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sabato 30 giugno 2007

Che tristezza mi fa! CHI? Wikipedia. 2a parte.

La conoscenza non è qualcosa che ha a che fare con la democrazia cioè con l’opinione di tutti.
Anzi. Specifichiamo. La conoscenza non ha per niente a che fare con le opinioni.
Come al solito, sono le parole che ci fregano.

SONO SEMPRE LE PAROLE, I LORO SIGNIFICATI DISTORTI O INCOMPLETI che mandano le cose fuori strada.
Opinione? Un’opinione è un pensiero che qualcuno fa riguardo a qualcosa. Può essere come egli vede una situazione; può essere l’esposizione delle sue emozioni a riguardo di qualcosa. Ma un’opinione non è una verità. Ci si avvicina o, meglio, ci si può avvicinare. A che? Alla verità!

Dico e sostengo qualcosa che si approssima a come le cose stanno.
Opinione. A volte un’opinione è solo la nostra sfumatura personale sui fatti.
VERITA’? Già……. I pensatori di ogni tempo si sono distrutti cercando di trovare una buona definizione a questa parola, a esaminarne il concetto fino in fondo.
C’è chi è giunto a negare l’esistenza di ogni cosa relegando tutto sotto l’etichetta di “illusione”. Può darsi… Ma in questa illusione ci viviamo e questa “illusione” spesso ci colpisce e ci mette alle corde. Mi sembra quindi veramente superfluo proseguire su quella via.
 
VERITA’? Diciamo che la defnizione più operativa che possiamo usare è: ciò che effettivamente c’è. La verità è ciò che effettivamente accade. Prima delle percezioni e prima delle opinioni.
Su una cosa non ci possiamo ingannare: la verità viene logicamente prima di ogni cosa. Una qualsiasi bugia o alterazione o opinione viene dopo qualcosa che è effettivamente successo: quella è la verità.
Ciò che accade prima delle bugie.
In questi anni la nostra decadente civiltà occidentale ha imboccato la strada delle democrazie.
Pessima idea. Pessimo sistema politico. Ma, come dicevano anche i greci, unico sistema che riesce a funzionare.
Perchè?

Perchè la democrazia si basa sul concetto che ciò che va bene è il punto di incontro, la mediazione di tutte le esigenze e i punti di vista di un gruppo.
Scelta democratica? Quella che accontenta più persone di quelle che rende scontente. Facile, no!
Ma questo discorso, in un modo o nell’altro regge, quando si tratta di aspirazioni, opinioni ed esigenze.
Non esiste un’aspirazione che è vera o una aspirazione che è falsa.
Non esiste un’opinione che è vera o un’opinione che è falsa.
Le opinioni, i sogni, i punti di vista possono essere più o meno funzionali, ordinati, di sopravvivenza ma non c’entrano con la verità.
Esistono e quindi sono veri.
 
Se un mio amico mi dice che non gli piace mangiare la frutta perchè causa il cancro, quell’opinione non può essere falsa. Non è neppure vera. E’ un opinione. Ha un certo grado di relazione con la verità. Ma non può entrare in quella griglia di esame logico.
Forse quell’opinione porta a delle conseguenze disastrose…. Ma perchè?
PERCHE’ QUELL’OPINIONE E’ BASATA SU UNA BUGIA!
Non è l’opinione a essere non-vera. L’ha espressa un mio amico. L’ha detta e pensata veramente. Quell’opinione esiste. Capite la differenza?
E’ la base di partenza dell’opinione a essere falsa (per ora facciamo un esempio: magari è davvero così!).
Ci vediamo nella terza parte di questo lungo post su wikipedia.
Per aspera ad astra!

martedì 19 giugno 2007

Che tristezza mi fa! CHI? Wikipedia. 1a parte.

Finalmente, ho deciso.
Volevo scrivere questo post da un sacco di tempo.
Ma il tempo era poco e l’argomento lungo. Ma più che lungo, delicato.

Delicato perchè, come al solito, devo andare contro-corrente.
E in genere vado contro-corrente delle persone che vanno contro-corrente.
Così non sono nè con la maggioranza e nè con la minoranza.
Wikipedia…… Ormai molti sanno cos’è. Su internet penso quasi tutti. Chi tiene i blog, tutti.

Wikipedia è un’enciclopedia on line gestita da una comunità e potenzialmente aperta a tutti. Nel senso che chiunque può proporsi per creare una voce, per integrarla o correggerla.
Ci sono alcune regole ma il concetto è questo.
Wikipedia è osannata da tanti. Da chi vede in questo modo di fare cultura, sapienza e informazione il futuro della conoscenza. Non di proprietà di nessuna ma libera. Libera da influenze e da lobby.

Ho conosciuto Wikipedia anni fa. Non era molto conosciuta. Non ne avevo sentito parlare nei media tradizionali.
Mi incuriosii. In effetti fui preso da gran entusiasmo perchè l’idea sembrava geniale. Conoscenza libera dalle lobby di informazione.
Partecipai alla costruzione di qualche voce e fu lì che cominciai a vedere che qualcosa non funzionava.
Wikipedia mi fa molta tristezza.
Ma non tanto lei. Alla fine è una creatura come tante ce ne sono nella rete. Belle o brutte hanno diritto alla loro esistenza.
Mi fanno un pò di tristezza le persone che si sono illuse di questa creazione.
E ho un pò paura per i pareri troppo entusiastici per questa nuova forma di sapere.
Non ho molto potere. Non potrò condurre alcun tipo di campagna screditante su Wikipedia per far aprire gli occhi agli internauti.
Giusto qualche post qui e li.
 
Wikipedia è FONDATA su una menzogna: che unendo centinaia di ignoranti e mettendo insieme le loro conoscenze si possa creare una verità.
E parlo di ignoranti e non di stupidi o altro.
Ignoranti viene da i-gnorare cioè “non conoscere”.
Wikipedia ha un altro assioma di base: che l’opinione della maggioranza sia più vera dell’opinione della minoranza.
 
Così se una voce viene continuamente ritoccata e corretta, l’ultima versione, quella che alla fine raggiunge un certo equilibrio, sarà quella vera.
Ma così non è. E la storia dell’uomo ha sempre dimostrato che quasi sempre l’opinione collettiva non è nè la verità nè la cosa migliore. E’ semplicemente la media dei punti di vista e degli interessi del gruppo.
E se politicamente è corretto dare la preferenza alle opinioni della maggioranza (d’altronde la democrazia, l’attuale sistema politico più in voga in questi ultimi cento anni, è la ricerca del consenso della maggior parte delle persone) lo stesso discorso non si può fare per l’esposizione di verità o fatti.
 
Ho esaminato alcune voci di Wikipedia. Ho preso proprio quelle di cui avevo una personale esperienza e che mi permettevano di controllarne la veridicità.
Ho letto delle cose astruse e sbagliate. Verosimili ma sbagliate. E la verosimiglianza è spesso peggio di una bugia evidente. Perchè è più difficile da scoprire e causa maggiori danni.
Il post si è fatto troppo lungo.
Proseguirò in un altro momento.

lunedì 11 giugno 2007

Il diritto a autodistruggermi

Ho o non ho il diritto ad autodistruggermi?
Ma guarda che bella domanda faccio oggi.
Domani la sottoporrò ai blogger.
Se mi drogo, allora posso. Perchè nessuno ha il diritto di dirmi cosa sia giusto per me.
Ma se vado in macchina e non metto la cintura, lo stato mi multa perchè non ho tutelato la mia vita.
Questa cosa mi da i nervi.
Non perchè io non metta la cintura. Non perchè pensi che la cintura sia inutile e non salvi una vita umana.
Mi irrita vedere un’attenzione spropositata per la mia salute in un ambito minimo quando questo presunto stato o organizzazione collettiva si DISINTERESSA al massimo di altri miei diritti o di altri aspetti della mia salute.
 
* A scuola si insegna di tutto. Dagli assiri alle leggi quantistiche. Ma ad un ragazzo non viene insegnato alcun dato di nutrizione e di metodica su come prendersi cura del suo corpo.
* La tv sputa continuamente fuori dati falsi sulla salute e la buona qualità di vita. Tant’è che le persone oggi sono molto più confuse su ciò che fa bene o male rispetto a secoli fa. E lo stato (cioè noi!) non fa nulla per regolamentare e disciplinare questo.
* Viviamo in un mondo inquinato da tutte le sostanze possibili. Ma un lassismo incredibile. Nessuno accenna alle possibili conseguenze di un continuo bagno nelle onde elettromagnetiche. Non so. Forse qualcosa fanno. Ma non se ne parla. E chi solleva il problema è allarmista.
* La salute è passata dall’essere in piena forma psicofisica al non avere sintomi. Chi se ne frega della cause! Se hai il mal di testa, chi se ne frega del che cosa significa. Basta una pastiglia e tutto va via.
Nella società cinese di alcune migliaia di anni fa, l’imperatore pagava i medici con un metodo che era geniale.
Ogni medico aveva la responsabilità della salute di un tot di sudditi. Se tutti erano in buona salute, il compenso era massimo e totale.
Ma per ogni suddito malato egli perdeva un pezzo di compenso. E se il numero dei malati superava il numero dei sani, a quel medico gli tagliavano la testa. Perchè lo scopo del medico era avere persone sane.
Oggi i medici hanno tanta più importanza tanto più è grande e composito il numero delle persone malate. Non devono morire, è ovvio ma se rimangono malate è meglio.
Così curiamo le persone affinchè non muoiano ma non curiamole abbastanza perchè ridivendino sane.

Figuriamoci se si può lavorare quando sono sane perchè non si ammalino.
Ma poi, se mi ferma la polizia e non ho la cintura c’è la multa. Non si capisce chi io stia danneggiando. E’ un pericolo potenziale per me, perchè se avessi un incidente mi sarei potuto fare male. Che carini che sono!!!!
Però se mi drogo non posso essere multato.
Se esagero con i farmaci non posso essere multato.
Se non faccio riposare il mio corpo non posso essere multato.
Per aspera ad astra!

lunedì 10 luglio 2006

Qual’è il segreto di Beautiful?

Da molti anni, quando ho del tempo, guardo Beautiful.
Si proprio la soap opera più famosa del mondo.
La guardo perchè voglio carpirne i segreti.
Nel cuore mi sento uno scrittore. Uno scrittore scrive per se, per regalare all’esterno le sue emozioni e i suoi sogni. Ma anche per ricevere.
Ricevere attenzione, come minimo.
Quindi, guardo questa porcheria cercando di capire come mai possa aver tanto successo. Qual’è il fattore in essa contenuta che riesce ad incollare allo schermo così tante persone?
La bellezza degli attori? Macchè, sono cariatidi morte che non sviluppano più sex appeal di una mummia.
L’imprevedibilità della storia? Macchè, anche un demente riesce a prevedere cosa succederà.
La cura dei particolari? Macchè, i personaggi sono così grossolani che fanno ridere.
La ricercatezza dei testi? Lasciamo proprio perdere. Infantilità allo stato puro.
Bravura degli attori? Non facciamo ridere.
Ma qualcosa ci dev’essere. E continuerò a guardare questa cosa per capirlo.
Se qualcuno ne sa qualcosa me lo dica.
Aiutatemi.
Grazie.
Per aspera ad astra!

mercoledì 5 luglio 2006

Barzelletta sullo psicologo

Non amo gli psicologi. Anzi, non amo la psicologia. Le persone sono persone e, spesso, esse non hanno le responsabilità dei gruppi a cui appartengono.

Ma alcuni di loro abusano di un potere che non meritano.
Sbruffoni, ipocriti, viscidi, supponenti e ignoranti.
Ecco una barzelletta a loro dedicata.

Pierino sta giocando fuori dalla scuola, nel cortile insieme ai suoi compagnetti. La maestra ha dato a tutti della plastilina e tutti si divertono.
La maestra si avvicina a Pierino e vede che non sta usando la plastilina ma della cacca di mucca.
“Pierino, che stai facendo?” fa tutta allarmata.
Pierino non si scompone, la guarda con sufficienza e dice “Faccio dei modellini con la cacca di mucca!”
La maestra trasale e chiede “E che modellino stai facendo?”
“Sto facendo la maestra!” esclama diretto Pierino.
La maestra urla e fugge via imprecando “Questo bambino è malato!”.
Poco dopo giunge il preside, avvisato dalla maestra.
“Che stai facendo?” chiede il preside.
“Faccio dei modellini con la cacca di mucca!” risponde con serenità Pierino.
Il preside rimane perplesso e, tentennante, chiede: “E che modellino stai facendo?”.
“Sto facendo il preside!” risponde secco Pierino.
Il preside urla e fugge via imprecando “Curate questo bambino! Ha un sacco di problemi!”.
Poco dopo giunge lo psicologo della scuola, mandato dal preside a risolvere la situazione.
Lo psicologo gira intorno a Pierino e, silenzioso lo osserva.
Di colpo, lo psicologo sbotta: “Io lo so cosa stai facendo!”.
“Ah, si?”, replica Pierino annoiato.
“Certo!” insiste lo psicologo. “Io so che stai facendo dei modellini con la cacca di mucca”.
“E’ vero!” risponde Pierino disinteressato.
Lo psicologo continua a girare intorno a Pierino con un passo simile ad un predatore.
Di nuovo lo psicologo interviene: “E io lo so di chi è quel modellino”.
“Ah si?” risponde Pierino.
“Si!, tu stai facendo il modellino dello piscologo della scuola” esclama convinto lo psicologo, certo di mettere in difficoltà Pierino.
Pierino lo guarda e con molta calma lo fredda dicendo: “No, hai sbagliato! Non ho abbastanza cacca di mucca per fare lo psicologo della scuola.”

Dedicato a tutti quei bambini (molti nel mondo, per fortuna ancora non tanti in Italia – paese criticato ma sempre più civile e maturo di altri-) che hanno avuto la sfortuna di essere finiti sotto le grinfie degli psicologi e che sono stati diagnostica falsamente come “malati” di iperattivismo o ADHD. Una truffa.
Ciao bambini, siate sempre vivaci e vivi e pensate con la vostra testa.
Per aspera ad astra!

lunedì 29 maggio 2006

lunedì 29 maggio 2006 Il "Codice da Vinci": bruciato il libro dal parroco dinnanzi alla folla.

A quanto pare un buco spazio-temporale si è aperto in Sardegna e, quasi magicamente, un tunnel di collegamento tra il 2006 e il medioevo si va a creare.
Così basta andare in Barbagia in queste ultime settimane per vedere una crociata come da secoli non se ne vedevano contro il nuovo acclamato anticristo: “Il codice Da Vinci” dell’americano Dan Brown.
Voglio essere chiaro:
io penso che chiunque possa e debba esprimere le proprie opinioni, difendere le proprie idee e pretendere rispetto per la propria religione.
Inoltre penso che la Chiesa Cattolica ha sempre il diritto di dire la sua su qualsiasi area della vita civile: da quando in qua un’organizzazione religiosa non può dire la sua sul mondo?
Detto questo (a titolo di chiarezza) il punto è un altro. Il punto è veramente un altro.E cioè
visto e considerato che la religione musulmana vive un periodo di espansione; visto che l’islam ha, in una grande numero di musulmani, preso una piega intollerante e totalitaria con l’impossibilità di dialogo vuoi vedere che i cattolici hanno sviluppato quasi un senso di inferiorità misto a invidia e hanno deciso di diventare essi stessi intolleranti e fare vari passi indietro rispetto agli orientamenti degli ultimi anni?
La mia è una domanda provocatoria. Anche perchè parlando di grandi numeri, in queste affermazioni si vanni a includere, purtroppo, persone e posizioni molto lontane tra loro.
Ma questo ultimo avvenimento accaduto ad Atzara (in provincia di Nuoro) pare veramente essere significativo come punta di un iceberg di qualcosa che sta mutando. Si tratta dei primi effetti del nuovo corso del papa tedesco?
Di certo anche la comunità stessa di Atzara è rimasta alquanto scioccata dal fatto. Molte persone partecipavano ad una cerimonia, quando il parroco lanciando anatemi biblici vari ha dato fuoco ad una copia del libro di D. Brown. Molti fedeli si sono dissociati da questo atto. E il sindaco del paese ugualmente ha preso le distanze.
Ho fatto le mie premesse. Qui non parliamo di Brown o delle sue tesi. Parliamo di MODI. I modi di espressione sono a volte importanti quanto ciò che si dice.
Che senso ha tutto questo?
A me lascia una gran brutta sensazione.
I libri non si bruciano mai. E’ un modo di agire che mi ricorda troppo il totalitarismo comunista e nazista. I libri non si bruciano mai.
Si può polemizzare ma anche in questo caso la domanda è: quale scopo questo parroco voleva ottenere?
Impedire che il suo gregge venisse disperso dalle languide tesi dello scrittore americano?
Perchè, semplicemente, non tenere un convegno in paese e mostrare le verità storiche ai fedeli? Troppo rispettoso, forse?
Va bene, forse, in una società dove urlare significa essere ascoltati di più questo ha un senso.
Ma ricordiamoci, una società che comincia a bruciare i libri finisce con il bruciare esseri viventi. E non mi importa in nome di quale Dio ciò viene fatto. La storia ci ha dimostrato che agire sotto la protezione di Dio o di un dio non trasforma una azione sbagliata in una azione giusta.
E voi che ne pensate?

lunedì 22 maggio 2006

Censurato il "Codice Da Vinci" a Nuoro!

Mi ero ripromesso di non scrivere niente a proposito del Codice Da Vinci non perchè abbia qualche riserva a riguardo ma perchè sono rimasto perplesso 1) per l’attenzione che gli è stata data (in positivo e in negativo) e 2) perchè sono dispiaciuto che tanta cagnara sia stata fatta all’uscita del film e non all’uscita del libro.
Della serie che l’immagine batte la scrittura su tutti i fronti.
Ma la notizia che ieri ho letto su un quotidiano sardo ha (secondo me) dell’incredibile. E mi piaceva portarla all’attenzione di tutti.
A Nuoro, capoluogo di provincia della mia isola, esiste un solo cinema.
E già questa sarebbe una notizia scandalosa.
Ma la cosa assurda è che tale cinema, in controtendenza rispetto a tutti gli altri, ha palesemente deciso di non proiettare il film “Il codice Da Vinci” accogliendo la raccomandazione della CEI (conferenza episcopale italiana) di boicottaggio dello stesso.
Il cinema in questione (cinema “Le Grazie”) è di proprietà di un gruppo religioso cattolico il quale ha, comunque, delegato la gestione dello stesso a persone al di fuori del contesto religioso e di indiscutibile professionalità cinematografica.
In tutti gli scorsi anni questa proprietà non aveva mai interferito con le scelte dei palinsesti. E altri film discussi sono stati comunque (e giustamente) proiettati.
Ma sul film di Ron Howard e Tom Hanks è scesa la scure della censura. Quantomai anacronistica e palesemente inutile.

Che senso ha proibire la visione di un film in un cinema?
Forse serve a esprimere dissenso…. Potrebbe essere…
Essendo il sottoscritto un eterno difensore del diritto di chiunque di poter esprimere le proprie opinioni, difendo il diritto della Chiesa, della CEI e di chiunque di dissentire dai contenuti del romanzo (sempre di romanzo si tratta) e di esprimere il proprio giudizio negativo. Ma esistono mille modi per esprimere il dissenso e quello di proibire la messa in onda in una sala cinematografica, essenso questa l’unica sala della città e di tutta un’enorme area geografica, mi sembra veramente fuori luogo.
Il film è un film. Forse bello, forse sbagliato, forse sempliciotto.
La Chiesa e i vescovi forse dovrebbero protestare per qualcosa di più importante.
Io non sono nè cristiano nè cattolico. Difendo i diritti di ogni uomo a praticare le proprie dottrine religiose e i propri riti. Ma mi piacerebbe far notare che un’azione più saggia per i vescovi sarebbe censurare il comportamento di tutti quei credenti che non sono praticanti e che non osservano i precetti e i comandamenti della loro religione.
La censura o il boicottaggio è un sistema vecchio e superato.
Se la Chiesa ha paura di un romanzo, se ha paura che la fede dei suoi aderenti venga scossa da un romanzo di fantasia beh, allora direi che, come istituzione, è proprio alla frutta.
La religione cattolica è in declino come aderenti e come espansione da decenni. Al suo interno persone bellissime e spiritualmente meravigliose lottano per difenderne i molti lati positivi. Ma è indubbio che si tratta di un’organizzazione decadente.
E quando parlo di questo non mi riferisco al suo significato o al messaggio religioso in essa contenuto. Cristo è Cristo e il suo vangelo è il suo vangelo.
Ma se ci siamo ridotti a fare i dispetti come i bambini non facendo vedere un film “scomodo” in un proprio cinema, beh…..
La cosa si mostra da sola.
E da sola si mostrerà il suo effetto boomerang.
Accetto commenti su questo fatto. Vorrei conoscere la vostra opinione. L’opinione dei blogger: cosa ne pensate di questa censura?
Grazie e per aspera ad astra!
Riferimenti: Altro mio post sul "Codice Da Vinci.

venerdì 5 maggio 2006

Vendere l’anima al diavolo.

Buongiorno cari signori, sono io: il diavolo. O perlomeno un suo patetico surrogato. Anche a fare gli avversari di Dio ci vuole impegno. E non ci si può improvvisare.
Passeggiavo in questi giorni per le vie del mondo.
Guardando persone e bramando anime.
Vuoti, gusci vuoti.
Dove sono le anime?
Vedo corpi che danzano, corpi che parlano, corpi che viaggiano veloci in sedili di pelle accarezzando strumentazioni elettroniche rivestite in radica di noce.
Vedo corpi che si prostituiscono, corpi che cercano corpi.
Corpi che godono soli.
Corpi illusi di non essere soli.
Ma un corpo non è nient’altro che una solitudine solidificata con forma ominide.
Vuoti, gusci vuoti? Con cosa riempio il mio asfittico, estraniato, demagogico, pallido inferno.?
Tremo dinnanzi alla mia inutilità in un mondo di corpi. Che gusto c’è a traviare chili di carne e sangue? Ci riuscirebbe un bambino.
Voglia di abbandonare questo gioco. Certezza di non volerlo più giocare.
Tutto si basa su un punto di vista. Poichè un oggetto è NULLA senza un soggetto che lo osserva. Tutto si basa su un punto di vista. Il punto di vista siamo noi. E osserviamo. E il mondo prende vita.
E il mio nuovo punto di vista è che appendo le corne e gli zoccoli al chiodo. Basta inferno. Basta gironi infernali.
Questo è un mondo di corpi. Non c’è più spazio per me. E gli uomini sono diventati autonomi nel dannarsi.
Che senso ho in tutto questo? Sono abbastanza grandi e smaliziati per cavarsela da soli, per creare un nuovo inferno sulla terra.
Io cambio gioco. Divento un altro punto di vita.
Gusci vuoti. Gli uomini perdono il contatto con se stessi.
Guardano ma non vedono. Guardano ma non vanno oltre il proprio corpo.
E si identificano con quest’ultimo.
Corpi. Corpi in Tv, nei giornali, nei discorsi. Corpi in schivitù, corpi da costruire da capo e da mostrare all’ultima fiera della carne.
Basta. Sono stufo di ciò.
Mi innalzo al di sopra e divento ciò che in fondo sono sempre stato.
Uno spirito ribelle.
Ribelle a tutto. Anche al mio destino deciso da un Dio che forse gioca con tutti noi, divertendosi alle nostre spalle a causa del nostro affannarsi.
Ma anche quel Dio è solo un dio creato da noi.
Anche quel Dio è solo una nostra creazione mentale fatta a nostra immagine e somiglianza. Ogni uomo si dipinge il dio che merita. Come egli è, così sarà il suo dio.
Anzi, come egli è così dipinge il suo demonio.
Me.
Ma basta. Il tempo delle parole è finito.
Non vendete l’anima al diavolo.
Siate la vostra anima. E fate si che la terra non diventi veramente l’inferno di questa parte dell’universo.
Per me non c’è più posto.
Questo è il mio testamento e il mio addio.
Buona fortuna a voi. Buona fortuna a me.
E al diavolo, tutto il resto!!

mercoledì 1 marzo 2006

"Il codice Da Vinci" sotto processo: che assurdità!

Mentre stamattina facevo colazione, sento in TV un servizio che ha dell’assurdo. Non che le cose che provengano da quella scatola infernale siano quasi sempre lontane dagli standard del grottesco, dell’effimero e del paradossale. Ma non facciamo demagogia.
Un servizio giornalistico illustra che l’autore dell’oramai ultracelebre libro “Il codice Da Vinci”, l’americano Dan Brown, è alle prese con un processo in Inghilterra per “furto” di idea letteraria.

Anni fa alcuni autori avrebbero scritto un saggio dove avrebbero, per la prima volta, enunciato la teoria che Dan Brown userà come cardine per il suo romanzo: cioè il fatto che Gesù abbia avuto un figlio con Maria Maddalena e che da lì si sia creata una discendenza ‘reale’ giunta fino ai nostri giorni attraverso i secoli protetta da organizzazioni quali i Templari e da mille segreti. Non, quindi, il Santo Graal ma il Sang Real (il sangue reale).

Secondo questi autori (di cui non ricordo i nomi) Dan Brown avrebbe copiato l’idea pari pari e ne avrebbe fatto un romanzo vendendo milioni di copie. L’accusa? Furto di idea! Richiesta? Risarcimento multimilionario alla casa editrice e allo stesso Brown.
Che dire? Per me non solo questa è follia! E’ un attentato alla creatività di una persona e un bruttissimo precedente legale se questi saggisti dovessero averla vinta!
Non sono un fans particolare di Dan Brown. Ho letto i suoi libri e conosco il suo stile letterario. Potrei dire molte cose su questo aspetto.
Ma mi spaventa l’idea delle sanguisughe e dei parassiti.
E quello che mi si presenta mi ricorda questo.

Mi fa pensare che 2 furboni, sicuramente consigliati da qualche avvocato drittone, pensano che sia più semplice mettere in piedi questa farsa invece che guadagnare soldi e popolarità con le loro uniche forze. Nel peggiore dei casi, anche se dovessero perdere, si sono assicurati visibilità e promozione del loro libro. Nel migliore dei casi, si portano a casa milioni di dollari.
Rubati!
Dan Brown non ha negato di aver letto il loro saggio. Ci mancherebbe. Ma che importa.
L’arte è creatività. Ma la creatività non è partorire sempre qualcosa che nessuno ha fatto o ha detto.

QUESTO E’ASSURDO IN TERMINI!
Che significa? Che se un pittore un giorno dipinge una cascata con un albero vicino, nessuno potrà ridipingere quel soggetto? Che se uno scrittore parla di una relazione problematica tra padre e figlio nessuno scrittore potrà parlare di padri e figli. Non continuo con gli esempi, è troppo stupido.
Nell’arte esiste l’ispirazione ed esiste l’elaborazione dei temi umani. La cultura è questo. Il continuo rimestare e digerire le faccende umane.
La teoria portata con successo alla notorietà da Brown non è un’invenzione dei 2 saggisti. Allora anche loro l’hanno copiata?

Ma non continuo, perchè più ne parlo e più mi avvilisco.
Cito, per far capire, solo un esempio.
Si tratta del fumetto Dylan Dog, di Tiziano Sclavi edito dalla Bonelli Editore.
E’ un fumetto che ha segnato la svolta dei fumetti in Italia diventando un fenomeno di costume e un punto di riferimento per molti giovani. Diventando, tra l’altro, oggetto di studi per capirne il successo.
Dylan Dog è un’opera letteraria oltremodo culturale e rappresenta proprio al massimo la capacità di una creazione di ri-elaborare temi e altre opere (cinematografiche e letterarie). Dylan Dog si è ispirato a film e storie già scritte, spesso citandole o spesso accarezzandole. Senza nascondersi, spesso in modo sfacciato. Ma aveva delle premesse. E il risultato sono state altre opere artistiche bellissime che hanno preso vita propria e da copie sono diventate esse stesse foonte di ispirazione per giovani autori.

Concludo dicendo che se si seguisse questa idea del furto di idea letteraria, allora i drammaturghi greci e latini saranno felici. Diventeranno ricchi poichè, soprattutto al cinema e a Hollywood in particolare, quasi tutte le storie raccontate sono state prese (forse anche inconsapevolmente) da storie già scritte. Da autori di 2.000 anni fa.
Scusate dello sfogo ma da scrittore dilettante la cosa mi ha dato rabbia.
Per aspera ad astra.