Premessa: io non credo più che, nella situazione politica e sociale attuale, la dicotomia (divisione filosofica) fra destra e sinistra sia un buon strumento per interpretare e descrivere il mondo che ci circonda e la politica in generale.
La premessa è importante perchè da questo concetto di base si comprende che chiedermi se io sia di sinistra o di destra non abbia molto senso. Ma non voglio accontentarmi di questa semplice risposta.
Definiamo almeno in modo molto generale e approssimativo cosa possiamo intendere oggi con Sinistra e con Destra.
Partendo dall'analisi che anni fa faceva il politologo Nomberto Bobbio riguardo alla distinzione fra destra e sinistra, possiamo dire che nel tempo si è consolidato un criterio con il quale distinguere questi 2 grandi orientamenti politici. E questo criterio ha a che fare con l'enfasi che viene data, nella contrapposizione fra eguaglianza-diseguaglianza degli uomini, alla preponderanza di uno di questi 2 aspetti.
Lo scrivo più semplice.
Partiamo da principio che negli uomini vi sono componenti di dis-eguaglianza (abilità personali, attitudini, singolarità, talenti, cultura, razza, eredità genetica), o meglio di diversità, uniti a elementi di uguaglianza (stesso trattamento di base, rispetto delle idee e delle minoranza, diritto all'accesso a informazioni, risorse, lavoro, etc.).
In questa bilancia di elementi di singolarità-elementi di uguaglianza, chi è di destra pensa che siano predominanti gli elementi di singolarità pur sapendo che non si può ignorare gli elementi di uguaglianza. Chi è di sinistra pensa che siano predominanti gli elementi di uguaglianza pur sapendo che non si possono ignorare gli elementi di singolarità.
All'estrema sinistra abbiamo chi pensa che l'uguaglianza sia totale e che debbano essere combattute tutte le forme, anche minime, di singolarità. Quindi, di fatto, tutti gli uomini debbono essere uguali individualmente, economicamente e così via. In quest'area dovrebbero essere quindi forti le spinte al cambiamento di una scena sociale che mostra evidenti scene di disuguaglianza.
All'estrema destra abbiamo chi pensa che la singolarità delle persone sia totale e che la scena sociale è solo il naturale risultato delle diverse abilità/fortune dell'uomo e che la libertà del singolo debba essere tutelata al massimo. Quindi in quest'area abbiamo quindi una forte spinta al conservatorismo e un'avversione alla confusione e al cambiamento.
In mezzo a questi estremi ci sono incredibili sfumature e varianti della cosa. Mischiate con altre dicotomie che complicano la scena. Ci sono i laici/materialisti contro cattolici/religiosi. Ci sono i capitalisti contro i comunisti che si scontrano sul fattore della proprietà dei beni e così via.
Un tempo le posizioni sullo scacchiere politico erano più profonde e più facile era capire cosa fosse di destra e cosa di sinistra.
Di sinistra era il comunismo, l'attacco alle moderne forme di stato, l'antagonismo ai poteri consolidati come le lobby economiche o il potere del Vaticano.
Di destra era essere moderati (nelle parole e nei comportamenti), rispettosi dei modelli educativi vigenti, della proprietà, dell'ordine sociale.
Qualcuno mi dice: "Perchè ce l'hai contro Berlusconi?"
I motivi per cui reputo quest'uomo una sciagura sono troppo lunghi per essere trattati qui.
In un prossimo post lo farò. Ma avevo bisogno di queste premesse.
Di sicuro "avercela" con Berlusconi non è più un fatto di destra o di sinistra.
Chi pensa di essere di sinistra può avercela con Berlusconi e detestarlo perchè è ovvio, visto che si dichiara nemico della sinistra in ogni cosa che dice e fa.
Chi pensa di essere di destra può detestare Berlusconi perchè lui non è di destra nonostante lo sostenga e perchè è una persona indegna di rappresentare chi sa di essere di destra.
Poi c'è chi come me, detesta Berlusconi per il semplice fatto che, da quando è comparso sulla scena politica italiana, ha contribuito più di ogni altro (per l'enorme potere nelle sue mani che non è stato usato o è stato usato in modo negativo) a far precipitare questa splendida nazione in uno scenario praticamente disastroso.
Sia in termini economici che in termini sociali.
Permettetemi quindi di affermare che non mi vergogno di dire che nel 1994, nel 1996 e nel 2001 votai la coalizione di Berlusconi e Berlusconi presidente (a volte votando Forza Italia e a volte Alleanza Nazionale).
Votai Berlusconi perchè pensavo che le proposte del centro sinistra non fossero valide nè in termini di uomini nè in termini di programmi.
Votai Berlusconi perchè seguivo un ragionamento (sbagliato perchè fondato su premesse false) semplice: cioè che un uomo che aveva dimostrato di sapere creare e mantenere un impero economico potesse applicare le sue abitlità al benessere di un intero paese.
Attualmente l'impatto distruttivo di quest'uomo è talmente grande che penso che mettere al governo qualunque altra persona sia un male minore.
In ogni caso, per aspera ad astra!
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