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venerdì 1 settembre 2006

Il rispetto per gli altri – 1a parte

Rispetto, una delle tante parole che significano tanto e che, quindi, disperdono il potere del loro significato in mille rivoli interpretativi.
Cos’è il rispetto? Il dizionario ci da alcune definizioni di cui 2 pertinenti al nostro argomento. La prima dice che rispetto è un Sentimento di deferenza, stima e considerazione verso persone, princìpi o istituzioni. La seconda dice che il rispetto è un Sentimento di riguardo verso la dignità altrui, che ci trattiene dall’offendere gli altri, ledere i loro diritti o menomare i loro beni.
Queste 2 definizioni ci danno 2 punti di vista di uno stesso sentimento. E il fondamento di questo sentimento è dare importanza a qualcosa.
Non si rispetta qualcosa a cui non diamo importanza. E qui casca l’asino.
Perchè non si da importanza ad alcune cose?
La risposta è semplice ma complessa allo stesso tempo. Perchè si pensa che la propria vita (con tutte le ramificazioni che essa ha in termini di persone, cose, organizzazioni, tecnologia, pensiero, industria, etc.) possa esistere e vivere tranquillamente SENZA ….. SENZA la cosa a cui non diamo importanza.
Ma sarà davvero così???
Davvero abbiamo esaminato tutte le implicazioni che la cosa a cui non diamo importanza e che, quindi, non rispettiamo, ha con la nostra vita? Davvero potremo vivere e migliorare la nostra vita senza quel qualcosa?
Questo è il rispetto.
Il rispetto è vedere che qualcosa esiste e che è importante, che fa parte delle cose.
Ma qui casca di nuovo l’asino e…
lo vedremo nel prossimo post.
Per aspera ad astra!

venerdì 23 dicembre 2005

Parole da cancellare: "politico"

Politico! Viene da politica. Che viene da polis - città. Questo per gli antichi greci.
Politico e politica sono parole che esuberano nelle pagine dei giornali e nelle bocche dei giornalisti. C'è la cronaca e c'è la politica. C'è il gossip e c'è la politica. C'è lo sport e c'è la politica.


E ci sono i politici.
Questa parola si candida ad essere cancellata perchè nessuno capisce cosa sia un politico. Di conseguenza una parola che descrive qualcosa che non si capisce non ha senso di esistere.
Si potrebbe cancellare il fenomeno non compreso o non descritto ovvero il politico stessi con tutti i suoi giochi e misteri. Ma non essendo questo facilmente attuabile, cancelliamone almeno il nome.


Questo non è un post inneggiante al qualunquismo o minimalista nei confronti del dovere sociale e del senso civico. Viaggia proprio in direzione contraria. Sostiene il senso civico di appartenenza di un gruppo sociale che ha deciso di sopravvivere insieme con dignità.

Cos'è un politico? Non lo so! E' qualcosa che si occupa della COSA PUBBLICA (vi ricordate i latini come la chiamavano: RES PUBLICA....), un altro modo per denominare lo stato. Lo stato chi è? Siamo noi!
La risposta è talmente banale che viene banalizzata.

E derisa. Ed invece lo stato siamo davvero noi. E le strade, i ponti, i servizi pubblici sono nostri. Come in un condominio, in una nazione ci sono spazi privati e spazi pubblici. E come in un condominio la gestione degli spazi pubblici o della COSA PUBBLICA devono essere affidati ad una amministratore di condominio. Ecco qua, amministratore.


Lode a Beppe Grillo per aver dato una svolta al senso delle parole. Lui chiama gli amministratori, ministri o parlamentari, i "nostri dipendenti". E' vero, è vero.


Sono gli amministratori di condominio. Sono gli amministratori di condominio.

Possibilmente esterni alle cose private del condominio, giusto per non rischiare strani appetiti che vista la debolezza umana possono sfociare in quella proposizione conosciuta come conflitto di interessi.

Politici? Che fa un politico? Che produce? Chiacchere........

Parlano, straparlano, vanno ai dibattiti, fanno le campagne elettorali, fanno le assemblee, tengono i vertici.......

Ma di concreto? Certo, di tanto in tanto, qualche politico esce dal bozzolo e va ad amministrare qualcosa. Diventa consigliere comunale, diventa assessore, diventa consigliere provinciale, regionale, diventa parlamentare o ministro o qualcuno dei mille posti che esistono nella complicata e confusa burocrazia italiana.

Ma questo ci sta. Va bene. E' un servizio che necessita alla nazione. Le cose vanno governata. O meglio amministrate.
Allora chiamiamo queste persone con il loro nomi: amministratori. E quelli che fanno le regole su nostro mandato e indicazione chiamiamoli legiferatori. Ma ricordandoci che le leggi non sono fini a se stesse ma sono le regole di "come amministrare qualcosa".

Cosa vedo io? Vedo personaggi che vivono di un "teatrino" fatto di tutto tranne che di professionalità nell'amministrare. Mi piace la politica. Quando essa è la scienza della polis, della città, del gruppo che cerca di sopravvivere.
Cancelliamo questa parola. Per cortesia. Basta sentire questa politica e questi politici.
Quasi nessuno ne ha più voglia.
Cominciamo a dissentire su questo, il resto verrà da se.
Per aspera ad astra!

venerdì 18 novembre 2005

Parole da cancellare: "democrazia"

So che leggendo questo titolo, qualcuno potrebbe rimanerci male. Penso soprattutto alla generale tendenza alla libertitudine del "popolo della Rete". Ma non saltate a conclusioni sbagliate.
Democrazia! Viene dal greco e precisamente da demos (popolo) + kratos (forza, governo o potere). Quindi la democrazia sarebbe quella forma di governo basata sul fatto che il potere è nelle mani del popolo. Bellissimo!
Ma tradotto in termini concreti?

Ecco, volevo giungere proprio a questo punto. La rubrica "parole da cancellare" non è nata con l'intenzione di cancellare i concetti ma di puntare i riflettori su un uso distorto delle parole che di quei concetti sono allo stesso tempo messaggeri, contenitori, simboli e rappresentanti.

A qualcuno è sfuggito che gli essere umani non comunicano con i concetti. O almeno lo fanno molto raramente. Comunichiamo tramite parole. Ma le parole rappresentano stati di esistenza o azioni (i verbi) oppure cose e persone (nomi o sostantivi). Rappresentano qualità (aggettivi) o specificazioni (avverbi, articoli, etc.).
Cosa succede se una parola nata con un significato comincia ad essere usato con un significato completamente o parzialmente diverso? Cosa succede alla comprensione se NON si sa più cosa esattamente le parole vogliono dire?

Tutto questo blog è nato su un'idea fondamentale:
CI FREGANO CON LE PAROLE!

Chi ci frega? Chi ne ha l'interesse! Vedete un pò voi: chi comanda, chi dirige, chi tira le fila....

Ma anche noi stessi nei confronti degli altri. Anche noi stessi abbiamo l'interesse di fregare il prossimo. Quante volte abbiamo mancato ad una promessa oppure non abbiamo rispettato una regola e, alterando il significato di qualche parola, abbiamo "giustificato" le nostre azioni. GIUSTUM+FACERE, giustificare, rendere qualcosa giusta?


Andare a letto con un'altra donna per poi dire che nel cuore amiamo la nostra compagna e il nostro non è un 'tradimento', è stata solo una "scappatella", "un'avventura" e via discorrendo.


Così per tornare alla parola democrazia, io vorrei solo capire cosa questa parola realmente significa nella vita di tutti i giorni. Perchè politici, giornalisti, pensatori, mass-mediologi e persone comuni ci si riempiono la bocca.
Il punto non è tanto cosa significa o se il significato che gli diamo sia o meno giusto. Il punto è:
TUTTI LA USIAMO IN RAPPRESENTANZA DELLO STESSO CONCETTO? Io credo di no. E questo discorso vale per la democrazia e per tante, tante altre parole. Tutte parole da cancellare, appunto.
Ma solo per essere definite meglio.
Per aspera ad astra.

sabato 12 novembre 2005

Parole da cancellare: "gratis"

Con questo post, inauguro una serie di articoli che hanno un tema in comune: il fatto che, a causa del loro scorretto uso nel quotidiano parlare e scrivere, certe parole hanno ormai perso il loro significato.
Non c'è niente di male sul fatto che nascano nuove parole che descrivono nuovi fenomeni. Il problema nasce quando parole che hanno già una loro storia, un loro DNA, un loro uso e un loro significato specifico vengono usate per scopi diversi e distorti.
A quel punto cancelliamo quelle parole. Le parole servono per comunicare. E comunicare serve a capirsi. Se parlando non ci capiamo o ci inganniamo, cambiamo le parole.
Gratis. La prima parola da cancellare dal dizionario è gratis. Andrebbe abolita. Cosa dicono alcuni dizionari? Gratis significa "senza dover pagare"; "senza esigere alcun compenso", che si fa, si fa o si riceve senza compenso".
In effetti la parola ha un senso. Ci dice che alcune volte ciò che si fa non ha come risultato uno scambio oggetto/soldi oppure azione/soldi.
Ma la pubblicità e i mass-media hanno abusato di questa parola, stuprandone il concetto, tramite uso altisonante e martellante.
Così la parola è uscita dal suo contesto ed è diventata la chiave di volta del sistema. Tutto è gratis, anche quando paghi! Così i telefoni promettono chiamate gratis. Salvo poi specificare in piccolo che c'è lo scatto, c'è il canone, hai solo un tot di minuti al mese.

Così i settimanali ti regalano il primo volume di un'enciclopedia gratis. Salvo poi chiedersi che se ne fa uno di un'enciclopedia di un numero solo. E gli altri volumi di pagano, ah se si pagano. Non solo chi compra i restanti volumi paga anche il volume gratis. E poi ci sono i prodotti. Compri 4 e uno e gratis. Ma non è vero. Io ho pagato. Quello è solo uno sconto. Uno sconto che farà aumentare le vendite e aumentare i profitti della ditta. E i consumatori avranno speso di più.

Certo avranno più cose. Certo. Ma non è il meccanismo stesso dell'acquisto, questo? Voglio più cose? Pago di più!
No, ormai gratis è la parola magica è istupidisce e ipnotizza chi guarda o ascolta.Il punto, il vero punto della questione è che in questo universo niente è gratis. Forse c'è qualcosa di gratis nel cuore e nella mente degli uomini. Ma appena questo esce da lì ed entra in questo mondo cambia.
In natura niente avviene senza uno scambio di energia.

Così d'ora in poi se sentite la parola gratis, innanzitutto verificate che lo sia veramente e poi, se anche lo fosse, sostituitela con la frase "non è gratis, semplicemente paga qualcun altro".
Per aspera ad astra!