venerdì 15 giugno 2007

1984

Il 1984 è giunto e velocemente come è giunto è andato via.
Mi ricordo il 1984. Avevo solo 12 anni. E c’era un mondo che ora non c’è più.
Ma non è la solita solfa la mia.
Non è una malinconia per gli anni andati. Una malinconia sui MIEI anni andati.
A volte anche questa cosa c’è ma fa parte della vita. Ne ha sempre fatto parte e sempre ne farà.
No, parlo del 1984.
Sono cresciuto in un piccolo paese della Sardegna. Un paesino in cui nel 1984 i bambini (tutti) uscivano a giocare dal primo pomeriggio e tornavano di sera. In cui si andava nei boschi o si giocava a pallone nelle strade.
Qualcuno urlava: “MACCHINA!” e ci spostavamo, rimettendo a posto le piccole pietre che rappresentavano le porte se le auto le spostavano con le ruote.
Ma non sapevo che il 1984 era una previsione e non solo un anno.
Orwell, George Orwell lo predisse. Lo chiamò 1984. E diede un profumo, un’intuizione, un concetto per individuarlo.
Gli diede un nome e una forma.
Non avremmo mai potuto mancarlo.
Ma, al solito, qualcuno si fermò all’apparenza. Credete che questo sia un difetto dei nostri tempi? Parrebbe di no!!!!!!!!!
Si, apparenza. Così nel 1984 le persone guardarono quel mondo e non lo videro uguale al 1984 che Orwell predisse temendolo.
Dissero Orwell si è sbagliato. Il 1984 non si è realizzato ma è stato un semplice anno.
Ora mi guardo indietro a 23 anni di distanza.
E lo vedo benissimo.
Sarà una coincidenza ma sono proprio quegli gli anni in cui il mondo ha preso la piega che il 1984 letterario paventava.
E ora ci siamo in mezzo.
Usiamo i nomi del romanzo e neanche ce ne accorgiamo.
L’altro giorno parlavo con una ragazza di 22 anni. Molto intelligente e molto sensibile. Gli ho chiesto: “tu sai perchè il reality ‘grande fratello’ si chiama così?”. Ovviamente non lo sapeva.
E se non lo sapeva lei che è una ragazza colta e preparata figuriamoci……….
La cultura non è fine a se stessa. Non è erudizione.
Al giorno d’oggi è un crimine non aver letto “1984″ di G. Orwell.
Quell’incubo teorizzato negli anni ‘30 si è realizzato.
Non nelle forme ingenue e tremendamente dirette predette dallo scrittore inglese. Ma si è realizzato nelle forme più subdole e meschine.
Si è realizzato con un triplo inganno alle persone.
Tutto oggi è una finzione che maschera la verità.
La realtà è nascosta da finzioni spacciate per verità.
Tutto bello, tutto perfetto.
Democrazia, libertà e tolleranza.
Le parole imbiancano la scena.
Ma la sostanza porta da altre parti.
Nel mio paesino i bambini oggi crescono come se fossero in una grande città.
Non vanno nelle strade perchè diseducativo, non vanno nei boschi perchè pericoloso, vestono tutti di marca perchè bisogna conformarsi, guardano Dvd e hanno videogiochi interattivi.
Tutto politicamente corretto.
Anche i cartoni animati. Che parlano di un mondo alla mulino bianco.
Che gronda sangue.
Così ai bambini dell’asilo che si fanno male si racconta che il sangue è solo succo di pomodoro.
Che bravi che siamo!
Eccoli infatti questi splendidi bambini cresciuti con le moderne tecniche psicologiche di insegnamento.
Eccoli nelle scuole superiori dove più della metà dei ragazzi usano sostanze stupefacenti.
Ma drogarsi è libertà, è politicamente corretto. E’ tolleranza verso i diritti del singolo.
Tanto i diritti del singolo si usano solo quando uno si deve autodistruggere.
Ma questo lo scriviamo in un altro post.
Per ora pensate con la vostra testa.
E leggete “1984″.
E scoprite in che 1984 siamo andati a finire.
Bello il mio 1984.
Che nostalgia.
Per aspera ad astra!

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