mercoledì 26 maggio 2010

Come si può riscrivere su un blog dopo tanto tempo?

Avete letto la domanda qua sopra?
Come si fa, come si fa.........
Ho in effetti scritto qualcosa di passaggio a maggio dell'anno scorso ma era un post senza alcun senso, perso nel nulla di un 2009 in cui ho fatto altro.

Scrivere sul blog è una mia passione.
Lo è stata quando ho iniziato scoprendo le potenzialità di questo mezzo di comunicazione e lo è stata anche successivamente in cui tanti lettori mi hanno manifestato tanto affetto e mi hanno dato dei feddback increbili che hanno foraggiato e non di poco la mia crescita spirutuale.

In realtà non ho abbandonato il mondo dei blog. Nel 2009 ho fatto partire prima un altro blog e poi un altro ancora, su tematiche spefiche, che mi hanno assorbito talmente tanto che questo primo amore è stato un pò dimenticato.
L'effetto del matrimonio che fa calare il desiderio.....

Scherziamo....

Anche il close-up e successivo passaggio della piattaforma Tiscali ad una nuova generazione di piattaforma ha contribuito a questo.
Io scrivevo su Tiscali. Avevo imparato a gestire quella piattaforma e mi piaceva molto la vetrina che esso offriva. Il passaggio alla nuova piattaforma è stato doloroso e al tempo decisi di trasferirmi su Blogger.
Ma il passaggio non è stato semplice, perchè era ovvio che non dovevo far partire un nuovo blog ma "traghettare" uno vecchio con tutto il suo archivio.
Ho iniziato a farlo ma poi mi sono impaludato lì.

Bene.
Dove sono adesso?
Sono in una situazione che è molto, molto, molto diversa da quando gestivo intensamente questo blog.
E' diversa la mia vita, la mia famiglia, io e il mio lavoro.
E' diverso, in peggio, il mondo in cui viviamo.
E non datemi del pessimista. Ho gli occhi e avete gli occhi.
Guardate.

Come si può riscrivere su un blog dopo così tanto tempo?
Semplice, rivedendo le cose in una nuova unità di tempo e ricreando nuovamente quello stupore e interesse esistenziale che muove le nostre azioni.
No, come si fa? Loggandosi al sito e digitando sulla tastiera.
Salve e grazie della vostra attenzione.
E come dicevo in tempi lontani ma sempre (più che mai) attuali.
Per aspera ad astra!

domenica 21 dicembre 2008

Un anno vissuto molto velocemente.

Sta per finire un anno. Un intero giro intorno al sole sta per terminare.
Un anno che è volato.
Un anno in cui sono stato assente da questo splendido paradiso che è il mondo del blog. Il mio e degli altri.
Non sono stato con le mani in mano.
Non sono stato con le dita intrecciate.

So di aver promesso che entro breve sarei tornato a scrivere con costanza. Così non è stato. Lo so.
Oggi ripenso a quanto veloce è trascorso il tempo.
Oggi mi fermo, due secondi, non di più, a pensare al trascorrere stesso del tempo.

Ieri ho avuto una grossa realizzazione. Cos'è una realizzazione?
E' un pensiero completo che illumina o spiega. E' un'improvvisa comprensione su qualcosa. E' quel concetto che ti frulla in testa e che dice: "Ah, adesso ho capito....".

Ho una vita che scorre veloce. Una vita intensa. Fatta di famiglia, lavoro, progetti, volontariato, hobby, lettura e scrittura. Ho creato da qualche mese una nuova associazione di volontariato che porterò avanti insieme alle mie altre azioni nel sociale.
Sogno un mondo e una civiltà diversa e più etica di quella attuale. Chi non lo vuole?

Ma a volte, sento l'esigenza di fare una foto al paesaggio. Alla mia stessa vita.
E cerco di bloccare il tempo. Per ricondurlo sotto controllo.
A volte ho avuto successo. Ma questo mi ha indotto in errore.
Ieri ho compreso perchè.

Non è possibile fare una foto al proprio mondo quando questo si muove. Se vivi in un universo che si muove velocemente e vuoi farne una foto, allora è meglio che anche questa foto sia scattata in velocità e movimento. Non ci si può fermare a fotografare qualcosa che si muove.
In passato mi sono fermato e la foto è riuscita. Ma allora la mia vita scorreva lenta, era quasi ferma.

Oggi la mia vita scorre veloce. E io velocemente devo scattare la foto.
Volevo una vita in cui il tempo scorresse velocissimo. E in effetti ciò che desideravo è arrivato.
Ma ora che ci penso, ora che mi sono liberato di questo errato punto di vista sulla riflessione del proprio universo, penso proprio che la mia velocità possa solo aumentare.

Ecco perchè sono qui. Ecco perchè questo blog tornerà ad essere vivo.
Per aspera ad astra

venerdì 31 ottobre 2008

Dove ho lasciato il mio mondo?

Dove ho lasciato il mio mondo?
Non sono vecchio, non sono giovane.
Basta queste etichette.
E' solo un modo barbaro per capire qualcosa. La chiamano classificazione. Altrove tassonomia.
Dopo le etichette, resta il concreto.
 
Dove ho lasciato il mio mondo?
Mi guardo in giro dopo mesi di assenza e gli incubi peggiori si sono realizzati.
Se leggo i primi miei post dei primi tempi del blog rimango un attimo interdetto.
 
Il mondo va veloce ma è senza guida. Non sa più dove sta andando.
E nella confusione, ognuno cerca di sterzare dalla propria parte.
Ma non è possibile. La vita di ognuno va a legarsi sempre di più con la vita degli altri.
Come si può essere così miopi da non capirlo?
O è logico credere che siccome staremo qui per soli 70 o 80 giri intorno al sole (per chi gli va bene), tutto ciò che succede non ci riguarda?
Le cose vanno talmente veloci che le nostre irresponsabilità si stanno ritorcendo contro di noi a velocitàmaggiori dell'esistenza media di una persona.

Forse un Andreotti, un Berlusconi, un Prodi (che bravo, ho fatto par condicio!) possono fare disastri fregandosene altamente di che succederà domani. Se tra 10 anni il mondo sarà una cloaca che gliene può fregare a chi sa che gli rimangono pochi anni.

Forse il novello Faust di Arcore penserà che si può trovare una cura miracolosa che gli garantirà l'eternità.
Ma temo che quando si troverà faccia a faccia con la signora scura con la falce, avrà ben pochi argomenti.
Soldi o non soldi. Lodo Alfano o non lodo Alfano.
 
Sono contento di essere tornato qui.
Saluti a tutti.
Mi siete mancati.
Per aspera ad astra.

martedì 8 gennaio 2008

Entula - su disizzu e su dolore s'animo sinzeru

Entula, entula cara mia terra che mi ospiti. Lassa chi su 'entu tiret forte comente unu ciaffu, comente su core meu isperdidu in su nudda.

Entula, assola, fachet luche e dacci vita.

Ritorniamo in questi luoghi. Luoghi dell'anima e del pensiero ancor prima che in un luogo fisico.
Mi sento naufrago di questi lidi e mi sento genitore che abbandona i propri figli.
Non dirò mi dispiace.
E' qualcosa che inserito in un contesto vago e appena accennato sa di vuoto, sa di niente.
E io tutto voglio essere tranne che il niente.

Ho visto il mondo che si è rovesciato giusto un poco.
Ho visto persone intorno a me camminare senza la sicurezza del passo.
E guardarmi e inspirarmi un'infinita dolcezza.

Sono stato assente da questi lidi. E chi ne ha più sofferto sono io.
Non perchè scriva cose importanti o sensazionali.
Perchè scrivere è la mia vita.
E quando non scrivo sono come morto.

Rubo lo spazio alle trappole che ci fanno morire.
Sono qua.
A dire che spesso sarò qua.
A dire che ho qualcosa da dire.
A chi lo vuole ascoltare.

Saluti a tutti.

Per aspera ad astra.

mercoledì 31 ottobre 2007

Why not?

Why not?Perchè no?
Ne parlano tutti. Parliamone anche noi!

Ma io ho qualcosa in più da dire.
Qualcosa che non è pertinente al signor Mastella da Ceppaloni.
Lui è solo l'icona identificatrice della cartella in cui buttare giù tutta la sporcizia di questa Italia. Della serie "un'immagine rappresentativa".

Qualcuno ha detto che ce l'hanno tutti con lui, che Mastella è diventato il capro espiatorio delle persone.
Non so, è un ragionare sul ragionato questo. Cosa mi da?
Si vede lontano un miglio che il signor Mastella è il perfetto rappresentante del niente politico, del tutto furbesco appoggia-culi-sulle-poltrone-per-poi-non-toglierceli-più-costi-quel-che-costi!
Ho sentito una volta dal vivo il signor Mastella. Era al mio paesino: una commemorazione di caduti di guerra. Invitato dal sindaco simpatizzante.
Chiamato sul palco a dire qualcosa sull'eroe di guerra del paese, cominciò a bofonchiare frasi indistinte condite di verbi inadatti.
Doveva dare fiato alla bocca.
Non doveva dire niente ma far finta di dire qualcosa.
Sono bravi i politici in questo?
Vabbè, smettiamola di nicchiare.

Negli scorsi anni ho creduto che seguendo le indicazioni di strutture statali e governative fosse possibile realizzare un progetto aziendale.
Quell'esperienza mi ha quasi distrutto.
Racconterò qualcosa prossimamente.
I tempi sono maturi.
E la rabbia ancora tante.

Ma Mastella da Ceppaloni è l'icona di coloro che hanno la responsabilità di tutto questo.
E' gente come lui.
Gente come lui che ruba non solo i soldi, ma soprattutto la fiducia che naturalmente le persone hanno per la vita e per l'onestà degli altri.

Togliere alle persone la fiducia nel futuro e nell'onestà del prossimo è peggio che rubargli l'oro.
Quale punizione basterebbe per questo?
E non c'è neanche da chiedersi se Mastella e soci siano colpevoli.
Lo sono!
Basta vedere quanti cittadini italiani depauperati della loro fiducia reciproca.

Chi ha rubato loro questo prezioso dono e risorsa?

Mi sono chiesto? Dovrei dire qualcosa anch'io su Mastella, sui finanziamenti europei usati per comprare voti e tolti a chi se li sarebbe legalmente meritati?
Mi sono detto:
Why Not?

Per aspera ad astra.

lunedì 17 settembre 2007

Il nuovo partito democratico - 2a parte.

Ho fatto bene ad attendere qualche giorno per chiudere questo argomento sul partito democratico.
Il giorno 8 di settembre c'è stato in Italia il V-Day o Vaffanculo-Day ideato e realizzato da Beppe Grillo e i suoi ragazzi. E' stato un terremoto politico e sociale. E credo che sia bello analizzare quella giornata non tanto in se e per se, cosa che farò in un altro post, ma in relazione a questo nuovo movimento politico.
Ricordate quel programma TV, "Operazione trionfo"? Quello in cui venne costruita a tavolino una nuova band di ragazze, una sorta di creazione in laboratorio di "Spice Girls" in salsa tricolore?
Al tempo nacquero le Lollipop. Presumo che pochi ora ricordino queste splendide artiste e le loro opere. Non che abbia niente da dire a quelle ragazze, che forse avevano comunque più talento di alcune starlette o di alcune attuali showgirls televisive.
Ma era un esperimento. La creazione di un prodotto da laboratorio, di qualcosa di sintetico.

Il partito democratico mi sembra questo.
La creazione a tavolino di un soggetto politico. Con la pretesa che sia nuovo e giovanile. Ma allo stesso tempo, solido, ben radicato e equilibrato.
Come le Lollipop, dispone di uno staff di contorno che è capace di creare un'immagine perfetta. Ottimi gli strumenti, ottimi gli arrangiamenti, e ottime le musiche.
Ottima la coreografia e ottima la preparazione dello spettacolo.
Con le dovute risorse si attinge al meglio dello spettacolo.

Ma ciò che manca è il cuore, l'anima, l'assenza di "star system".
A volte certi gruppi musicali sono scomodi. Ma se vengono dal basso, dalla realtà, dalla gavetta, allora qualcosa da dire ce l'hanno.
Perchè non sarebbero nati se non avessero avuto niente da dire.
Perchè non sarebbero sopravvissuti se non avessero avuto niente da dire.

Il partito democratico nasce da una bugia: che l'organizzazione di un partito sia più importante dell'operato dei suoi componenti.
Un partito è solo un gruppo di persone che si mettono insieme per organizzarsi meglio e dire qualcosa.
Cosa debbono dire i politici che formeranno il PD che nei loro attuali partiti politici non potevano dire o fare?
Capisco qualcuno che sta in un partito, non può dire la sua e ne fonda uno nuovo. Questo lo comprendo.
Ma più partiti che si fondono per crearne un altro........ Cioè comprendo anche questo. Razionalizzazione delle risorse. Ma perchè aspettarsi qualcosa di nuovo? E' qui l'errore.
Rutelli, Prodi, Fassino, Bindi diranno o faranno qualcosa di nuovo nel "nuovo" partito?

No, costoro sono solo delle "lollipop". Create ad arte, con una nuova canzone bellissima pronta a scalare le classifiche. Costruiti in laboratorio. Distaccati dalla realtà.

Ho citato il V-Day di Beppe Grillo. Non entro nel merito della cosa.
Parlo solo del fatto che questa giornata è nata dal basso. Tante persone che vogliono dire qualcosa di nuovo, che vogliono essere qualcosa di nuovo.
Niente di costruito nel laboratorio.

Se il partito democrativo avesse queste tensioni di fondo e questi vettori, allora si che sarebbe un nuovo partito e un nuovo soggetto politico.
E con questo non voglio distruggere tutti coloro che magari si stanno ammazzando di lavoro per contribuire al nuovo PD. I loro sogni meritano rispetto. Il loro impegno pure.
Non voglio denigrare la fiducia nel futuro o in qualcosa di migliore.
Voglio denigrare la finzione di chi questo PD l'ha ideato e con il quale sta ingannando queste brave persone.
Per aspera ad astra.

martedì 4 settembre 2007

Il nuovo partito democratico - 1a parte.

Finalmente un vistoso cambiamento in questa palude che qualcuno chiama Italia.
Non più le solite convergenze parallele, non più i soliti inciuci.
Finalmente qualcosa di vicino alle persone, vicino alla gente, alle esigenze reali.

Sto esagerando?
Forse un pò......
O forse voglio proprio prendere per il ..... per i fondelli, diciamo, questa nuova bufala.
Bufala, si, lo dico. Il nuovo, nascente partito democratico è una bufala.

Lo dimostra il modo in cui sta venendo alla luce. Così studiato nelle stanze dei bottoni, così politicamente corretto in cui ci sono le candidature che si propongono, in cui ci saranno le primarie.....
Ovviamente con questo post mi inimicherò parte dei lettori, credo quelle persone che della fiducia e delle speranze in questo nuovo movimento politico ve le hanno messe.

Voglio precisare che non sono un qualunquista e non mi piace disprezzare ogni tentativo di migliorare la scena esistente. Non sono sceso così in basso sulla scala da diventare acido ad ogni cambiamento e ad ogni buona intenzione.

Ma la politica è fatta di cose concrete. Dovrebbe essere fatta di cose concrete. E di concreto, in questo polverone del partito democratico, ci vedo ben poco.
Sono mesi che si parla di leadership. Leadership basata su cosa? Quasi sono le fondamenta del nuovo partito democratico, di questo partito costruito a tavolino, quasi chirugicamente? E' il centro-sinistra che si coagula attorno a una formalizzazione della sua struttura. Moderati di sinistra e centristi sinistrorsi decidono di fare casa comune.
Ma è proprio questa la bufala. Su quali basi questa casa comune viene costruita? Su basi culturali? Su basi ideologiche? Su basi programmatiche?
Ognuna di queste situazione ha una validità in se. Ha una propria dignità.
Non è vero che le ideologie sono finite. Sono finite alcune ideologie. Quelle che storicamente non hanno predetto in modo corretto il futuro.
Ma come fa l'uomo a non vivere di ideologie?
Credere nell'onestà è un'ideologia. Credere nel lavoro è un'ideologia.
Ideologia: viene da idea e logia. Possiamo dire che un'ideologia è uno studio di un'idea. Che c'è di male nell'avere idee? Magari c'è qualcosa di male nell'avere idee sbagliate ma non nell'avere idee tout court.

Il partito democratico non ha idee. Non è comunista, non è democristiano. E' democratico. Si vabbè ma che vor di? E' facile prendere un'etichetta denominata "champagne" e appiccicarla alla bottiglia di acqua sporca. Un buon risultato ma ciò non fa dell'acqua sporca dello "champagne". Quasi quasi fa più tenerezza e passione il "Forza Italia" di berlusconiana memoria: tanto infantile quanto nazional-popolare. Veramente brutto come nome ma almeno onesto nella sua bruttezza.

Invece partito democratico è un bel nome. Talmente bello che non c'è bisogno di contenuti.
Di cui nessuno parla.
C'è bisogno solo di leadership.
Ah, di quelle si che c'è bisogno. Almeno lo fossero, almeno lo fossero.
Almeno ci fosse in Italia un politico degno di tal nome, qualcuno che operi con orizzonti pluridecennali e non di una legislatura.
Qualcuno che guardi il futuro e guidi una nazione con la passione, con l'integrità e la disciplina di un padre di famiglia.

Ci vediamo nella 2a parte a breve.
Per aspera ad astra