giovedì 9 giugno 2011

Etica o non etica: questo è il problema

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La prima volta che ho sentito parlare di etica era al liceo. Studiavo filosofia e mi imbattei in questa parola. Non è un termine consueto. 
Ed è fortemente non compreso e confuso nella testa delle persone.

Cosa è l'etica? Se si da uno sguardo ad un dizionario spesso si trova che l'etica viene definita come una sorta di morale oppure che i 2 termini siano usati come una sorta di sinonimo reciproco.
In realtà etica e morale sono 2 concetti molto ben differenziati. E, per quanto si possano usare spiegazioni erudite e colte sul soggetto, si può semplicemente dire che:
ETICA può essere definita come la ricerca di un insieme di comportamenti e azioni individuali che stabiliscano una differenziazione fra il giusto e lo sbagliato e che conducano l'individuo in un sentiero di sopravvivenza maggiore o di elevazione culturale e spirituale.
MORALE può essere definita come il raggiungimento a tentativi di una serie di regole di gruppo che stabiliscano perentoriamente cosa sia giusto o sbagliato.
La grande differenza fra etica e morale è che la prima è una sorta di sistema individuale che affronta e studia le situazioni di volta in volta, in un percorso che prevede anche una crescita. Mentre la morale è una conquista di un gruppo. Insomma l'etica parte dall'individuo mentre la morale parte dal gruppo.
In genere, quando un individuo smette di essere etico o di usare l'etica nella sua vita, diventa un problema per il resto del gruppo. Le sue pretese di libertà (giuste nei termini essenziali) portano i suoi comportamenti a ledere gli spazi di libertà altrui. 
La frase "Per me questo comportamento è giusto perchè io sono libero" è una giustificazione che induce gli individui a non considerare le altrui libertà o il bene collettivo. L'etica non viene considerata e quindi si diventa oggetto di morale, e se non si rispettano regole e leggi, si diventa dei bersagli della giustizia.
Giustizia che è ciò che il gruppo fa all'individuo quando costui ha smesso di usare l'etica nella sua vita.
Non ti disciplini da solo? Allora io ti punisco oppure ti metto in condizione di non nuocere!

Per secoli si è cercato la fonte dell'etica.
Se per la morale non vi erano grandi problemi, in quanto era fin troppo facile trovare qualcuno che stabilisse per il gruppo cosa fosse giusto o cosa no, trovare la base razionale di una scelta etica era difficile.
Molti filosofi hanno cercato di creare un sistema etico auto-referenziale. Un sistema che non necessitasse di un Dio o di un Essere Superiore che desse senso al tutto.
Molti filosofi hanno sostituito il Dio creatore della Bibbia, con entità panteistiche come la Natura, il pianeta terra, l'Umanità, la Scienza e così via.
Ma non è questo il punto.

La morale ha dei limiti. Non è individuale e quindi la persona la vive sempre come un'imposizione. E ben sappiamo cosa le imposizioni facciano all'Uomo. Vi è sempre la naturale tendenza a violarle.
Così, per dimostrare di essere vivi. Non so. Potremmo parlarne ma così avviene.
Solo una naturale comprensione del perchè qualcosa non debba essere fatto porta ad un comportamento giusto senza imposizioni. E questa è l'etica. Che è, fondamentalmente, COMPRENSIONE.
La morale ha dei limiti. Uno di questi è la mancanza di elasticità. Quando stabilisci che una cosa è sbagliata non riesci a prevedere tutte le eccezioni del caso. E' sempre difficile ingabbiare le situazioni della vita in un elenco prevedibile per cui, a priori, puoi dire: questo è giusto e questo è sbagliato.
Uccidere un uomo è sbagliato. Si, certo. Ma se quest'uomo è un criminale psicopatico che tiene in ostaggio una classe di 20 bambini innocenti e li sta facendo fuori al ritmo di 1 all'ora?
E se non vi sono altri metodi per convincere questo pazzo se non mettere un cecchino e sparargli da un altro palazzo? Uccidere un uomo è sbagliato? Si certo, ma non sempre.
E in base a quale criterio stabiliamo che in questo caso è giusto (o meglio meno sbagliato) uccidere il pazzo assassino? Sul fatto che costui è un pericolo per un numero maggiore di esseri viventi, tra l'altro completamente innnocenti.
Questo è un esempio limite.
Potremmo citarne mille altri. E non basterebbero.

Se guardiamo la scena sociale, la famiglia, la politica, l'economia e quant'altro, ci renderemo conto che questa umanità, questo UOMO del 3 millennio, non ha fondamentali problemi di risorse o tecnologia.
Ha un problema gravissimo di etica.
Le situazioni non etiche stanno aumentando a dismisura. Qualcuno parla di crisi morale o di caduta dei valori morali.
Io parlerei più correttamente di crisi dell'ETICA e di perdita dei valori ETICI.
Di morali ce ne sono sempre più.
Anche un criminale ha la sua personale scala di valori morali: non tradire l'amico (criminale), non tradire il gruppo (criminale), mantenere la parola (criminale), tifare la stessa squadra, etc. Magari aiuta le vecchiette ad attraversare la strada o magari va in Chiesa a pregare e fa le donazioni per Telethon.
Ma, nonostante ciò, attua dei comportamenti palesementi non etici. Al punto tale da essere un pericolo per la società.
Non per entrare in politica, ma qualcuno ha spesso difeso le malefatte del cavaliere-premier Berlusconi, dicendo che le sue scappatelle, il suo usare escort o prostitute (tra cui ragazze minorenni), fosse un fatto privato e che non doveva essere messo in piazza confondendolo con l'operato del Berlusconi politico.
Cioè in privato non conta se ti droghi, se paghi delle puttane per darti il loro corpo o se vivi una vita agli eccessi. Se in pubblico sei bravo, quello non conta.
Per me questa è un'assurdità che dimostra a quale infimo livello di cultura e sentire etico stiamo giungendo.
Ciò che un UOMO fa conta. Sempre. Nessuno può ergersi a giudice di un altro. Siamo noi stessi che ci dobbiamo ergere a giudici di noi stessi.
E' palesemente contrario alla migliore sopravvivenza del gruppo evitare comportamenti scorretti, anche se li fa l'ultimo degli sguatteri (senza offera per gli sguatteri). Figuriamo colui che, in quel momento, è il leader amministrativo e politico di una nazione.
Ma avete un'idea di quale sia la responsabilità di quel compito?
Se non si è in grado di sopportarla con comportamenti virtuosi, che si faccia da parte.
Anche perchè c'è la giustizia ad aspettarlo.

Così etica o non etica? Sicuramente c'è bisogno di maggiore cultura etica.
Ma di questo possiamo parlare una prossima volta.
Per aspera ad astra!

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