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martedì 3 marzo 2020

Il mio unico e ultimo intervento sul coronavirus COVID-19

In un post su Facebook, ho detto che mi sarei tirato fuori da tutto questo bailamme di notizie, allarmismi, pseudo-informazione che circola da un paio di mesi sui mass-media.
Argomento? Ovvio, il coronavirus COVID-19.

Non la prendo larga e vado al punto.
Io non mi schiero con i millenaristi che pensano sia la fine del mondo o con gli ipocondriaci terrorizzati da qualunque cosa minacci la loro "salute".
Ma neppure con i complottisti o con i menefreghisti per cui una guerra atomica è uguale ad uno sciopero dei treni che è uguale alla loro squadra di calcio che retrocede in serie C.

Non mi piacciono questi 2 estremi.
Non mi piacciono coloro che parlano senza essere INFORMATI. Ovvero senza avere una conoscenza dei fatti tale da poter esprimere dei ragionamenti pratici e logici. Su cui si può dissentire, perchè ogni uomo è un universo e ha sensibilità diverse per cose diverse. Ma questo è un altro fatto.

Il problema, con questo COVID-19, non è il virus in se. Non è la sua pericolosità, non è la sua diffusione, non è i sintomi che crea e niente che abbia a che fare con i suoi aspetti medico-scientifici.
Il problema non è il COVID-19. E' una delle tante situazioni che è OVVIO che una specie (quella umana) possa di tanto incontrare nel suo cammino verso la sopravvivenza.
L'uomo si è scontrato (e si scontrerà) più e più volte con epidemie e avvenimenti similari nei secoli (ricordiamo nel XX secolo l'influenza "spagnola" con 100 milioni di morti in un pianeta che aveva un sesto degli abitanti di oggi oppure la "peste nera" di medioevale memoria).

Il problema, in questa faccenda del COVID-19, sono i mass-media.
Mercanti di caos li chiama qualcuno. Qualcuno con cui concordo totalmente.
Non ce l'ho con tutti i giornalisti o operatori dell'informazione. Non è questo il nocciolo. Penso che molti di coloro che hanno scelto di lavorare nei mass-media e nel mondo del giornalismo e dell'informazioni siano delle brave persone senza alcuno scopo distruttivo o malvagio.
Ce l'ho con il sistema informativo del XXI secolo su questo pianeta.
Non è un sistema informativo. E' un sistema dis-informativo. E' una distruzione culturale.

Da un punto di vista medico-scientifico, il COVID-19 non è un virus particolarmente letale. Non lo è. Ormai è evidente. Ha tassi di mortalità molto bassi, praticamente a livello di una influenza aggressiva.
E' sicuramente dotato di meccanismi biologici particolari per cui ha una capacità di contaminazione molto alta. Si diffonde con facilità. Ma anche perchè è nuovo. Quindi attacca una specie, l'uomo, praticamente vergine che non ha ancora elaborato contro-risposte immunitarie. Quindi ha vita facile a spostarsi in fretta e crescere esponenzialmente.
Questo, in modo precauzionale, ha preoccupato fin da subito i medici. Non sapendo bene quali fossero in pratica i suoi effetti, il suo decorrere come malattia e la sua effettiva contagiosità mi pare ovvio che si sia assunto una posizione precauzionale. Anche perchè si è visto che in alcuni casi (circa il 15% dei colpiti), il virus comportava una necessità di cure particolarmente impegnative (terapia intensiva) che, se la diffusione non fosse stata tenuta sotto controllo, avrebbe portato al collasso le strutture mediche.
Non è un problema di pericolosità. E' un problema di quanto velocemente si sarebbe diffuso e quindi fatto presentare alle porte degli ospedali un gran numero di persone in contemporanea che necessitavano di cure che solo in ospedale potevano essere date.
Tutto qui. Un fatto organizzativo.


Un pò come se un albergo sapesse di un evento straordinario che potesse portare un gran numero di persone in quella città e cercasse di organizzarsi per impedire di trovarsi senza alloggi. Un fatto organizzativo.

Ma è qui che è intervenuto l'apporto (sciagurato) dei mass-media.
In Cina, dove i numeri sono da capogiro per qualsiasi cosa (città da milioni di abitanti, 1 quarto di tutta la popolazione mondiale concentrata in un solo stato), è ovvio che ci sia stata un pò di apprensione quando una intera città è stata crocifissa sotto i colpi di un nuovo virus di cui si sapeva poco.
Pare ovvio che ci sia stata un pò di apprensione.
Ma questa apprensione, se fosse stata lasciata nelle stanze di chi gestiva il problema, sarebbe stata gestita.



Cosa fanno i mass-media? Volendo informare, cercano e rastrellano ogni tipo di dato, emotivo, numerico, sensazionalistico che possa creare un impatto in che fruisce dell'informazione. Perchè? Perchè i mass-media (giornali o tv che siano) sono strutture guidate dallo "share" ovvero dal pubblico.
Più qualcuno ti segue e più va bene.
Più persone ti ascoltano e più va bene.
Lo scopo non è dare informazioni. Lo scopo è essere ascoltati e catturare l'attenzione. Ovviamente con qualsiasi mezzo. Il che, facilmente, ci porta ad usare metodi di bassa lega come "sensazionalismo", "panico", "emozioni di pancia" e "terrorismo mediatico".
Questo è facile da fare.
Basta avere l'intenzione di "colpire" l'attenzione del lettore o spettatore e montare insieme dati che (anche quando sono veri) sono interpretati sotto una luce forzata.

Prendiamo ad esempio i morti di coronavirus. Nessuno spiega bene che queste persone non sono morte PER il coronavirus ma CON il coronavirus. Che fa una grandissima differenza.
Cioè non è scientificamente certo e anzi è probabilmente da negare che sia stato il virus LA causa della morte.
E' quasi sicuro che, in un quadro medico compromesso (le persone morte di coronavirus sono persone molto avanti con l'età con problemi sanitari gravi pregressi) l'intervento di un virus che crea difficoltà respiratorie gravi comporti un ulteriore stress fisico ad un organismo indebolito. Il che porta a una situazione in cui il malato rischia la vita ed in effetti muore.
Ma questo è il meccanismo che accade ogni anno quando le normale ondate epidemiche di influenza, colpiscono un paese. Centinaia di persone solo in Italia muoiono per le complicazioni influenzali. Eppure nessuno vive terrorizzato di essere colpito da un virus influenzale. Anche se, detto tra noi, quando ci ammaliamo di influenza è una gran rottura di coglioni.
E causa in qualcuno anche di più di un fastidioso periodo di riposo forzato: per qualcuno può essere anche un peggioramento della sua salute fino alla morte.

Il punto qui è: QUALE E' ESATTAMENTE L'UTILITA' di massacrare con continue "breaking news" ovvero continui lanci di agenzia, dati, commenti, immagini, servizi collegamenti sul tema coronavirus?
Informare? Ma smettiamola.
Le tv e i giornali vogliono essere visti e comprati. Vivono di quello.
Quindi più strepitano, più fanno ambiente pericoloso, più sollevano la questione e più si crea quel morboso senso di attenzione per cui "NE VUOI SAPERE DI PIU!" e "NON VOGLIO STARE ALL'OSCURO DI QUESTA COSA PERICOLOSA, FAMMI SAPERE!".

Nei giorni scorsi mi sono dilettato ad approfondire da un punto di vista medico e biologico ciò che prestigiosi siti e riviste mediche e di settore avevano da dire sul coronavirus.
E ho capito perchè una parte (comunque non tutti) della medicina e degli esperti si è mostrata preoccupata per il coronavirus. 
E' stata una valutazione di merito. Riassumibile in
NON SAPENDO BENE COME FUNZIONAVA, STIAMO ATTENTI.


Ma è un discorso valido per scienziati, medici e, al limite, politici che devono prendere decisione di ordine pubblico.
Non è un discorso valido per la gente comune.
Che (questo il mio pensiero) se semplicemente fosse stata tenuta all'oscuro di tutto ciò non ne avrebbe patito alcun tipo di conseguenze e tutti noi avremmo avuto molti meno danni di quelli che sono stati causati.
Perchè la vera vittima del coronavirus è l'economia.
E fra qualche mesi piangeremo i danni che l'isteria collettiva ha causato.
Grazie per l'attenzione.
PER ASPERA AD ASTRA! 

venerdì 20 maggio 2011

Gli esperti

Il mondo è nelle mani degli esperti.
Tu chi sei? Sei un esperto? No, allora conti per un .....
E' incredibile quale strano tiro mancino ci abbiano giocato.
 
Già in un vecchio lavoro universitario, pubblicai la mia teoria sulla nascita dei preti e dei detentori della conoscenza.
Prima li chiamavamo stregoni, poi preti, poi guru e adesso "esperti".
Il concetto è semplice. Se io dico una cosa X che ha una certa validità, il discorso si dovrebbe (in teoria) chiudere qui.
La cosa X è giusta e chiunque la analizza non può fare altro che constatarne la validità.
 
Ma se io dico solo cose che non sono autoevidenti, allora devo trovare altrove una sorgente che dia forza a ciò che dico.
Quello che dico diventa valido in virtù del potere che viene emanato da qualcosa che mi sta alle spalle.
Così i sacerdoti hanno potuto fare il bello e cattivo tempo perchè essi parlavano a nome di Dio. O di un qualsiasi dio.
Gli ordini erano più forti e coercitivi perchè dietro vi era una volontà divina.
Ma i tempi cambiano e ora la forza viene dalla scienza. Scio come sapere. Io so.
La scienza è sapere. Giusto.
 
Ma ci sono dei casi in cui, invece che aspettare che la logica scientifica certifichi cosa sia scienza  e cosa non lo sia, è preferibile stabilire dei dogmi.
Così facciamo una linea qui e stabiliamo cosa sia vero o meno. Cià che sta al di là è scientifico e vero. E ciò che sta al di quà non lo è. In base a quale fatto? Nessuno. Solo un accordo sociale.
Così nasce la casta degli esperti.
Ovvero di individui, che simili a stregoni, decidono e si proclamano intermediari fra l'ignoranza del popolo e i sacri reami del potere.
Si vestono i loro paramenti e vanno in Tv, nei giornali e chissà dove a riportare IL VERBO, la verità.
 
Così sento qualcuno che dice una stronzata immane sull'alimentazione e mentre storco il naso e la faccia mi si aggrotta, chiedo "Ma questo chi lo dice?". La risposta è, perentoriamente, "Lo ha detto un professore alla Tv, un esperto!"
Ma esperto di che? Ma professore di cosa?
Coloro che hanno fermato il progresso, messo le menti brillanti in ridicolo o in carcere, erano (al loro tempo) gli ESPERTI e i PROFESSORI. Cioè il fatto di essere in una posizione di dominanza non garantisce la valididtà dei ragionamenti.
Fin troppo spesso i PROFESSORI o gli ESPERTI sono solo rappresentanti dello status quo ovvero di come quel sistema cerca di rimanere in equilibrio. 
 
Se io fossi il più importante oncologo (medico che cura in cancro) del pianeta e da questo ne derivassero fama, soldi e auto-compiamento, MAI e poi MAI permetterei che qualcuno mi scalzasse da quella posizione. Chi se ne frega se ho ragione o se qualcun altro può sviluppare delle verità più vere delle mie.
Così i genitori non fanno più i genitori perchè ascoltano gli esperti. In Tv le parole degli esperti si sprecano.
Ve ne sono alcuni che sono tuttologi. Sanno tutto di tutto e sono esperti di tutto.
Li chiamano gli opinionisti. Il loro maggior pregio è di essere bravi a far caciara e inveire contro il malcapitato di turno. Almeno gli ascolti si impennano.
Diffidate degli "esperti". Vi è dietro un sistema molto malato.
 
Ascoltate tutti e fatevi la vostra idea. Ma alla pari. Gli esperti non hanno niente, ma proprio niente di più di voi.
E non si dovrebbe MAI delegare la propria capacità di giudizio alle decisioni di questi mentecatti.
Per aspera ad astra!

martedì 12 ottobre 2010

Chi riceve il mondo al posto nostro? Lo chiameremo l'assioma Sarah Scazzi.

Siamo una mandria.
Non siamo più persone.
Benvenuti su queste pagine.
Per quanto non sia solito seguire con particolare attenzione tutto il pattime che la Tv trasmette senza sosta, con impalpabili segni di umana intelligenza, non mi è possibile rimanere estraneo alla vicenda che da molti giorni inchioda l'attenzione degli italiani e ne suscita timori e morbosità.

Una delle idee guida di questo blog è di evitare ogni tipo di moralismo inutile e di facciata.
Ma la mia riflessione, desdata in modo incredibile da questa vicenda, non riguarda gli aspetti crimino-sociali della vicenda in se.
Da una parte rimango, come tutti, allibito nel vedere che l'essere umano medio, circondato da connessioni ADSL, I phone, auto con 224 airbag e navigatori satellitari, cinema in 3D e miliardi di altre sofisticate tecnologie, si sta sempre più imbarbarendo regredendo a stadi animaleschi.
Non ho termini di paragone per stabilire se tali fattori siano sempre stati presenti nella civiltà umana ma accostarli in questa decadente cultura post-occidentale-globalizzata mi da i brividi.

Ma dove sono le cause? Non saranno di certo le mie parole quelle che porteranno definitiva luce sulla naturale domanda.
Di certo un fattore è saltato ai miei occhi in questi giorni e cioè che l'individuo medio sta diventando sempre più incapace di osservare il mondo con i propri occhi. Cioè di riuscire a guardarlo direttamente senza alcun sistema o individuo intermediario.
E' come se vivessimo reclusi in una stanza d'oro ma da cui non possiamo guardare fuori. E ci accontentiamo di sapere da chi guarda fuori cosa fuori succede.
 
Un tempo plaudivo all'aumento delle possibilità tecnologiche di comunicazione. Che ci sono e che per fortuna aprono veramente le porte a fantastiche opportunità. Ma l'aumento di questi sistemi di comunicazione ha ottenuto anche l'effetto (forse non desiderato ma dubito) assolutamente contrario di isolare le persone.
O meglio le persone sono ancor più connesse fra loro ma meno capaci di percepire con i loro sensi quello che succede.
Tutto viene demandato a sistemi automatici di informazione. E' come se la nostra mente si fosse espansa e avesse inglobato i mass-media come parte di se.
Quello che pensiemo è ciò che i mass-media hanno percepito.
Se la Tv o i giornali o Internet non percepiscono qualcosa, questo non esiste. Neppure se esiste veramente.

Così non esiste la povertà se non c'è il servizio strappalacrime di solidarietà il giorno di natale. E tutti a dire, "ah che bel gesto verso i bisognosi!".
Non esistono i padri di famiglia che non possono dare da mangiare ai figli finchè non comincia a fare lo sciopero della fame o non si incatena ripreso dalla telecamera di qualche tv.
Non esiste il pedofilo finchè non va sulle prime pagine dei giornali.
Non esiste la violenza domestica finchè qualcuno non ci rimette la pelle e la notizia gira per il paese.
Sembra così un mondo che è fatto di foto, di scatti, a volte affrettati e spesso mal collegati fra loro.
Manca la visione d'insieme, manca il peso della coerenza di ciò che percepiamo, manca il giudizio ripartito, manca il nostro proprio contributo a ciò che percepiamo.
Stiamo davanti alla Tv ad imparare la vita ma la vita procede lontano da noi, senza che ce ne accorgiamo.
Guardiamo showgirl d'ogni tipo svestirsi e danzare provocanti ogni giorno e in molte ore della giornata ma non vediamo più le donne che ci circondano.
Abbiamo il blackberry ma non riusciamo a capire che nostro figlio ci vuole dire qualcosa e non sa come.

E' l'assioma "Sarah Scazzi", è la morte della figlia comunicata ad una madre in tv, è l'intrusione del mondo in 2 famiglie in pochi giorni salvo poi abbandonare tutti quando gli echi di una nuova tragedia suoneranno ancora per l'aria.
C'è qualcosa di sbagliato.
A me sembra fin troppo evidente. Ma forse è proprio la sua evidenza grandezza ad aver reso questo errore, questo qualcosa di sbagliato fin troppo difficile da correggere.
Mi sembra di assistere alla resa del mondo ad un errore che il mondo stesso ha fatto.
Se così è, se questa società ha deciso di non lottare più per correggere i propri errori, allora siamo proprio agli inizi della catastofe.
Perchè il 2012 che ci attende non verrà da terremoti, inondazioni o tempeste solari.
Gli uomini hanno smesso di guardare il mondo. Non guardano.
E se vai avanti e non guardi, prima o poi cadi da qualche parte.
Per aspera ad astra!

lunedì 30 luglio 2007

Estate: che caldo che fa!

Ogni estate è la solita solfa: sempre i soliti commenti sul tempo.
Sapevo che le persone, nella stragrande maggioranza dei casi, quando non sanno di che parlare o quando vogliono rompere il ghiaccio parlano del tempo.
Ma qui si sta esagerando.

I miei clienti, i miei parenti, i miei amici: quasi tutti insomma..... Quasi tutti che, prima di dire ogni altra cosa, esordiscono "Mamma mia, che caldo assurdo sta facendo!" o qualcosa di simile.

Si, penso che sia un modo naturale per introdurre una qualsiasi altra discussione.
Ma ho il vago sospetto che la cosa stia prendendo la mano.

Perchè qualcuno comincia a prendersi veramente sul serio
"In questi giorni sta facendo un caldo terribile. E' proprio arrivato!"Ci credo, siamo a metà luglio!!!!
"in questi giorni sta facendo un caldo insopportabile!Ma veramente le estati scorse era molto più caldo. E così via.

I Tg parlano di caldo, parlano di come difendersi dal caldo. Ogni anni gli stessi servizi, le stesse immagini. Mi sembra un procedimento ipnotico. O forse è proprio un procedimento ipnotico visto che poi le persone ripetono a pappagallo gli stessi contenuti di quei servizi pseudo-giornalistici (ah, povero giornalismo, morto prima di diventare famoso.......)

Si parla di "emergenza caldo". Poi arriva l'autunno e ci sarà l'emergenza freddo. Poi l'inverno con l'emergenza neve. O l'emergenza piogge. Ma poi c'è l'emergenza siccità. L'emergenza vento e l'emergenza grandine.

Sembra che gli ominidi occidentali televisionizzati del XX e XXI secolo non si siano resi conto che questo è il meccanismo del CLIMA. Che caldo e freddo si succedono. Che il tempo metereologico è composto di quei fattori e che è sempre leggermente imprevedibile, per quanto legato a delle stagionalità.

Certo, possiamo parlare di cambiamenti climatici. Ma parliamo seriamente allora.
Non fatemi vedere le persone che hanno sete d'estate e non ditemi che la temperatura è giunta a 32 gradi a luglio.
Lo so da solo.
Bastava che mi ricordassi dello scorso luglio. O delle scorse 30 estati di cui ho memoria.
Per aspera ad astra!

lunedì 10 luglio 2006

Qual’è il segreto di Beautiful?

Da molti anni, quando ho del tempo, guardo Beautiful.
Si proprio la soap opera più famosa del mondo.
La guardo perchè voglio carpirne i segreti.
Nel cuore mi sento uno scrittore. Uno scrittore scrive per se, per regalare all’esterno le sue emozioni e i suoi sogni. Ma anche per ricevere.
Ricevere attenzione, come minimo.
Quindi, guardo questa porcheria cercando di capire come mai possa aver tanto successo. Qual’è il fattore in essa contenuta che riesce ad incollare allo schermo così tante persone?
La bellezza degli attori? Macchè, sono cariatidi morte che non sviluppano più sex appeal di una mummia.
L’imprevedibilità della storia? Macchè, anche un demente riesce a prevedere cosa succederà.
La cura dei particolari? Macchè, i personaggi sono così grossolani che fanno ridere.
La ricercatezza dei testi? Lasciamo proprio perdere. Infantilità allo stato puro.
Bravura degli attori? Non facciamo ridere.
Ma qualcosa ci dev’essere. E continuerò a guardare questa cosa per capirlo.
Se qualcuno ne sa qualcosa me lo dica.
Aiutatemi.
Grazie.
Per aspera ad astra!

martedì 31 gennaio 2006

Cosa penso dei reality in TV?

Con tanti opinionisti che logorano la loro lingua e soffiano fuori il loro fiato riguardo alle tematiche televisive, mi chiedo cosa mai potrei dire di notevole riguardo ai reality?
In realtà prendo spunto dai reality per parlare di TV.

Personalmente non credo che niente che piaccia alle persone sia in linea di principio sbagliato.
Mi ricordo che in passato avessi una posizione molto critica nei confronti di chi guardava le soap opera. Mi reputavo una sorta di intellettuale che privilegiava l’elevato livello estetico delle opere artistiche dei grandi.
(Tutti hanno un passato di cui vergognarsi!)
Poi, non so come, un giorno guardai la cosa da un’angolazione completamente diversa. Pensai che, alla fine della fiera, a cosa era dovuto questo mio atteggiamento critico (con tutto il connotato negativo della parola)?
Era dovuto alla mia incapacità di stare di fronte ai gusti di un altro individuo. O meglio, i gusti di un altro individuo sembravano denigrare e sminuire i miei.
Così decisi che non era corretto criticare alcuna scelta.
I gusti son gusti.
L’arte e arte.
Ci sono opere d’arte e ci sono porcherie.
Ma se quest’ultime a qualcuno piacciono, quale è il problema.
Così viva Beautiful, Anche i ricchi piangono e Centovetrine.
Ma soprattutto EVVIVA CHI LI GUARDA, se li vogliono guardare.
E i reality? E il Grande Fratello?
La TV non è solo lo specchio dei nostri tempi. Non solo e non in misura pertinente.
La TV è uno strumento.
Uno strumento di comunicazione. Amplifica ciò che i padroni della comunicazione vogliono che venga amplificato.
Il guaio non è Grande Fratello.

Il guaio non sono (ci mancherebbe) gli spettatori del Grande Fratello.
Il guaio non è pontificare e spettegolare dei partecipanti del Grande Fratello e delle loro vicissitudini all’interno della casa.

No, è tutto un gioco. Perchè non divertirsi?
IL GUAIO E’IL GRADO DI IMPORTANZA CHE SI DA ALLA TV, AI SUOI MESSAGGI, AI SUOI PERSONAGGI E AI SUOI GIOCHI.
Il guaio non è guardare il Grande Fratello.Il guaio è chiudere gli occhi dinnanzi a molte altre cose.
Il problema non sono le assurde disavventure di Brooke e di Ridge.
Il problema è che si conoscono a menadito quelle e non i dietro le quinte di altri personaggi reali che influenzano la nostra vita.

Il vero punto di riflessione non è quanto in basso stia o meno andando la TV.
Il vero nocciolo della questione è quanto in basso stia precipitando la nostra capacità di osservazione.

La vera tragedia non è che la gente guardi la TV e i reality.
La vera tragedia è che non viviamo abbastanza la vita vera.
Anche guardando il Grande Fratello,
per aspera ad astra!
 

martedì 10 gennaio 2006

Influenza Aviaria e la nuova religione

In questi ultimi 2 giorni ho di nuovo sentito notizie sull'influenza aviaria (o quello che è....) in TV.
Non mi piace fare troppo spesso commenti su quello che la TV ci propone, in particolare i telegiornali.
Considero questi ultimi lo strumento per disinformare per eccellenza. E questo concetto è un cardine di questo blog.
Perchè?
Perchè sono diventati i sacerdoti della religione dell'informazione!!
Fatta di dogmi e non di strumenti per migliorare se stessi.
E così come una religione può essere tramutata da percorso di libertà spirituale in un accozzaglia di riti e dogmi con l'unico scopo di dare potere totale agli intermediari, anche i tg diventano i sacerdoti della nuova religione del 3 millennio.

Altri casi di influenza aviaria......
Un TG dura circa 25/30 m. Spazio dedicato all'influenza aviaria? Che so, circa 3 m. O forse 5 minuti. Che importa.
La domanda è un'altra. Con quale criterio si è deciso di dedicare uno spazio della durata di qualche minuto all'interno di questo contenitore di "informazione" all'influenza aviaria.
Il numero dei morti?
La dimensione del pericolo del fatto?
La vicinanza a noi dell'evento?
In un prossimo post, dedicheremo qualche minuto a schematizzare le modalità con cui il giornalismo dei nostri giorni si occupa della realtà modificandola e facendola diventare un'altra realtà.
Per ora mi chiedo: perchè questo spazio all'influenza aviaria? Per avvisare le persone del pericolo imminente? Nei servizi non ho visto niente di ciò.
Per illustrare come chi ci governa stia facendo bene (o male) per proteggerci? Nei servizi non ho visto niente di ciò.

Quello che io vedo è che un episodio di infezione che, a quanto pare, ha colpito un centinaio di esseri umani in tutto il mondo occupa lo spazio di un Tg senza però avere nessun reale contenuto informativo. Solo sento parlare che in tal zona hanno segnalato un altro caso di questa "malattia".
Ma della malattia non se ne sa niente.
Semplicemente se ne parla. E non si capisce neanche perchè?
Al mondo ogni giorno ci sono MIGLIAIA di persone che muoiono di questa o quell'altra malattia. Ci sono continue emergenze mediche e sanitarie, per non dire salutistiche. Eppure non se ne parla......
E anche di questa fantomatica malattia non se ne parla.
Ma sta distruggendo l'economia di molte aziende.

E sono sicuro che un giorno, di punto in bianco, nessun TG parlerà più dell'influenza aviaria. PIU'. Zero assoluto. E da li a poco una nuova emergenza sanitaria in qualche paese lontano da noi avrà nuovo spazio per terrorizzare i nostri pranzi e e nostre cene.

O, FORSE, PER INGRASSARE LE GIA' PINGUI CASSE DI QUALCHE SOCIETA' FARMACEUTICA PROPRIETARIA DI QUALCHE MIRACOLOSO MEDICINALE CHE DIFENDE DALLA NUOVA E TEMUTA PANDEMIA.

Gli anni passano e i secoli pure. Ma i meccanismi per truffare la gente rimangono sempre quelli degli stregoni e degli affabulatori di strada.

giovedì 17 novembre 2005

Rai, di tutto di meno

Continuo a sostenere che il "grande fratello" è già arrivato. Non quello di Mediaset, ovviamente, ma quello originale, quello di Gerge Orwell, quello del romanzo 1984, cioè non un romanzo ma solo la cronaca dei nostri giorni.
Continuo a sostenere che siamo prigionieri, ma non di persone. Siamo prigionieri e schivi delle PAROLE. E degli slogan. Ci fregano con gli slogan.

"RAI - DI TUTTO, DI PIU'"

Ci hanno fregato.
Vedere la pubblicità all'interno dei film e delle partite della nazionale è il massimo.
Quanto in basso questa presa in giro può andare?
Per aspera ad astra!

lunedì 14 novembre 2005

Grazie a Carlo Lucarelli - l'informazione

Penso che molti di voi abbiamo visto nel corso di questi ultimi anni la trasmissione Blu Notte sulle reti Rai. E' condotta da Carlo Lucarelli. Ora non so se egli participi (credo proprio di si) anche alla realizzazione del programma e dei testi ma non è questo il punto.
 
Il punto è che voglio ringraziare pubblicamente Carlo Lucarelli e tutti i suoi collaboratori per il programma.
Ma non solo perchè ne ho viste tante puntate, tutte avvincenti e deliziose. Il motivo è un altro.
 
Il motivo di questo grazie risiede nella punta di qualche giorno fa di Matrix e, più in generale, sulla situazione dell'informazione in televisione. Cioè il problema è ancora più ampio e riguarda l'informazione in generale.
Faccio lo splendido! E prendo il discorso alla larga.
 
Un mio professore universitario, parlando di aziende, economia e organizzazione aziendale, un giorno tirò fuori la cibernetica. Io pensai che era pazzo. Ma per quanto lo pensassi, egli era semplicemente uno che prendeva i discorsi alla lontana. So che ciò, in una società frenetica e orgasmatica come la nostra, in cui lo sprint e la velocità sono il punto di riferimento, è quasi un crimine. Vabbè.
 
Egli diceva che informazione è una parola scomponibile in IN+FORMA+AZIONE. é un gioco di parole ma il concetto è bellissimo. L'informazione è l'attività di dare una forma a qualcosa di non definito. E scusate se è poco.

Ora a me questa definizione piace tantissimo. Perchè esclude (così d'un colpo!) tutti quei dati e notizie che non servono a chi le riceve a dare una forma o una definizione della scena. Perchè ascoltare un'informazione se questa non ci aiuta a dare una forma all'argomento di cui ci stiamo occupando? Dunque potremmo dire che quell'informazione non è un'informazione ma solo una notizia o pettegolezzo o opinione o velina o sussurro o parole raccordate da verbi o, più semplicemente, spazzatura usata per riempire quel vuoto di risposte che ognuno ha.


E' bello avere domande. E' bello avere domande. Ci indicano quanto siamo vivi e immersi nel walzer della vita. Ma avere molte domande crea una sete di risposte. E questa è pericolosa perchè come ogni bisogno insoddisfatto tende a pulsare e a condurci ovunque pur di essere soddisfatto. La sete di risposte ci spinge, spesso, ad accettare risposte che risposte non sono pur di far finta di aver risposte.


Un individuo senza chiarezza sul mondo accetterà quasi qualsiasi cosa gli venga spacciata per risposta. Altrimenti non si capirebbe perchè persone molto intelligenti accettano stronzate immani.


Grazie a Carlo Lucarelli.

Dopo aver visto la porcheria di Mentana (l'importante è fare spettatori e non informare!!!!) vedo risplendere di luce sfolgorante Carlo Lucarelli e il suo programma. Che, pur essendo in televisione, cerca (e riesce!!!!!) di informare lo spettatore su qualcosa. Anzi che cerca di informare lo spettatore su qualche specifico tema. Dati, correlazioni, prove e sobrietà. Un programma fatto per lo scopo di informare e fornire un servizio e non per cercare di fare molti spettatori. Se poi li facesse, sarei contento. Ma sono gli scopi.


In Tv non si vedono molti di questi esempi. Giusto qualche special qua e là. Ma se guardiamo la disperazione intellettuale dei TG e se vediamo che OVUNQUE ci sia un giornalista non c'è informazione ma solo notizie urlate, scontri, polemiche, cifre non verificate e perlopiù confusione, beh... allora potremmo elaborare quasi una legge. Dove c'è un giornalista non c'è informazione.
Almeno nell'ambito televisivo ci azzecchiamo 99 volte su 100.


Non a caso Carlo Lucarelli è uno scrittore.

Grazie a Carlo Lucarelli per averci mostrato che si può fare cultura e informazione anche in televisione. Onestamente e con molto garbo.
Per Aspera ad Astra