Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post

martedì 11 agosto 2020

La moneta è come il sangue.... così dice Giacinto Auriti


Riporto una citazione del prof. Giacinto Auriti che di questi tempi è come una granita nel caldo afoso d'agosto.
Cosa diceva in sintesi questo signore (la solita mente italica geniale che viene sottovalutata solo perchè non si chiama Jackon Gold)?

Diceva che la moneta è come il sangue, la sua quantità va proporzionata alla entità del corpo da irrorare.
Cosa significa in parole povere?
Significa che la moneta 
1. NON HA NESSUN VALORE DI PER SE a meno del valore della sua funzione.
2. LA FUNZIONE DEL DENARO E' PERMETTERE LA CIRCOLAZIONE DI BENI E SERVIZI.

Quindi se un certo corpo (uno stato, una comunità o un villaggio) ha una certa dimensione e una certa economia (quantità di produzione effettiva di beni o servizi) a quel corpo occorre dare una certa adeguata quantità di moneta, che non è altro che il liquido che permette al corpo di funzionare.

Un corpo grande come un grande stato con una economia prospera ha necessità di MOLTO DENARO. E ogni qual volta l'economia cresce, è ovvio che ci deve essere più denaro in circolazione. Il rischio, se non si fa così, è che il corpo possa cominciare a funzionare male proprio per mancanza di circolazione del benessere. E questo può portare alla morte di singole cellule (quelle più lontane dal centro del corpo) o addirittura di interi organi. E prima o poi anche dell'intero corpo.

L'esempio che fa Auriti è che quando in un mercato le quantità di beni in vendita sono di più, occorrono più soldi per poterle comprare.
Perchè i soldi non hanno valore di per se. Ma solo nella misura in cui servono per comprare cose e servizi.
I soldi sono solo un sistema per scambiare valore. Non sono il valore.
Una persona, se le viene impedito di spendere i soldi che ha, è come se non li avesse. Perchè non ci può far niente.

L'esempio più eclatante è quella di un uomo che precipitasse in un'isola deserta con una valigia con 50 milioni di euro in carta. Se li non c'è nessuna attività umana che accetta quel denaro in cambio di cibo, riparo e strumenti, il nostro naufrago che se ne fa?
Forse ci accende il fuoco.

Dico che è importante sottolineare questo concetto basico del denaro anche se una volta esposto è praticamente una ovvietà in se.
Eppure leggendolo lo consideriamo una verità.
Ma vivendo operiamo come se la verità fosse esattamente l'opposto.

Le persone patiscono e si lamentano perchè non ci sono soldi. IL che è una assurdità, visto che il denaro è un prodotto umano e l'uomo (lo stato) ne può produrre quanto ne vuole.
Ciò che manca potrebbero essere le materie prime, l'energia, gli strumenti, i macchinari e anche la conoscenza e il know-how.
Potrebbe mancare anche la forza lavoro ma mai il denaro.
Perchè il denaro è il risultato di qualcosa che viene prodotto. 
Quindi viene prima il prodotto e poi il denaro.

Chi ti dice che non ci può essere una produzione (ad esempio un ospedale, una scuola o una strada) perchè non ci sono i soldi TI MENTE. Spesso sapendo di mentire in modo totale.

Grazie mille per l'attenzione.
PER ASPERA AD ASTRA!

venerdì 24 giugno 2016

Brexit: finalmente qualcosa si muove in questa palude europea.....

Stamattina è tutto un discutere, argomentare ed esaminare.
La notizia è attivata....

La Gran Bretagna vota si all'uscita dall'Unione Europea e diventa nuovamente uno stato indipendente.

Spesso i giornali stampano titoloni e urlano annunci su notizie che hanno l'importanza di un brufolo sulla schiena di una formica nel giardino di casa.

Questa volta no.....
Questa volta è veramente una notizia storica. Di quelle che entrano a pieno titolo nei libri che i ragazzi studieranno a scuola fra qualche decennio.

Ma che significa in concreto? Che siginifica che la Gran Bretagna è adesso fuori dall'Europa?
Che hanno preso le isole inglesi e le hanno ancorate a qualche altro continente?
Certo che no.... Tra l'altro, essendo isole, anche geograficamente la Gran Bretagna è sempre stata un pò qualcosa a se stante rispetto all'Europa continentale. E culturalmente questo ha sicuramente inciso nella decisione degli inglesi di ritornare ad essere gli unici a poter decidere a casa propria, senza alcun tipo di intromissione decisionale esterna.....

Ma è qualcosa di buono?

Non mi aspettavo niente di diverso ma vedere la scempiaggine di affermazioni campate per aria sui presunti disastri finanziari ed economici che colpiranno sia gli inglesi che gli europeri a seguito di questa decisone è sempre una fatica immensa.

"CROLLO DELLE BORSE" - "STERLINA CHE PERDE VALORE" - "PENSIONI DEGLI INGLESI A RISCHIO".

Fare del terrorismo giornalistico è uno sport che piace a parecchi. Non importa se ciò che si dice non ha la minima attinenza con la realtà e con i fatti. Non importa.... Se urlato su giornali e Tg importanti, la stupidaggine arrurge immediatamente a verità non più cancellabile. Nemmeno se mostri a chi ci ha creduto che è una vera e proria falsità.

Ovvio che le borse mondiali hanno perso. Loro sono una specie di sala in cui si gioca d'azzardo in un modo legalizzato.
So che è un'espressione forte ma non è per niente esagerata (anche se non mi è possibile qui entrare nel dettaglio di come funzionino le borse valori nel mondo moderno).
Degli speculatori hanno puntato sul fatto che la Gran Bretagna restasse nella UE e hanno perso. Tutto qui.
Se qualcuno di noi aveva dei soldi in banca, quelli li ritrova.
Se avete una macchina parcheggiata nel garage, anche se le borse vanno giù, la macchina se la ritrova.

Ad inizio anno le borse mondiali hanno perso decine e decine di punti percentuali per altri motivi speculativi. Anche più di questi giorni e nessuno è morto. Le borse non misurano se una nazione è più ricca o più povera. Ci dicono solo che alcuni vincono e altri perdono. Scommettitori quindi. Come dentro un casinò.

La Sterlina forse perderà valore e forse no.
Ma se vogliamo essere precisi vediamo che i britannici non sono morti quando il cambio euro/sterlina era molto, molto, molto, molto più basso rispetto a quello odierno (periodo 1999-2008) nè che le pensioni degli inglesi siano state distrutte. (Nota bene, l'euro è in vigore dal 1999 e non dal 2002 come molti pensano. Nel 2002 c'è stata solo l'introduzione fisica della circolazione monetaria nella mani della persone ma da anni gli stati e le banche usavano l'euro.......).
Tra l'altro se si osserva bene, la tendenza al ribasso è in vigore già dal 2009 in cui ci fu un aumento del valore della sterlina per fini solamente speculativi (con il crollo di alcune banche la sterlina divenne un bene rifugio come il franco svizzero....). Quindi.....

Io penso adesso quello che ho sostenuto in tempi non sospetti (sia in conferenze pubbliche che in vari articoli e libri che ho pubblicato).
L'uscita della Gran Bretagna dal sistema politico-finanziario UE (e non dall'Europa ovviamente) è una buona cosa non in se e per se ma perchè il fatto da una spallata fortissima ad una sorta di ipnosi collettiva che nelle popolazioni europee si era creata.
Ovvero "NON SI TORNA INDIETRO".

"Anche se andiamo verso il baratro, ormai abbiamo questo sistema e sebbene faccia solo gli interessi delle banche, multinazionali e di una minoranza di persone e danneggi invece le economie e le culture europee, ce lo teniamo stretto".

Brexit significa che ogni condizione può essere rimediata. Forse adesso le cose in Gran Bretagna andranno bene o forse andranno male. Brexit non significa che i governanti inglesi e la sua economia automaticamente andranno bene. Dipende da molte altre scelte.
E' un pò come dire che per l'Italia uscire dall'euro automaticamente significa star meglio. Non è detto.
Le cose possono essere fatte in un modo giusto e in un modo sbagliato.

Ma Brexit da l'idea che "QUALCOSA PUO' ESSERE FATTO A RIGUARDO".

E la mia speranza è che in Italia qualcuno prenda coraggio e decida di portare anche l'Italia fuori da QUESTO tipo di Unione Europea, facendo in modo che si rimanga in Europa come nazione indipendente e collaborativa, aperta agli scambi commerciali e culturali ma dotati di sovranità monetaria e padroni delle nostre leggi.
Io non posso credere che sia possibile elaborare delle leggi giuste e valide per tutti gli europei da alcuni uffici a Bruxelles.
Luoghi in cuile particolarità etniche e culturali di un continente complesso e dotato di millenni di storia non possono essere dimenticate.
L'Europa non è gli USA.
Dalle nostre parti quelli di Livorno non vogliono avere niente a che fare con Pisa e parliamo di Stati Uniti d'Europa?
Concetto bello ma totalmente fittizio.

Facciamo in modo che la finanza venga messa da parte e la gente torni a lavorare e produrre cose concrete.
Questo riporterà il benessere.
E quando i popoli lavorano e stanno bene, vedi come stanno in pace gli uni con gli altri.

Un abbraccio.

martedì 14 giugno 2016

Il fattore "IO VOGLIO"


Ho letto un articolo che mi sembra non solo bello ma meraviglioso.

Ho pensato di tradurlo in italiano e pubblicarlo in questo blog.



Si intitola "IL FATTORE IO VOGLIO'" e parla di cosa significhi realmente il concetto di volontà.

Si porta dietro un sacco di buoni spunti per riflettere sulla nostra vita.

Eccolo qui:



Quanto è importante per voi raggiungere i vostri obiettivi? Quanto volete davvero aumentare il vostro reddito? Quanto volete migliorare il vostro futuro?



Quanto maledettamente volete avere successo?

Su una scala da 1 a 100 (con 100 che vuol dire che si è così eccitati e appassionati per il proprio successo da non dormire la notte), quale punteggio personale avreste ora? Cosa  accadrebbe se incrementaste questo punteggio di 30 o 40 punti?

Dopo aver definito con esattezza il vostro obiettivo o prodotto (come illustrato in un precedente articolo qualche settimana fa), ora è necessario aggiugere qualche cavallo vapore al motore.



Il fattore "IO VOGLIO" è qualcosa che potete controllare. Nei fatti, molte persone riescono nel loro campo, non perchè siano degli esperti o particolarmente competenti ma perchè il loro fattore "IO VOGLIO" è molto alto. Essi vogliono veramente avere successo e danno tutto ciò che è necessario per raggiungere i loro obiettivi.


Molte persone non vogliono, nei fatti, il risultato del loro lavoro (prodotto) con la giusta intensità affinchè la cosa si realizzi.

Invece di trovare il modo di avere successo, trovano scuse.



Dopo aver dato un nome al proprio prodotto (definito con esattezza!), è necessario quindi volere il proprio prodotto.

1. Nominare il proprio prodotto o il risultato cercato. E' molto più facile volere qualcosa di specifico che qualcosa di non definito, espresso solo in termini generali.

Ottenete qualcosa di specifico. Per esempio, un venditore di auto potrebbe desiderare di fare 30 prove su strada con clienti, 5 vendite e 1.000 euro di commissioni guadagnate in una giornata. Un consulente fiscale potrebbe desiderare di completare 20 dichiarazioni dei redditi e riuscire a trovare 3 nuovi clienti. Una madre potrebbe desiderare che suo figlio di 4 anni impari ad allacciarsi le scarpe e sua figlia di 16 smettere di fumare marijuana.

2. Decidere QUANTO si desidera il risultato. Questo è un qualcosa che può essere incrementato in base ad una decisione.

Per esempio, il pensiero "Certo, mi piacerebbe avere una carriera di successo" non equivale ad una grande quantità di "volontà". Occorre cambiare l'atteggiamento in qualcosa di simile a: "Fare della mia carriera un gran successo è così importante per me che farò tutto quello che serve per essere il migliore del mondo. Lavorerò 10-12 ore al giorno. Imparerò tutto quello che posso e cercherò tutto l'aiuto che mi è possibile, da ogni risorsa possibile. Voglio mangiare, dormire e respirare la mia meta. Userò la mia forza, il mio tempo, la mia conoscenza, la mia fiducia, la mia fede e le mie risorse per far andar bene le cose. Diventerò il migliore in questo campo e raggiungerò la mia meta non importa ciò che occorrerà".

3. Se non è possibile far si che si VOGLIA ottenere il prodotto, raggiungimento o risultato, ci deve essere qualcosa di sbagliato.

Forse, è necessario mettere prima a posto qualcosa nella propria vita. Molti fattori nella vita possono distruggere o limitare il tuo desiderio di ottenere qualcosa: droghe, alcool, cattive relazioni, comportamenti non etici e così via.

Forse si ha bisogno di una maggiore auto-disciplina, un approccio migliore, più istruzione, persone con maggiori caratteri positivi attorno a se, un atteggiamento gentile verso se stessi o un luogo migliore dove vivere e lavorare.

O forse c'è bisogno di stabilire qualche altra cosa da voler realizzare.



In ogni caso, dovete trovare un modo per VOLERE passionalmente, intensamente ed irragionevolmente ciò che avete STABILITO per voi. Abbiate più desiderio di ottenerlo o realizzarlo rispetto a qualunque altra cosa abbiate desiderato finora. Se il vostro fattore "IO VOGLIO" è forte abbastanza, niente può fermarvi. 

Così, quanto maledettamente volete aver successo?





Spero che questo articolo, molto, molto profondo nei suoi concetti di base, sia di grande spunto per le vostre conquiste.


Un abbraccio.

lunedì 20 giugno 2011

I nuovi mostri: Equitalia

Quando nel nome vi è il proprio destino!
Equitalia, ovvero "Italia giusta!". Qualcuno, simpaticamente, sostiene che equi non sta per giusto ma per equino. E degli equini fa parte anche l'asino.
Quindi, ridendoci un pò su, potremmo dire che Equitalia sta per "portare giustizia agli italiani che sono un pò asini."
Equitalia è un mostro dei nostri giorni. Lo è come effetti ma lo è anche come concezione sociale e giuridica.
Secoli fa esisteva il "signore", che generalmente era nobile e aveva una qualche sorta di titolo. In ogni caso dominava de facto su una regione più o meno grande. Questo "signore" aveva praticamente potere di vita e di morte sui suoi sudditi. A volte il territorio dominato era grande e quindi avevamo il re, il granduca o il principe. Altre volte il territorio dominato era più piccolo e quindi avevamo il duca, il conte o il marchese di turno.
Poi giunse la democrazia, che significa potere al popolo.
E i nobili sparirono con i loro privilegi speciali.
Si pensava così che non ci potesse essere più un qualcuno che si svegliava una mattina e si inventasse una qualsiasi strana tassa o folle balzello.
Invece eccoci qui.
I moderni stati, e l'Italia primeggia su tutti, si sono ridotti ad essere degli organismi burocratici auto-referenti. Sono demoninati "democrazie" ma sono effettivamente delle plutocrazie (potere a chi ha i soldi) o, al meglio, strutture in cui è la burocrazia (la forza degli uffici) a dominare.
Equitalia è il manifesto esplicito di tutta l'ingiustizia italian. E per prenderci anche in giro l'hanno chiamata Italia equa.
Qualcuno, parlando di questo argomento, ha detto che andare contro Equitalia è qualunquistico e apre la porta alla giustificazione dell'evasione.
E questo è un sottile trucco dialettico per deviare dal problema.
PUNTO PRIMO: se si fosse in una società civile ed equa negli equilibri economici, una struttura di recupero delle tasse non pagate sarebbe corretta e da elogiare. Se ci fosse uno stato in cui l'accesso al lavoro fosse equo e basato sulla meritocrazia; se vivessimo in uno stato in cui chi lavora viene premiato e chi fa il parassita penalizzato, in cui chi rischia del proprio fosse protetto e non vessato; se vivessimo in una società in cui il lavoro reale viene tutelato e quello speculativo osteggiato...... ecco in una società con almeno questi aspetti tendenzialmente a posto, pagare le tasse sarebbe equo e altrettanto equo sarebbe pretendere che le tasse vengano riscosse.
PUNTO SECONDO: ci sono modi e modi per seguire i contribuenti affinchè versino le tasse. Il modo più facile per portare avanti la baracca è nascondersi dietro le carte. Se qualcuno deve qualcosa e non paga, ci domandiamo perchè non vi sia un sistema graduale di correzione e di recupero? E non parlo di implementare una sequenza progressivamente più aggressiva di lettere, comunicazioni e simili! Quello esiste già.
Parlo dell'esistenza di uffici che COLLEGHINO l'individuo in quanto cittadino con la SOCIETA' in quanto organizzazione che permette a tutti di vivere meglio. Se devo pagare una qualsiasi tassa o imposta e non lo sto facendo, il cittadino dovrebbe essere educato a farlo. E il modo migliore di farlo non è ricorrere, d'ufficio, all'uso della forza e della coercizione. Soprattutto in una società non equa come quella italiana.
Il modo è farlo tramite l'educazione e l'istruzione. Non generica ma specifica di quell'aspetto dei diritti e doveri civili che si sta violando.
Una delle ultime news assurde su (dis-)Equitalia è una cartella giunta ad un cittadino per una quota di pochi centesimi non pagati su una precedente cartella. Se non fosse che i conteggi sono stati fatti proprio da Equitalia. Cioè loro hanno sbagliato (di pochi centesimi di euro intendiamoci) i conteggi e, dopo aver ricevuto il pagamento, la cartella non gli risultava ancora chiusa. Hanno così emesso un'altra cartella in cui, tra more, penalità e quant'altro, al povero malcapitato è giunta un'altra cartella di alcune centinaia di euro.
Questi sono gli estremi di un processo che è comunque malato.
Il cittadino deve sapere quale è il suo contatto per questioni fiscali. Quando vi è un problema sui pagamenti dovrebbe essere contattato e convocato per comprendere la situazione. Ci sono troppe peculiarità in Italia per non fare così.
O vi sembra giusto vessare qualcuno perchè non paga i contributi quando lui non riceve un finanziamento già accordato dallo stato da 4 anni? Cioè il primo inadempiente è lo stato che poi mi vessa richiedendomi somme dovute, more e sanzioni.
O vi sembra giusto vedere i propri capannoni o uffici pignorati e venduti all'asta per qualcosa che non si è pagato quando si è creditori di ingenti somme nei confronti di qualche ente pubblico che non ha pagato?
PUNTO TERZO: perchè il recupero di una certa somma deve costare al contribuente così tanti soldi? O meglio, perchè ci sono sanzioni e more? Un amico che mi presta i soldi non richiede interessi su quello che mi presta. Lo fa un'impresa privata come la banca. Ma perchè lo stato? Perchè mi richiedi un 30% in più di quanto dovuto? Una punizione? Così esosa? E' costituzionalmente proporzionata al danno. E se anche si richiedesse un risarcimento danni, pechè sempre e soltanto sotto forma monetaria?
Ci sono numerosi studi che testimoniano che se una società usa sempre e solo meccanismi di multe monetarie per disincentivare dei comportamenti ritenuti non idonei, questa società va incontro a situazioni di progressiva ingiustizia.
E qui il discorso si allarga alle multe in generale.
Se io parcheggio dove non dovrei perchè la penalità è una multa monetaria? Il dubbio è che nessuno voglia correggere niente ma che si approfitti di una situazione di fatto per fare cassa.
Uso l'esempio dell'infrazione dei limiti di velocità per far comprendere ciò che vogliamo dire.
Se una strada ha un limite di velocità e qualcuno lo infrange, si becca una multa.
Apparentemente lo scopo è insegnare a costui (e di riflesso anche agli altri) che non è cosa buona superare i limiti di velocità.
Tutto questo ha un senso. Almeno da un punto di vista di base filosofica. Dove ci perdiamo è nell'applicazione pratica.
Se vi è una strada in cui viene imposto un limite, bisogna capire in primo luogo se quel limite è corretto e proporzionato alle situazioni contingenti. Vi sono strade con situazioni di pericolo a prescindere dalla velocità. Avere una velocità congrua alla situazione è solo uno dei tanti fattori che limita i pericoli della viabilità. Se mi viene posto un limite palesemente stupido, le probabilità che quel limite non venga rispettato si alzano notevolmente.
Ma la domanda è: alla forza di polizia preposta interessa veramente che il numero di coloro che commettono infrazioni si riducano? O spiccare multe è solo un'altro modo di incassare dei soldi? Se qualcuno commette 26 volte la stessa infrazione continua a ricevere 26 multe monetarie senza che nessuno vada da lui e gli chieda che diavolo sta succedendo?
Così come se io per 6 anni di fila non pagassi i contributi INPS, nessun funzionario della Camera di Commercio, del mio comune o di quello che l'è..... viene da me a chiedermi cosa c'è che non sta andando per il verso giusto.
No, sono solo un evasore, uno che non paga, ma che i soldi sicuramente ce li ha. Al punto da raddoppiarmi le tasse e i contributi che avrei dovuto pagare. E se non pago neppure quelli, pignoriamo tutto, anche quello che hai ereditato da tuo padre (che ha pagato sempre le tasse).
Quindi non più cittadini da aiutare ma cittadini da combattere, alla stregua di criminali che non meritano pietà. Quando sarebbe più semplice comprendere che, nella stragrande maggioranza dei casi, il normale cittadino che non paga le multe, le imposte o le tasse lo fa perchè in difficoltà economica. Oppure per semplice mancanza di educazione civica. Che è una colpa ma non un crimine.
Salvo poi vedere chi i crimini li commette veramente uscire più o meno con facilità dalle maglie della giustizia. Perchè in Italia se hai i soldi, anche commettere reati penali non è così grave perchè in qualche modo si cade sempre in piedi.
E qualcuno va anche a finire in parlamento grazie a questo.
Pagate quello che è dovuto ma se potete contribuite ad una giustizia più giusta. Anche fiscale.
E abbasso (in)Equitalia.
Per aspera ad astra!

lunedì 14 giugno 2010

RIcordate Cassandra? Ma l'Italia dove sta andando?

E' veramente notevole scoprire come la storia e la cultura siano fatti di corsi e di ricorsi. Così si riescono a pescare nelle propria memoria icone e metafore dei nostri tempi....

Ricordate Cassandra? La mitica divinatrice della mitologia greca?
Profetizzò la caduta della città di Troia e un futuro di distruzione per quel popolo.
Ma a causa dell'odio del rifiutato Apollo, le due profezie erano destinate a rimanere inascoltate anche dalla sua gente.
Da allora si parla di "cassandre" quando si ascoltano persone che parlano di scenari cupi futuri.

Recentemente sono ritornato ad ascoltare alcuni spunti del saggista italiano Eugenio Benetazzo. Se cliccate su internet ci sono sufficienti materiali per farsi l'idea di questo giovane.
A parte che, di tanto in tanto, fa piacere sentire qualcuno che parla di economia e politica che non abbia superato i 60 anni.
Anche perchè, soprattutto in Italia e soprattutto nell'arena politica, associazione l'anzianità dei soggetti con la saggezza dei contenuti è pura utopia ed è più probabile che esiste una correlazione inversa.

Benetazzo è un personaggio di cui ascoltai e lessi qualcosa ben 4 anni fa. Abbastanza ruvido e per niente mellifluo, sicuramente si contradistingueva già allora per l'originalità delle sue tesi.
Gli va dato adito che in tempi non sospetti, profetizzò il sopraggiungere della attuale crisi.

E lo profetizzò argomentando le sue tesi.
Ora è qui a potersi giustamente vantare di aver visto giusto e, purtroppo, continuando a "cassandrare" violentemente.
Benetazzo sostiene che il peggio deve ancora arrivare.
Onestamente io sono in accordo con lui.
Anche perchè anche in economia 2+2 fa 4 e non 5 solo perchè si è ottimisti.
Ci sono dei fattori strutturali che non possono essere modificati solo con aspetti emotivi.
Se qualcuno decidesse di intraprendere cambiamenti strutturali.... Qualcuno che ci amministra intendo..... Allora.... Forse....

Ma allontanerei questa ipotesi.
Non c'è proprio trippa per gatti.

Tutto questo ambaradan per fare un punto della situazione sul nostro paese. Ovvero questa splendida Italia che sempre bellissima, sta marcendo dentro.
E ognuno di noi lo sa, perchè troppi fattori sono ormai enormemente evidenti sotto i nostri occhi, qualunque cosa i mass-media dicano o ci vogliano far credere.

In queste ore BankItalia annuncia il record di debito pubblico: parliamo di più di 1800 miliardi di euro di debito pubblico. Inoltre questo debito aumenta vertiginosamente.
Anche perchè, con l'economia che arranca, le imprese diminuiscono il loro fatturato e pagano meno tasse. E così anche il gettito fiscale dello stato diminuisce, con conseguente peggioramento della situazione.

Proprio l'altro giorno parlavo con mia moglie del futuro della nostra famiglia.
E' un ipotesi assolutamente realistica che fra 5 anni, non appena il mio primogenito finisce la scuola elementare, io, compagna e progenie decidiamo di andare via da questo paese.
Che amiamo.
Ma se non possiamo far niente per cambiare le cose non starò qui a vedere lo stivale che continua ad affondare nel fango. Per non dire altro.

Dove stiamo andando?

A parte tutti i proclami, i problemi del piffero quali intercettazioni o vallettopoli, è possibile che gli italiani non si chiedano la domanda fondamentale?

Ovvero dove stiamo andando?
Mi piacerebbe sentire la risposta, la vostra risposta a questa domanda.
Ne riparleremo.
Ma ricordate che non è chiudendo le orecchie alle profezie dei cassandra di turno che miglioreremo le cose.
Se poi i profeti si sbagliano, tanto meglio.
Ma ascoltiamoli.
Per aspera ad astra!

venerdì 12 gennaio 2007

Che tristezza mi fa! Chi? Il ministro Bersani

Che tristezza che mi fa Bersani.
Un vecchio comunista che si propone come liberalizzatore.

Non ci capisco più niente in questa politica italiana.
Non è più politica. 
Non c'entra niente con la polis, la città nè con noi, popolo italiano. Tanto geniale, quanto menefreghista.

Non mi scandalizzo se qualcuno ha seguito un'idea e poi la cambia.
Bravo, bene. Si fa anche così.

Ma io di liberalizzazioni non ne vedo.


Vedo solo un governo che pare asservito ai GRANDI poteri.
Fanno leggi che disturbano piccole classi economiche ma se si segue il flusso dei soldi, chi si ingrassa tra nuove pensioni e presunte liberalizzazioni sono sono le multinazionali e la grande distribuzione.

Le farmacie, ad esempio non sono state mai ben viste da me.
Ma perchè, invece, di far vendere i farmaci nei centri commerciali non si da la possibilità di togliere il monopolio delle farmacie facendone aprire di più e cambiandone radicalmente la struttura.
D'altronde cosa sono le farmacie? Dei negozi? Oppure dei centri professionali con medici che ti consigliano?
In un posto dove vendono pannolini e giocattoli?

E la benzina nei supermercati?
Beh, così il prezzo si abbassa di almeno 10 centesimi per la concorrenza. Le famiglie italiane potrebbero risparmiare fino a 78 euro all'anno.
Certo!
Se tutti non andassero più dai benzinai.
Ma ammettiamo anche che risparmiamo ben 78 euro all'anno.

Cosa ne faremmo di questi 78 euro?
Ci metteremmo dell'altra benzina e andremmo da qualche parte giusto per non lasciare il serbatoio pieno.
Ecco cosa succederebbe.

Basterebbe che Bersani insegnasse agli italiani a guidare senza schiacciare l'acceleratore a fondo e ogni automobilista risparmierebbe alemno 200 euro l'anno.
Basterebbe che ogni italiano spegnesse la sua auto quando si ferma dinnanzi al semaforo e risparmierebbe 500 euro l'anno.
Basterebbe costruire le macchine ibride benzina-elettrico che si ricaricano quando c'è il motore a scoppio ma che sotto i 50 all'ora vanno a batteria.
Si risparmierebbero ogni anno almeno 2000 euro.

E non pensate che sia difficile. Basterebbe che il geniale Bersani creasse una legge che obbliga le case automobilistiche a costruire le macchine ibride e il gioco sarebbe fatto.
Ma, poverino, è solo un ministro. Non può farlo. Non ha il potere di schiacciare i piedi alle multinazionali dell'automobile.

Già li vedo i nostri (e altrui) politici sussurrare piano:
" Scusi signor Ford, signor Mercedes, signor Toyota, signor Fiat posso promulgare questa legge? Non vi da fastidio, per niente...."

Euro 4, euro 3, euro cosa?
Ma cosa ci vuole a decidere che da una certa data c'è una macchina più pulita e basta!
Ma sentirò Bersani. Lui, ex-comunista, padrone ormai della moderna economia ce lo insegnerà prontamente.

Per aspera ad astra!