venerdì 29 gennaio 2021

La storia dei blog fino all'avvento dei social network: come è andata e cosa succede ora.

Ho iniziato a scrivere su un blog nel lontano 2005, quando il fenomeno comparse sul web ed esplose.

Sembra passata una vita. E forse lo è passata.

Un blog non è nient'altro che una sorta di diario personale, che invece che andare in un cassetto, rimane visibile e leggibile al mondo intero su internet.

Nella seconda metà degli anni '00, fu un boom.

Le persone scoprirono la possibilità di socializzare a distanza con i blog e i forum (discussioni pubbliche su internet). Al tempo non esisteva neppure il concetto di social network.

La verità è che io scrivo da quando ero bambino. Molti non lo sanno e di sicuro io sono l'unico responsabile di ciò. Al momento ho scritto 10 libri, di cui 2 pubblicati con la Giacomo Bruno Editore e gli altri pubblicati in Self Publishing. Nel cassetto ve ne sono molti altri, di cui alcuni già completati e pronti per la rivisitazione pima della pubblicazione.

I blog sono stati una scoperta incredibile per me. Ho conosciuto molti altri blogger e scoperto che il mondo è popolato da persone fantastiche. Ci sono anche i deficienti, gli ignavi e gli stronzi. Ma quelli già li avevo conosciuti, quindi non è stata una gran sorpresa.

Ci sono stati momenti in cui i blog che ho gestito (ne ho curato vari, tra cui un periodo molti per conto di altre persone) hanno avuto molto successo.

Ai tempi in cui Tiscali forniva un servizio di piattaforma blog, il mio blog è stato molto spesso eletto "blog della settimana" e riceveva migliaia di visite al giorno. Poi Tiscali chiuse e purtroppo quel canale si spense.
Tra il 2008 e il 2010, creai un blog che parlava di lavoro, investimenti e truffe finanziarie il cui scopo era informare le persone sui pericoli delle offerte allettanti e dei progetti di investimento con rendite altissime. Senza rendermene conto quel blog divenne il più letto di tutta Italia per molti mesi. E veniva indicato come il blog di riferimento da altri blogger.

Ricevevo circa 700-800 visite al giorno e mi mandavano decine di mail con richieste di approfondimento. 

E poi? Poi arrivarono i social e in particolare Facebook. Già da qualche tempo cominciavano a girare gli smartphone e l'uso del web si spostò dal computer al cellulare. Arrivò Youtube, Twitter e infine Instagram.

Dall'intimità di una attività di socializzazione fatta di contenuti e di idee (al limite litigi) si passò ad una attività di socializzazione fatta di foto, di video, di notizie veloci, di citazioni, di gattini e di selfie con le labbra a gallina.

Le piattaforme blog sparirono velocemente, non avendo più il giusto interesse per essere sostenibile e profittevoli e le abitudini mutarono in modo talmente veloce che solo quelli che avevano tempo e voglia di stare al passo riuscivano a farlo. Per gli altri (ad esempio come me) con lavoro, famiglia e altri impegni (opero nel sociale e nella riforma sociale da vent'anni) era sempre più dura seguire tutti questi cambiamenti.

Io ho comunque operato con i social fin da subito (sono in Facebook dal febbraio 2009 e in Twitter dal gennaio 2011) ma quel mondo non mi ha entusiasmato.
Il livello degli argomenti è precipitato. Tutto immediato, tutto molto superficiale.

I blog erano (e sono) terreno di secchioni e fanatici di un qualche argomento. Non proprio così ma per dare l'idea.

E oggi? Oggi comunicare idee, portare avanti progetti è diventato sempre più duro. E' vero. Ci sono i canali video che al momento sono un ottimo modo di trasmettere contenuti. Ma occorre impegno e ci vuole una certa qualità tecnica per realizzare un prodotto dignitoso.
I blog erano un'altra cosa. Sono tutt'ora un'altra cosa.

Oggi pubblico sul mio blog il 171-esimo articolo. Pubblicati in poco più di 15 anni. Di questi 171, 148 li ho pubblicati nei primi 6 anni di attività. E solo 23 nei restanti 9 anni. Rendo l'idea?

Oggi ne pubblico un altro. A testimonianza di questa avventura. Per ringraziare il mondo dei blog e dei blogger. E per sognare un nuovo futuro fatto di comunicazione di contenuti e non di solo effimere cose che passano e ci lasciano vuoti e uguali a prima.

Per Aspera ad Astra.

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