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lunedì 20 febbraio 2006

Le posizioni di Ferrando: un esempio di incontro di idee.

Pubblico questo breve post solo per citare una dimostrazione di quanto affermavo nel mio post di venerdi sullo scontro politico.
Non entro nel merito e rimando alla lettura post citato per le premesse.
Venerdi notte ho visto Matrix di Mentana. Parlavano del caso del signor Ferrando di Rifondazione Comunista. Escluso dalle liste del suo partito per le prossime elezioni a causa delle presunte infamanti dichiarazioni da lui fatte a favore dei terroristi iracheni definiti come partigiani. O qualcosa del genere.
Bene!
Sento la cosa nei giornali-radio e di sfuggira in alcuni dibattiti.
Guardo Matrix, c'era Ferrando intervistato da Mentana. Nessuno scontro, nessun dibattito. C'era Ferrando chiamato a spiegare le sue dichiarazioni. Qualche domanda ma fondamentalmente una persona con il tempo e lo spazio per poter dire la sua e porgere al pubblico senza disturbo e polemiche le sue tesi.
Io non sono di certo la persona più vicina a Ferrando riguardo alle sue idee di questo mondo. Di certo sono molto lontano dalle sue idee, in particolare quelle economiche. Ma venerdi ho visto una persona sana di mente, preparata sugli argomenti e con una passione per quello che fa aldisopra della media comune. Ho anche sentito alcune argomentazione di notevole interesse.
Ma, a parte questo, HO CAPITO.
Ho capito il nocciolo della questione del dibattito. Ho "incontrato" le idee di Ferrando e ne sono uscito più ricco e meno confuso.
Non so se questo sarebbe accaduto se ci fosse stato uno scontro fra Ferrando e qualche altro antagonista.
Anzi lo so.
Non ci avrei capito niente e avrei spento il televisore infastidito, dicendo "Che vadano tutti a farsi ammazzare, sempre a rubare i soldi a noi poveracci!".
Meno ricco e più confuso.
Per aspera ad astra!

venerdì 17 febbraio 2006

La logica dello scontro: chi ne subisce le conseguenze?

Sono stato un pò in silenzio, ultimamente, ad ascoltare i rumors della politica italiana. La pentola comincia a bollire e la carne a lessare.
Per mia fortuna non passo tanto tempo dinnanzi alla TV. Ma, di straforo, riesco a seguire l'andazzo dei tempi.
Il nemico va sempre conosciuto. Questo lo diceva già lo stratega militare cinese Sun-Tzu 1600 anni fa o giù di lì.

La logica dello scontro.
Questo è il fondamento della politica. Lo scontro. Far collidere le cose, in modo che questo generi frastuono e sollevi polvere.
Quante cose si possono fare se le persone vengono distratte.
Da decine di migliaia di anni esistono trappole per cacciare. Si cammina nel bosco e mimetizzate nel sottobosco o fra i rami, eccole scattare silenziose per colpirci.
Non c'è bisogno di una grande tecnologia, solo astuzia.
Fai un buco per terra, ci metti sopra dei rametti, ci butti sopra fogliame e quant'altro ed eccolà la - la trappola!!!!!

Logica dello scontro. Ovvero la nostra politica moderna, occidentale e hegeliana. Già Hegel, eccolo lì quasi dimenticato nella sua astrusa filosofia dalla società contemporanea. Capita a molti filosofi. Scherniti e derisi per l'astrattezza del loro pensiero.
Può darsi, figliuoli, può darsi....
Ma il bello è che la nostra vita ne viene condizionata perchè come disse proprio un filosofo, "... sono le idee e non la forza a segnare il progresso e il futuro dell'umano vivere."
E che ci piaccia o no, il pensiero di Hegel permea molte delle quotidianità con cui ci sbattiamo mattina e sera.
Come?

Quasi tutti noi abbiamo sentito parlare di Marx. Il bello è che anche lui, la cui influenza sul XX secolo non può essere messa in discussione da nessuno, ha evoluto gran parte del suo pensiero partendo dalle conclusioni del collega tedesco.
Hegel, quanta parte hai nell'attuale scontro politico tra la mortadella prodiana e il messia-operaio di Arcore?

La filosofia base di Hegel partiva da un concetto su quale fosse la base della realtà. E per quanto abbia dissertato in lungo e in largo parlando di un concetto fumoso come lo Spirito Assoluto (che è), Hegel ha messo il suo timbro sul mondo con il concetto di divenire che egli chiamò "dialettica". Schematicamente hegel diceva:

C'è una cosa e la chiamiamo TESI (1).
C'è una cosa che gli si oppone e la chiamiamo ANTITESI (2).
Entrambe vengono superate dalle terza cosa che nasce da questo scontro e cioè la SINTESI (3)!

Semplice, no! E non pensate che sia molto più complesso di così. I filosofi scrivono le cose in modo difficile e gli autori dei libri di filosofia le complicano ancor di più altrimenti come farebbero i primi a esser presi sul serio e i secondi a vender libri. Ricordiamoci di De Crescenzo e andiamo avanti.....
Sta di fatto che quello schema là è entrato nell'inconscio collettivo. Dalla Germania è filtrato in mille altre filosofie. Marx, Schopenhauer e altro hanno contribuito a questo.

Se oggi si guarda un talk show in TV, non si può fare a meno di vedere la dialettica hegeliana in azione.
"Porta a porta": esponenti delle 2 fazioni che discutono su un tema. Bello? Bello, forse! Ma sicuramente hegeliano.
Gli esempi si sprecano e arriviamo a quelle idiozie che poi generano ipocrisie come la "par condicio".
Piano, piano, forse corro troppo.

Il punto è che per Hegel ogni cosa che esisteva era una sintesi di una tesi e un'antitesi precedente. Cioè ogni sintesi era il frutto di uno scontro!!!!!!!!!!! Ecco il punto. Ribaltando il ragionamento, per ottenere qualsiasi cosa vogliamo, dobbiamo avere uno scontro.
Non a caso la filosofia hegeliana è stata presa a sostegno di TUTTE le filosofie fasciste e imperialiste. E' stata la base dei totalitarismi. Perchè il primo paese a mostrare in forma becera il sentimento patriottico è stata la Germania (più precisi, la Prussia!)? Perchè proprio lì è nato il nazionalismo che decenni dopo ha disintegrato l'umanità con la II guerra mondiale? Perchè, perchè.... Perchè è proprio nella sua patria che maggiormente ha attecchito la filosofia hegeliana!

La cosa assurda è che mentre parlavo di "porta a porta" molti lettori si saranno chiesti: "Ma come si può avere un percorso democratico o una sana e democratica discussione se non si sentono entrambe le campane del discorso?".
Non ditemi che molti di voi non lo hanno pensato.

Come potete vedere, ormai il fatto che per imparare o per trovare la realtà si DEBBA per forza assistere ad uno scontro fra una tesi e la sua anti-tesi è un fatto entrato nella nostra logica di pensiero.

PERMETTEMI DI FAR NOTARE CHE QUESTO E' UNO SCHEMA DI PENSIERO. Forse buono o forse cattivo, ne possiamo anche parlare. MA NON E' L'UNICO. ESISTONO ALTRI MODI PER CAPIRE, PER IMPARARE E PER REALIZZARE LA DEMOCRAZIA!

Chi mai direbbe che mischiando un ottimo sugo alla bolognese con un ottimo pesto si ottiene qualcosa di superiore?
Non so forse ma io non ho mai provato.
La realtà, la realtà dice che da uno scontro non si esce arricchiti ma più poveri. O più confusi.
Si esce arricchiti da un incontro. Non da uno scontro!
E se non siete d'accordo, voglio che qualcuno mi porti la sua esperienza sul fatto che dopo aver assistito in Tv allo scontro tra 2 politici o 2 intellettuali su un argomento ne è uscito con le idee più chiare.
Quello che succede è che ognuno di noi ha già una sua personale opinione sulle cose e assiste allo "scontro" solo per veder soccombere l'avversario.

Logica dello scontro.
Permea la nostra vita.
Operai contro imprenditori.
Destra contro sinistra.
Uomini contro donne.
Ricchi contro poveri.
Cristiani contro musulmani.
E chi ne ha più ne metta.

Tanta attenzione allo scontro.
Ma visto che siamo 2 secoli che seguiamo questa logica di Hegel e tutti vediamo dove siamo arrivati, che ne dite se abbandoniamo questo percorso. Giusto per gioco, per provare.

IO SOSTENGO LA FILOSOFIA DELL'INCONTRO.
La sintesi non esiste e non la voglio. E non voglio neppure delle antitesi. Perchè bisogna per forza pensare che ci debba essere qualcosa o qualcuno che si oppone a me o ai miei pensieri?
Nè sintesi nè antitesi quindi.
Solo tesi, solo idee, solo uomini che comunicano.
Ognuno poi di quelle idee ne farà quello che vuole.
Per aspera ad astra!

sabato 28 gennaio 2006

L'uomo sogna di volare

L’uomo sogna di volare.
Toglili quello e non hai più un UOMO ma solo un’altra specie animale che vive solo per perpetuare la specie.
Ma noi non siamo qui solo per campare giusto un minuto in più dopo aver procreato e fatto crescere i cuccioli.
L’uomo sogna di volare.
E dipingere il mondo del suo colore.
E tratteggiare la natura con il suo dolore.
Fatto di domande. E di risposte sbagliate.
Io sogno di volare.
Ignorarlo è morire.
Ignorare questo non è vivere.
Ciao Negrita.
Grazie della magia che regalate.
Un debito di spiritualità mi lega a voi.
Per aspera ad astra!

mercoledì 25 gennaio 2006

Libertà!

Cos'è la libertà?Qualche anno fa sentivo dire che libertà significa assenza di regole oppure non dover render conto a nessuno. Lo sento dire anche adesso.
Qualcosa del tipo "se puoi fare quello che vuoi sei libero!"
Non so.
Non credo che sia esattamente così. La libertà è una sensazione ancor prima che una condizione. Agli estremi, nei casi limite, è facile capire quando qualcuno è schiavo o non lo è. E' evidente e oggettivo.

Ma in tutti gli altri casi.... La libertà è una sensazione. Uno sente di essere libero oppure non lo sente. E non parliamo di 'bianco o nero' ma di sfumature, di percezioni che cambiano di un poco e di un altro poco. Ma da cosa deriva questa sensazione di libertà? Da qualcosa che sentiamo dentro.
Quindi la libertà è un fatto interiore prima di ogni cosa. Molti degli uomini più liberi di questo mondo hanno passato la maggior parte dei loro anni in prigionia.
Altri sono morti.
Ma erano liberi.
Molti uomini non sono in prigione, non hanno catene ma sono schiavi.
Schiavi nell'anima.
Per asper ad astra!

martedì 3 gennaio 2006

Nuovo anno - più cattivi

Nuovo anno.
Arriva il nuovo anno. Tanti auguri a tutti coloro che stanno leggendo queste righe.
A natale siamo stati più buoni.
Lo prevede quel gioco assurdo di ritualità che ormai sta sostituendo i vecchi rituali religiosi. A natale tutti buoni. Invitiamo i barboni a mangiare e ci facciamo tutti gli auguri.
Ma il natale è passato e con nuovo anno saremo tutti più cattivi.
Anche io sarò più cattivo. E' una promessa.
Più spesso su questo blog (e i suoi fratelli sparsi per la rete).
Più spesso a dire la mia su questo mondo ormai molto più che pazzo.
Pazzo lo era prima.
Adesso siamo sfociati nell'illusione delle illusioni. Negli inganni degli inganni.
Tutto si è ripiegato su se stesso. E le cose diventano vere perchè troppo assurde per essere falsità. Troppo difficile accettare che tutto sia messo così male.
E questo ne garantisce il perpetuarsi.
Ma scopro che l'unica fonte di libertà è la parola.
Io non ho la padronanza della libertà.
Nessun uomo ha questo potere. Perchè questo potere non esiste.
La libertà non è codificabile. Ed ognuno si ritaglia la propria.
Le mie non sono LE verità. Sono sono alcune cose vere.
Non esprimo le mie opinioni. Parlo di cose.
Dal mio punto di vista. E questo potrà mutare ma le cose sono cose.....
E il mio punto di vista attuale è che l'unica fonte di libertà è la parola. O meglio la comunicazione. Perchè le parole alterate hanno ucciso la comunicazione.
Quindi più presente e più cattivo.
Sempre più disposto a pensare con la mia testa. Costi quel che costi. Tanto pensare con la testa degli altri, ho scoperto, costa sempre di più.
Ma per ora, come sempre.
Per aspera ad astra!

sabato 26 novembre 2005

Una storia dal lontano egitto

Raccontare storie, quanto si confà al mio cuore questa berbera consuetudine.
Ma parlare dell’Egitto….
Sentir raccontare una storia proveniente dal lontano Egitto…

Ma non importa quale storia fosse.

Ciò che preme sulla testa sono le storie stesse:

la loro essenza, la loro presenza.

Storie, storie, e ancora storie.
In questo pomeriggio assolato e caldo di vita.
Storie.

Alla mia età ancora imparo qualcosa.

Imparo che la vita è fatta di storie e se non ci sono storie non c’è vita.
Ecco di cosa muoiono gli uomini moderni:
muoiono di mancanza di storie.

Perché la loro vita non ha storie da vivere o da raccontare o da piangere o da venerare o da cancellare o di cui vergognarsi o di cui ridere o di cui chiosare o da cui scappare o di cui fregiarsi.


Mancanza di storie, di storie proprie.

E allora aprite le dighe alla grande valanga di storie altrui, di storie inventate che non vogliamo accettare essere false e che vogliamo credere vere.

Sostituti.

Sostituti delle storie mancanti della nostra vita.

La vita fatta di storie senza storie non è vita.

E così sento una storia dall’antico e lontano Egitto.
E penso alle mie storie e alla mia vita vissuta.

Vivo per creare storie.

Devo vivere per creare storie.
Questa strana, berbera consuetudine che si confà al mio cuore.
Per aspera ad astra!

sabato 19 novembre 2005

Scientology e il concetto di setta

Mi sono fatto un giro in molti siti internet e su parecchi blog.
Tra gli argomenti che hanno attirato la mia attenzione c'è stato l'argomento "Scientology".
Diciamo che si tratta di un argomento "caldo". E visto che sono nel mio blog, mi piacerebbe dire la mia.

Una cosa che mi è sempre piaciuta quando leggo le opinioni di qualcuno, non è mai credere che chi scrive mi stia dando un'opinione neutrale. Quanto, piuttosto, sapere che la persona mi sta fornendo informazioni vere!
Magari sembro andare fuori tema ma credetemi, è la cosa più in tema tra quelle che posso trovare.
Non apprezzo molto chi si pone dinnanzi ad un discorso o un argomento, in modo neutrale. Che significa neutrale? Come in TV. Occorre essere imparziali nel fornire le notizie!

Sbagliato! E' l'obiettivo sbagliato!
L'obiettivo corretto è fornire dati e informazioni VERE e CORRETTE che l'ascoltatore possa comprendere e sottoporre ad analisi e giudizio. Come si vede, non dico neppure che il giornalista deve essere parziale o imparziale. La cosa non ha importanza se egli fornisce informazioni corrette. Anzi il fatto che egli si schieri con una fazione o che dica la sua, aumenta la capacità di chi ascolta di capire.

A tal proposito, per chi non avesse sbirciato negli specchietti di presentazione dei miei blog, dico che sono una persona che usa e segue Scientology da circa 10 anni. Giusto per chiarire le idee.

Personalmente non ho nessun problema a leggere opinioni contrarie o a sentire pareri dissacranti. Anzi, spesso, mi piace capirne le cause. Mi piace capire le cose, così, in generale.
Ma leggere DATI FALSI e MENZOGNE SPUDORATE, questo non mi piace. Peggio ancora quando queste vengono portate avanti da chi dice che vuole solo dire la verità ed essere imparziale.

In particolare, ho letto un giorno un commento di una persona che in un post diceva che a lui no gliene fregava niente se la definizione di setta non si adattava a Scientology. Per lui Scientology era una setta, punto e basta. Dal che ho pensato che in quel commento, la comunicazione e la comprensione fosse morta.
Anzi, per sdrammatizzare un pò, ho pensato "persino agli assassini viene dato il potere di parola per difendersi".
Setta, dal latino sectare, cioè separare. Una setta è un gruppo minore che si distacca da uno maggiore. Un tempo tale parola, priva di qualsiasi connotato negativo, era usata anche per gruppi non religiosi quali gruppi politici e così via. Ma da qualche decennio, una continua associazione giornalistica-mediatica della parola con immagini vivide di persone incappucciate, suicidi-omicidi indotti, messe nere, santoni fuori dal controllo della legge, orge a base di droghe e simili hanno creato una nuova definizione di setta.
Poi ci sono gli intellettuali (lo dico in tono scherzoso) che analizzando sociologicamente e psicologicamente la realtà si sentono in dovere di sputare giudizi affermando quali strutture sociali siano o meno libertarie. Nasce il concetto di setta intellettualmente progredito costruito intorno al concetto di struttura alienante nei confronti del singolo individuo, dominata dall'alto, in cui i percorsi sono precostituiti, in cui la comunicazione non è libera, in cui la sapienza è criptata e disponibile solo a chi sale i livelli e in cui tutti gli ingranaggi sono oliati da quel liquido chiamato DENARO. (in effetti questa definizione calza a pennello al nostro pianeta quindi la TERRA E' UNA SETTA.)

Per questi 2 gruppi di persone Scientology è una setta.
A parte il fatto che ormai Scientology si è evoluta ed è diventata prima un'otta poi una nova ed infine una diecia.
Quello che mi sembra è che qualcosa che è un'opinione viene spacciata per dato sociologico. La sociologia, mi dispiace dirlo non è una scienza. Come non lo è la psicologia.
Sono discipline con molti contenuti validi (in particolare la sociologia). Ma anche in questo caso frutto di opinioni e osservazioni di singoli. Una scienza è qualche altra cosa. E non voglio dilungarmi su questo.

Faccio Scientology da 10 anni. Non ho mai conosciuto una filosofia più tollerante, più umana, più etica, più aperta al resto del mondo di Scientology. E non ho mai conosciuto un gruppo di persone più disposte al dialogo e alla comunicazione degli scientologist.
Questo è un fatto. Lo testimonio io e per questo è valido.
Perchè se sono valide le "brutte esperienze" di qualcuno in Scientology, allora sono valide anche le "buone esperienze".
Per aspera ad astra!