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lunedì 20 giugno 2011

I nuovi mostri: Equitalia

Quando nel nome vi è il proprio destino!
Equitalia, ovvero "Italia giusta!". Qualcuno, simpaticamente, sostiene che equi non sta per giusto ma per equino. E degli equini fa parte anche l'asino.
Quindi, ridendoci un pò su, potremmo dire che Equitalia sta per "portare giustizia agli italiani che sono un pò asini."
Equitalia è un mostro dei nostri giorni. Lo è come effetti ma lo è anche come concezione sociale e giuridica.
Secoli fa esisteva il "signore", che generalmente era nobile e aveva una qualche sorta di titolo. In ogni caso dominava de facto su una regione più o meno grande. Questo "signore" aveva praticamente potere di vita e di morte sui suoi sudditi. A volte il territorio dominato era grande e quindi avevamo il re, il granduca o il principe. Altre volte il territorio dominato era più piccolo e quindi avevamo il duca, il conte o il marchese di turno.
Poi giunse la democrazia, che significa potere al popolo.
E i nobili sparirono con i loro privilegi speciali.
Si pensava così che non ci potesse essere più un qualcuno che si svegliava una mattina e si inventasse una qualsiasi strana tassa o folle balzello.
Invece eccoci qui.
I moderni stati, e l'Italia primeggia su tutti, si sono ridotti ad essere degli organismi burocratici auto-referenti. Sono demoninati "democrazie" ma sono effettivamente delle plutocrazie (potere a chi ha i soldi) o, al meglio, strutture in cui è la burocrazia (la forza degli uffici) a dominare.
Equitalia è il manifesto esplicito di tutta l'ingiustizia italian. E per prenderci anche in giro l'hanno chiamata Italia equa.
Qualcuno, parlando di questo argomento, ha detto che andare contro Equitalia è qualunquistico e apre la porta alla giustificazione dell'evasione.
E questo è un sottile trucco dialettico per deviare dal problema.
PUNTO PRIMO: se si fosse in una società civile ed equa negli equilibri economici, una struttura di recupero delle tasse non pagate sarebbe corretta e da elogiare. Se ci fosse uno stato in cui l'accesso al lavoro fosse equo e basato sulla meritocrazia; se vivessimo in uno stato in cui chi lavora viene premiato e chi fa il parassita penalizzato, in cui chi rischia del proprio fosse protetto e non vessato; se vivessimo in una società in cui il lavoro reale viene tutelato e quello speculativo osteggiato...... ecco in una società con almeno questi aspetti tendenzialmente a posto, pagare le tasse sarebbe equo e altrettanto equo sarebbe pretendere che le tasse vengano riscosse.
PUNTO SECONDO: ci sono modi e modi per seguire i contribuenti affinchè versino le tasse. Il modo più facile per portare avanti la baracca è nascondersi dietro le carte. Se qualcuno deve qualcosa e non paga, ci domandiamo perchè non vi sia un sistema graduale di correzione e di recupero? E non parlo di implementare una sequenza progressivamente più aggressiva di lettere, comunicazioni e simili! Quello esiste già.
Parlo dell'esistenza di uffici che COLLEGHINO l'individuo in quanto cittadino con la SOCIETA' in quanto organizzazione che permette a tutti di vivere meglio. Se devo pagare una qualsiasi tassa o imposta e non lo sto facendo, il cittadino dovrebbe essere educato a farlo. E il modo migliore di farlo non è ricorrere, d'ufficio, all'uso della forza e della coercizione. Soprattutto in una società non equa come quella italiana.
Il modo è farlo tramite l'educazione e l'istruzione. Non generica ma specifica di quell'aspetto dei diritti e doveri civili che si sta violando.
Una delle ultime news assurde su (dis-)Equitalia è una cartella giunta ad un cittadino per una quota di pochi centesimi non pagati su una precedente cartella. Se non fosse che i conteggi sono stati fatti proprio da Equitalia. Cioè loro hanno sbagliato (di pochi centesimi di euro intendiamoci) i conteggi e, dopo aver ricevuto il pagamento, la cartella non gli risultava ancora chiusa. Hanno così emesso un'altra cartella in cui, tra more, penalità e quant'altro, al povero malcapitato è giunta un'altra cartella di alcune centinaia di euro.
Questi sono gli estremi di un processo che è comunque malato.
Il cittadino deve sapere quale è il suo contatto per questioni fiscali. Quando vi è un problema sui pagamenti dovrebbe essere contattato e convocato per comprendere la situazione. Ci sono troppe peculiarità in Italia per non fare così.
O vi sembra giusto vessare qualcuno perchè non paga i contributi quando lui non riceve un finanziamento già accordato dallo stato da 4 anni? Cioè il primo inadempiente è lo stato che poi mi vessa richiedendomi somme dovute, more e sanzioni.
O vi sembra giusto vedere i propri capannoni o uffici pignorati e venduti all'asta per qualcosa che non si è pagato quando si è creditori di ingenti somme nei confronti di qualche ente pubblico che non ha pagato?
PUNTO TERZO: perchè il recupero di una certa somma deve costare al contribuente così tanti soldi? O meglio, perchè ci sono sanzioni e more? Un amico che mi presta i soldi non richiede interessi su quello che mi presta. Lo fa un'impresa privata come la banca. Ma perchè lo stato? Perchè mi richiedi un 30% in più di quanto dovuto? Una punizione? Così esosa? E' costituzionalmente proporzionata al danno. E se anche si richiedesse un risarcimento danni, pechè sempre e soltanto sotto forma monetaria?
Ci sono numerosi studi che testimoniano che se una società usa sempre e solo meccanismi di multe monetarie per disincentivare dei comportamenti ritenuti non idonei, questa società va incontro a situazioni di progressiva ingiustizia.
E qui il discorso si allarga alle multe in generale.
Se io parcheggio dove non dovrei perchè la penalità è una multa monetaria? Il dubbio è che nessuno voglia correggere niente ma che si approfitti di una situazione di fatto per fare cassa.
Uso l'esempio dell'infrazione dei limiti di velocità per far comprendere ciò che vogliamo dire.
Se una strada ha un limite di velocità e qualcuno lo infrange, si becca una multa.
Apparentemente lo scopo è insegnare a costui (e di riflesso anche agli altri) che non è cosa buona superare i limiti di velocità.
Tutto questo ha un senso. Almeno da un punto di vista di base filosofica. Dove ci perdiamo è nell'applicazione pratica.
Se vi è una strada in cui viene imposto un limite, bisogna capire in primo luogo se quel limite è corretto e proporzionato alle situazioni contingenti. Vi sono strade con situazioni di pericolo a prescindere dalla velocità. Avere una velocità congrua alla situazione è solo uno dei tanti fattori che limita i pericoli della viabilità. Se mi viene posto un limite palesemente stupido, le probabilità che quel limite non venga rispettato si alzano notevolmente.
Ma la domanda è: alla forza di polizia preposta interessa veramente che il numero di coloro che commettono infrazioni si riducano? O spiccare multe è solo un'altro modo di incassare dei soldi? Se qualcuno commette 26 volte la stessa infrazione continua a ricevere 26 multe monetarie senza che nessuno vada da lui e gli chieda che diavolo sta succedendo?
Così come se io per 6 anni di fila non pagassi i contributi INPS, nessun funzionario della Camera di Commercio, del mio comune o di quello che l'è..... viene da me a chiedermi cosa c'è che non sta andando per il verso giusto.
No, sono solo un evasore, uno che non paga, ma che i soldi sicuramente ce li ha. Al punto da raddoppiarmi le tasse e i contributi che avrei dovuto pagare. E se non pago neppure quelli, pignoriamo tutto, anche quello che hai ereditato da tuo padre (che ha pagato sempre le tasse).
Quindi non più cittadini da aiutare ma cittadini da combattere, alla stregua di criminali che non meritano pietà. Quando sarebbe più semplice comprendere che, nella stragrande maggioranza dei casi, il normale cittadino che non paga le multe, le imposte o le tasse lo fa perchè in difficoltà economica. Oppure per semplice mancanza di educazione civica. Che è una colpa ma non un crimine.
Salvo poi vedere chi i crimini li commette veramente uscire più o meno con facilità dalle maglie della giustizia. Perchè in Italia se hai i soldi, anche commettere reati penali non è così grave perchè in qualche modo si cade sempre in piedi.
E qualcuno va anche a finire in parlamento grazie a questo.
Pagate quello che è dovuto ma se potete contribuite ad una giustizia più giusta. Anche fiscale.
E abbasso (in)Equitalia.
Per aspera ad astra!

martedì 12 ottobre 2010

Chi riceve il mondo al posto nostro? Lo chiameremo l'assioma Sarah Scazzi.

Siamo una mandria.
Non siamo più persone.
Benvenuti su queste pagine.
Per quanto non sia solito seguire con particolare attenzione tutto il pattime che la Tv trasmette senza sosta, con impalpabili segni di umana intelligenza, non mi è possibile rimanere estraneo alla vicenda che da molti giorni inchioda l'attenzione degli italiani e ne suscita timori e morbosità.

Una delle idee guida di questo blog è di evitare ogni tipo di moralismo inutile e di facciata.
Ma la mia riflessione, desdata in modo incredibile da questa vicenda, non riguarda gli aspetti crimino-sociali della vicenda in se.
Da una parte rimango, come tutti, allibito nel vedere che l'essere umano medio, circondato da connessioni ADSL, I phone, auto con 224 airbag e navigatori satellitari, cinema in 3D e miliardi di altre sofisticate tecnologie, si sta sempre più imbarbarendo regredendo a stadi animaleschi.
Non ho termini di paragone per stabilire se tali fattori siano sempre stati presenti nella civiltà umana ma accostarli in questa decadente cultura post-occidentale-globalizzata mi da i brividi.

Ma dove sono le cause? Non saranno di certo le mie parole quelle che porteranno definitiva luce sulla naturale domanda.
Di certo un fattore è saltato ai miei occhi in questi giorni e cioè che l'individuo medio sta diventando sempre più incapace di osservare il mondo con i propri occhi. Cioè di riuscire a guardarlo direttamente senza alcun sistema o individuo intermediario.
E' come se vivessimo reclusi in una stanza d'oro ma da cui non possiamo guardare fuori. E ci accontentiamo di sapere da chi guarda fuori cosa fuori succede.
 
Un tempo plaudivo all'aumento delle possibilità tecnologiche di comunicazione. Che ci sono e che per fortuna aprono veramente le porte a fantastiche opportunità. Ma l'aumento di questi sistemi di comunicazione ha ottenuto anche l'effetto (forse non desiderato ma dubito) assolutamente contrario di isolare le persone.
O meglio le persone sono ancor più connesse fra loro ma meno capaci di percepire con i loro sensi quello che succede.
Tutto viene demandato a sistemi automatici di informazione. E' come se la nostra mente si fosse espansa e avesse inglobato i mass-media come parte di se.
Quello che pensiemo è ciò che i mass-media hanno percepito.
Se la Tv o i giornali o Internet non percepiscono qualcosa, questo non esiste. Neppure se esiste veramente.

Così non esiste la povertà se non c'è il servizio strappalacrime di solidarietà il giorno di natale. E tutti a dire, "ah che bel gesto verso i bisognosi!".
Non esistono i padri di famiglia che non possono dare da mangiare ai figli finchè non comincia a fare lo sciopero della fame o non si incatena ripreso dalla telecamera di qualche tv.
Non esiste il pedofilo finchè non va sulle prime pagine dei giornali.
Non esiste la violenza domestica finchè qualcuno non ci rimette la pelle e la notizia gira per il paese.
Sembra così un mondo che è fatto di foto, di scatti, a volte affrettati e spesso mal collegati fra loro.
Manca la visione d'insieme, manca il peso della coerenza di ciò che percepiamo, manca il giudizio ripartito, manca il nostro proprio contributo a ciò che percepiamo.
Stiamo davanti alla Tv ad imparare la vita ma la vita procede lontano da noi, senza che ce ne accorgiamo.
Guardiamo showgirl d'ogni tipo svestirsi e danzare provocanti ogni giorno e in molte ore della giornata ma non vediamo più le donne che ci circondano.
Abbiamo il blackberry ma non riusciamo a capire che nostro figlio ci vuole dire qualcosa e non sa come.

E' l'assioma "Sarah Scazzi", è la morte della figlia comunicata ad una madre in tv, è l'intrusione del mondo in 2 famiglie in pochi giorni salvo poi abbandonare tutti quando gli echi di una nuova tragedia suoneranno ancora per l'aria.
C'è qualcosa di sbagliato.
A me sembra fin troppo evidente. Ma forse è proprio la sua evidenza grandezza ad aver reso questo errore, questo qualcosa di sbagliato fin troppo difficile da correggere.
Mi sembra di assistere alla resa del mondo ad un errore che il mondo stesso ha fatto.
Se così è, se questa società ha deciso di non lottare più per correggere i propri errori, allora siamo proprio agli inizi della catastofe.
Perchè il 2012 che ci attende non verrà da terremoti, inondazioni o tempeste solari.
Gli uomini hanno smesso di guardare il mondo. Non guardano.
E se vai avanti e non guardi, prima o poi cadi da qualche parte.
Per aspera ad astra!

mercoledì 2 maggio 2007

I nuovi mostri: le compagnie telefoniche – 2 parte

Giusto per concludere il discorso iniziato stamattina sulle compagnie telefoniche.
La cosa che veramente mi lascia perplesso è veramente quanto queste compagnie private stiano riuscendo a introdursi nei comportamenti di questa società piegandoli ai loro interessi.
Uso il cellulare dal 1997 circa. Sono 10 anni. Lo uso per lavoro e, onestamente, in molte situazioni è veramente una comodità. Niente da dire. Ma l’ho già detto che non sono per niente contro le modernità e il progresso tecnologico.
 
Vorrei che il progresso tecnologico venisse affiancato da una crescita della consapevolezza e del buon senso.
E vorrei che il progresso tecnologico non diventasse una truffa per spillare quattrini ai soliti gonzi (cioè noi) come se fossimo vacche da mungere.
In Italia ci sono più contratti telefonici cellulari che persone.
La confusione nelle persone di ciò che sia la tariffa più conveniente è massima. Ma il vero problema è che ognuno di noi pensa di essere un cliente di questi mostri, di questi nuovi mostri.
Noi non siamo clienti, siamo schiavi. Schiavi convinti di scegliere che invece veniamo drogati da dati falsi e ingannati da situazioni al limite della denuncia penale.
Qualche esempio?
 
Perchè se io vado sempre in un negozio e divento un cliente fidelizzato, ricevo un trattamento speciale sia nei modi che nei costi mentre le compagnie telefoniche (d’ora in poi le chiamo LE PIOVRE) fanno a gara a dare premi e incentivi a coloro che sottoscrivono un contratto per la prima volta? Mentre i clienti che hanno dato preferenza a quella specifica PIOVRA da qualche tempo vengono penalizzati con la tariffa peggiore di tutte?
Qualche anno fa scelsi di fare un abbonamento aziendale con la TRE. Mi proposero un contratto buono al tempo. Sottoscrissi 4 abbonamenti per altrettante linee. Spendevo circa 4 o 500 euro al mese di cellulare (io e i miei collaboratori).
Pagavo il noleggio del cellulare nuovo (va bene), pagavo il canone mensile fisso (va bene), pagavo le chiamate (va bene), pagavo lo “scatto alla risposta” (un pò meno bene ma vabbè…), pagavo la tassa di concessione governativa (!!!!!!!!! assolutamente meno bene).
Quest’ultima tassa mi faceva girare un pò le scatole. Quando pago una cosa che non capisco cosa sia mi viene il nervoso.
Tassa di concessione governativa……… Il principe padrone (lo stato) mi permette di avere una linea cellulare. Grazie sire.
E poi dicono che lo stato siamo noi.

Ma io avevo 4 linee e pagavo 4 quote di tassa di concessione governativa!!!! Perchè? Cos’è questa roba? Ogni mese pagavo 50 euro allo stato per non si capisce cosa.
Dopo un anno la TRE offre il servizio di NO TAX. Chi prendeva l’abbonamento non pagava la tassa di concessione governativa. Forse mi hanno chiamato per informarmi che io, come vecchio e buon cliente, la ricevevo automaticamente? No. Figuriamoci.
Lo stesso è accaduto di recente quando sono uscite tariffe più convenienti.
Le possono sottoscrivere solo i nuovi abbonati che vengono da altre compagnie.
Come se io che vado da 20 in un negozio se c’è un offerta non la potessi prendere. “Ah lei è un cliente affezionato, deve pagare a prezzo intero!!!”
Così adesso ho rescisso il contratto dalla TRE.
Ma non perchè le altre non siano delle PIOVRE.
Lo sono e avrei una storia per ognuna di loro visto che in questi anni sono stato con TIM, Wind, Omnitel, Telecom, Tiscali e Infostrada. Le conosco.
E so che sono state furbe in quanto tu non sai dove trovarli.
Se hai un problema puoi solo chiamare questi numeri fantasma dove ti risponde un povero ragazzo o povera ragazza completamente estranei al buon funzionamento della ditta che per pochi euro possono solo risponderti con risposte pre-confezioante.
Che furbata i call-center?
Giù il cappello alle PIOVRE.
 
Guarda come hanno scalciato quando gli sono stati tolti i costi di ricarica?
Dicono che non guadagnano abbastanza?
Cominciassero a fare meno pubblicità dispendiosa e cominciassero a dare più servizio. Servizio reale.
Ma questo sarebbe assurdo.
Perchè dubito che le PIOVRE intendano veramente dare un buon servizio.
Dubito.
Premierebbero, come minimo, i buoni vecchi clienti e non se li farebbero scappare.
Ma forse sono imbottiti di storie bibliche e di parabole. Forse applicano la parabola del figliol prodigo. Forse preferiscono perdere 10 buoni clienti affezionati per conquistarne uno nuovo che consumerà poco e non pagherà.
Delle PIOVRE sarà il regno dei cieli.
Salve a tutti e
per Aspera ad Astra!

martedì 1 maggio 2007

I nuovi mostri: le compagnie telefoniche – 1 parte

Sparo ad un’anatra morta. Lo so.
Non dico niente di nuovo. Ma fatemelo dire.
Le compagnie telefoniche sono diventate ormai dei giganteschi “leviatani” di hobbesiana memoria.

Il leviatano era una sorta di mostro biblico che Thomas Hobbes, filosofo del XVII secolo, utilizzò per descrivere il sistema di vita collettivo basato sul rispetto della sovranità di un governante.
A volte, nelle mie fantasie drogate, le compagnie telefoniche assurgono a indecifrabili mostri che controllano la vita delle persone. Se non hai contatti e contratti con loro (!!!) sopravvivi. Se hai la disgrazia di finire nelle loro grinfie sei morto.
Non muori subito. Perisci piano piano, per debito di ossigeno, per stanchezza spirituale, per soffocamento della comprensione e della pazienza.
Potenti e pervasive, come le sirene di Ulisse, ci allettano e ci dicono che senza di loro non possiamo vivere.
Abbiamo vissuto decenni senza le compagnie telefoniche.
Ce n’era una, una sola: la SIP, società italiana per i telefoni (nessuno capirà mai chi ha tirato fuori questo acronimo).
Era nella vita di tutti ma non nuoceva.

Le mamme spaventavano i bambini fin da piccoli. Li terrorizzavano con il costo delle interurbane. Come me anche voi sicuramente pensavate che chiamare fuori del proprio paese o città fosse come preparare una spedizione lunare. Costi a 10 zeri. Ma anche chiamare un amico a poche centinaia di metri era follia se la chiamata superava i 10 minuti.
Mia madre sbraitava per giorni quando arrivava la bolletta telefonica.

Magari era più cara di ben 10.000 lire rispetto a quella dei mesi precedenti. “CHI HA FATTO QUELLE TELEFONATE?” Era il terrore.
Il terrore degli adulti nell’indebitarsi per pagare le telefonate.
Ma non c’era pubblicità, non c’erano nuovi telefoni prodigiosi, tariffe e offerte.
Solo un unico apparecchio che ti tenevi vita natural durante.
Sempre quello. Orrendo ma compagno di una vita.
E non sapevi chi ti chiamava.

Ma se non volevi essere trovato semplicemente ti allontanavi dal telefono.
E, anche se ora ci sembra incredibile, vivevamo benissimo.
Forse le ditte era meno efficienti. Forse ci amavamo di meno. Forse eravamo più isolati dal mondo.
Forse…..
O forse no. Io la mano sul fuoco non ce la metterei.
Ma non sono contro la modernità e la tecnologia.
Sono sempre a favore dell’introduzione di nuovi macchinari che migliorino la nostra vita.
Magari sono contro il fatto che questi macchinari diventino i nostri padroni.
Chi non ha un numero di cellulare non esiste.
Molti traggono conclusioni su di te, sulla tua situazione e la tua prosperità dal tipo di cellulare che hai.
1 pubblicità su 4 è di una compagnia telefonica. Forse una su 3.

Telecom, TIM, Vodafone, Infostrada, TRE, Wind, Tiscali, Tele2 e chi ne ha ne metta.
Chiama, comunica, risparmia.
Il vero risparmio è non chiamare.
20 anni fa la spesa delle chiamate telefoniche incideva probabilmente per un 2-3% sul reddito familiare. Giusto il telefono fisso. Qualcuno, già folle da allora, poteva arrivare al 5%.
Oggi in una famiglia di 4 persone con papà, mamma, e 2 figli adolescenti, la spesa media annuale (compresa di acquisto nuovi cellulari e via dicendo) arriverà almeno al 15 o 20% del reddito.

Non so. Non ho dati precisi ma mi sono fatto 2 conti qualche volta.
Ritornerò su questo argomento.
Perchè i mostri devono essere identificati.
E uccisi.
Magari scopriremo che così facendo riusciremo anche a comunicare in modo sano e umano.
Per aspera ad astra!