lunedì 17 ottobre 2011

Gli scontri di Roma

Venerdì sera, parlando con un amico, gli ho detto:
"Vedrai che domani a Roma succede un macello. Ci sono troppi fattori e indizi che me lo fanno pensare!".
Stamattina, questo amico mi chiede quali fossero i fattori e gli indizi che mi hanno fatto capire che una manifestazione pacifica di dissenso di molti tipi di classi sociali (ragazzi senza lavoro, precari, anziani e via dicendo) sarebbe sfociata nella (ormai) solita guerrilla cittadina fra persone incappucciate e decise a distruggere quanto trovano per strada e forze di polizia.
La mia idea è che il livello di consapevolezza medio della attuale società (italiana ma anche occidentale) stia lentamente crescendo. Consapevolezza che passa dall'individuo e arriva alle complesse o meno complesse tecniche di controllo e sottomissione di lobby e ricchi individui nei confronti dei popoli e delle masse.
Anni fa, ebbi modo di partecipare ad una conferenza il cui tema attualmente esula da questo contesto. Ma il relatore, mentre cercava di spiegare una certa cosa, rimarcò che l'attuale società oscilla su un livello di tono emotivo che si approssima alla paura o alla diffidenza (in realtà emozioni vicine ed affini).
La sua tesi, che io sposai e sposo tutt'ora, era che il popolo poteva andare verso il basso oppure poteva avere un risveglio di coscienza. Paradossalmente un peggioramento della consapevolezza avrebbe avuto cause peggiori ma meno traumatiche. In pratica la società sarebbe sprofondata lentamente verso l'afflizione, la depressione e l'apatia fino ad essere controllata senza colpo ferire.
Un cammino verso l'alto, verso la libertà individuale e sociale, avrebbe invece contemplato il passaggio verso stadi intermedi in cui la rabbia l'avrebbe fatta da padrona.
Il concetto era veramente semplice. Questo relatore ci diceva:
"Immaginate che ogni singolo individuo e interi gruppi sociali pian piano si accorgano di ciò che veramente sta succedendo su questo pianeta e di come controllino e pianifichino le nostre vite. Attraverso i mass-media, la pubblicità, il cinema, i soldi e l'economia.
Cosa succederà quando l'uomo della strada si accorgerà di essere stato ingannato per tutto questo tempo? La prima cosa che farà sarà quella di spaccare tutto!!"
 
Il concetto è che, ovviamente, ciò che alcuni individui hanno fatto non è giustificabile in alcun modo.
E' solo che non è possibile creare degli antefatti e meravigliarsi delle conseguenze.
A chi di noi è più volte balenato in testa di voler prendere qualcosa e spaccarla per rabbia?
Io personalmente sto di fronte a fatti e situazioni che mettono alla prova la mia capacità di contenermi.
Ingiustizie sociali, diseguaglianze, immoralità e disonestà portano il buono ad arrabbiarsi.
E la rabbia si diffonde contagiosa.
E quando l'ira prende piede è difficile contenerla in spazi razionali. Ed è difficile che non venga indirizzata su cose e persone che non c'entrano niente.
Nessuno in questo blog osanna la violenza e il teppismo. Tra l'altro personalmente sono sempre stato molto in disaccordo con qualsiasi movimento anarchico rivoluzionarista. Di ogni tipo di colore politico.
Sono per l'evoluzione e non per la rivoluzione.
Perchè le rivoluzioni portano sempre a nuovi dittatori o nuove dittature, aperte o mascherate che siano.
Una rivoluzione è solo un fatto emotivo. E' ribellarsi a qualcosa di ingiusto, non correggere ciò che è ingiusto. Così si finisce per cadere dalla padella alla brace.
Sarebbe come chi, siccome l'arbitro commette tanti errori durante la partita, pensasse che sia meglio giocare senza l'arbitro. Sai che bella partita verrebbe fuori. Che putiferio! Ricordo alcuni partite da bambini in cui non c'era neanche uno straccio di arbitro...... impossibile giocare.
Chissà che non il politico (che per partito preso e per manifesta irresponsabilità mai penserà di vedere in che modo può migliorare la situazione!) ma il comune cittadino non cominci a riflettere su quanto sta accadendo.
Il corteo di Roma è un messaggio. Non dei disgraziati criminali che distruggono auto, negozi e attentano alla vita di altri normali cittadini come loro (amche se hanno la divisa).
Il fatto in se è un messaggio. Su cui non si può far finta di niente. Un messaggio che non può essere relegato ad un "troviamo i colpevoli e tutto andrà bene!".
Il popolo comincia a mostrare segni di impazienza e di rabbia. Lo fa tramite le sue parti meno controllate e più criminali. In una società sana tali persone non avrebbero avuto neppure l'occasione di partecipare ad una tale manifestazione perchè non ce ne sarebbe stato bisogno.
Non fatevi quindi fregare dai mass media. Tutti adesso parlano dei violenti e degli scontri.
Ma non si parla tanto dei motivi della protesta e delle migliaia di pacifiche persone che hanno manifestato cercando di mandare un messaggio.
Penserò male nel credere che i violenti fossero e siano sul libro paga proprio di coloro contro cui la manifestazione è stata organizzata? Fantapolitica? Chissà, solo il futuro potrà dircelo.
Per aspera ad astra!

sabato 15 ottobre 2011

Esoterismo e Mistero

Che l'esoterismo richiami un sacco di interesse da parte di moltissime persone, non è qualcosa che si scopra oggi.
Di certo, a me personalmente, che sono appassionato di mistero ed esoterismo da più di 30 anni la cosa fa sorridere.
Negli scorsi giorni ho avuto modo di fare alcune riflessioni guardando casualmente una trasmissione su Italia1 dal nome (appunto) di "Mistero".
 
La trasmissione ha un taglio assolutamente nazional-popolare e non voglio essere denigratorio con questo termine. Ma è la realtà!
Vedere alcuni concetti così particolari e alcune riflessioni fatte in una trasmissione vista da milioni di persone mi fa un pò sorridere.
Perchè parlare di mistero in una tv pubblica è quasi un contro senso.
La realtà è che la storia dell'uomo è intessuta a filo doppio con qualunque cosa verta l'esoterismo.
Che non è semplicemente magia e fantasmi.
 
Anche a livello accademico il termine esoterismo è alquanto complesso e di difficile spiegazione. Non che sia impossibile ma abbravvia talmente tante cose che racchiuderlo in una definizione semplice è spesso riduttivo. 
Ma se proprio dovessimo fare uno sforzo diremmo che esoterico è tutto ciò che riguarda un potere e una conoscenza circoscritta e non di ampia diffusione. 
Per certi versi anche alcune conoscenze scientifiche moderne assurgono al rango di esoterismo. 
Anche se certe discipline, più di altre, vengono a maggior ragione incluse nelle discipline esoteriche.
Esoterismo e mistero sono legati fra loro. L'esoterismo comporta aspetti molto misteriori. E il mistero richiama sempre una qualche forma di conoscenza che sembra debba per forza essere appannaggio di una ristretta cerchia di persone.
Elite e esoterismo sono ugualmente concetti inseparabili.
Rimane il fatto che, sebbene ci troviamo a camminare in un nuovo millennio, l'attenzione dell'uomo medio continua a stazionare intorno alle cose che non capisce intorno a se. E che lui intuisce essere più profonde, più misteriore e più dense di significato di quanto taluni vogliano fargli credere.
Così ecco la grande passione per i fantasmi, per i contatti con i morti, per i fenomi paranormali, per gli avvistamenti di extraterrestri, per i fenomeni magici e di divinazione, per le associazioni segrete e le cospirazioni.
Diciamo che guardando un programma come "Mistero" vi troviamo dentro tutte queste cose.
La mia semplice riflessione è che se qualcosa c'è non si può far finta che non ci sia e che se c'è, ha una sua propria dinamica.
Se non è possibile con la moderna tecnologia scopire nelle persone questo inguaribile interesse per fenomeni che facilmente vengono bollati come superstizioni e credulità popolare, io direi che non si può liquidare tutto il fenomeno con questa banale sentenza.
Che sa più di pigrizia mentale che di logicità scientifica.
E se poi vediamo a quali illogicità reali porta la presunta logicità scientifica, i dubbi e le perplessità aumentano e non di poco.
Per aspera ad astra!

lunedì 10 ottobre 2011

(IN)-Equitalia e la tarsu a Olbia

Quando qualcuno mi chiede cosa pensi di tutta questa storia di (in)-Equitalia e delle cartelle esattoriali della Tarsu a Olbia, non riesco veramente a trattenere un modo di indignazione e di vergogna allo stesso tempo.
Gli argomenti sono talmente delicati che occorrerebbe usare il fioretto per evitare qualunquismi e generalizzazioni. Ma anche per evitare che certe riflessioni vengano mal comprese e portate fuori contesto.
D'altro canto parliamo di un qualcosa che è talmente vicino al comune senso popolare dell'indignazione, che si ha la paura che usando il fioretto anzichè la sciabola, tutto il ragionamento passi per il solito "mettersi a pensare" nel salotto di casa.

Perchè continuare ad affrontare situazioni spinose e di comprovata urgenza con l'atteggiamento del lord inglese che sorseggia il the nel salotto di casa sua, porta (nel medio periodo) a situazioni in cui la pazienza finisce e la massa si ribella, con conseguenze di disordine pubblico o di ribellione che non sempre sono la soluzione migliore o consigliata.

Io, ogni giorno che passa, vedo lo stato democratico italiano e tutti i suoi enti locali sprofondare in un medioevo della politica e dell'amministrazione. Questo come grande, generale linea di navigazione collettiva.
Vedo uno stato che si "personalizza" a causa del sedere attaccato alla poltrona di praticamente tutti i politici, che non a caso ormai hanno assunto il ruolo di casta intoccabile che si difende e si autoreferenzia da sola.
Non più uno stato di tutti ma uno stato di qualcuno.
Vedo amministrazioni che si dimenticano il motivo per cui sono li e cioè fornire servizi al cittadino. Così vedo amministrazioni che non fanno i lavori che ci sono da fare perchè occorre rispettare dei vincoli di bilanci anche se ci sono i soldi. Così vedo amministrazioni che diventano il parco giochi preferito delle famiglie potenti del luogo anzichè la pubblica piazza dove rappresentare i cittadini.
Vedo un prelivo fiscale che non ha lo scopo di far funzionare la cosa pubblica ma solo lo scopo di pagare i debiti contratti da altri politici per motivi che non ci è dato conoscere.

Vedo, soprattutto, uno stato che crea organizzazioni che sotto il nome di qualcosa di "equo" svolge una delle iniziative più INIQUE della storia della Repubblica.
Togliere a chi ha meno per dare a chi ha di più! Dei Robin Hood al contrario.
Non lo nego. Del meccanismo di riscossione di (in)-Equitalia penso abbastanza male. Non penso male del suo scopo fondante ma dei suoi metodi e delle sue modalità si, e parecchio.

I motivi? Il primo, il più importante di tutti, è che vi è una sproporzione fra quanto è dovuto e quanto viene richiesto degno del peggiore strozzino. Così uno stato combatte l'usura degli strozzini irregolari e aumenta i poteri di una struttuta che è peggiore degli usurai. Ma lo stato ci ha abituato a queste cose. Uno stato che combatte il gioco d'azzardo ma che autorizza macchinette mangia soldi, lotterie e gratta e vinci. Uno stato che scrive "Nuoce gravemente alla salute" ma si ingrassa con le vendite di sigarette. Uno stato che mi multa se non metto mio figlio nel seggiolino ma che permette che droghe basate sulle anfetamine vengano prescritte a carico del sistema sanitario nazionale a bambini di 6 o 7 anni (è accaduto nella classe di mio figlio, se qualcuno pensa che stia esagerando!!!).

Pagare multe, tasse, imposte, contributi è qualcosa di corretto. In linea di principio. Certo c'è molto da dire su questo ma diciamo che è corretto.
Molto, molto meno corretto è abbandonare a se stesso il cittadino dinnanzi alle difficoltà punendolo oltremondo con penali, sanzioni, pignoramenti e vendite all'asta.
(In)-Equitalia deve riscuotere 100 ma ti chiede 200. E se non paga ti ipoteca 1000. Vendendolo all'asta per 150.
Se si applicasse la formula del calcolo degli interessi usurai sulle somme richieste da una struttura che si presenta pubblica ma è un ente statale, quelle somme sarebbero fuori legge.
Lo ripeto sarebbero richieste da strozzini!
Ma (In)-Equitalia si copre dietro l'uso di termini come "sanzione", come "costo della notifica della cartella", etc. etc. Tutte stupidaggini. Sono interessi!

Qualcuno, di tanto in tanto, dice: "Ma è giusto! Se qualcuno non paga quanto è dovuto e quando è dovuto deve essere multato".
Ricordiamoci che un ente pubbico è lì per tutelare l'interesse collettivo. Leggiamo bene.
Multare qualcuno, sanzionare qualcuno, condannare qualcuno è corretto SOLO E SOLTANTO nella misura in cui si tutela un interesse collettivo.
Se un individuo attua comportamenti lesivi all'interesse pubblico e dell'intera società, questo comportamento dovrebbe essere sanzionato o penalizzato.

Ma prendiamo un esempio concreto, se no le parole diventano nuvole che presto evaporano.
Ad Olbia viene commesso un CLAMOROSO errore amministrativo. E a carico di molte aziende vengono imputati dei costi presunti che non corrispondono a nessun criterio oggettivo. Lasciamo perdere le motivazioni per cui questo avviene.
In pratica alle aziende viene chiesto di pagare cifre per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani sproporzionate rispetto all'effettivo utilizzo di servizio pubblico.
E' giusto a questo punto che 
a) l'ente che sbaglia e che commette un errore di valutazione non paghi per questo?
b) i soggetti che subiscono l'errore, passino dalla parte del torto perchè non pagano quanto è ingiusto?
c) l'ente che sbaglia (PUBBLICO) passi la palla ad un ente privato di riscossione (in realtà anch'esso PUBBLICO) che sanziona chi non ha pagato con cifre totalmente irrazionali e con ricarichi da usurai anzichè risolvere il pasticcio?
d) l'ente di riscossione dimentichi i motivi per cui la cifra non è stata pagata e persegua come criminali i titolari delle cartelle esattoriali?
e) le aziende vittime di questo fatto si vedano bloccare i fidi bancari a causa dei pignoramenti oppure ipotecare immobili del valore immensamente superiore alle somme (ingiustamente) dovute?
f) i dipendenti delle aziende si vedano negati dei mutui per se per colpa delle cartelle esattoriali.

E' giusto tutto questo?
Io credo che le cose non siano bianche e nere. Non credo che esistano dei gradi assoluti di giusto o sbagliato.
Così ne deriva che esistono gradi diversi di giusto e gradi diversi di sbagliato.
Così è sbagliato non pagare le tasse e quanto sia dovuto.
Ma ancora più sbagliato è vessare i cittadini perchè devono dare i loro soldi per coprire le magagne di altri che non pagheranno mai per quello che hanno commesso.

Grazie per l'attenzione.
Per aspera ad astra!

Dove è finita la buona educazione?

Quando ero piccolo sentivo molto parlare di educazione. Di buona educazione.
Sentivo parole come "educato" e come "maleducato".
Oggi si sente parlare tanto di rapporto intergenerazionale genitori figli, di problemi di dialogo o addirittura di disturbi del comportamento e deficit dell'attenzione.
Ma anche tra gli adulti la musica è cambiata.
Adesso sembra che i doveri che un individuo ha nei confronti della società siano soverchiati dai diritti che un individuo merita dalla stessa.
Ora, se proprio vogliamo fare i pignoli, chi parla è sempre stato qualcuno che dell'individualismo ha fatto una bandiera.
Sono cresciuto sul culto dell'individuo e delle sue potenzialità.
Eppure, quello che adesso posso dire con molta tranquillità, è che c'è una sproporzione di attenzione tra l'individuo e la società.
Perchè la società ha smesso di essere qualcosa di specifico, con un'identità a se stante, ed è diventata solo un insieme di individui.

Così il concetto sano di buona educazione sta andando perduto.
Si entra in un locale commerciale e non si saluta. Tanto non si conosce nessuno. Di paga e non si ringrazia per lo scontrino o la busta. 
Allo stesso tempo, chi sta dietro ad un bancone guarda chi gli rivolge una richiesta come un fastidioso perditempo che è li solo per arrecare disturbo.
Negli uffici si fa la fila stando sempre attenti a che qualcuno non sgarri. Non sia mai che qualcuno prenda il nostro posto e ci faccia perdere quei 10 minuti di tempo che ci sarebbero serviti per andare a casa a guardare l'ultima puntata di Forum su Canale 5.
Educazione. Viene dal latino Ex Ducere. E non significa altro che "portare fuori". L'educazione è quindi l'arte che aiuta qualcuno a tirar fuori quello che dentro la persona c'è. Non a caso di parla di educazione musicale o educazione fisica.
L'educazione non è la stessa cosa dell'istruzione. Che viene dal latino In+Struere cioè collocare dentro, costruire all'interno. 
Quindi tu istruisci qualcuno e lo educhi. Istruisci ed educhi. Metti dentro qualcosa e tiri fuori qualcosa.
Fornisci informazioni e tiri fuori abilità e personalità.
L'educazione è l'olio sociale che permette al motore di funzionare. Se non si pone più gli ingranaggi sociali grippano e tutto si blocca.
Avete mai visto un ingranaggio far andare una macchina? No, c'è bisogno di tutti gli ingranaggi.
Così anche il perdigiorno che sta al bar non far niente, deve ringraziare chi ha fondato la fabbrica di birra, chi lavora alla fabbrica della birra, il trasportatore che porta le casse di birra al bar e il proprietario del bar che ogni giorno apre e consente a qualcuno di sedersi e perdere tempo.
E ci stiamo dimenticando di chi a costruito e fornito le sedie, i tavoli, di chi fornisce l'energia elettrica e tutto il resto.
E ci stiamo dimenticando di chi nella storia ha inventato la birra, il traporto, le sedie, il frigo, l'energia elettrica e la pubblicità.
Senza tutti costoro il perditempo vagherebbe in un bosco o una radura pronto a diventare vermi per la terra, perchè sicuramente non saprebbe neppure procacciarsi del cibo.
Ma in una società come la nostra anche loro riescono a sopravvivere in un modo o nell'altro.
Quindi una società senza il culto dell'educazione si deve preparare ad un futuro molto grigio.
E qui non è colpa di chi ci governa ma di ognuno di noi.
Per aspera ad astra!

giovedì 6 ottobre 2011

L'ADHD e i bambini iperattivi

E' da molto tempo che non parlo di ADHD e di tutte le porcherie che il moderno e attuale sistema psichiatrico è riuscito a far passare sotto il naso di insegnanti, dirigenti scolastici e genitori.
Ritorno a parlare della cosa con una visione ancora più concreta e cruda della faccenda.
Anche perchè ora io ho 2 figli e uno di questi è in seconda elementare.
Anni fa (mi occupo di ADHD in Italia dal lontano 1996) parlavamo di queste cose paventando alle persone la possibilità che la truffa dei bambini iperattivi sarebbe potuta sbarcare in Italia.
Si parlava di possibilità.
E quasi la maggioranza degli interlocutori mi guardavano spauriti e intontiti dinnanzi a quanto gli veniva prospettato.
Le frasi di circostanza del tempo erano "Si, vabbè ma adesso non esagerare. Non è proprio così!", "Si, certo ma in Italia queste cose non possono accadere. Giusto in America che sono tutti matti!", "Beh, mi sembra che tua visione sia un pò drastica." e robe simili.
Le frasi di circostanza di oggi sono diverse: voi che mi avete detto le cose di cui sopra che dite adesso? O ancora non vi siete resi conto di quanto accade?
Vivo in una piccola città eppure nella classe di mio figlio quest'anno vi erano (su venti bambini complessivamente) 2 bambini a cui negli scorsi mesi (IN PRIMA ELEMENTARE!!!!!!) era stato diagnosticata la ADHD e messi sotto trattamento di Metilfenidato (meglio conosciuto con il nome commerciale di Ritalin). Sebbene si possa dare una parvenza di normalità ad una sostanza chimica elevandola al rango di "farmaco" il metilfenidato è in realtà un'anfetamina che droga chi la assume con tutti gli effetti e le controindicazioni di una droga.
Non a caso molti studenti, in mancanza di cocaina, sniffano le pastiglie porlverizzate di questo (pseudo)-farmaco.
Ma non è propriamente di questo di cui vorrei parlare.
Quanto del fatto che le cose accadono perchè noi le lasciamo accadere.
Così come un despota (vedi Hitler o Mussolini) possono arrivare a distruggere vite umane e il futuro di una nazione solo perchè i cittadini hanno chiuso gli occhi su questo, così una truffa come l'ADHD può prendere piede solo per nostra responsabilità.
Anni fa parlavamo di pericolo di arrivo di questa tragedia in Italia. Adesso i casi di trattamenti di anfetamine a bambini ignari e vittime è un fatto.
Un fatto di cui non ho sentito parlare alla radio o alla TV ma di cui mi ha raccontato mio figlio. E i genitori di uno di questi bambini.
E prima che qualcuno di tremendamente stupido arrivi ad insinuare che si vuole chiudere gli occhi sul fatto che esista un problema con i bambini denominati "iperattivi" o malati di ADHD, vorrei solo dire che da nessuna parte chi, come me, si batte contro questa sciagura indegna di una civiltà progredita, afferma che NON ESISTANO delle situazioni comportamentali problematiche.
I bambini con problemi di comportamento esistono e sono un fatto da non ignorare.
Ma nessuno parla di questo.

Parliamo solo che esiste una truffa. E questa truffa è arrivata da noi.
Ma ne riparleremo.
Per aspera ad astra!

martedì 4 ottobre 2011

Amanda Knox, Raffaele Sollecito e il nostro sistema giudiziario.

Ieri notte, come la maggior parte degli italiani, sono venuto a conoscenza dell'assoluzione degli ultra-famosi Amanda Knox e Raffaele Sollecito nell'ancor più famoso processo per la morte della povera studentessa Meredith Kercher.
Dopo essere stati condannati come colpevoli solo 2 anni fa, con pene reclusive di 26 anni, la corte d'appello stabilisce che 2 persone che si sono comunque fatti più di 3 anni di carcere sono innocenti.
La cosa è non sconcertante. E' molto, molto di più.
 
In questo momento, come penso succeda a te che leggi queste righe, non sono interessato in particolar modo al processo di Perugia e a sapere chi è colpevole e chi non lo è.
Io non so se Amanda e Raffaele siano o meno colpevoli. Non posso saperlo perchè questo tipo di giudizio non può essere espresso assistendo tramite la tv e i giornali alle vicende di un delitto. Di sicuro non è guardando una persona in faccia che si può stabilire se qualcuno è un criminale o meno.
Di sicuro non sono un seguace delle teorie del Lombroso, criticato da molti ma poi ricalcato da tanti nei modi e degli obiettivi.
Ma ciò oggi ci fa riflettere è la solidità del sistema giudiziario italiano.
La realtà è che, sebbene qualcuno urli questo fatto a difesa delle sue magagne giudiziarie, in Italia il vero problema è proprio il sistema giudiziario. 
Processi che durano anni, che non garantiscono il principio fondamentale che chiunque è innocente fino a prova contraria, che facilmente riducono le pene a chi viene trovato colpevole.
Solo di questi giorni è la notizia del ragazzo condannato penalmente per aver rubato un ovetto di cioccolato su una bancarella. E' possibile in uno stato civile che si spendano decine di migliaia di euro, che si occupino ore e ore di lavoro di molte persone per comminare una tale sentenza ad un ragazzo?
E' possibile che un furto di un ovetto, anche quando venga accertato, abbia questo tipo di gravità?.
Non che il legislatore non sia altrettanto colpevole nell'equilibrio della gravità delle cose.
E' recente il provvedimento del governo che sancisce il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro.
E chi ruba solo 2 milioni di euro? Quello no, ma se rubi un ovetto allora.....
Non che io come te possiamo ritenere una cosa giusta un furto di un ovetto.
Ma perchè una questione di così minima importanza deve finire su un percorso giudiziario che coinvolge il lavoro di moltissime persone?
Ne vale la pena spendere tanti soldi per un danno così piccolo?
La realtà, che nessuno vi dirà e che io oggi ho l'ardore di dire, è che esiste una causa per questo.
Questa causa fa si che il sistema continui a rimanere assurdo, contorto e burocratico.
Perchè se si guarda il sistema, c'è qualcuno che guadagna da tutto ciò.
E sono proprio i professionisti che vivono nel sistema.
Perchè avvocati e magistrati non guadagnano in base al merito e al risultato ma in base all'impegno di mezzi.
Un avvocato verrà pagato perchè mette a disposizione del cliente le proprie conoscenze e professionalità. Non perchè garantisce un risultato.
Come se tu andassi da un meccanico e lo paghi non perchè ti aggiusta l'auto ma perchè ci lavora su.
Se questo principio venisse applicato a tutte le professiosti sarebbe la fine di questa società.
Niente funzionerebbe più.
Riflettete su questo: guardate in parlamento quanti avvocati siedono fra i parlamentari. Sono la maggioranza ma non sono la maggioranza in Italia. Una minoranza che decide le leggi della maggioranza.
Con tutti questi avvocati in parlamento, secondo te una legge che ne diminuisce i guadagni e ne limiti il potere potrebbe mai essere approvata?
Ecco cosa succede al nostro sistema giudiziario.
Per aspera ad astra!

martedì 20 settembre 2011

I matrimoni sono diventati un affare!

Salve a tutti!
Finita l'estate, ritorniamo a dare uno sguardo a questo mondo che non accenna a diminuire la velocità. Alte velocità ma forse proprio per questo il paesaggio scorre veloce e ci si dimentica di quale sia la meta e dove effettivamente ci si sta dirigendo.

Qualche giorno fa mi è arrivato un invito per un matrimonio di conoscenti e parlando della cosa con mia sorella, mi racconta che lei, per il mese di settembre, ha ricevuto ben 4 inviti.
La cosa mi ha fatto un pò riflettere su cosa stia accadendo a questo istituto sociale. Tanto odiato da uomini e donne, tanto vilipeso ma tanto, in ogni caso, ineludibile.

La mia idea è che l'uomo di oggi (lo chiameremo Homo Occidentalis post-televisivus) abbia perso completamente l'attinenza con la realtà delle cose e distorca tutto in un'ottica di spot pubblicitario.
Il matrimonio è l'ufficializzazione sociale di un'unione tra 2 persone volta alla creazione di quell'unità sociale chiamata famiglia, fino ad esso mattone fondante di tutta l'architettura sociale.
In ogni caso il matrimonio non è un passo che rende un'unione reale o vera o più solida. 
Il grande errore di valutazione che molti hanno commesso quando hanno cercato di rendere il matrimonio simile (se non uguale) alla status di convivenza, risiede proprio in questo aspetto.
Il matrimonio non serve ai 2 membri che formano una coppia! Serve a tutti gli altri membri della società per ufficializzare quel rapporto.

Ma a parte queste disquisizioni di natura quasi giuridica, sposarsi sembra essere ancora (ma sembra esserlo ancora per poco tempo) il coronamento di una vita. 
Mi ricordo un'immagine stereotipata di quando ero bambino in cui vi era la figura della donna che agognava a sposarsi come la realizzazione di una vita. Cioè come se quello fosse equivalso a mettersi a posto indefinitivamente. Una figura che valeva un pò più per la donna che per l'uomo ma che poteva essere valida per entrambi.
Ma cosa è diventato oggi sposarsi?

In primo luogo il matrimonio è stato aggredito da moltissime parti. Deriso, invalidato e spersonalizzato.
Il matrimonio è come la convivenza e la convivenza è meglio del matrimonio. I matrimoni finiscono sempre più in tribunale-che schifo sposarsi. E le barzellette, e il calo del desiderio, e la routine, e le tentazioni di tutte questi altre donne e uomini straripanti di bellezza e fascino.

Negli ultimi anni mi ha spesso colpito che, quando qualcuno parlava di cerimonia di matrimonio, ci si riferisse fin troppo spesso ai festeggiamenti presso il ristorante invece di riferirsi in modo specifico alla cerimonia nuziale in se. Qualche invitato decideva di andare direttamente al pranzo nuziale, saltando il noioso e fastidioso rito religioso.
Quasi che quello stare dinnanzi al prete fosse una parentesi obbligata ma comunque scomoda di quel momento di felicità.
Questo è, dal mio punto di vista, assurdo.
Il matrimonio è la cerimonia di ufficializzazione e non il pranzo di festeggiamento.
Che si ufficializzi dinnanzi a Dio (per i credenti) o dinnanzi ad un pubblico ufficiale (per i non credenti) è l'ufficializzazione il cuore del matrimonio e la sua parte fondante. Il resto è coreografia.
Così come è assurdo e grottesco che, al giorno d'oggi, i matrimoni assomiglino sempre più a delle operazioni d'affari speculative che ad una presa di responsabilità sociale.
Parlo per esperienza diretta e quindi ciò che dico ha una valenza soprattutto dalle parti in cui vivo e posso anche immaginare che in altre parti d'Italia non si siano raggiunti questi livelli di follia.
Quello che vedo è che le persone si sposano per fare un'operazione commerciale.
Si sposano e si aspettano che tutti gli invitati vengano alla festa portando regali di valore o meglio soldi.
Così si sposano e incamerano cifre veramente grandi. Dalle mie parti il numero minimo di invitati non scende sotto le 300 unità. E parlo di persone comuni. Lasciamo perdere i VIP, come figli di personaggi politici o di imprenditori in vista in cui gli invitati possono tranquillamente arrivare a 500 unità o oltre.
La mia idea (molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti invita ad una festa, lo faccia perchè vuole festeggiare qualcosa e gradisce condividere questo momento di felicità con te.
La mia idea (molto ingenua, lo ammetto) è che qualcuno ti invita alla festa del suo matrimonio quando tu sei una persona che fa parte del suo mondo e che condividi con lui qualcosa.
La mia idea (molto, molto ingenua lo ammetto) è che se qualcuno ti chiama ad una festa, sia lui a organizzare la festa e sobbarcarsi i costi. Il regalo è un regalo. E' qualcosa che si fa come un contributo al festeggiamento.

Queste mie idee sono solo idee e non trovano riscontro nella realtà.
Quello che vedo è che chi si sposa fa pagare il costo del festeggiamento agli invitati e non solo. Proprio nei giorni scorsi sentivo un invitato fare i conti di quanto dovesse regalare per andare bene e non sentirsi in debito con gli sposi. Questo il ragionamento:
Il ristorante dove andiamo non costerà meno di 100 euro a persona. Andiamo in 2 e quindi non possiamo regalargli meno di 250 euro!
Io sono rimasto di sasso!
I conti su quanto costa un coperto al ristorante? Sentirsi in pari con i costi? Non andare a mangiare a scrocco? Lasciare agli sposi 50 euro in più?
I conti sono presto fatti: se gli invitati coprono i costi delle celebrazioni del matrimonio e lasciano anche ulteriori contanti, invitando un 400 persone la coppia neo sposa potrebbe portarsi a casa anche 20 mila euro in contanti più una cifra almeno doppia di regali.
E dai discorsi che ho sentito dire in giro parliamo di cifre del genere.

Ecco perchè mia sorella era di pessimo umore. Andare a 4 festeggiamenti di matrimonio in un mese costa più di mille euro in regali e, siccome non puoi andare vestito allo stesso modo, altrettanto in abiti e agghindamenti vari.
E non puoi neppure negare la tua presenza perchè il cugino del figlio dello zio di quel tuo lontano parente potrebbe legarsi questa cosa al dito e maledirti per tutti i secoli dei secoli.
E pensare che quando è arrivata a casa la partecipazione non sapevi neanche chi fosse.
Ah si, lo avevi visto ad un altro matrimonio di 25 anni fa, quando aveva 8 anni. Forse ci avevi anche giocato un pò. Non tutta la sera ma almeno una mezzoretta.

Che dire?
Niente perchè ho finito le parole.
Per aspera ad astra!