidamento su di noi. E noi su di loro.
Fare affidamento significa sapere che l'altro non ti nasconde niente e che mantiene fede alle regole base di quel gruppo.
E che punta a raggiungere le mete che il gruppo si è prefissato.

Se chiedi a un bambino se è piacevole essere traditi, ti dirà che è molto doloroso. Se chiedi ad un bambino se è piacevole tradire ti dirà che è molto doloroso.
Se chiedi ad un adulto se è piacevole essere traditi, ti dirà che non è piacevole. Ma se gli chiedi se è piacevole tradire, ti dirà che non è piacevole ma a volte può succedere.
Perchè si parla così (generalizzo, non tutti ragionano così. Ma possiamo trovare tanti che concordano!)?
Si parla così perchè si è stati traditi così tanto che si è pensato che sia normale tradire. E si è tradito così tanto che la nostra percezione (e responsabilità a riguardo) della cosa è sceso fin sotto le scarpe.
Voi cosa ne pensate?
Per aspera ad astra!

sabato 15 ottobre 2011

Esoterismo e Mistero

Che l'esoterismo richiami un sacco di interesse da parte di moltissime persone, non è qualcosa che si scopra oggi.
Di certo, a me personalmente, che sono appassionato di mistero ed esoterismo da più di 30 anni la cosa fa sorridere.
Negli scorsi giorni ho avuto modo di fare alcune riflessioni guardando casualmente una trasmissione su Italia1 dal nome (appunto) di "Mistero".
 
La trasmissione ha un taglio assolutamente nazional-popolare e non voglio essere denigratorio con questo termine. Ma è la realtà!
Vedere alcuni concetti così particolari e alcune riflessioni fatte in una trasmissione vista da milioni di persone mi fa un pò sorridere.
Perchè parlare di mistero in una tv pubblica è quasi un contro senso.
La realtà è che la storia dell'uomo è intessuta a filo doppio con qualunque cosa verta l'esoterismo.
Che non è semplicemente magia e fantasmi.
 
Anche a livello accademico il termine esoterismo è alquanto complesso e di difficile spiegazione. Non che sia impossibile ma abbravvia talmente tante cose che racchiuderlo in una definizione semplice è spesso riduttivo. 
Ma se proprio dovessimo fare uno sforzo diremmo che esoterico è tutto ciò che riguarda un potere e una conoscenza circoscritta e non di ampia diffusione. 
Per certi versi anche alcune conoscenze scientifiche moderne assurgono al rango di esoterismo. 
Anche se certe discipline, più di altre, vengono a maggior ragione incluse nelle discipline esoteriche.
Esoterismo e mistero sono legati fra loro. L'esoterismo comporta aspetti molto misteriori. E il mistero richiama sempre una qualche forma di conoscenza che sembra debba per forza essere appannaggio di una ristretta cerchia di persone.
Elite e esoterismo sono ugualmente concetti inseparabili.
Rimane il fatto che, sebbene ci troviamo a camminare in un nuovo millennio, l'attenzione dell'uomo medio continua a stazionare intorno alle cose che non capisce intorno a se. E che lui intuisce essere più profonde, più misteriore e più dense di significato di quanto taluni vogliano fargli credere.
Così ecco la grande passione per i fantasmi, per i contatti con i morti, per i fenomi paranormali, per gli avvistamenti di extraterrestri, per i fenomeni magici e di divinazione, per le associazioni segrete e le cospirazioni.
Diciamo che guardando un programma come "Mistero" vi troviamo dentro tutte queste cose.
La mia semplice riflessione è che se qualcosa c'è non si può far finta che non ci sia e che se c'è, ha una sua propria dinamica.
Se non è possibile con la moderna tecnologia scopire nelle persone questo inguaribile interesse per fenomeni che facilmente vengono bollati come superstizioni e credulità popolare, io direi che non si può liquidare tutto il fenomeno con questa banale sentenza.
Che sa più di pigrizia mentale che di logicità scientifica.
E se poi vediamo a quali illogicità reali porta la presunta logicità scientifica, i dubbi e le perplessità aumentano e non di poco.
Per aspera ad astra!

lunedì 10 ottobre 2011

Dove è finita la buona educazione?

Quando ero piccolo sentivo molto parlare di educazione. Di buona educazione.
Sentivo parole come "educato" e come "maleducato".
Oggi si sente parlare tanto di rapporto intergenerazionale genitori figli, di problemi di dialogo o addirittura di disturbi del comportamento e deficit dell'attenzione.
Ma anche tra gli adulti la musica è cambiata.
Adesso sembra che i doveri che un individuo ha nei confronti della società siano soverchiati dai diritti che un individuo merita dalla stessa.
Ora, se proprio vogliamo fare i pignoli, chi parla è sempre stato qualcuno che dell'individualismo ha fatto una bandiera.
Sono cresciuto sul culto dell'individuo e delle sue potenzialità.
Eppure, quello che adesso posso dire con molta tranquillità, è che c'è una sproporzione di attenzione tra l'individuo e la società.
Perchè la società ha smesso di essere qualcosa di specifico, con un'identità a se stante, ed è diventata solo un insieme di individui.

Così il concetto sano di buona educazione sta andando perduto.
Si entra in un locale commerciale e non si saluta. Tanto non si conosce nessuno. Di paga e non si ringrazia per lo scontrino o la busta. 
Allo stesso tempo, chi sta dietro ad un bancone guarda chi gli rivolge una richiesta come un fastidioso perditempo che è li solo per arrecare disturbo.
Negli uffici si fa la fila stando sempre attenti a che qualcuno non sgarri. Non sia mai che qualcuno prenda il nostro posto e ci faccia perdere quei 10 minuti di tempo che ci sarebbero serviti per andare a casa a guardare l'ultima puntata di Forum su Canale 5.
Educazione. Viene dal latino Ex Ducere. E non significa altro che "portare fuori". L'educazione è quindi l'arte che aiuta qualcuno a tirar fuori quello che dentro la persona c'è. Non a caso di parla di educazione musicale o educazione fisica.
L'educazione non è la stessa cosa dell'istruzione. Che viene dal latino In+Struere cioè collocare dentro, costruire all'interno. 
Quindi tu istruisci qualcuno e lo educhi. Istruisci ed educhi. Metti dentro qualcosa e tiri fuori qualcosa.
Fornisci informazioni e tiri fuori abilità e personalità.
L'educazione è l'olio sociale che permette al motore di funzionare. Se non si pone più gli ingranaggi sociali grippano e tutto si blocca.
Avete mai visto un ingranaggio far andare una macchina? No, c'è bisogno di tutti gli ingranaggi.
Così anche il perdigiorno che sta al bar non far niente, deve ringraziare chi ha fondato la fabbrica di birra, chi lavora alla fabbrica della birra, il trasportatore che porta le casse di birra al bar e il proprietario del bar che ogni giorno apre e consente a qualcuno di sedersi e perdere tempo.
E ci stiamo dimenticando di chi a costruito e fornito le sedie, i tavoli, di chi fornisce l'energia elettrica e tutto il resto.
E ci stiamo dimenticando di chi nella storia ha inventato la birra, il traporto, le sedie, il frigo, l'energia elettrica e la pubblicità.
Senza tutti costoro il perditempo vagherebbe in un bosco o una radura pronto a diventare vermi per la terra, perchè sicuramente non saprebbe neppure procacciarsi del cibo.
Ma in una società come la nostra anche loro riescono a sopravvivere in un modo o nell'altro.
Quindi una società senza il culto dell'educazione si deve preparare ad un futuro molto grigio.
E qui non è colpa di chi ci governa ma di ognuno di noi.
Per aspera ad astra!

martedì 4 ottobre 2011

Amanda Knox, Raffaele Sollecito e il nostro sistema giudiziario.

Ieri notte, come la maggior parte degli italiani, sono venuto a conoscenza dell'assoluzione degli ultra-famosi Amanda Knox e Raffaele Sollecito nell'ancor più famoso processo per la morte della povera studentessa Meredith Kercher.
Dopo essere stati condannati come colpevoli solo 2 anni fa, con pene reclusive di 26 anni, la corte d'appello stabilisce che 2 persone che si sono comunque fatti più di 3 anni di carcere sono innocenti.
La cosa è non sconcertante. E' molto, molto di più.
 
In questo momento, come penso succeda a te che leggi queste righe, non sono interessato in particolar modo al processo di Perugia e a sapere chi è colpevole e chi non lo è.
Io non so se Amanda e Raffaele siano o meno colpevoli. Non posso saperlo perchè questo tipo di giudizio non può essere espresso assistendo tramite la tv e i giornali alle vicende di un delitto. Di sicuro non è guardando una persona in faccia che si può stabilire se qualcuno è un criminale o meno.
Di sicuro non sono un seguace delle teorie del Lombroso, criticato da molti ma poi ricalcato da tanti nei modi e degli obiettivi.
Ma ciò oggi ci fa riflettere è la solidità del sistema giudiziario italiano.
La realtà è che, sebbene qualcuno urli questo fatto a difesa delle sue magagne giudiziarie, in Italia il vero problema è proprio il sistema giudiziario. 
Processi che durano anni, che non garantiscono il principio fondamentale che chiunque è innocente fino a prova contraria, che facilmente riducono le pene a chi viene trovato colpevole.
Solo di questi giorni è la notizia del ragazzo condannato penalmente per aver rubato un ovetto di cioccolato su una bancarella. E' possibile in uno stato civile che si spendano decine di migliaia di euro, che si occupino ore e ore di lavoro di molte persone per comminare una tale sentenza ad un ragazzo?
E' possibile che un furto di un ovetto, anche quando venga accertato, abbia questo tipo di gravità?.
Non che il legislatore non sia altrettanto colpevole nell'equilibrio della gravità delle cose.
E' recente il provvedimento del governo che sancisce il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro.
E chi ruba solo 2 milioni di euro? Quello no, ma se rubi un ovetto allora.....
Non che io come te possiamo ritenere una cosa giusta un furto di un ovetto.
Ma perchè una questione di così minima importanza deve finire su un percorso giudiziario che coinvolge il lavoro di moltissime persone?
Ne vale la pena spendere tanti soldi per un danno così piccolo?
La realtà, che nessuno vi dirà e che io oggi ho l'ardore di dire, è che esiste una causa per questo.
Questa causa fa si che il sistema continui a rimanere assurdo, contorto e burocratico.
Perchè se si guarda il sistema, c'è qualcuno che guadagna da tutto ciò.
E sono proprio i professionisti che vivono nel sistema.
Perchè avvocati e magistrati non guadagnano in base al merito e al risultato ma in base all'impegno di mezzi.
Un avvocato verrà pagato perchè mette a disposizione del cliente le proprie conoscenze e professionalità. Non perchè garantisce un risultato.
Come se tu andassi da un meccanico e lo paghi non perchè ti aggiusta l'auto ma perchè ci lavora su.
Se questo principio venisse applicato a tutte le professiosti sarebbe la fine di questa società.
Niente funzionerebbe più.
Riflettete su questo: guardate in parlamento quanti avvocati siedono fra i parlamentari. Sono la maggioranza ma non sono la maggioranza in Italia. Una minoranza che decide le leggi della maggioranza.
Con tutti questi avvocati in parlamento, secondo te una legge che ne diminuisce i guadagni e ne limiti il potere potrebbe mai essere approvata?
Ecco cosa succede al nostro sistema giudiziario.
Per aspera ad astra!