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martedì 3 marzo 2020

Il mio unico e ultimo intervento sul coronavirus COVID-19

In un post su Facebook, ho detto che mi sarei tirato fuori da tutto questo bailamme di notizie, allarmismi, pseudo-informazione che circola da un paio di mesi sui mass-media.
Argomento? Ovvio, il coronavirus COVID-19.

Non la prendo larga e vado al punto.
Io non mi schiero con i millenaristi che pensano sia la fine del mondo o con gli ipocondriaci terrorizzati da qualunque cosa minacci la loro "salute".
Ma neppure con i complottisti o con i menefreghisti per cui una guerra atomica è uguale ad uno sciopero dei treni che è uguale alla loro squadra di calcio che retrocede in serie C.

Non mi piacciono questi 2 estremi.
Non mi piacciono coloro che parlano senza essere INFORMATI. Ovvero senza avere una conoscenza dei fatti tale da poter esprimere dei ragionamenti pratici e logici. Su cui si può dissentire, perchè ogni uomo è un universo e ha sensibilità diverse per cose diverse. Ma questo è un altro fatto.

Il problema, con questo COVID-19, non è il virus in se. Non è la sua pericolosità, non è la sua diffusione, non è i sintomi che crea e niente che abbia a che fare con i suoi aspetti medico-scientifici.
Il problema non è il COVID-19. E' una delle tante situazioni che è OVVIO che una specie (quella umana) possa di tanto incontrare nel suo cammino verso la sopravvivenza.
L'uomo si è scontrato (e si scontrerà) più e più volte con epidemie e avvenimenti similari nei secoli (ricordiamo nel XX secolo l'influenza "spagnola" con 100 milioni di morti in un pianeta che aveva un sesto degli abitanti di oggi oppure la "peste nera" di medioevale memoria).

Il problema, in questa faccenda del COVID-19, sono i mass-media.
Mercanti di caos li chiama qualcuno. Qualcuno con cui concordo totalmente.
Non ce l'ho con tutti i giornalisti o operatori dell'informazione. Non è questo il nocciolo. Penso che molti di coloro che hanno scelto di lavorare nei mass-media e nel mondo del giornalismo e dell'informazioni siano delle brave persone senza alcuno scopo distruttivo o malvagio.
Ce l'ho con il sistema informativo del XXI secolo su questo pianeta.
Non è un sistema informativo. E' un sistema dis-informativo. E' una distruzione culturale.

Da un punto di vista medico-scientifico, il COVID-19 non è un virus particolarmente letale. Non lo è. Ormai è evidente. Ha tassi di mortalità molto bassi, praticamente a livello di una influenza aggressiva.
E' sicuramente dotato di meccanismi biologici particolari per cui ha una capacità di contaminazione molto alta. Si diffonde con facilità. Ma anche perchè è nuovo. Quindi attacca una specie, l'uomo, praticamente vergine che non ha ancora elaborato contro-risposte immunitarie. Quindi ha vita facile a spostarsi in fretta e crescere esponenzialmente.
Questo, in modo precauzionale, ha preoccupato fin da subito i medici. Non sapendo bene quali fossero in pratica i suoi effetti, il suo decorrere come malattia e la sua effettiva contagiosità mi pare ovvio che si sia assunto una posizione precauzionale. Anche perchè si è visto che in alcuni casi (circa il 15% dei colpiti), il virus comportava una necessità di cure particolarmente impegnative (terapia intensiva) che, se la diffusione non fosse stata tenuta sotto controllo, avrebbe portato al collasso le strutture mediche.
Non è un problema di pericolosità. E' un problema di quanto velocemente si sarebbe diffuso e quindi fatto presentare alle porte degli ospedali un gran numero di persone in contemporanea che necessitavano di cure che solo in ospedale potevano essere date.
Tutto qui. Un fatto organizzativo.


Un pò come se un albergo sapesse di un evento straordinario che potesse portare un gran numero di persone in quella città e cercasse di organizzarsi per impedire di trovarsi senza alloggi. Un fatto organizzativo.

Ma è qui che è intervenuto l'apporto (sciagurato) dei mass-media.
In Cina, dove i numeri sono da capogiro per qualsiasi cosa (città da milioni di abitanti, 1 quarto di tutta la popolazione mondiale concentrata in un solo stato), è ovvio che ci sia stata un pò di apprensione quando una intera città è stata crocifissa sotto i colpi di un nuovo virus di cui si sapeva poco.
Pare ovvio che ci sia stata un pò di apprensione.
Ma questa apprensione, se fosse stata lasciata nelle stanze di chi gestiva il problema, sarebbe stata gestita.



Cosa fanno i mass-media? Volendo informare, cercano e rastrellano ogni tipo di dato, emotivo, numerico, sensazionalistico che possa creare un impatto in che fruisce dell'informazione. Perchè? Perchè i mass-media (giornali o tv che siano) sono strutture guidate dallo "share" ovvero dal pubblico.
Più qualcuno ti segue e più va bene.
Più persone ti ascoltano e più va bene.
Lo scopo non è dare informazioni. Lo scopo è essere ascoltati e catturare l'attenzione. Ovviamente con qualsiasi mezzo. Il che, facilmente, ci porta ad usare metodi di bassa lega come "sensazionalismo", "panico", "emozioni di pancia" e "terrorismo mediatico".
Questo è facile da fare.
Basta avere l'intenzione di "colpire" l'attenzione del lettore o spettatore e montare insieme dati che (anche quando sono veri) sono interpretati sotto una luce forzata.

Prendiamo ad esempio i morti di coronavirus. Nessuno spiega bene che queste persone non sono morte PER il coronavirus ma CON il coronavirus. Che fa una grandissima differenza.
Cioè non è scientificamente certo e anzi è probabilmente da negare che sia stato il virus LA causa della morte.
E' quasi sicuro che, in un quadro medico compromesso (le persone morte di coronavirus sono persone molto avanti con l'età con problemi sanitari gravi pregressi) l'intervento di un virus che crea difficoltà respiratorie gravi comporti un ulteriore stress fisico ad un organismo indebolito. Il che porta a una situazione in cui il malato rischia la vita ed in effetti muore.
Ma questo è il meccanismo che accade ogni anno quando le normale ondate epidemiche di influenza, colpiscono un paese. Centinaia di persone solo in Italia muoiono per le complicazioni influenzali. Eppure nessuno vive terrorizzato di essere colpito da un virus influenzale. Anche se, detto tra noi, quando ci ammaliamo di influenza è una gran rottura di coglioni.
E causa in qualcuno anche di più di un fastidioso periodo di riposo forzato: per qualcuno può essere anche un peggioramento della sua salute fino alla morte.

Il punto qui è: QUALE E' ESATTAMENTE L'UTILITA' di massacrare con continue "breaking news" ovvero continui lanci di agenzia, dati, commenti, immagini, servizi collegamenti sul tema coronavirus?
Informare? Ma smettiamola.
Le tv e i giornali vogliono essere visti e comprati. Vivono di quello.
Quindi più strepitano, più fanno ambiente pericoloso, più sollevano la questione e più si crea quel morboso senso di attenzione per cui "NE VUOI SAPERE DI PIU!" e "NON VOGLIO STARE ALL'OSCURO DI QUESTA COSA PERICOLOSA, FAMMI SAPERE!".

Nei giorni scorsi mi sono dilettato ad approfondire da un punto di vista medico e biologico ciò che prestigiosi siti e riviste mediche e di settore avevano da dire sul coronavirus.
E ho capito perchè una parte (comunque non tutti) della medicina e degli esperti si è mostrata preoccupata per il coronavirus. 
E' stata una valutazione di merito. Riassumibile in
NON SAPENDO BENE COME FUNZIONAVA, STIAMO ATTENTI.


Ma è un discorso valido per scienziati, medici e, al limite, politici che devono prendere decisione di ordine pubblico.
Non è un discorso valido per la gente comune.
Che (questo il mio pensiero) se semplicemente fosse stata tenuta all'oscuro di tutto ciò non ne avrebbe patito alcun tipo di conseguenze e tutti noi avremmo avuto molti meno danni di quelli che sono stati causati.
Perchè la vera vittima del coronavirus è l'economia.
E fra qualche mesi piangeremo i danni che l'isteria collettiva ha causato.
Grazie per l'attenzione.
PER ASPERA AD ASTRA! 

venerdì 24 giugno 2016

Brexit: finalmente qualcosa si muove in questa palude europea.....

Stamattina è tutto un discutere, argomentare ed esaminare.
La notizia è attivata....

La Gran Bretagna vota si all'uscita dall'Unione Europea e diventa nuovamente uno stato indipendente.

Spesso i giornali stampano titoloni e urlano annunci su notizie che hanno l'importanza di un brufolo sulla schiena di una formica nel giardino di casa.

Questa volta no.....
Questa volta è veramente una notizia storica. Di quelle che entrano a pieno titolo nei libri che i ragazzi studieranno a scuola fra qualche decennio.

Ma che significa in concreto? Che siginifica che la Gran Bretagna è adesso fuori dall'Europa?
Che hanno preso le isole inglesi e le hanno ancorate a qualche altro continente?
Certo che no.... Tra l'altro, essendo isole, anche geograficamente la Gran Bretagna è sempre stata un pò qualcosa a se stante rispetto all'Europa continentale. E culturalmente questo ha sicuramente inciso nella decisione degli inglesi di ritornare ad essere gli unici a poter decidere a casa propria, senza alcun tipo di intromissione decisionale esterna.....

Ma è qualcosa di buono?

Non mi aspettavo niente di diverso ma vedere la scempiaggine di affermazioni campate per aria sui presunti disastri finanziari ed economici che colpiranno sia gli inglesi che gli europeri a seguito di questa decisone è sempre una fatica immensa.

"CROLLO DELLE BORSE" - "STERLINA CHE PERDE VALORE" - "PENSIONI DEGLI INGLESI A RISCHIO".

Fare del terrorismo giornalistico è uno sport che piace a parecchi. Non importa se ciò che si dice non ha la minima attinenza con la realtà e con i fatti. Non importa.... Se urlato su giornali e Tg importanti, la stupidaggine arrurge immediatamente a verità non più cancellabile. Nemmeno se mostri a chi ci ha creduto che è una vera e proria falsità.

Ovvio che le borse mondiali hanno perso. Loro sono una specie di sala in cui si gioca d'azzardo in un modo legalizzato.
So che è un'espressione forte ma non è per niente esagerata (anche se non mi è possibile qui entrare nel dettaglio di come funzionino le borse valori nel mondo moderno).
Degli speculatori hanno puntato sul fatto che la Gran Bretagna restasse nella UE e hanno perso. Tutto qui.
Se qualcuno di noi aveva dei soldi in banca, quelli li ritrova.
Se avete una macchina parcheggiata nel garage, anche se le borse vanno giù, la macchina se la ritrova.

Ad inizio anno le borse mondiali hanno perso decine e decine di punti percentuali per altri motivi speculativi. Anche più di questi giorni e nessuno è morto. Le borse non misurano se una nazione è più ricca o più povera. Ci dicono solo che alcuni vincono e altri perdono. Scommettitori quindi. Come dentro un casinò.

La Sterlina forse perderà valore e forse no.
Ma se vogliamo essere precisi vediamo che i britannici non sono morti quando il cambio euro/sterlina era molto, molto, molto, molto più basso rispetto a quello odierno (periodo 1999-2008) nè che le pensioni degli inglesi siano state distrutte. (Nota bene, l'euro è in vigore dal 1999 e non dal 2002 come molti pensano. Nel 2002 c'è stata solo l'introduzione fisica della circolazione monetaria nella mani della persone ma da anni gli stati e le banche usavano l'euro.......).
Tra l'altro se si osserva bene, la tendenza al ribasso è in vigore già dal 2009 in cui ci fu un aumento del valore della sterlina per fini solamente speculativi (con il crollo di alcune banche la sterlina divenne un bene rifugio come il franco svizzero....). Quindi.....

Io penso adesso quello che ho sostenuto in tempi non sospetti (sia in conferenze pubbliche che in vari articoli e libri che ho pubblicato).
L'uscita della Gran Bretagna dal sistema politico-finanziario UE (e non dall'Europa ovviamente) è una buona cosa non in se e per se ma perchè il fatto da una spallata fortissima ad una sorta di ipnosi collettiva che nelle popolazioni europee si era creata.
Ovvero "NON SI TORNA INDIETRO".

"Anche se andiamo verso il baratro, ormai abbiamo questo sistema e sebbene faccia solo gli interessi delle banche, multinazionali e di una minoranza di persone e danneggi invece le economie e le culture europee, ce lo teniamo stretto".

Brexit significa che ogni condizione può essere rimediata. Forse adesso le cose in Gran Bretagna andranno bene o forse andranno male. Brexit non significa che i governanti inglesi e la sua economia automaticamente andranno bene. Dipende da molte altre scelte.
E' un pò come dire che per l'Italia uscire dall'euro automaticamente significa star meglio. Non è detto.
Le cose possono essere fatte in un modo giusto e in un modo sbagliato.

Ma Brexit da l'idea che "QUALCOSA PUO' ESSERE FATTO A RIGUARDO".

E la mia speranza è che in Italia qualcuno prenda coraggio e decida di portare anche l'Italia fuori da QUESTO tipo di Unione Europea, facendo in modo che si rimanga in Europa come nazione indipendente e collaborativa, aperta agli scambi commerciali e culturali ma dotati di sovranità monetaria e padroni delle nostre leggi.
Io non posso credere che sia possibile elaborare delle leggi giuste e valide per tutti gli europei da alcuni uffici a Bruxelles.
Luoghi in cuile particolarità etniche e culturali di un continente complesso e dotato di millenni di storia non possono essere dimenticate.
L'Europa non è gli USA.
Dalle nostre parti quelli di Livorno non vogliono avere niente a che fare con Pisa e parliamo di Stati Uniti d'Europa?
Concetto bello ma totalmente fittizio.

Facciamo in modo che la finanza venga messa da parte e la gente torni a lavorare e produrre cose concrete.
Questo riporterà il benessere.
E quando i popoli lavorano e stanno bene, vedi come stanno in pace gli uni con gli altri.

Un abbraccio.

lunedì 13 giugno 2016

La necessità del dolore in questa società

Che piacere e dolore siano i 2 poli entro cui tutto il genere umano si muove, non lo scopriamo di certo oggi....

Anzi, qualcuno si è anche spinto più avanti ipotizzando che la mente umana e l'istinto umano siano guidati solamente da una scala di valori che oscilla fra questi 2 opposti:

1) DIRIGERSI VERSO IL PIACERE e
2) ALLONTANARSI DAL DOLORE.

Io non so se le cose stiano solo così o meno.
Mi sembra che effettivamente le persone cerchino sempre di migliorare le cose e di cercare di passare del tempo piacevole, soddisfacente o tranquillo.

E che non gioiscano per niente nel vedere che nella loro giornata c'è dolore, fastidio, turbolenza, recriminazione, odio, paura e così via.....

Ma lasciando perdere questo interessante discorso, la mia attenzione oggi è un'altra..

Ovvero non finisco più di stupirmi da quanto invece questa ambiente che ci circonda continui a spingere verso una direzione che mi sembra a 180° contraria ai nostri impulsi naturali.
Mi riferisco a questa continua e sempre più crescente attenzione al DOLORE e alla SOFFERENZA, in tutte le sue forme e manifestazioni.

Sebbene sia perfettamente convinto che non sia possibile vivere facendo finta che il dolore e la sofferenza non esistano, ritengo anche peggiore l'atteggiamento di chi, ossessionato da questi due fattori, non faccia nient'altro che prestare la sua energia e attenzione all'esame e adorazione di fatti, notizie e situazioni imbrattati e impregnati di dolore, emozioni negative, morte e via dicendo.

La moderna TV e i giornali ne sono un esempio fin troppo calzante e forse potrebbero essere indicati come delle cause di tutto ciò. Forse......

Va bene discutere di eventi dolorosi.... Ma se questa informazioni, questa input non da vita ad una risoluzione della cosa (o per lo meno un tentativo) è completamente sano ed equilibrato continuare a sguazzare immobili in episodi di dolore e ritrasmetterne continuamente il messaggio?

Non mi è insolito andare a trovare qualcuno che prontamente mi dice: "Ma hai sentito ieri o stamattina? Hanno fatto a pezzi il tal dei tali o hanno fatto questo o quest'altro?".....

Ed io "Buongiorno, in primo luogo..... Si, ieri è stata una bella giornata.... Pensa che ho aiutato mio figlio nei suoi compiti e lui era particolarmente contento di questo....."

Guardo Facebook e vedo una propensione pazzesca a continuamente a stimolare le persone su eventi e situazione di dolore e di emozioni negative.
Quale sia lo scopo non lo capisco proprio.
Fare qualcosa di utile a riguardo? Ritrasmettendo la notizia non credo proprio. Non si fa altro che appestare l'aria di ulteriore turbolenza senza che niente di concreto e di efficace venga fatto.
Far vedere che si è persone sensibili? Questo potrebbe essere ma perchè è sensibile solo chi ritrasmette cose negative e non lo è chi invece va oltre la banalità del quotidiano e ti riporta un avvenimento e un fatto creativo. Cose tipo il sorgere del sole nel proprio porto in una baia che è meravigliosa.... E' meno da persone sensibili?
Mostrare che si è attenti e informati sul mondo che ci circonda?
Certo, per poi scoprire che la propria capacità di distinguere notizie vere da notizie false o da fatti importanti e fatti superficiali è praticamente nulla o piccolissima....

Le persone non hanno necessità del dolore, delle emozioni negative e delle informazioni di disastri e malvagità che accadono. Non rende la loro vita migliore.
E se è pur vero che occorre sapere come le cose vanno, forse è utile conoscere la scena in generale piuttosto che i singoli episodi che, come gocce nella pioggia, arrivano, bagnano, turbano e poi vanno via.

Dopo poco tempo nessuno si ricorda dell'ultima notizia o avvenimento di cronaca nera. Pronti a sentire il prossimo.
E senza aver fatto qualcosa di valido nel rimediare la scena generale.

Che la cosa sia di vantaggio a qualcuno che abbia deciso di bombardarci di tutto questo dolore e sofferenza per loschi fini?
Chissà.
Non mi sento di dare una risposta definitiva.
Per aspera ad astra!

lunedì 20 aprile 2015

Strage nel mediterraneo - il senso delle proporzioni

Non esprimere una opinione riguardo i fatti recenti della tragedia avvenuta in mare a carico di centinaia di persone morte nel tentativo di cercare una nuova vita non solo non è possibile ma non è neppure rispettoso.

Non che io sia un fautore del moderno giornalismo che spesso tradisce il suo mandato e, quindi, invece che informare DIS-informa. Tutt'altro.

Ma qui, tra "crisi", vitalizi dei politici, evasione fiscale, l'ultimo smartphone 6 o quel che l'è stiamo, come esseri umani, perdendo il senso delle proporzioni.
Anzi è proprio questo il vero problema e il nocciolo della questione:

Il senso delle proporzioni e della misura delle cose.

In primo luogo è naturale provare un vasto senso di dispiacere e di dolore spirituale per queste vittime. Per quanto ritengo sia abbastanza squallido sentirsi dispiaciuti per qualcuno solo quando questi è coinvolto in una tragedia dai numeri così imbarazzanti.

L'essere umano è talmente speciale, talmente grande, talmente importante, talmente vasto che il rispetto per lui, ciò che dice, prova, pensa e patisce è uguale in ogni momento della sua vita.
Provare dispiacere per un uomo o una donna africani o di qualunque paese essi siano solo quando sappiamo che il suo corpo ha cessato di vivere a due passi da casa nostra non è proprio corretto nè umano.
Se potessimo stilare una scala di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, metteremo questo atteggiamento sul fondo della scala. Al di sotto solo chi non prova dispiacere neppure in questo caso. Solo chi non prova sentimenti in nessun caso, in una sorta di anestesia delle emozioni e della partecipazione umana.

Sentire che è morta una persona attraversando il Mediterraneo alla ricerca di una terra promessa che non c'è mentre si viaggia come schiavi in tuguri ambulanti dovrebbe essere pari a sentire che ne sono morte 5 o 10 o 50 o 1000.
Onestamente, non mi piace la contabilità del dolore. La base del ragionamento è che il numero delle vittime indica la gravità della tragedia? Scherziamo, forse?
Questo è un indice solo del giornalismo sensazionalistico e perverso che sempre più spesso domina i nostri canali tv e i nostri giornali. Nostri e di tutto il mondo ormai.
Una tragedia con molte vittime può forse avere delle implicazioni pratiche più ampie a seconda del numero delle vittime ma spiritualmente l'impatto è lo stesso.
Anche perchè il problema, secondo me, non è che un barcone si rovesci e molte centinaia di persone muoiano. Quello non è, non dovrebbe essere il punto. E' doloroso. In un modo immenso. Non ha neanche senso sottolinearlo o ribadirlo.
Ma il problema è l'esistenza stessa di quel barcone pieno di persone che attraversano il mare in condizioni disumane alla mercè di criminali alla ricerca di non si sa cosa, fuggendo da orrori e miseria.

Ricoperto dal dolore dell'evento e dalla tragicità del fatto, questo punto alla fine passa inosservato. E non essendo osservato, viene ignorato. Ed essendo ignorato, non viene risolto. E non venendo risolto, sono sicuro che non passerà molto tempo prima di sentire qualche altra tragica notizia di tipo similare.
Forse non moriranno in 700 o 800, ma forse moriranno in 10. O morirà un'altra persona e basta. Ma la tragedia è che (muoiano o non muoiano) abbiamo sempre migliaia di esseri umani che viaggiano su questi catorci in questa sorta di nuova "tratta degli schiavi".
Il problema è l'esistenza stessa dei barconi. Anche quando nessuno ci rimette la pelle.
O quando a farlo è un solo essere umano. Perchè un essere umano è importante come 1000 esseri umani. E salvare una vita è come salvarne 1000.

Quando salvi una persona, quando aiuti una persona, quando rispetti una persona è come se salvassi, aiutassi o rispettassi l'intera umanità. Quando non lo fai, non rispetti l'intera umanità.
Sembra strano ma è la semplice verità.

Quindi la mia domanda è: di che parliamo? Del fatto che siamo stupiti nello scoprire che migliaia di persone rischiano la vita in un modo indegno solo per cercare di giungere sulle nostre coste per re-iniziare una vita degna di questo nome? Che lo scopriamo in questi giorni dopo aver sentito che un barcone con 1000 persone circa a bordo si è rovesciato con pochissimi superstiti?
Siamo ipocriti. E irrispettosi. Lo sapevamo anche prima.
Lo sappiamo da anni.
Come come tutti noi sappiamo che la situazione peggiorerà.

Non perchè la Libia è fuori controllo diplomatico e stupidaggini del genere. Non perchè si attua questo o quel programma di intervento a protezione delle coste. Non perchè governa il centro-sinistra o perchè governerà una destra xenofoba. Tutto questo è un contorno che amplia o diminuisce il problema.

La situazione peggiorerà perchè è evidente esista un problema di rapporto fra la proprietà del benessere e della ricchezza mondiale. C'è una gigantesca sproporzione di ricchezza fra individui della stessa nazione e fra nazioni stesse.
Talmente grande che nessuno riesce più a vedere che QUESTO è il problema.

E fintanto che ci sarà questa disparità fra sistemi comunicanti, la natura delle cose spingerà affinchè i 2 sistemi tendano a mettersi in equilibrio. E' nella natura delle cose.
Se in Italia ci fosse guerra, povertà (non crisi............ fame vera e propria), soppressione dei diritti politici, religiosi e umani anche noi fuggiremmo con dei barconi se non potessimo permetterci un biglietto aereo.
Già molti italiani fuggono dall'Italia per ciò che nel nostro paese non funziona. Che non è poco. Lo sappiamo.
Ma continuaiamo a essere una delle 10 nazioni più ricche e progredite del mondo.
Figuriamoci se diventassimo una nazione povera. Povera come gli stati del terzo e quarto mondo.

Che sono tali, non perchè manchino di chissà quali capacità.
Sono tali perchè a qualcuno conviene che tali rimangano.
Ed inutile che facciamo finta di non saperlo.

Grazie per l'attenzione.

mercoledì 6 luglio 2011

Ma mi sto "travaglizzando" anche io?

Marco Travaglio è un giornalista italiano, che firma i suoi articoli principalmente per il "Fatto Quotidiano" e per la trasmissione "Anno Zero" di Santoro.
Non voglio entrare nel merito della sua storia personale e dei dietro le quinte delle sue motivazioni professionali.
Dico solo che, nel penoso, ultrapenoso panorama giornalistico italiano, Travaglio è sicuramente un'eccezione.
E' incredibilmente professionale.
Prepara a fondo i suoi interventi documentandosi con cura quasi maniacale.
Cita fatti circostanziati, notizie e dati.
Dicendo questo non sto eleggendo Travaglio a Dio dell'informazione. Non sto dicendo che tutto quello che dice è oro colato e verità sacrosanta. Non credo neppure a tutto ciò che dico e penso io stesso, figuriamoci di un altro.........
Non sto neppure dicendo che mi piace il suo carattere e il suo modo di porsi. Ma d'altronde, in un contesto informativo, quanto è importante che qualcuno sia simpatico e gioviale? Mi sembra che essere simpatici, zuzzurelloni, attori che inscenano barzellette per la folla vada a braccetto con quell'attività di sodomitica memoria che consiste nell'infilarla nel.......... Insomma il concetto è chiaro.
Provo molta affinità per la figura professionale (non personale) di Marco Travaglio perchè ne condivido profondamente il retroterra culturale e politico. E ne condivido l'avversione, profonda, per l'attuale sistema politica e gli attuali attori della scena politica italiana.
Marco Travaglio potrebbe essere definito un giornalista di destra che non vedendo nessun leader politico di destra in Italia, si scaglia contro chi pretende di turlupinare quell'approccio politico. Ovvero proprio coloro che asseriscono di essere politici di destra.
Per essere più precisi, Travaglio sostiene di essere un conservatore sullo stile dei conservatori inglesi, per intenderci.
Io personalmente ho già ribadito il mio rifiuto a sottopormi alla categorizzazione destra-sinistra. Anche perchè molti di coloro che stanno a sentire qualcosa spesso scattano al solo sentire la prima affermazione cercando di "CATEGORIZZARE" forzatamente qualcuno in un etichettatura di comodo. Senza considerare che il pensiero di qualcuno potrebbe essere plurisfaccettato e andare più in profondità alle cose, percorrendo dei percorsi di filosofia politica che non necessariamente devono essere quelli consueti.
Travaglio comunque è un acerrimo avversario (politico) di Silvio Berlusconi. L'antipatia (reciproca) di Travaglio nasce dai tempi in cui il cavaliere diede il ben servito ad uno dei più grandi giornalisti e politologi italiani e cioè Indro Montanelli. Travaglio, montanelliano fino al midollo, non ha mai perdonato all'imprenditore italiano di aver giocato un tiro così sporco al grande vecchio del giornalismo italiano.
Sia come sia, le battaglie di Travaglio contro Berlusconi sono quotidiane. E sono talmente forti che in Berlusconi e i suoi accoliti c'è sempre un vero terrore per gli articoli o gli interventi del giornalista.
Anni fa lessi uno dei libri di Travaglio (l'odore dei soldi) e ne rimasi profondamente colpito.
Ho letto anche i libri di Bruno Vespa per intenderci. E' come paragonare un libro di favole con un libro universitario. A voi capire chi ha scritto l'uno e chi l'altro.

In ogni caso sicuramente mi sto "travaglizzando" perchè ogni giorno mi sembra che il signor Berlusconi ne combini una più grande dell'altra. Il tutto in un crescendo esponenziale incredibile. Cioè fa delle cose adesso che solo pochi anni fa, pochi, nessuno avrebbe pensato che avrebbe avuto il coraggio di fare.
Eppure adesso barcolliamo ma lui rimane lì.
L'altro ieri ha infilato di nascosto ai suoi stessi ministri e alleati della lega la cosiddetta "norma salva Fininvest" ovvero una modifica al codice di procedura civile che causava la sospensione obbligatoria per le cause civili dai 20 milioni di euro in su.
Il tutto dentro un provvedimento economico volto al riequilibrio dei bilanci pubblici ed ad una (sperata) ripresa economica nazionale.
Un pò come dire che questa modifica non c'entrava un fico secco.
Ovviamente è stato beccato con le mani nella marmellata. Ma intanto ci ha provato. E poi, con una faccia tosta che è quasi impossibile da accettare, ritira il tutto dicendo: "lo faccio perchè me lo chiedete così non litighiamo ma mi fate ritirare un provvedimento che era giusto e che aiutava molte imprese!"
Ma è incredibile fin dove la spudoratezza di quest'uomo sta giungendo!
Adesso sembra che faccia quasi un favore e che gli stiamo facendo un torto poverino!
Ma quante aziende in Italia hanno una causa civile con pene risarcitorie superiori ai 20 milioni? Quante cause civili ci saranno così? Non so! Forse 10, forse 50, forse 200 o forse 1000. Ma anche fossero 5000, ma chi se ne frega! Se ci sono, giuste o sbagliate che sia ci penserà la magistratura. Se qualcuno di questi risarcimenti è sbagliato, facciamo nomi e cognomi e sistemiamo la cosa.
Ma ovviamente quasi tutti sanno che a breve ci sarà una sentenza definitiva che potrebbe condannare Fininvest a pagare la bellezza di 750 milioni di euro alla CIR di De Benedetti per le vicende del lodo Mondadori. 
Altrettanto ovviamente è un assoluto caso che la norma che abolisce i risarcimenti sopra i 20 milioni riguardi questo risarcimento di Berlusconi a favore di De Benedetti. Un assoluto caso. Come sono tutte coincidenze il fatto che da 17 anni a questa parte un'incredibile serie di leggi e provvedimenti siano stati presi con indubbio vantaggio per il presidente del consiglio, la sua famiglia, la sua azienda (perchè è ancora sua o qualcuno pensa che non lo sia?) o i suoi immediati amici.
Non stiamo sempre a pensare male.
Beh, per me questo fatto supera il livello massimo di decenza che potevo accettare.
Ho votato Berlusconi nel 1994, ho votato la sua coalizzione (non lui) nel 1996 e nel 2001.
Ammetto dinnanzi a tutta Italia di aver commesso un errore madornale.
Ma quando non si hanno le informazioni corrette anche persone intelligenti (e io penso di esserlo) possono sbagliare.
Onestamente il Berlusconi degli anni '90, pur essendo lo stesso di adesso, non si era ancora mostrato per quello che realmente è.
Ma ora veramente il vaso è colmo. L'appropriazione del potere statale per curare i propri interessi è sotto gli occhi di tutti.
Chi non lo vuol vedere è vittima di disinformazione oppure volontariamente non vuole ammettere di aver preso un clamoroso granchio. E' dura ammettere di aver sbagliato. Ma comporta anche una notevole grandezza d'animo e umiltà.
Molti italiani votano Berlusconi perchè odiano la sinista. Tutto qui. Hanno paura di quelle persone che fino a qualche hanno fa attentavano ai cardini di quella società che a loro piaceva e piace. Hanno paura che, sotto la cappa di una moderna evoluzione del pensiero, ci sia sempre quel cambiamento radicale della società che potrebbe privarli delle loro certezze.
Non a caso i conservatori si chiamano così. Perchè vorrebbero migliorare il mondo (forse) ma senza grandi strappi. Hanno la casa, hanno il mutuo, un lavoro e vorrebbero che tutto continuasse.
Odiano i disordini, i ragazzi che si accampano nelle strade e nei campi, gli originali.
Vabbè non stiamo a discutere di questo.
Sta di fatto che questa parte d'Italia vota Berlusconi perchè pensa (sbagliando) che costui sia l'unico che possa impedire che "quegli altri" vadano al potere. Un pò come se si andasse da Jack lo Squartatore per chiedergli se può per caso proteggerci da quei loschi figuri in fondo alla via. Non vorremo che qualcuno di facesse del male.
Così un pericolo potenziale e non determinato viene temuto più di un disastro attuale, concreto e reale.
Berlusconi è un disastro. Probabilmente è il pìù grande disastro politico del dopoguerra italiano.
Forse lo metterei a fianco di quell'altro ladro furbone che era Bettino Craxi.
Se il paragone vi sembra azzardato guardate questo grafico:
E' il grafico dell'andamento del debito pubblico italiano. Fino al 1982 è stato relativamente contenuto e assolutamente nella norma. Ovvero si aggirava intorno al 60% del PIL, del prodotto interno lordo. Poi qualcuno ha ben pensato di aprire le casse dell'indebitamento per realizzare non si sa ben che cosa. E' il canto del cigno della prima Repubblica. 12 anni più tardi il debito pubblico è impazzito e schizza al 120% della produzione nazionale. In pratica, per parlare come mangiamo. Fino al 1982 la famiglia italiana guadagnava 1000 euro l'anno e era indebitata di 600. Nel 1994 guadagnava 1000 euro e ne doveva 1200.
Craxi, dominus assoluto di quegli anni è uno dei più grandi responsabili di questo tracollo. L'inchiesta "mani pulite" ci avrebbe chiaramente mostrato che tipo di persona fosse.
E Craxi era il padrino protettore di Berlusconi. Adesso possiamo ben dire che fosse vero e non solo una coincidenza di amicizie comuni.
Dal 2001, anno di ascesa al trono di Berlusconi, le cose sono peggiorate per l'Italia. Non che sia colpa di Berlusconi. Fattori internazionali hanno contribuito.
E' che Berlusconi non ha governato l'Italia ma ha curato solo e soltanto i suoi interessi. E le sue feste.
Quindi, da oggi, mi sono ufficialmente travaglizzato e ANTI-BERLUSCONICIZZATO.
Senza se e senza ma. Basta!
E nessuno mi dica che intendo votare, sostenere o seguire l'opposizione o quelli di sinistra.
Oggi ho detto la mia sulla sciagura nana che viene da Arcore.
Prossimamente dirò quello che penso dei suoi antagonisti. Di cui, incredibile eh, ho un'opinione ancora più bassa.

Per aspera ad astra!

lunedì 30 maggio 2011

La morte dei bambini in auto e l'informazione sui mass-media.

In questi ultimi giorni riflettevo su questo blog.
Non voglio uscire fuori tema e perdonatemi la parentesi ma scrivo da queste parti da ormai 5 anni e mezzo, con altern fortune.
 
Negli ultimi tempi è rinato in maniera impetuosa l'amore per questo strumento di comunicazione e la voglia di condividere quello che mi passa per la testa e imparare nuovamente dai miei lettori.
Nessuno pensi che in questo tempo sono rimasto con le mani in mano. Sono veramente tante le cose che ho fatto.
 
Ma ultimamente ho dato vita ad altri blog e altri progetti di internet 2.0 (internet con la possibilità di interagire) e nella testa mi balena un progetto. Un qualcosa di top secret.
La mia idea è che questo blog, nato con l'intento di "parlare di tutto senza condizionamento esterno", focalizzi maggiormente la sua attenzione su tematiche relative alla cronaca, alla società, alla politica (intesa come fenomeno sociale) e robe simili. Cosa che peraltro ha sempre cercato di fare, almeno come idea.

Ma torniamo a noi e a questa faccenda della morte dei bambini in auto. C'è qualcosa che non torna. Coincidenze troppo coincidenti e causalità troppo casuali.
E' pur vero che, come diceva il matematico francese Poincarè, gli uomini chiamano caos o coincidenza tutto ciò che non riescono a spiegare.

E' un fenomeno che ho osservato molto spesso negli anni scorsi. Ovvero capita un qualcosa (quasi sempre una disgrazia o una tipologia di reato) che attira fortemente l'attenzione del pubblico.
Nel giro di poche ore, giorni o settimane il numero di ulteriori casi di questo "qualcosa" aumentano a dismisura in Italia e nel mondo. Ma più frequentemente in Italia.
Gli esempi? 
* Incidenti aerei.
* Incidenti ferroviari.
* Mamme che uccidono i propri neonati ficcandoli nella lavatrice.
* Aggressioni o stupri.
* Bambini schiacciati da televisori.
* Anziani che muoiono soffocati dalle esalazioni di ossido di carbonio.
* Persone intossicate da un particolare alimento.
E via discorrendo.

Quale può essere l'ipotesi di lavoro?
L'ipotesi è che ci siano delle notizie che attirano l'attenzione di gran parte dell'audience di quel particolare momento. Una volta in cui la notizia ha particolari aspetti pruriginosi o di interesse morboso, i giornalisti delle varie testate informative su giornali, web e tv comincia un alacre lavoro di ricerca per trovare altre notizie della stessa famiglia.
Perchè?
Perchè il ferro si batte finchè è caldo!
Lo si comprende solo osservando lo scopo, il vero scopo del giornalismo moderno ovvero quello di ottenere attenzione a qualsiasi costo da parte del lettore. Non importa se le informazioni che si danno siano buone o cattive. Si deve otterere attenzione: il famoso audience di cui spesso si parla.
E' meglio, giornalisticamente parlando, battere per alcuni giorni o settimane notizie dello stesso tenore, in una sorta di soap opera giornalistica, piuttosto che INFORMARE i lettori o i telespettatori.
In questi giorni leggiamo che un papà lascia, in un quadro assurdo e straziante, la propria bimba di neanche 2 anni nell'auto mentre lui si reca tranquillamente al lavoro. Dopo 5 ore sotto il sole cocente e senza bere, il corpicino va al collasso e, dopo giorni di sofferenze, muore.
 
Già di per se la notizia ha dell'assurdo. Come può un padre senza evidenti problemi mentali DIMENTICARE il proprio figlio in auto?
Essendo questa notizia l'incarnazione di un evento che praticamente nessuno ha il coraggio di accettare e che tutte le persone sane di mente aborriscono, ecco che essa attira attenzione.
Ma cosa gli è passato in mente? Come si può dimenticare il figlio in auto? Ma cosa succede a questi genitori moderni? E così via di questo passo.....
 
Con un'attenzione così alta, ad avercene di altri casi simili da dare in pasto alle persone sconvolte.
Così, si scatena una ricerca spasmodica nelle news locali di notizie simili.
E non pensate che in giro non ci siano tragedie. Ve ne sono una quantità incredibile.
Quando le notizie terribili giungono in Tv o nei giornali vi è stata una selezione incredibile.
Quindi le notizie che vengono date non sono le più rilevanti o le più importanti.
Non lo sono.
Ma di questo parleremo un'altra volta.
per aspera ad astra!

martedì 12 ottobre 2010

Chi riceve il mondo al posto nostro? Lo chiameremo l'assioma Sarah Scazzi.

Siamo una mandria.
Non siamo più persone.
Benvenuti su queste pagine.
Per quanto non sia solito seguire con particolare attenzione tutto il pattime che la Tv trasmette senza sosta, con impalpabili segni di umana intelligenza, non mi è possibile rimanere estraneo alla vicenda che da molti giorni inchioda l'attenzione degli italiani e ne suscita timori e morbosità.

Una delle idee guida di questo blog è di evitare ogni tipo di moralismo inutile e di facciata.
Ma la mia riflessione, desdata in modo incredibile da questa vicenda, non riguarda gli aspetti crimino-sociali della vicenda in se.
Da una parte rimango, come tutti, allibito nel vedere che l'essere umano medio, circondato da connessioni ADSL, I phone, auto con 224 airbag e navigatori satellitari, cinema in 3D e miliardi di altre sofisticate tecnologie, si sta sempre più imbarbarendo regredendo a stadi animaleschi.
Non ho termini di paragone per stabilire se tali fattori siano sempre stati presenti nella civiltà umana ma accostarli in questa decadente cultura post-occidentale-globalizzata mi da i brividi.

Ma dove sono le cause? Non saranno di certo le mie parole quelle che porteranno definitiva luce sulla naturale domanda.
Di certo un fattore è saltato ai miei occhi in questi giorni e cioè che l'individuo medio sta diventando sempre più incapace di osservare il mondo con i propri occhi. Cioè di riuscire a guardarlo direttamente senza alcun sistema o individuo intermediario.
E' come se vivessimo reclusi in una stanza d'oro ma da cui non possiamo guardare fuori. E ci accontentiamo di sapere da chi guarda fuori cosa fuori succede.
 
Un tempo plaudivo all'aumento delle possibilità tecnologiche di comunicazione. Che ci sono e che per fortuna aprono veramente le porte a fantastiche opportunità. Ma l'aumento di questi sistemi di comunicazione ha ottenuto anche l'effetto (forse non desiderato ma dubito) assolutamente contrario di isolare le persone.
O meglio le persone sono ancor più connesse fra loro ma meno capaci di percepire con i loro sensi quello che succede.
Tutto viene demandato a sistemi automatici di informazione. E' come se la nostra mente si fosse espansa e avesse inglobato i mass-media come parte di se.
Quello che pensiemo è ciò che i mass-media hanno percepito.
Se la Tv o i giornali o Internet non percepiscono qualcosa, questo non esiste. Neppure se esiste veramente.

Così non esiste la povertà se non c'è il servizio strappalacrime di solidarietà il giorno di natale. E tutti a dire, "ah che bel gesto verso i bisognosi!".
Non esistono i padri di famiglia che non possono dare da mangiare ai figli finchè non comincia a fare lo sciopero della fame o non si incatena ripreso dalla telecamera di qualche tv.
Non esiste il pedofilo finchè non va sulle prime pagine dei giornali.
Non esiste la violenza domestica finchè qualcuno non ci rimette la pelle e la notizia gira per il paese.
Sembra così un mondo che è fatto di foto, di scatti, a volte affrettati e spesso mal collegati fra loro.
Manca la visione d'insieme, manca il peso della coerenza di ciò che percepiamo, manca il giudizio ripartito, manca il nostro proprio contributo a ciò che percepiamo.
Stiamo davanti alla Tv ad imparare la vita ma la vita procede lontano da noi, senza che ce ne accorgiamo.
Guardiamo showgirl d'ogni tipo svestirsi e danzare provocanti ogni giorno e in molte ore della giornata ma non vediamo più le donne che ci circondano.
Abbiamo il blackberry ma non riusciamo a capire che nostro figlio ci vuole dire qualcosa e non sa come.

E' l'assioma "Sarah Scazzi", è la morte della figlia comunicata ad una madre in tv, è l'intrusione del mondo in 2 famiglie in pochi giorni salvo poi abbandonare tutti quando gli echi di una nuova tragedia suoneranno ancora per l'aria.
C'è qualcosa di sbagliato.
A me sembra fin troppo evidente. Ma forse è proprio la sua evidenza grandezza ad aver reso questo errore, questo qualcosa di sbagliato fin troppo difficile da correggere.
Mi sembra di assistere alla resa del mondo ad un errore che il mondo stesso ha fatto.
Se così è, se questa società ha deciso di non lottare più per correggere i propri errori, allora siamo proprio agli inizi della catastofe.
Perchè il 2012 che ci attende non verrà da terremoti, inondazioni o tempeste solari.
Gli uomini hanno smesso di guardare il mondo. Non guardano.
E se vai avanti e non guardi, prima o poi cadi da qualche parte.
Per aspera ad astra!