Quando nel nome vi è il proprio destino!
Equitalia, ovvero "Italia giusta!". Qualcuno, simpaticamente, sostiene
che equi non sta per giusto ma per equino. E degli equini fa parte anche
l'asino.
Quindi, ridendoci un pò su, potremmo dire che Equitalia sta per "portare giustizia agli italiani che sono un pò asini."
Equitalia è un mostro dei nostri giorni. Lo è come effetti ma lo è anche come concezione sociale e giuridica.
Secoli fa esisteva il "signore", che generalmente era nobile e aveva una qualche sorta di titolo. In ogni caso dominava de facto
su una regione più o meno grande. Questo "signore" aveva praticamente
potere di vita e di morte sui suoi sudditi. A volte il territorio
dominato era grande e quindi avevamo il re, il granduca o il principe.
Altre volte il territorio dominato era più piccolo e quindi avevamo il
duca, il conte o il marchese di turno.
Poi giunse la democrazia, che significa potere al popolo.
E i nobili sparirono con i loro privilegi speciali.
Si pensava così che non ci potesse essere più un qualcuno che si
svegliava una mattina e si inventasse una qualsiasi strana tassa o folle
balzello.
Invece eccoci qui.
I moderni stati, e l'Italia primeggia su tutti, si sono ridotti ad
essere degli organismi burocratici auto-referenti. Sono demoninati
"democrazie" ma sono effettivamente delle plutocrazie (potere a chi ha i soldi) o, al meglio, strutture in cui è la burocrazia (la forza degli uffici) a dominare.
Equitalia è il manifesto esplicito di tutta l'ingiustizia italian. E per prenderci anche in giro l'hanno chiamata Italia equa.
Qualcuno, parlando di questo argomento, ha detto che andare contro
Equitalia è qualunquistico e apre la porta alla giustificazione
dell'evasione.
E questo è un sottile trucco dialettico per deviare dal problema.
PUNTO PRIMO: se si fosse in una società civile ed equa negli
equilibri economici, una struttura di recupero delle tasse non pagate
sarebbe corretta e da elogiare. Se ci fosse uno stato in cui
l'accesso al lavoro fosse equo e basato sulla meritocrazia; se vivessimo
in uno stato in cui chi lavora viene premiato e chi fa il parassita
penalizzato, in cui chi rischia del proprio fosse protetto e non
vessato; se vivessimo in una società in cui il lavoro reale viene
tutelato e quello speculativo osteggiato...... ecco in una società con
almeno questi aspetti tendenzialmente a posto, pagare le tasse sarebbe
equo e altrettanto equo sarebbe pretendere che le tasse vengano
riscosse.
PUNTO SECONDO: ci sono modi e modi per seguire i contribuenti affinchè versino le tasse.
Il modo più facile per portare avanti la baracca è nascondersi dietro
le carte. Se qualcuno deve qualcosa e non paga, ci domandiamo perchè non
vi sia un sistema graduale di correzione e di recupero? E non parlo di
implementare una sequenza progressivamente più aggressiva di lettere,
comunicazioni e simili! Quello esiste già.
Parlo dell'esistenza di uffici che COLLEGHINO l'individuo in quanto
cittadino con la SOCIETA' in quanto organizzazione che permette a tutti
di vivere meglio. Se devo pagare una qualsiasi tassa o imposta e non lo
sto facendo, il cittadino dovrebbe essere educato a farlo. E il modo
migliore di farlo non è ricorrere, d'ufficio, all'uso della forza e
della coercizione. Soprattutto in una società non equa come quella
italiana.
Il modo è farlo tramite l'educazione e l'istruzione. Non generica ma specifica di quell'aspetto dei diritti e doveri civili che si sta violando.
Una delle ultime news assurde su (dis-)Equitalia è una cartella giunta
ad un cittadino per una quota di pochi centesimi non pagati su una
precedente cartella. Se non fosse che i conteggi sono stati fatti
proprio da Equitalia. Cioè loro hanno sbagliato (di pochi centesimi di
euro intendiamoci) i conteggi e, dopo aver ricevuto il pagamento, la
cartella non gli risultava ancora chiusa. Hanno così emesso un'altra
cartella in cui, tra more, penalità e quant'altro, al povero malcapitato
è giunta un'altra cartella di alcune centinaia di euro.
Questi sono gli estremi di un processo che è comunque malato.
Il cittadino deve sapere quale è il suo contatto per questioni fiscali.
Quando vi è un problema sui pagamenti dovrebbe essere contattato e
convocato per comprendere la situazione. Ci sono troppe peculiarità in
Italia per non fare così.
O vi sembra giusto vessare qualcuno perchè non paga i contributi quando
lui non riceve un finanziamento già accordato dallo stato da 4 anni?
Cioè il primo inadempiente è lo stato che poi mi vessa richiedendomi
somme dovute, more e sanzioni.
O vi sembra giusto vedere i propri capannoni o uffici pignorati e
venduti all'asta per qualcosa che non si è pagato quando si è creditori
di ingenti somme nei confronti di qualche ente pubblico che non ha
pagato?
PUNTO TERZO: perchè il recupero di una certa somma deve costare al contribuente così tanti soldi?
O meglio, perchè ci sono sanzioni e more? Un amico che mi presta i
soldi non richiede interessi su quello che mi presta. Lo fa un'impresa
privata come la banca. Ma perchè lo stato? Perchè mi richiedi un 30% in
più di quanto dovuto? Una punizione? Così esosa? E' costituzionalmente
proporzionata al danno. E se anche si richiedesse un risarcimento danni,
pechè sempre e soltanto sotto forma monetaria?
Ci sono numerosi studi che testimoniano che se una società usa sempre e
solo meccanismi di multe monetarie per disincentivare dei comportamenti
ritenuti non idonei, questa società va incontro a situazioni di
progressiva ingiustizia.
E qui il discorso si allarga alle multe in generale.
Se io parcheggio dove non dovrei perchè la penalità è una multa
monetaria? Il dubbio è che nessuno voglia correggere niente ma che si
approfitti di una situazione di fatto per fare cassa.
Uso l'esempio dell'infrazione dei limiti di velocità per far comprendere ciò che vogliamo dire.
Se una strada ha un limite di velocità e qualcuno lo infrange, si becca una multa.
Apparentemente lo scopo è insegnare a costui (e di riflesso anche agli
altri) che non è cosa buona superare i limiti di velocità.
Tutto questo ha un senso. Almeno da un punto di vista di base filosofica. Dove ci perdiamo è nell'applicazione pratica.
Se vi è una strada in cui viene imposto un limite, bisogna capire in primo luogo
se quel limite è corretto e proporzionato alle situazioni contingenti.
Vi sono strade con situazioni di pericolo a prescindere dalla velocità.
Avere una velocità congrua alla situazione è solo uno dei tanti fattori
che limita i pericoli della viabilità. Se mi viene posto un limite
palesemente stupido, le probabilità che quel limite non venga rispettato
si alzano notevolmente.
Ma la domanda è: alla forza di polizia preposta interessa veramente che
il numero di coloro che commettono infrazioni si riducano? O spiccare
multe è solo un'altro modo di incassare dei soldi? Se qualcuno commette
26 volte la stessa infrazione continua a ricevere 26 multe monetarie
senza che nessuno vada da lui e gli chieda che diavolo sta succedendo?
Così come se io per 6 anni di fila non pagassi i contributi INPS, nessun
funzionario della Camera di Commercio, del mio comune o di quello che
l'è..... viene da me a chiedermi cosa c'è che non sta andando per il
verso giusto.
No, sono solo un evasore, uno che non paga, ma che i soldi sicuramente
ce li ha. Al punto da raddoppiarmi le tasse e i contributi che avrei
dovuto pagare. E se non pago neppure quelli, pignoriamo tutto, anche
quello che hai ereditato da tuo padre (che ha pagato sempre le tasse).
Quindi non più cittadini da aiutare ma cittadini da combattere, alla
stregua di criminali che non meritano pietà. Quando sarebbe più semplice
comprendere che, nella stragrande maggioranza dei casi, il normale
cittadino che non paga le multe, le imposte o le tasse lo fa perchè in
difficoltà economica. Oppure per semplice mancanza di educazione civica.
Che è una colpa ma non un crimine.
Salvo poi vedere chi i crimini li commette veramente uscire più o meno
con facilità dalle maglie della giustizia. Perchè in Italia se hai i
soldi, anche commettere reati penali non è così grave perchè in qualche
modo si cade sempre in piedi.
E qualcuno va anche a finire in parlamento grazie a questo.
Pagate quello che è dovuto ma se potete contribuite ad una giustizia più giusta. Anche fiscale.
E abbasso (in)Equitalia.
Per aspera ad astra!