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venerdì 6 maggio 2022

Un mondo di immagini

Viviamo in un mondo di immagini.

Viviamo in un mondo in cui la comunicazione è diventata un flash, o una serie di flash.

Video e foto inondano completamente il nostro vivere. Siamo immersi ormai in una cultura di VISIONE, di osservazione.

Ed infatti non riusciamo più a comprendere niente perché viaggiamo come motoscafi sulla superficie delle acque e vediamo il blu senza mai scorgere cosa, sotto il livello dell'acqua, si trova e sostiene il tutto.

E io, qui, in questo blog semi-abbandonato, decisamente retrò, decisamente ancorato al passato, quando internet era dei blogger e non degli influencer/youtuber/tiktoker mi chiedo "Cosa mai ci azzecco con tutto ciò?".

E' logico. Quest'anno vado a timbrare le 50 primavere e quindi è ovvio che transito dalla fase della vita in cui sono alla moda alla fase della vita in cui comincio a essere fuori-posto, anacronistico.

Ma sai una cosa? Questa è proprio una cazzata!
E sai perchè? Perchè è semplicemente un luogo comune.

Certo.... se segui il mio pensiero e leggi i miei post da tempo, sai benissimo quale sia la mia opinione a riguardo. La mia opinione sul convergere dei luoghi comuni è che, comunque, non si può ignorare l'aggregazione degli accordi fra le idee delle persone. Anche quando di bassa lega e totalmente scollegate da un ragionamento dotato di una certa logica e coerenza interna.

Inoltre.... I pensieri e le idee delle persone, quando PENSATI e espressi con sincerità, salgono di livello e diventano originazioni della persona. E in quanto tali vanno assolutamente e genuinamente rispettati.

Una originazione altro non è che un pensiero di qualcuno su di se, sugli altri e sulle cose. E' qualcosa che testimonia come lui sta o si sente. Una originazione NON E' un pensiero di un altro che io ritrasmetto. E' qualcosa che riguarda me o il mio universo mentale ed emotivo.
E in quanto tale, assurge a entità che merita rispetto a prescindere.
Anche quando è una colossale cazzata.

Domanda: "Ma se una originazione è una colossale cazzata, merita sempre rispetto? E quindi non possiamo mai contestare una originazione che sia una cazzata e le persone sono libere di dire tutte le cazzate che vogliono?"

Risposta: tutte le originazioni delle persone meritano rispetto! Tutte. Ma la parola rispetto significa solo che non odiano qualcuno perchè dice o pensa qualcosa. Non intendiamo togliergli la patente di essere umano o la libertà di parola.
Se però pensiamo che sia una cazzata, abbiamo il pieno diritto di dirlo. Se pensiamo che dirlo sia utile.

Le colossali cazzate possono essere contestate ma sempre con il rispetto del fatto che qualcuno possa dirle. Se poi le originazioni sono dannose, chi le fa si prenderà la responsabilità delle conseguenze delle sue originazioni.

Perchè si agisce così? Perchè il rispetto della libertà di parola è la più grande conquista dell'essere umano ed è un patrimonio talmente grande che va difeso a prescindere.
Anche da chi abusa di tale diritto. 
Perchè non è inconsueto che qualcuno, usando la libertà di parola, intenda mettere a tacere chi sta usando (ma anche abusando) la libertà di parola.

In questi ultimi 2 anni, la cosa si è vista in modo abbondante riguardo le tematiche si-covid / no-covid, si-vax / no-vax e si-greenpass / no-greenpass. In cui spesso espondenti delle diverse visioni delle cose in opposizione avrebbero mandato al macello chi non la pensava come loro.

Ho sentito, personalmente, molte posizioni di mancanza di rispetto per le altrui posizioni. Sia da chi era schierato con un lato e chi era schierato con l'altro. E questa penso sia stata la sconfitta più grande. 

In ogni caso non sono vecchio nè anacronistico. Non a priori. Lo posso essere perchè non mi piace che il mondo della parola e dell'idea venga abbandonato.

Non mi piace questo modo di vivere le cose basato su immagini, video e superficialità.

il mondo dei blog è quasi chiuso. E' come il teatro con l'avvento dei cinema, come il monopoli con l'avvento delle Playstation, come la poesia con l'avvento dei social network.
La realtà è che nessuna di queste cose morirà.
Come non morirà il libro di carta o il fumetto con l'avvento delle nuove forme digitali di espressione.

Andrà in difficoltà. Certo. Diventerà un prodotto di nicchia. Certo.
E se così sarà, ne terremo conto.

PER ASPERA AD ASTRA!

mercoledì 3 marzo 2021

Scrivere post noiosi, cosa ci posso fare?

Ieri sera, mentre mi sedevo a tavola per mangiare qualcosa per cena, pensavo una cosa.

Siamo nel mondo della comunicazione globale.

Abbiamo un universo rinchiuso in quel piccolo giocattolo chiamato "smartphone" che possiamo portarci in tasca.
E che, quando lo apriamo, ci può collegare al mondo:

NOTIZIE, VIDEO, RISATE, INFORMAZIONI, SERVIZI, LAVORO, FILM, AMICI, MESSAGGI e chi più ne metta.
Eppure. E' tutto superficiale, tutto veloce, tutto "USAMI E BUTTAMI". Ad un livello ormai quasi pericoloso.
Anche ora.... che scrivo questo piccolo post.... magari sono arrivato al limite dell'attenzione di chi mi legge.
Perchè non c'è tempo per riflettere, pensare e capire. Afferrare il senso delle caso.
Dare un senso alle cose.

Dopo le prime righe c'è sempre da "guardare" un altro post sul social preferito o un altro video. Oppure un'altra foto. E dopo un'altra ancora.
E poi andare su una pagina internet. E poi guardare la chat se qualcuno ci ha scritto qualcosa e quando nessuno ci ha scritto niente, mandare fuori dei messaggi per chiedere come mai nessuno ci ha scritto niente. E così all'infinito.
Così tutta questa conoscenza, tutto questo sapere, tutta questa potenzialità è "BRUCIATA". Inutile e abbandonata.
Sono noioso, lo so. In questa epoca di selfie, di meme, di immagini veloci dire qualcosa che SCAVI nelle cose è troppo.
Sono uno dei (quasi) 50-enni più tecnologici che io conosca. Sono assolutamente aggiornato su tutto ciò che è tecnologia informatica. Uso tutti gli strumenti. Ho un profilo in quasi ogni social ci sia eppure....
Eppure mi sento tanto un Uomo di un mondo diverso, che sta scomparendo.
Un mondo fatto di profondità e valori. E non di selfie e di superficialità.
Continuerò a comunicare, anzi ancora di più. A cercare significato nelle cose. A dire la mia. E a essere snobbato dai più perchè "troppo noioso", perchè i miei commenti sono "troppo lunghi" o le mie riflessioni troppo articolate.
Ma che ci volete fare....
😃
non si può incolpare un pesce del fatto che nuota o un uccello del fatto che vola.
Un abbraccio a tutti.

E oggi come sempre PER ASPERA AD ASTRA.

venerdì 29 gennaio 2021

La storia dei blog fino all'avvento dei social network: come è andata e cosa succede ora.

Ho iniziato a scrivere su un blog nel lontano 2005, quando il fenomeno comparse sul web ed esplose.

Sembra passata una vita. E forse lo è passata.

Un blog non è nient'altro che una sorta di diario personale, che invece che andare in un cassetto, rimane visibile e leggibile al mondo intero su internet.

Nella seconda metà degli anni '00, fu un boom.

Le persone scoprirono la possibilità di socializzare a distanza con i blog e i forum (discussioni pubbliche su internet). Al tempo non esisteva neppure il concetto di social network.

La verità è che io scrivo da quando ero bambino. Molti non lo sanno e di sicuro io sono l'unico responsabile di ciò. Al momento ho scritto 10 libri, di cui 2 pubblicati con la Giacomo Bruno Editore e gli altri pubblicati in Self Publishing. Nel cassetto ve ne sono molti altri, di cui alcuni già completati e pronti per la rivisitazione pima della pubblicazione.

I blog sono stati una scoperta incredibile per me. Ho conosciuto molti altri blogger e scoperto che il mondo è popolato da persone fantastiche. Ci sono anche i deficienti, gli ignavi e gli stronzi. Ma quelli già li avevo conosciuti, quindi non è stata una gran sorpresa.

Ci sono stati momenti in cui i blog che ho gestito (ne ho curato vari, tra cui un periodo molti per conto di altre persone) hanno avuto molto successo.

Ai tempi in cui Tiscali forniva un servizio di piattaforma blog, il mio blog è stato molto spesso eletto "blog della settimana" e riceveva migliaia di visite al giorno. Poi Tiscali chiuse e purtroppo quel canale si spense.
Tra il 2008 e il 2010, creai un blog che parlava di lavoro, investimenti e truffe finanziarie il cui scopo era informare le persone sui pericoli delle offerte allettanti e dei progetti di investimento con rendite altissime. Senza rendermene conto quel blog divenne il più letto di tutta Italia per molti mesi. E veniva indicato come il blog di riferimento da altri blogger.

Ricevevo circa 700-800 visite al giorno e mi mandavano decine di mail con richieste di approfondimento. 

E poi? Poi arrivarono i social e in particolare Facebook. Già da qualche tempo cominciavano a girare gli smartphone e l'uso del web si spostò dal computer al cellulare. Arrivò Youtube, Twitter e infine Instagram.

Dall'intimità di una attività di socializzazione fatta di contenuti e di idee (al limite litigi) si passò ad una attività di socializzazione fatta di foto, di video, di notizie veloci, di citazioni, di gattini e di selfie con le labbra a gallina.

Le piattaforme blog sparirono velocemente, non avendo più il giusto interesse per essere sostenibile e profittevoli e le abitudini mutarono in modo talmente veloce che solo quelli che avevano tempo e voglia di stare al passo riuscivano a farlo. Per gli altri (ad esempio come me) con lavoro, famiglia e altri impegni (opero nel sociale e nella riforma sociale da vent'anni) era sempre più dura seguire tutti questi cambiamenti.

Io ho comunque operato con i social fin da subito (sono in Facebook dal febbraio 2009 e in Twitter dal gennaio 2011) ma quel mondo non mi ha entusiasmato.
Il livello degli argomenti è precipitato. Tutto immediato, tutto molto superficiale.

I blog erano (e sono) terreno di secchioni e fanatici di un qualche argomento. Non proprio così ma per dare l'idea.

E oggi? Oggi comunicare idee, portare avanti progetti è diventato sempre più duro. E' vero. Ci sono i canali video che al momento sono un ottimo modo di trasmettere contenuti. Ma occorre impegno e ci vuole una certa qualità tecnica per realizzare un prodotto dignitoso.
I blog erano un'altra cosa. Sono tutt'ora un'altra cosa.

Oggi pubblico sul mio blog il 171-esimo articolo. Pubblicati in poco più di 15 anni. Di questi 171, 148 li ho pubblicati nei primi 6 anni di attività. E solo 23 nei restanti 9 anni. Rendo l'idea?

Oggi ne pubblico un altro. A testimonianza di questa avventura. Per ringraziare il mondo dei blog e dei blogger. E per sognare un nuovo futuro fatto di comunicazione di contenuti e non di solo effimere cose che passano e ci lasciano vuoti e uguali a prima.

Per Aspera ad Astra.

domenica 5 gennaio 2020

Cosa vorrei fare da grande 2

Ultimo post di questo blog?
"Cosa vorrei fare da grande"... scritto praticamente un anno fa.
Grande produzione nel mentre.

Risata sarcastica.

Ho vissuto?
Certo che si. Certo che si.


Ho fatto un milione di cose. Ma non ho scritto.
Cosa vorrei fare da grande?
Scrivere.

Pubblicare.
Dire.

Meno social e più scrittura. Meno spettatorismo e più creazione.

Questo è ciò che vorrei fare da grande ora.
Per aspera ad astra!

venerdì 30 novembre 2018

Il blog è morto: viva il blog!

E' moltissimo tempo che non scrivo su un mio blog. 
In modo totale da almeno 2 anni, ma in modo non continuo da moltissimo tempo.

Non è più tempo per i blog. La realtà è che il blog, la comunicazione 2.0 che è nata sul web negli anni 2000 è completamente morta.
Il blog è morto. Non esiste più.
 
Quindi W il blog.

Cosa è successo? Semplice: sono arrivati i social network. Facebook in primo luogo, poi Twitter. E poi Instagram, Snapchat ma anche Whatsapp e Telegram.... Solo per citare i fenomeni più importanti e diffusi.
Tralasciando le piattaforme meno riuscite o quelle che hanno anche gettato la spugna.

Quando il mondo del blog comparve, fu per me (e per molti altri) amore a prima vista.
Vi era la possibilità per tutti (la democrazia della comunicazione elevata alla massima potenza!) di poter avere un proprio spazio libero dove poter portar avanti un argomento o un personale punto di vista.
Uno spazio in cui la persona potesse esprimersi, dar libero spazio alla sua creatività personale.
Con maggiore o minore successo stilistico, grazia, correttezza grammaticale e coerenza filosofica.


Il blog era (è) l'elogio della libertà di comunicazione. Ma con un minimo di regole. Un minimo di apporto creativo, un minimo di preparazione.
Giusto un minimo. Just a little bit. Giusto un poco.
Ma quel poco era il fondamento prima della perdizione.

Umberto Eco, in un convegno disse:
"
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità"

Per quanto in quello stesso convegno, Eco descrisse anche le potenzialità positive dei social network (link al video integrale con le sue dichiarazioni https://www.youtube.com/watch?v=u10XGPuO3C4), non vi è dubbio che la sua posizione sia estremamente tagliente e dura.

Qualche tempo fa non condividevo al 100% questa posizione. Ora, per quanto pensi che il problema non sia il social network in se e per quanto continui a vedere, come Eco, le potenzialità positive dello strumento, mi sono traslato su un accordo quasi totale su questa posizione.

Ecco perchè il blog è morto! E' stato ucciso dai social network.

Perchè almeno.... un tempo.... per scrivere un articolo su un blog... dovevi per forza metterti li, tranquillo, in un posto, una scrivania con un computer a scrivere qualcosa.
Dovevi costruire un messaggio, architettare le frasi, imbastire un discorso e rendere il tuo post qualcosa di dignitoso. Anche quando fosse stato un semplice esprimere un proprio stato d'animo vi era l'aspetto della riflessione.
Il tendere la corda dell'arco e entrare in tensione mirando l'obiettivo prima di scoccare la freccia. Capite?

I social network hanno distrutto tutto ciò. Hanno distrutto il momento di raccoglimento, hanno distrutto il senso unico e unitario del blog.
Adesso sei sempre dentro un flusso inarrestabile di notizie, foto, video, film e (ma guarda un pò!) pubblicità. Di ogni sorta. Utile e inutile.
Sei sempre nel wall, nel muro, nella bacheca. Tu e qualche altro di centinaia o migliaia di persone.
Nel social non c'è un disegno unitario di espressione.
Tu hai un "tic" e allora posti. Può essere un pensiero dell'istante, una foto, un momento privato e così via. Niente di particolarmente sbagliato ma è tutto un pasticcio.

Confuso, confusionario, senza capo nè coda, senza un inizio nè un termine. In un flusso caotico di news, fake news, condivisioni e faccine.


Ecco. Condivisioni!! I social sono diventati il regno della condivisione.
Non ci sono più persone che scrivono o descrivono. Ci sono persone che condividono.

E tutto diventa il regno della citazione, del dire qualcosa con le parole di un altro.
Chi scrive sui social è diventato colui che informa il prossimo con la ritrasmissione di un altro messaggio.
Non ci sono autori sui social network. Solo antenne e ripetitori di segnale.
Condivido quindi esisto.

Ecco perchè il blog è morto.
Perchè il social è più veloce, lo usi mentre caghi, mentre sei alla fila delle poste, mentre sei in palestra o al mare.... Puoi dire il tuo "niente" spesso e volentieri.
Non perchè qualunque cosa detta da qualunque essere umano non sia importante di per se... LO E'.
E' lo strumento che butta tutto in un unico pentolone e minimizza e ridicolizza tutto.
Un piatto di cucina "povera" ha la sua dignità. Perlomeno dei suoi estimotori.
Ma se in un enorme pentolone buttiamo dentro fonduta, pasta al pesto, aragosta, carciofi sott'olio, tiramisù, lasagne, polpette di tonno, kebab, moscardini e salse a profusione che ne salta fuori? Un super alimento?

Il blog è morto. Viva il blog. Perchè ora che quasi tutti sono scappati da questo modo di comunicare, esso può essere gestito da chi ancora lo ama.
Da chi pensa che la velocità non sia sempre un buon compagno di viaggio e che non tutto deve essere immolato all'altare della fretta, della superficialità, della "condivisione" che si attua premendo un tasto.

Che ci inganna dicendoci che siamo più vivi.
Ma che ci sta seppellendo nella mediocrità di questa società che sembra si innalzi verso mete più elevate ma che, invece, ci sta trascinando nell'abbandonare tutti quei valori e dati stabili che facevano di noi persone migliori di quello che siamo oggi.

Torno a scrivere sul blog.
Perchè non fuggirò dai social network.
Non fuggo da niente.
Però torno a dare importanza a ciò che è più importante.
E la creazione è più importante della condivisione.
Per aspera ad astra!


lunedì 1 dicembre 2014

Nuova vita al blog

Con la pubblicazione di un sito internet che parla di me, questo blog torna a nuova vita.
E lo fa occupando di nuove cose.

Nel sito, ho cercato brevemente di spiegare come mai, dopo quasi 10 anni di attività di blogger sotto pseudonimo o comunque mai mettendomi direttamente sotto la luce dei riflettori, abbia deciso di cambiare rotta e mettermi maggiormente in gioco.

Questo blog ha ospitato qualche anno fa la mia breve parentesi politica (che non è detto non possa essere riaperta).
Adesso diventerà il luogo in cui ho deciso di scrivere i miei pensieri.
Che non riguarderanno tutti gli argomenti.

Non è mia intenzione infatti scrivere un blog intimista o personale in cui parlare dei miei pensieri più intimi. Per quello c'è la poesia e la scrittura.
Così come non è mia intenzione parlare di frivolezze e altre amenità del genere.

Mi piace divertirti e scherzare. Ma mi piace farlo con amici in carne e ossa.....

Sarà piuttosto uno spazio in cui parlare delle cose che succedono in questa società.
Cose che io vedo e che tu, forse, potresti condividere.

Grazie mille.

giovedì 24 aprile 2014

E' inutile, il primo amore non si scorda mai.
Oggi riguardo un pò questa mia vecchia creazione, il mio primo vero blog e mi rendo conto che il proverbio di cui sopra è veramente valido.
Il 12 novembre 2005 scrivevo il mio primo articolo, " I numeri telefonici".
Stiamo parlando di quasi 9 anni fa.
Un decennio.
Una vita o forse solo un battito di ciglia dell'universo.

Ho molti più capelli bianchi, 2 figli e una infinità di esperienza in più.
Molte più sconfitte e molte più vittorie.
Sicuramente un pò meno di ingenuità pagata con la energetica follia della gioventù.

Il blog nasceva come Agorà, come spazio per comunicare informazioni.
In libertà e senza legarsi necessariamente alla persona o personalità di chi scriveva.
Se vagate nel blog non c'è il nome dell'autore nè un riferimento di nessun genere.
C'è ovviamente un indirizzo istituzionale di posta elettronica.

Quando nel 2005 iniziai questo blog internet era diverso. Non c'era Facebook e c'era un pò di titubanza a mostrarsi.
Non che io avessi particolare paura a mostrarmi o a far sapere chi fossi.

Semplicemente mi interessava veicolare delle idee.
Questo è stato fatto.
Soprattutto i primi anni.

Dopo, l'esigenza di dedicarsi ad altri progetti, ha portato ad abbandonare questo blog.
Eppure la voglia di dire qualcosa è sempre rimasta.
Sono nati vari altri miei blog.
Anche questi hanno avuto i loro momenti di picco e i loro momenti di basso.
C'è n'è uno che ha raggiunto i vertici in Italia nella sua nicchia.
A tal punto che continua ad essere visitato giornarlmente sebbene da anni non lo aggiorni più.

Di certro non questo che ha visto precipitare a zero le sue presenze.
Ma non è detta l'ultima parola.
Di certo, oggi mi fa piacere riscrivere qualcosa.

Forse è da definire il suo ruolo e cosa esattamente deve veicolare.
Vedremo.
Non so se riuscirò a scrivere nuovamente altri articoli in questo blog.
Forse si o forse no.
Molto dipende anche dalla capacità delle mie creazioni di creare reddito che mi permetta di dedicargli del tempo.
Se elencassi in questi spazi i progetti, nella realtà virtuale di internet o in quella reale, in cui sono coinvolto o di cui ho responsabilità forse mi spaventerei io stesso.

In ogni caso,
Per aspera ad astra!

giovedì 26 luglio 2012

Un mio vecchio progetto - una mia vecchia idea

Quando ho dato vita a questo blog, ero totalmente affascinato dal mondo del web 2.0.
Ho iniziato a scrivere nel 2005, parliamo di quasi 7 anni fa.
Da allora questo mio spazio ha subito alti e bassi.
Ho iniziato a scrivere sulla piattaforma di Tiscali e solo dopo mi sono trasferito su quella del gigante Google.
In effetti il web 2.0 ha mantenuto in larga parte le sue promesse.
E sono anche ben contento che la sua popolarità sia scemata di parecchio a causa dell'incredibile exploit dei social network, evoluzione popolare e gossippara del blog.
Siamo meno ma di qualità decisamente migliore.
Agli inizi era decisamente una moda aprire un blog.
Visto da molti come una specie di diario on line.
Forse un blog può essere anche quello ma non può essere limitato a quello.

Non posso negare che per lunghi periodi la mia presenza su questo blog sia stata incredibilmente evanescente.
Ma se non ero su questo blog, ne curavo degli altri. E nei momenti in cui scrivevo poco qui, in altri blog raggiungevo un seguito che tutt'ora fatico a credere fosse vero.
Ma quegli argomenti ora non sono più sulla cresta dell'onda e anche lo fossero io non ho nessuna voglia di dilettarmi in quel genere di articoli.
E quindi ritorno ad Agorà, primo mio blog.
Uno spazio in cui volevo dire la mia, in cui veicolare le tante cose che pensavo fossero interessanti.
Ho avuto l'opportunità nel frattempo di imparare tante altre cose. Ho anche scritto 2 manuali ebook, pubblicati da un noto editore di questi prodotti.
E in cantiere c'è ora la pubblicazione di più titoli tra cui uno di saggistica e un mio romanzo. Che non è il primo ma sarà il primo ad essere pubblicato.

Guardandomi indietro, mi rendo conto che ho avuto molteplicità momenti in cui avrei potuto realizzare il mio progetto (scrivere e pubblicare un libro, una storia). Non l'ho fatto perchè la passione per il mondo e la gente mi ha sempre impegnato a fondo, spingendomi a rimandare continuamente.

Ho imparato.
Ho imparato che se uno ha un progetto, lo deve realizzare. Punto.
Nient'altro.

Perchè lui, senza quel progetto, non è vivo. Non spiritualmente.
Per aspera ad astra!

giovedì 7 luglio 2011

Libertà di pensiero e la rete

In questi giorni si fa un gran parlare del provvedimento del garante delle comunicazioni sulle nuove, imminenti limitazioni che dovrebbero essere imposte riguardo alle possibilità di espressione nel web tramite siti, blog e quant'altro.
In realtà, per essere più precisi, occorrerebbe dire che i provvedimenti sono in favore al cosidetto diritto di autore.
 
Esiste un diritto di autore. Tale diritto è sia ideologico (il diritto a venire riconosciuta la paternità di una certa opera) che economico (il diritto a guadagnare dall'uso e la commercializzazione di una certa opera).
Personalmente credo sia impossibile pensare che il diritto di autore venga bandito dalla nostra società.
E' immorale sia da un punto di vista filosofico che umano.
Così come pare autoevidente il fatto che chi crea qualcosa debba avere il diritto di avere dei profitti da questa creazione.
 
Ma il mondo, lo sappiamo, è complesso e le cose si mischiano al punto di diventare indistinguibili l'una dall'altra.
La realtà è che esistono 2 grandi guerre sul web: la prima è quella contro l'uso non autorizzato di materiali, fotografie, video, musica, libri e software senza l'autorizzazione dei diretti proprietari o licenziatari delle creazioni. La seconda è la guerra dell'informazione controllata contro l'informazione libera.
L'informazione libera è l'aria che tiene in vita una società. E' il pneuma che entra ed esce dai polmoni della società e la nutra. Senza informazione libera, la società umana morirebbe così come farebbe un corpo lasciato in uno spazio senza ricambio d'aria. Semplicemente morirebbe per asfissia.
 
Queste 2 guerre hanno gradi diversi di liceità. Ovvero è lecito riordinare il settore del diritto d'autore, attraverso opportuni provvedimenti ma non è lecito combattere l'informazione libera.
Ovviamente, nel secondo caso, occorrerebbe definire esattamente cosa intendiamo per informazione libera. Informazione libera è la possibilità di esprimere la propria opinione, di portare alla luce fatti, di gettare nuove chiavi interpretative su fatti esistenti. Informazione libera non è scrivere deliberatamente menzogne, gettare fango e calunnie sugli avversari o utilizzare materiali personali protetti da privacy o da diritto d'autore.
Come si può ben vedere sono cose profondamente diverse.
Attualmente la quasi totalità di Tv e giornali è nelle mani di alcune lobby il cui interesse per informare le persone è inesistente e l'interesse per creare della disinformazione è massimo. Ma non è neppure una semplice questione di dis-informare. E' una questione di creare un bombardamento continuo di scenari sociali generali e di comportamento individuale che siano congrui con le politiche di marketing delle lobby.
La TV e i giornali sono solo le sentinelle che difendono il fortino. Lo fanno disinformando e distrando le masse. Sono strumenti di distrazione di massa (parafrasando i miti strumenti di distruzione di massa di Saddam Hussein, mai trovati da Bush e soci). E il fortino sono gli interessi economici di chi le TV e i giornali li possiede. Ovvero vendita, vendita, vendita e sfruttamento delle risorse alla facce della maggior parte della popolazione.

La rete internet è stato un piede di porco che ha permesso di spezzare il circolo chiuso dell'informazione ufficiale. Adesso chiunque può mettere su un blog e dire la sua. Magari in malo modo ma può con relativa facilità portare alla conoscenza di molti informazioni che prima era impossibile veicolare.
La rete è uno strumento di libertà. O meglio può esserlo.
Un modo per rendere la rete uno strumento migliore è tutelare ancor di più il diritto di chiunque dire ciò che pensa. Ma questo ha un limite logico e filosofico.
Il diritto ad esprimersi non è UGUALE al diritto di distruggere o ledere l'altrui reputazione. Il diritto a comunicare non EQUIVALE al diritto di diffamare.
Se io dico qualcosa che è falso, perdo immedatamente il diritto a continuare a comunicare. A meno che non mi prenda completa responsabilità di quanto detto. Il che equivale, in termini più semplici, a pagare le conseguenze di quanto detto.

Quindi io non mischierei lotta alla libertà con la lotta al diritto di autore.
Qualcuno, questo è ovvio, vuole limitare in Italia la libertà d'azione dei blogger. I blogger sono persone che non è possibile controllare. E che pian piano si stanno creando la loro reputazione. Beppe Grillo sta creando con un blog un movimento culturale e politico come da decenni non se ne vedevano. Usa la sua presenza scenica e i suoi indubbi meriti oratori ma permette che una informazione alternativa viaggi liberamente. Poi si può concordare o meno su tutto quello che dice.

Sul diritto d'autore è da anni che la rete pretende che si trovi un metodo. La questione del TUTTO GRATIS è una scemenza.
In natura non esiste niente GRATIS. Perchè ogni cosa prodotta ha utilizzato materia, energia, tempo e abilità per venire alla luce. Quindi ogni cosa ha un costo.
Piuttosto bisognerebbe discutere se le cose hanno un costo corretto.
Da anni è possibile scaricare gratuitamente la musica attraverso internet. E' giusto? Appare ovvio che non lo sia. Non tanto come azione singola ma come situazione generale. Non possiamo criminalizzare il ragazzo o l'individuo perchè ha scaricato decine e decine di canzoni.
In fondo è la stessa cosa che facevamo da ragazzi quando soppiavamo le cassette magnetiche.
Ma c'è una differenza sostanziale. Che un tempo questo avveniva tramite i contatti umani. E le registrazioni non erano mai all'altezza degli originali in quanto copie analogiche.
Adesso si prendono le copie digitali, in tutto e per tutto uguali all'originali, e le si prende così. Senza dare niente in cambio. Si, magari offrendo le proprie canzoni come condivisione.

Ma se singolarmente la cosa è di poco conto, alla fine vi è un attacco a chi lavora e si impegna perchè quella musica venga prodotta e distribuita.
Forse, solleverei la questione su quanti soldi vengano distribuiti a moltissime persone della filiera della vendita. Discografici, rivenditori, etc. Apple, con il suo Itunes, ha dimostrato che un prezzo giusto, porta le persone a rifiutare il meccanismo di sharing illegale.
Adesso vi è lo streaming di film. Ma anche qui sarà una questione di tempo.

In ogni caso, continuaiamo a vigilare affinchè nessun blog venga paragonato ad una testata giornalistica e ci sia alcun tipo di limitazione alla pubblicazione di qualsiasi cosa.
Se poi qualcuno viola i diritti di qualcun altro o usa la menzogna per danneggiare, esistono già le leggi per tutelare i diritti delle parti lese.
Lavoriamo affinchè questi diritti vengano tutelati meglio e con più velocità.
Per aspera ad astra!

lunedì 13 settembre 2010

Nel silenzio di questo rumore

E' un epoca di rumore questa. Rumori continui e fragorosi. Non che esistano rumori che non siano chiassosi ma il guazzabuglio della cacofonia che ci circonda è incommentabile.
Ci sono rumori quotidiani molesti e rumori di fondo di tutta la società. Le nostre case fanno rumore, le auto e le città fanno rumore.
Se nella stanza c'è silenzio, accendiamo la tv e questa fa rumore.

Tutto fa rumore.

Ma sono rumori silenzioni che non dicono quasi mai niente.

Sono stato in disparte un bel pò di tempo.
Mi sono ritrovato nel fiume, mesi e mesi. Direi anni se qualcuno mi consente di farlo.
Sono stato trasportato dalla corrente senza essere sempre padrone dei miei movimenti.
Conoscevo la direzione del fiume: tutto qui.
Ma non sapevo quando scogli e tronchi si sarebbero posti dinnazi.

Questo blog è partito su un'altra piattaforma di blog un bel pò di anni fa. E' partito normale, ha accellerato e poi è invecchiato rapidamente, soppiantato da progetti più giovani e redditizi.
Ma questo blog è lo spunto che mi ha permesso di tirare fuori la testa dal cimitero del coraggio in cui ero finito.

Quindi onore a questo blog.
Con o senza lettori al suo seguito.
Per aspera ad astra!

mercoledì 26 maggio 2010

Come si può riscrivere su un blog dopo tanto tempo?

Avete letto la domanda qua sopra?
Come si fa, come si fa.........
Ho in effetti scritto qualcosa di passaggio a maggio dell'anno scorso ma era un post senza alcun senso, perso nel nulla di un 2009 in cui ho fatto altro.

Scrivere sul blog è una mia passione.
Lo è stata quando ho iniziato scoprendo le potenzialità di questo mezzo di comunicazione e lo è stata anche successivamente in cui tanti lettori mi hanno manifestato tanto affetto e mi hanno dato dei feddback increbili che hanno foraggiato e non di poco la mia crescita spirutuale.

In realtà non ho abbandonato il mondo dei blog. Nel 2009 ho fatto partire prima un altro blog e poi un altro ancora, su tematiche spefiche, che mi hanno assorbito talmente tanto che questo primo amore è stato un pò dimenticato.
L'effetto del matrimonio che fa calare il desiderio.....

Scherziamo....

Anche il close-up e successivo passaggio della piattaforma Tiscali ad una nuova generazione di piattaforma ha contribuito a questo.
Io scrivevo su Tiscali. Avevo imparato a gestire quella piattaforma e mi piaceva molto la vetrina che esso offriva. Il passaggio alla nuova piattaforma è stato doloroso e al tempo decisi di trasferirmi su Blogger.
Ma il passaggio non è stato semplice, perchè era ovvio che non dovevo far partire un nuovo blog ma "traghettare" uno vecchio con tutto il suo archivio.
Ho iniziato a farlo ma poi mi sono impaludato lì.

Bene.
Dove sono adesso?
Sono in una situazione che è molto, molto, molto diversa da quando gestivo intensamente questo blog.
E' diversa la mia vita, la mia famiglia, io e il mio lavoro.
E' diverso, in peggio, il mondo in cui viviamo.
E non datemi del pessimista. Ho gli occhi e avete gli occhi.
Guardate.

Come si può riscrivere su un blog dopo così tanto tempo?
Semplice, rivedendo le cose in una nuova unità di tempo e ricreando nuovamente quello stupore e interesse esistenziale che muove le nostre azioni.
No, come si fa? Loggandosi al sito e digitando sulla tastiera.
Salve e grazie della vostra attenzione.
E come dicevo in tempi lontani ma sempre (più che mai) attuali.
Per aspera ad astra!

martedì 8 gennaio 2008

Entula - su disizzu e su dolore s'animo sinzeru

Entula, entula cara mia terra che mi ospiti. Lassa chi su 'entu tiret forte comente unu ciaffu, comente su core meu isperdidu in su nudda.

Entula, assola, fachet luche e dacci vita.

Ritorniamo in questi luoghi. Luoghi dell'anima e del pensiero ancor prima che in un luogo fisico.
Mi sento naufrago di questi lidi e mi sento genitore che abbandona i propri figli.
Non dirò mi dispiace.
E' qualcosa che inserito in un contesto vago e appena accennato sa di vuoto, sa di niente.
E io tutto voglio essere tranne che il niente.

Ho visto il mondo che si è rovesciato giusto un poco.
Ho visto persone intorno a me camminare senza la sicurezza del passo.
E guardarmi e inspirarmi un'infinita dolcezza.

Sono stato assente da questi lidi. E chi ne ha più sofferto sono io.
Non perchè scriva cose importanti o sensazionali.
Perchè scrivere è la mia vita.
E quando non scrivo sono come morto.

Rubo lo spazio alle trappole che ci fanno morire.
Sono qua.
A dire che spesso sarò qua.
A dire che ho qualcosa da dire.
A chi lo vuole ascoltare.

Saluti a tutti.

Per aspera ad astra.

lunedì 30 aprile 2007

La voglia di comunicare

La voglia di comunicare non mi è mai mancata.
Ma ho una presunzione.
Quella di pensare che sia vera comunicazione e non qualcosa di meccanico, di semplicemente automatico.
Cos’è la comunicazione? E’ trasferire qualcosa di vivo da un punto ad un altro.
E cosa è vivo rispetto a ciò che è morto? E’ quasi autoevidente. Ciò che è vivo è vivo. Meccanicismi, automatismi, ruotine, concetti pre-programmati, quasi fossero caricati da un software di matrice ignota non sono vivi.

E’ da un pò che non scrivo sul mio blog.
Non è stata solo mancanza di tempo.
Certo quello in primo luogo. Una diversità di situazioni che mi hanno impedito di potermi dedicare al mio blog non appena avessi 5 minuti liberi.
Ma, più in generale, c’è stato un mio personale viaggio alla scoperta e approfondimento di questa cosa chiamata comunicazione.

Avevo molte cose da dire ma, come spesso mi capita, avevo molte cose che volevo conoscere.
DICIAMO CHE IL POCO TEMPO CHE AVEVO, IN QUESTI ULTIMI MESI, L’HO DEDICATO AL CERCARE RISPOSTE A QUESTE MIE CURIOSITA’.
Adesso ho delle altre cose da dire.
Spero che siate curiosi.
Grazie di avermi letto e, come sempre,
Per aspera ad astra!

lunedì 11 dicembre 2006

Ritornare a Itaca

10 anni. Prendiamo questa distanza come un metro della nostra vita.
Buttare dentro il calderone tutta la propria arte.
Che dire?
Solamente che la qualità delle cose prevale sulla qualità.
E allora buttiamoci a rotta di collo giù per il declivio. A sputare sentenze o forse a sputare rospi mai digeriti veramente.
Sono stato assente.

Sono stato assente da questi lidi ma anche questuante e petulante nei propri meandri di pensiero se la cosa avesse un senso.
Vivo fra la concretezza di problemi reali. Visto il mestiere che faccio, non posso dimenticarmi l’assurda realtà della realtà.
Ma anche questa è una finzione, anche questa è creata da noi. Dalle nostre paure e dai nostri sogni.
Sono stato assente.
Forse un pò meno di 10 anni.
Forse solo qualche mese.
Solo io so quanto sono stato assente.
Ma la qualità prevale sulla quantità.
E io so di essere stato molto assente.
Molto assente.
Ma lavoreremo per essere presenti.
Io so di essere tornato ad essere presente a me stesso.
Salve a tutti.
Per aspera ad astra!

sabato 20 maggio 2006

Mio blog: quota 5000 e punto della situazione

Questo è un post tecnico.
Semplicemente un punto della situazione.
Ho conosciuto questo mondo solamente 8 mesi fa. E la molla è stata la ricerca di un metodo per interagire con il pubblico dal sito della mia azienda. Un amico mi dice “guarda che il blog fa al caso tuo”. Io avevo sentito questa parola e sentito dire che era un fenomeno in espansione su internet.
Ma si sa com’è, quando non si è afferrata bene ciò di cui si parla le cose scivolano un pò addosso.
Comincio a vedere la cosa e faccio qualche tentativo.
L’attuale blog è partito da un’altra parte e alla fine è giunto su questa piattaforma. Probabilmente la migliore per la possibilità di interagire con gli altri.
Perchè ho deciso di scrivere un blog?

Perchè in primo luogo mi piace scrivere. E curare un blog mi da questa possibilità.
E poi perchè,in una società in cui la comunicazione declina la sua importanza in modo esponenziale, trovare un ambito in cui essa è al centro della scena è come trovare una fonte nel deserto.
Ho ricevuto 5000 contatti. Non avrei mai pensato di essere visitato da tante persone in così poco tempo. Onestamente non ho molto l’attenzione su quanti leggono il mio blog.
La qualità non potrà mai sostituire la quantità.

Ma il fatto che alcuni leggano ciò che dico e che io sia consapevole di questo mi da una grande responsabilità.
Mi rende responsabile di essere preciso e corretto in ciò che dico.
Mi da la responsabilità di non abbandonare chi viene a leggere il mio blog.
Sono un imprenditore e libero professionista.
A volte ho un pò di tempo per me e la mia famiglia. A volte neppure per me.

Non sempre mi è facile trovare 5 minuti per scrivere qualcosa.Eppure di spunti e riflessioni ce n’è da scrivere un’intera enciclopedia.
Qualche tempo fa sono mancato per un mese dal mio blog per motivi di lavoro.
Di questo sono dispiaciuto.
Così come sono dispiaciuto di non essere metodico nell’aggiornare le mie rubriche che hanno una frequenza inferiore a ciò che mi ero ripromesso.
Comunque sono contento.

Oggi farò partire una nuova rubrica. Si chiama “E’ vero – E’ falso”. Sarà solo un elencazione di ciò che considero verità e menzogne. Una sorta di gioco. Senza commenti o spiegazioni. Che eventualmente vedremo in qualche post.
Lascio chi legge questo articolo ringraziando tutti coloro che vengono di tanto in tanto a vedere cosa c’è di nuovo da queste parti.
Vi ringrazio. Per me siete molto importanti.
Grazie ancora.
Per aspera ad astra!

lunedì 27 marzo 2006

Lunga assenza!

Lunga assenza, c’è stata una lunga assenza.
Assenza di vita, di densità emotiva o solo assenza della presenza.
Dispiaciuto? Certo un pò.
Stavo solo vivendo, stavo solo cavalcando il mondo.
Ho abbandonato il mio angolo di riflessione.
Lo so.
Non ho giustificazioni.
Stavo solo vivendo.
Non scrivo per vivere.
Vivo per scrivere.

E ogni tanto ho bisogno di una boccata di vita.
Per avere numeri da snocciolare e lettere da elencare.
O solo esperienza con cui crescere.
Grazie a chi è venuto a controllare se io ci fossi.
Per tutte queste persone dico solo che eravate nel mio cuore e pensavo a voi.
Ciao. Alla prossima nei prossimi giorni.

martedì 3 gennaio 2006

Nuovo anno - più cattivi

Nuovo anno.
Arriva il nuovo anno. Tanti auguri a tutti coloro che stanno leggendo queste righe.
A natale siamo stati più buoni.
Lo prevede quel gioco assurdo di ritualità che ormai sta sostituendo i vecchi rituali religiosi. A natale tutti buoni. Invitiamo i barboni a mangiare e ci facciamo tutti gli auguri.
Ma il natale è passato e con nuovo anno saremo tutti più cattivi.
Anche io sarò più cattivo. E' una promessa.
Più spesso su questo blog (e i suoi fratelli sparsi per la rete).
Più spesso a dire la mia su questo mondo ormai molto più che pazzo.
Pazzo lo era prima.
Adesso siamo sfociati nell'illusione delle illusioni. Negli inganni degli inganni.
Tutto si è ripiegato su se stesso. E le cose diventano vere perchè troppo assurde per essere falsità. Troppo difficile accettare che tutto sia messo così male.
E questo ne garantisce il perpetuarsi.
Ma scopro che l'unica fonte di libertà è la parola.
Io non ho la padronanza della libertà.
Nessun uomo ha questo potere. Perchè questo potere non esiste.
La libertà non è codificabile. Ed ognuno si ritaglia la propria.
Le mie non sono LE verità. Sono sono alcune cose vere.
Non esprimo le mie opinioni. Parlo di cose.
Dal mio punto di vista. E questo potrà mutare ma le cose sono cose.....
E il mio punto di vista attuale è che l'unica fonte di libertà è la parola. O meglio la comunicazione. Perchè le parole alterate hanno ucciso la comunicazione.
Quindi più presente e più cattivo.
Sempre più disposto a pensare con la mia testa. Costi quel che costi. Tanto pensare con la testa degli altri, ho scoperto, costa sempre di più.
Ma per ora, come sempre.
Per aspera ad astra!