Mi ricordo di un libro scritto da un tale Erich Fromm intitolato così: "essere o avere".
Tra i tanti titoli da dare ad un'opera, questo mi pare talmente bello che sono dispiaciuto che qualcuno lo abbia già usato.
Il dilemma fondamentale dell'uomo. E' meglio essere o è meglio avere? E per quanto la risposta appaia scontata, la realtà concreta della vita ci dimostra con i fatti che le persone pensano, perlopiù, che avere sia meglio che essere.
Il mio contributo a questo profondo ma penoso argomento è semplice e diretto.
E riguarda chi noi siamo.
Quando ero bambino, al catechismo o all'ora di religione, a tavola o dinnanzi al camino, sentivo sempre parlare di anima. E della sua esistenza. Sentivo chiedere: "Ma tu ci credi all'anima?", "Ma pensi che un'anima ce l'abbiamo" e così via. E tizio dire questo a favore della cosa e caio dire il contrario. Per ore. Tutto molto bello.
Ma poi guardando ciò che appare talmente evidente che nessuno ci fa caso, ecco saltar fuori il fattore arbitrario introdotto nell'equazione.
Ma perchè l'anima la dobbiamo AVERE?
Avere, avere, avere. Ma allora è vero che questa nostra civiltà si basa solo sull'avere. Anche l'anima, la componente meno materiale che esista diventa un possedimento.
Ma se qualcuno ha un'anima significa che egli è qualcosa di diverso dall'anima. Perchè per esserci un possesso ci deve essere una distinzione concettuale tra possessore e possesso. Diciamo una distanza, una separazione. Ma se qualcuno ha un'anima, se anche l'uomo avesse un'anima, cos'è allora l'uomo? Se io ho l'anima, chi allora sono io?
Ma chi se ne frega dell'anima se essa è nuovamente un oggetto o un possedimento.
Torniamo a parlare di noi, grazie.
Ma ecco l'arbitrario. Ecco il fattore nascosto che sballa tutti i ragionamenti.
Noi non abbiamo l'anima, NOI SIAMO LA NOSTRA ANIMA. Noi siamo noi. Io sono io.
L'anima non è un pacchetto che si ha o non si ha, e che quando moriamo va da qualche parte. L'anima siamo noi. Uno E' un'anima, non HA un'anima.
Parliamo di essere, perchè come diceva anche Fromm: è meglio essere che avere.
E non confondiamo il nostro corpo con noi stessi, per cortesia.
Nessuno confonde l'autista con il mezzo. Per quanto, spesso, con i vetri oscurati e viaggiando a forte velocità non sempre si riesce a vedere chi guida. E il sospetto che i veicoli si muovano da soli viene.
Anche riguardo a se stessi.
Per aspera ad astra!
Tra i tanti titoli da dare ad un'opera, questo mi pare talmente bello che sono dispiaciuto che qualcuno lo abbia già usato.
Il dilemma fondamentale dell'uomo. E' meglio essere o è meglio avere? E per quanto la risposta appaia scontata, la realtà concreta della vita ci dimostra con i fatti che le persone pensano, perlopiù, che avere sia meglio che essere.
Il mio contributo a questo profondo ma penoso argomento è semplice e diretto.
E riguarda chi noi siamo.
Quando ero bambino, al catechismo o all'ora di religione, a tavola o dinnanzi al camino, sentivo sempre parlare di anima. E della sua esistenza. Sentivo chiedere: "Ma tu ci credi all'anima?", "Ma pensi che un'anima ce l'abbiamo" e così via. E tizio dire questo a favore della cosa e caio dire il contrario. Per ore. Tutto molto bello.
Ma poi guardando ciò che appare talmente evidente che nessuno ci fa caso, ecco saltar fuori il fattore arbitrario introdotto nell'equazione.
Ma perchè l'anima la dobbiamo AVERE?
Avere, avere, avere. Ma allora è vero che questa nostra civiltà si basa solo sull'avere. Anche l'anima, la componente meno materiale che esista diventa un possedimento.
Ma se qualcuno ha un'anima significa che egli è qualcosa di diverso dall'anima. Perchè per esserci un possesso ci deve essere una distinzione concettuale tra possessore e possesso. Diciamo una distanza, una separazione. Ma se qualcuno ha un'anima, se anche l'uomo avesse un'anima, cos'è allora l'uomo? Se io ho l'anima, chi allora sono io?
Ma chi se ne frega dell'anima se essa è nuovamente un oggetto o un possedimento.
Torniamo a parlare di noi, grazie.
Ma ecco l'arbitrario. Ecco il fattore nascosto che sballa tutti i ragionamenti.
Noi non abbiamo l'anima, NOI SIAMO LA NOSTRA ANIMA. Noi siamo noi. Io sono io.
L'anima non è un pacchetto che si ha o non si ha, e che quando moriamo va da qualche parte. L'anima siamo noi. Uno E' un'anima, non HA un'anima.
Parliamo di essere, perchè come diceva anche Fromm: è meglio essere che avere.
E non confondiamo il nostro corpo con noi stessi, per cortesia.
Nessuno confonde l'autista con il mezzo. Per quanto, spesso, con i vetri oscurati e viaggiando a forte velocità non sempre si riesce a vedere chi guida. E il sospetto che i veicoli si muovano da soli viene.
Anche riguardo a se stessi.
Per aspera ad astra!