Ultimo post di questo blog?
"Cosa vorrei fare da grande"... scritto praticamente un anno fa.
Grande produzione nel mentre.
Risata sarcastica.
Ho vissuto?
Certo che si. Certo che si.
Ho fatto un milione di cose. Ma non ho scritto.
Cosa vorrei fare da grande?
Scrivere.
Pubblicare.
Dire.
Meno social e più scrittura. Meno spettatorismo e più creazione.
Questo è ciò che vorrei fare da grande ora.
Per aspera ad astra!
Le mie idee, buttate qua e la, sparse, senza necessariamente un ordine logico.
domenica 5 gennaio 2020
martedì 8 gennaio 2019
Cosa vorrei fare da grande?
Questa domanda accompagna i pensieri di moltissimi bambini e moltissimi ragazzi.
Lo ha fatto anche con me per moltissimo tempo.
Possibile possa farlo anche quando un ragazzo diventa un adulto?
Lo ha fatto anche con me per moltissimo tempo.
Possibile possa farlo anche quando un ragazzo diventa un adulto?
Può un adulto chiedersi cosa mai potrebbe fare da grande?
Non un adulto di 21 anni. Un adulto di, che so, 46 anni?
Si.
Può.
Deve.
Perchè il concetto di futuro che ha questa decadente società morente è assolutamente ridicolo. Da ridere. E basta.
E' un concetto totalmente sballato.
E' un concetto totalmente sballato.
Come se un ingegnere dovessere usare la bilancia di cucina per decidere la portata dei piloni che sorreggeranno un grande viadotto su qualche vallata alpina....
Ridicolo.
A 46 anni si è adulti. Si ma anche no. Adulti di che? Certamente adulti nel corpo.
E se si pensa che si è solo e unicamente un corpo si è a cavallo.
Ma ciò non è vero.
Un uomo non è il suo corpo. Non è solo quello.
E' un simbolo di mille cose ma il futuro di qualsiasi essere trascende la durata fisica del suo fragile corpo. Che a 40 anni comincia ad invecchiare, a fornire prestazioni meno efficienti ed essere decisamente meno energetico.
A 46 anni si comincia appena appena a capire l'importanza relativa delle cose, si incominincia appena appena a conoscere le proprie reali possibilità e talenti.
A 46 anni si comincia appena appena ad avere una qualche chiara idea di cosa si vorrebbe fare.
Cosa voglio fare io da grande?
Vorrei scendere dalla ruota del criceto.
Cosa voglio fare io da grande?
Vorrei scendere dalla ruota del criceto.
Vorrei sentire che la porta della camera della mia vita non è chiusa a chiave. E che, se voglio, posso uscire. Andare ovunque e in nessun posto.
Cosa voglio fare io da grande? Lo so. Lo so da circa un mese e mezzo. Voglio essere felice.
Che altro non significa che vorrei essere impegnato in attività di valore.
Valore per chi? Chi decide cosa siano delle attività di valore? Lo so. Lo decido io.
Che altro non significa che vorrei essere impegnato in attività di valore.
Valore per chi? Chi decide cosa siano delle attività di valore? Lo so. Lo decido io.
Così come ognuno sa se ciò che fa è di valore o meno.
Se non sei felice, stai facendo attività che per qualcun altro sono di valore.
Cosa voglio fare io da grande?
Vorrei diventare quella persona che volevo essere quando ero bambino.
Alla fine non mi sono smosso di un centimetro da li.
Cosa voglio fare io da grande?
Vorrei diventare quella persona che volevo essere quando ero bambino.
Alla fine non mi sono smosso di un centimetro da li.
Niente ruota del criceto, niente conformismi e piccoli-borghesismi.
Da bambino volevo fare qualcosa che fosse GRANDE e fosse utile per gli altri.
Quando ero bambino volevo capire.
Volevo conoscere i segreti della mente e dell'universo.
E mai come ora ci posso arrivare.
Quindi penso sia giunto il momento di diventare quel "grande" che volevo diventare quando ero bambino.
Si può fare.
Per aspera ad astra!
Da bambino volevo fare qualcosa che fosse GRANDE e fosse utile per gli altri.
Quando ero bambino volevo capire.
Volevo conoscere i segreti della mente e dell'universo.
E mai come ora ci posso arrivare.
Quindi penso sia giunto il momento di diventare quel "grande" che volevo diventare quando ero bambino.
Si può fare.
Per aspera ad astra!
giovedì 13 dicembre 2018
Invecchiare come il vino....
Sto invecchiando.
Si, lo so... non siate tristi. E' vero che il tempo passa. Per me come per tutti.
I giovani diventano adulti, gli adulti vecchi e i vecchi muoiono.
E' la grande giostra della vita.
E' la grande giostra della vita.
Cosa fanno i vecchi che muoiono è un argomento interessante che magari potrà essere affrontato in un altro post...
Rimane il fatto che mi ricordo come se fosse ieri quando mi sentivo troppo giovane per vivere, per essere preso sul serio, per raggiungere qualcosa, per essere pronto per fare qualcosa di grande.
Rimane il fatto che mi ricordo come se fosse ieri quando mi sentivo troppo giovane per vivere, per essere preso sul serio, per raggiungere qualcosa, per essere pronto per fare qualcosa di grande.
Adesso, a pochi anni dal mezzo secolo, posso forse ancora dire di essere troppo giovane per qualcosa? O che debbo essere più maturo per fare qualcosa?
Assurdo, completamente assurdo.
Sto invecchiando, ma la cosa non mi tocca particolarmente.
Non amo il tempo perso ma mi sento come il buon vino. Che invecchiando migliora. Sotto tutti i punti di vista.
Assurdo, completamente assurdo.
Sto invecchiando, ma la cosa non mi tocca particolarmente.
Non amo il tempo perso ma mi sento come il buon vino. Che invecchiando migliora. Sotto tutti i punti di vista.
Se poi dovessi buttare giù un pò di pancetta, sarebbe proprio perfetto.
Per aspera ad astra!
venerdì 30 novembre 2018
Il blog è morto: viva il blog!
E' moltissimo tempo che non scrivo su un mio blog.
In modo totale da almeno 2 anni, ma in modo non continuo da moltissimo tempo.
Non è più tempo per i blog. La realtà è che il blog, la comunicazione 2.0 che è nata sul web negli anni 2000 è completamente morta.
Non è più tempo per i blog. La realtà è che il blog, la comunicazione 2.0 che è nata sul web negli anni 2000 è completamente morta.
Il blog è morto. Non esiste più.
Quindi W il blog.
Cosa è successo? Semplice: sono arrivati i social network. Facebook in primo luogo, poi Twitter. E poi Instagram, Snapchat ma anche Whatsapp e Telegram.... Solo per citare i fenomeni più importanti e diffusi.
Tralasciando le piattaforme meno riuscite o quelle che hanno anche gettato la spugna.
Quando il mondo del blog comparve, fu per me (e per molti altri) amore a prima vista.
Vi era la possibilità per tutti (la democrazia della comunicazione elevata alla massima potenza!) di poter avere un proprio spazio libero dove poter portar avanti un argomento o un personale punto di vista.
Uno spazio in cui la persona potesse esprimersi, dar libero spazio alla sua creatività personale.
Con maggiore o minore successo stilistico, grazia, correttezza grammaticale e coerenza filosofica.
Il blog era (è) l'elogio della libertà di comunicazione. Ma con un minimo di regole. Un minimo di apporto creativo, un minimo di preparazione.
Giusto un minimo. Just a little bit. Giusto un poco.
Uno spazio in cui la persona potesse esprimersi, dar libero spazio alla sua creatività personale.
Con maggiore o minore successo stilistico, grazia, correttezza grammaticale e coerenza filosofica.
Il blog era (è) l'elogio della libertà di comunicazione. Ma con un minimo di regole. Un minimo di apporto creativo, un minimo di preparazione.
Giusto un minimo. Just a little bit. Giusto un poco.
Ma quel poco era il fondamento prima della perdizione.
Umberto Eco, in un convegno disse:
"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità"
Umberto Eco, in un convegno disse:
"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità"
Per quanto in quello stesso convegno, Eco descrisse anche le potenzialità positive dei social network (link al video integrale con le sue dichiarazioni https://www.youtube.com/watch?v=u10XGPuO3C4), non vi è dubbio che la sua posizione sia estremamente tagliente e dura.
Qualche tempo fa non condividevo al 100% questa posizione. Ora, per quanto pensi che il problema non sia il social network in se e per quanto continui a vedere, come Eco, le potenzialità positive dello strumento, mi sono traslato su un accordo quasi totale su questa posizione.
Ecco perchè il blog è morto! E' stato ucciso dai social network.
Perchè almeno.... un tempo.... per scrivere un articolo su un blog... dovevi per forza metterti li, tranquillo, in un posto, una scrivania con un computer a scrivere qualcosa.
Dovevi costruire un messaggio, architettare le frasi, imbastire un discorso e rendere il tuo post qualcosa di dignitoso. Anche quando fosse stato un semplice esprimere un proprio stato d'animo vi era l'aspetto della riflessione.
Il tendere la corda dell'arco e entrare in tensione mirando l'obiettivo prima di scoccare la freccia. Capite?
Perchè almeno.... un tempo.... per scrivere un articolo su un blog... dovevi per forza metterti li, tranquillo, in un posto, una scrivania con un computer a scrivere qualcosa.
Dovevi costruire un messaggio, architettare le frasi, imbastire un discorso e rendere il tuo post qualcosa di dignitoso. Anche quando fosse stato un semplice esprimere un proprio stato d'animo vi era l'aspetto della riflessione.
Il tendere la corda dell'arco e entrare in tensione mirando l'obiettivo prima di scoccare la freccia. Capite?
I social network hanno distrutto tutto ciò. Hanno distrutto il momento di raccoglimento, hanno distrutto il senso unico e unitario del blog.
Adesso sei sempre dentro un flusso inarrestabile di notizie, foto, video, film e (ma guarda un pò!) pubblicità. Di ogni sorta. Utile e inutile.
Sei sempre nel wall, nel muro, nella bacheca. Tu e qualche altro di centinaia o migliaia di persone.
Nel social non c'è un disegno unitario di espressione.
Tu hai un "tic" e allora posti. Può essere un pensiero dell'istante, una foto, un momento privato e così via. Niente di particolarmente sbagliato ma è tutto un pasticcio.
Confuso, confusionario, senza capo nè coda, senza un inizio nè un termine. In un flusso caotico di news, fake news, condivisioni e faccine.
Ecco. Condivisioni!! I social sono diventati il regno della condivisione.
Non ci sono più persone che scrivono o descrivono. Ci sono persone che condividono.
Adesso sei sempre dentro un flusso inarrestabile di notizie, foto, video, film e (ma guarda un pò!) pubblicità. Di ogni sorta. Utile e inutile.
Sei sempre nel wall, nel muro, nella bacheca. Tu e qualche altro di centinaia o migliaia di persone.
Nel social non c'è un disegno unitario di espressione.
Tu hai un "tic" e allora posti. Può essere un pensiero dell'istante, una foto, un momento privato e così via. Niente di particolarmente sbagliato ma è tutto un pasticcio.
Confuso, confusionario, senza capo nè coda, senza un inizio nè un termine. In un flusso caotico di news, fake news, condivisioni e faccine.
Ecco. Condivisioni!! I social sono diventati il regno della condivisione.
Non ci sono più persone che scrivono o descrivono. Ci sono persone che condividono.
E tutto diventa il regno della citazione, del dire qualcosa con le parole di un altro.
Chi scrive sui social è diventato colui che informa il prossimo con la ritrasmissione di un altro messaggio.
Non ci sono autori sui social network. Solo antenne e ripetitori di segnale.
Condivido quindi esisto.
Ecco perchè il blog è morto.
Perchè il social è più veloce, lo usi mentre caghi, mentre sei alla fila delle poste, mentre sei in palestra o al mare.... Puoi dire il tuo "niente" spesso e volentieri.
Non perchè qualunque cosa detta da qualunque essere umano non sia importante di per se... LO E'.
E' lo strumento che butta tutto in un unico pentolone e minimizza e ridicolizza tutto.
Un piatto di cucina "povera" ha la sua dignità. Perlomeno dei suoi estimotori.
Ma se in un enorme pentolone buttiamo dentro fonduta, pasta al pesto, aragosta, carciofi sott'olio, tiramisù, lasagne, polpette di tonno, kebab, moscardini e salse a profusione che ne salta fuori? Un super alimento?
Chi scrive sui social è diventato colui che informa il prossimo con la ritrasmissione di un altro messaggio.
Non ci sono autori sui social network. Solo antenne e ripetitori di segnale.
Condivido quindi esisto.
Ecco perchè il blog è morto.
Perchè il social è più veloce, lo usi mentre caghi, mentre sei alla fila delle poste, mentre sei in palestra o al mare.... Puoi dire il tuo "niente" spesso e volentieri.
Non perchè qualunque cosa detta da qualunque essere umano non sia importante di per se... LO E'.
E' lo strumento che butta tutto in un unico pentolone e minimizza e ridicolizza tutto.
Un piatto di cucina "povera" ha la sua dignità. Perlomeno dei suoi estimotori.
Ma se in un enorme pentolone buttiamo dentro fonduta, pasta al pesto, aragosta, carciofi sott'olio, tiramisù, lasagne, polpette di tonno, kebab, moscardini e salse a profusione che ne salta fuori? Un super alimento?
Il blog è morto. Viva il blog. Perchè ora che quasi tutti sono scappati da questo modo di comunicare, esso può essere gestito da chi ancora lo ama.
Da chi pensa che la velocità non sia sempre un buon compagno di viaggio e che non tutto deve essere immolato all'altare della fretta, della superficialità, della "condivisione" che si attua premendo un tasto.
Che ci inganna dicendoci che siamo più vivi.
Ma che ci sta seppellendo nella mediocrità di questa società che sembra si innalzi verso mete più elevate ma che, invece, ci sta trascinando nell'abbandonare tutti quei valori e dati stabili che facevano di noi persone migliori di quello che siamo oggi.
Torno a scrivere sul blog.
Perchè non fuggirò dai social network.
Non fuggo da niente.
Però torno a dare importanza a ciò che è più importante.
E la creazione è più importante della condivisione.
Per aspera ad astra!
Da chi pensa che la velocità non sia sempre un buon compagno di viaggio e che non tutto deve essere immolato all'altare della fretta, della superficialità, della "condivisione" che si attua premendo un tasto.
Che ci inganna dicendoci che siamo più vivi.
Ma che ci sta seppellendo nella mediocrità di questa società che sembra si innalzi verso mete più elevate ma che, invece, ci sta trascinando nell'abbandonare tutti quei valori e dati stabili che facevano di noi persone migliori di quello che siamo oggi.
Torno a scrivere sul blog.
Perchè non fuggirò dai social network.
Non fuggo da niente.
Però torno a dare importanza a ciò che è più importante.
E la creazione è più importante della condivisione.
Per aspera ad astra!
venerdì 15 luglio 2016
Il dramma di Nizza: dove sta andando a finire la nostra società?
Come al solito, dopo l'evento mostruoso di ieri sera, i bar, le tavole e i social si riempiono di stupore, di indignazione e di comprensibile dolore.
Facciamo una scommessa? Volete che vi dica cosa ci aspetta? Io non ho la palla di vetro. Non leggo Nostradamus. Nè sono più intelligente di te che leggi.
Forse ho solo un pò più di coraggio nel guardare la scena. Nel vedere come ci si è arrivati e dove ci porterà.
La sensazione di essere spauriti e impotenti di fronte a tutta questa follia e irrazionalità è incredibile.
Ma se, per una volta, ci si distanzia dall'evento in se e per se si vedrà quale è il vero nemico.
Quale è il nemico?
Il nemico fondamentale dell'uomo del XXI secolo è la mancanza della conoscenza dei misteri del funzionamento della sua mente.
Siamo in totale balia dell'ignoranza sui meccanismi che guidano le scelte delle persone e dei popoli.
Quale è il nemico?
Il nemico fondamentale dell'uomo del XXI secolo è la mancanza della conoscenza dei misteri del funzionamento della sua mente.
Siamo in totale balia dell'ignoranza sui meccanismi che guidano le scelte delle persone e dei popoli.
Qualcuno chiede quale possa essere la soluzione a tutto questo orrore.
La soluzione per non dover vivere continuamente prigionieri della follia di un singolo individuo malvagio o di un gruppo malvagio (armato e finanziario chissà da chi........)
La soluzione per non dover vivere continuamente prigionieri della follia di un singolo individuo malvagio o di un gruppo malvagio (armato e finanziario chissà da chi........)
Io penso che la soluzione sia l'aumento della consapevolezza delle persone su quello che sta succedendo e sulle reali cause di tutto ciò.
L'errore è cadere in una spirale di odio e paura.
Un esercito che si fa prendere dalla paura viene devastato dal nemico.
Il nemico però non sono altre persone o altre ideologie.
Il nemico è la mancanza di responsabilità di ogni essere umano per ogni cosa che accade in ogni parte del mondo.
Non è più solo un problema di sicurezza personale o di sicurezza nazionale.
Qualunque cronista o membro di un governo che parli di sicurezza nazionale ci sta conducendo verso il baratro.
Ci porterà un millimetro più vicino ad una società armata in cui la libertà (di espressione, di pensiero, di religione, etc...) sarà stata messa al bando sacrificata in nome di una "presunta" sicurezza personale e sociale.
E se anche (ma non ci riuscirà mai nessuno) si riuscisse a creare questo inferno di società, in cui nessuno muore per colpa di un pazzo................ se anche avvenisse............. sarà un vantaggio e un privilegio vivere in una società così?
No, non è una questione di aumentare i controlli, l'intelligence, le forze armate, le intercettazioni e via dicendo.
La soluzione è un cambio a 180° di come vediamo il mondo oggi. A partire da noi stessi.
Se da qualche parte qualcuno soffre e noi ce ne freghiamo, prima o poi (anche a distanza di decenni) quel menefreghismo permetterà a quella situazione di dolore di andare a sfogarsi altrove. Magari sui nostri nipoti....
Qualunque cronista o membro di un governo che parli di sicurezza nazionale ci sta conducendo verso il baratro.
Ci porterà un millimetro più vicino ad una società armata in cui la libertà (di espressione, di pensiero, di religione, etc...) sarà stata messa al bando sacrificata in nome di una "presunta" sicurezza personale e sociale.
E se anche (ma non ci riuscirà mai nessuno) si riuscisse a creare questo inferno di società, in cui nessuno muore per colpa di un pazzo................ se anche avvenisse............. sarà un vantaggio e un privilegio vivere in una società così?
No, non è una questione di aumentare i controlli, l'intelligence, le forze armate, le intercettazioni e via dicendo.
La soluzione è un cambio a 180° di come vediamo il mondo oggi. A partire da noi stessi.
Se da qualche parte qualcuno soffre e noi ce ne freghiamo, prima o poi (anche a distanza di decenni) quel menefreghismo permetterà a quella situazione di dolore di andare a sfogarsi altrove. Magari sui nostri nipoti....
Chi sbaglia deve pagare..... OVVIO! Nessuna giustificazione per persone che non meritano di essere chiamati esseri umani.
Ma se la società in cui viviamo è così, ognuno si chieda cosa non è stato fatto che invece si doveva fare. Forse non da noi.... Forse da qualcuno che ci doveva rappresentare e governare per nostro conto. Ma noi abbiamo scelto le persone giuste? Abbiamo vigilato? Abbiamo fatto le giuste pressioni?
O siamo stati in silenzio in un angolo a guardare la tv e chiedere il posto fisso in cambio della nostra irresponsabilità?
Avevo detto 15 anni fa che queste cose sarebbero successe e io non sono che un uomo della strada.....
Come faceva chi ci governa a non prevederlo?
Facciamo una scommessa? Volete che vi dica cosa ci aspetta? Io non ho la palla di vetro. Non leggo Nostradamus. Nè sono più intelligente di te che leggi.
Forse ho solo un pò più di coraggio nel guardare la scena. Nel vedere come ci si è arrivati e dove ci porterà.
Un abbraccio.
Antonello
Antonello
martedì 12 luglio 2016
Animus Pugnandi
Animus Pugnandi. Che è?
Lo spirito di battersi.
Spesso si usa la parola “combattere”. Combattere significa “battersi contro qualcuno o qualcosa”: da cum+battere. Combattere è diventata una brutta parola. Spesso è associata alla guerra o alla violenza.
Il tutto è una semplificazione della parola. Anzi no. Solo una visione superficiale della cosa. Una visione ristretta e leggermente arida.
Lo spirito di battersi.
Spesso si usa la parola “combattere”. Combattere significa “battersi contro qualcuno o qualcosa”: da cum+battere. Combattere è diventata una brutta parola. Spesso è associata alla guerra o alla violenza.
Il tutto è una semplificazione della parola. Anzi no. Solo una visione superficiale della cosa. Una visione ristretta e leggermente arida.
Animus Pugnandi.
Lo spirito di battersi!
Battersi? Che è battersi?
Solo vivere.
Vivere è la spinta a perpetuarsi in esistenza, migliorando le nostre condizioni e raggiungendo le nostre mete.
Non è battersi questo? Vivere è tenere per qualcosa, metteci dentro impegno, abilità, ricevere colpi e rovesciamenti di sorte, vincere le battaglie.
Solo vivere.
Vivere è la spinta a perpetuarsi in esistenza, migliorando le nostre condizioni e raggiungendo le nostre mete.
Non è battersi questo? Vivere è tenere per qualcosa, metteci dentro impegno, abilità, ricevere colpi e rovesciamenti di sorte, vincere le battaglie.
Gli sportivi non combattono. Si battono.
Hanno un certo onore. Hanno le loro regole.
Per questo lo sport è amato dagli uomini.
Lo sport è la simulazione della vita.
Ma ora è diventato anche quello che la vita dovrebbe essere ma che, con tutti i dati falsi che ci hanno infilato, ormai non è più.
Così la parola d’ordine diventa “politicamente corretto”. Tutto deve essere politicamente corretto.
Giusto!
Ma a volte non comprendo veramente cosa si intenda con questa parola. E quindi diffido. Perchè troppe cose diverse vengono qui dentro incluse. E molte di esse non mi piacciono.
Soprattutto quando il politicamente corretto toglie “l’animus pugnandi” dalla scena. E lo mette in ridicolo.
Giusto!
Ma a volte non comprendo veramente cosa si intenda con questa parola. E quindi diffido. Perchè troppe cose diverse vengono qui dentro incluse. E molte di esse non mi piacciono.
Soprattutto quando il politicamente corretto toglie “l’animus pugnandi” dalla scena. E lo mette in ridicolo.
Lo spirito di battersi è lo spirito di vivere.
La vita è fatta di dedizione, di sacrificio, di impegno, di abilità e di battaglie. Vinte e perse.
Non è detto che la violenza fisica vi sia inclusa. Ma non dobbiamo fare i verginelli e pensare che nessuno mai da nessuna parte userà anche le “maniere forti”.
E’ proprio per questo che ci vuole “lo spirito di battersi”!
La vita è fatta di dedizione, di sacrificio, di impegno, di abilità e di battaglie. Vinte e perse.
Non è detto che la violenza fisica vi sia inclusa. Ma non dobbiamo fare i verginelli e pensare che nessuno mai da nessuna parte userà anche le “maniere forti”.
E’ proprio per questo che ci vuole “lo spirito di battersi”!
Perchè solo i malvagi devono battersi con lo spirito di vincere?
Forse i buoni non possono o non devono vivere? E vincere?
Forse i buoni non possono o non devono vivere? E vincere?
Lo
faranno con le loro armi. Con l’onore, la tolleranza, il rispetto,
l’integrità, il coraggio e l’onestà. Ma nessuna di queste parole nega
il fatto che occorra essere pronti a battersi, a difendere ciò in cui
crediamo e a impegnarsi per le nostre mete.
Ci si può battere con onore, tolleranza, rispetto, integrità, coraggio e onestà.
Lo si dovrebbe fare se si è i buoni.
Ma buoni non è sinonimo di fessi o codardi. Nel dizionario non ho mai visto questi sinonimi.
Buoni non significa essere titubanti nel battersi. Significa solo schierarsi con una certa parte del campo di battaglia.
Ci si può battere con onore, tolleranza, rispetto, integrità, coraggio e onestà.
Lo si dovrebbe fare se si è i buoni.
Ma buoni non è sinonimo di fessi o codardi. Nel dizionario non ho mai visto questi sinonimi.
Buoni non significa essere titubanti nel battersi. Significa solo schierarsi con una certa parte del campo di battaglia.
E cose con cui battersi ce ne sono.
Ci sono i nostri cari, c’è la nostra integrità minacciata da vermi striscianti e da bugie troppo grandi e squallide per essere tollerate.
C’è la sopravvivenza del pianeta, l’infinità dell’universo, la bellezza della diversità, il sorriso di un bambino quando scarta un regalo.
Ci sono i nostri cari, c’è la nostra integrità minacciata da vermi striscianti e da bugie troppo grandi e squallide per essere tollerate.
C’è la sopravvivenza del pianeta, l’infinità dell’universo, la bellezza della diversità, il sorriso di un bambino quando scarta un regalo.
Voglio che l’animus pugnandi diventi l’acqua in cui le persone si bagnano ogni giorno.
Io mi impegnerò per dare l’onore delle armi a questa tenzone chiamata vita.
Con il giusto spirito.
Non quello di un soldato. Non quello di un guerrillero. Non quello di un terrorista. Non quello di uno psichiatra. Non quello di un malvagio. Non quello di un criminale.
Io mi impegnerò per dare l’onore delle armi a questa tenzone chiamata vita.
Con il giusto spirito.
Non quello di un soldato. Non quello di un guerrillero. Non quello di un terrorista. Non quello di uno psichiatra. Non quello di un malvagio. Non quello di un criminale.
Ma quello di un cavaliere, di colui che si batte se c’è da battersi e che lo fa per una giusta causa.
Rispolveriamo questa figura messa nei cassetti.
Facciamolo.
UN ABBRACCIO.
Antonello
UN ABBRACCIO.
Antonello
venerdì 24 giugno 2016
Brexit: finalmente qualcosa si muove in questa palude europea.....
Stamattina è tutto un discutere, argomentare ed esaminare.
La notizia è attivata....
La Gran Bretagna vota si all'uscita dall'Unione Europea e diventa nuovamente uno stato indipendente.
La notizia è attivata....
La Gran Bretagna vota si all'uscita dall'Unione Europea e diventa nuovamente uno stato indipendente.
Spesso i giornali stampano titoloni e urlano annunci su notizie che hanno l'importanza di un brufolo sulla schiena di una formica nel giardino di casa.
Questa volta no.....
Questa volta è veramente una notizia storica. Di quelle che entrano a pieno titolo nei libri che i ragazzi studieranno a scuola fra qualche decennio.
Ma che significa in concreto? Che siginifica che la Gran Bretagna è adesso fuori dall'Europa?
Che hanno preso le isole inglesi e le hanno ancorate a qualche altro continente?
Certo che no.... Tra l'altro, essendo isole, anche geograficamente la Gran Bretagna è sempre stata un pò qualcosa a se stante rispetto all'Europa continentale. E culturalmente questo ha sicuramente inciso nella decisione degli inglesi di ritornare ad essere gli unici a poter decidere a casa propria, senza alcun tipo di intromissione decisionale esterna.....
Questa volta no.....
Questa volta è veramente una notizia storica. Di quelle che entrano a pieno titolo nei libri che i ragazzi studieranno a scuola fra qualche decennio.
Ma che significa in concreto? Che siginifica che la Gran Bretagna è adesso fuori dall'Europa?
Che hanno preso le isole inglesi e le hanno ancorate a qualche altro continente?
Certo che no.... Tra l'altro, essendo isole, anche geograficamente la Gran Bretagna è sempre stata un pò qualcosa a se stante rispetto all'Europa continentale. E culturalmente questo ha sicuramente inciso nella decisione degli inglesi di ritornare ad essere gli unici a poter decidere a casa propria, senza alcun tipo di intromissione decisionale esterna.....
Ma è qualcosa di buono?
Non mi aspettavo niente di diverso ma vedere la scempiaggine di affermazioni campate per aria sui presunti disastri finanziari ed economici che colpiranno sia gli inglesi che gli europeri a seguito di questa decisone è sempre una fatica immensa.
Non mi aspettavo niente di diverso ma vedere la scempiaggine di affermazioni campate per aria sui presunti disastri finanziari ed economici che colpiranno sia gli inglesi che gli europeri a seguito di questa decisone è sempre una fatica immensa.
"CROLLO DELLE BORSE" - "STERLINA CHE PERDE VALORE" - "PENSIONI DEGLI INGLESI A RISCHIO".
Fare del terrorismo giornalistico è uno sport che piace a parecchi. Non importa se ciò che si dice non ha la minima attinenza con la realtà e con i fatti. Non importa.... Se urlato su giornali e Tg importanti, la stupidaggine arrurge immediatamente a verità non più cancellabile. Nemmeno se mostri a chi ci ha creduto che è una vera e proria falsità.
Ovvio che le borse mondiali hanno perso. Loro sono una specie di sala in cui si gioca d'azzardo in un modo legalizzato.
So che è un'espressione forte ma non è per niente esagerata (anche se non mi è possibile qui entrare nel dettaglio di come funzionino le borse valori nel mondo moderno).
Degli speculatori hanno puntato sul fatto che la Gran Bretagna restasse nella UE e hanno perso. Tutto qui.
Se qualcuno di noi aveva dei soldi in banca, quelli li ritrova.
Se avete una macchina parcheggiata nel garage, anche se le borse vanno giù, la macchina se la ritrova.
Se qualcuno di noi aveva dei soldi in banca, quelli li ritrova.
Se avete una macchina parcheggiata nel garage, anche se le borse vanno giù, la macchina se la ritrova.
Ad inizio anno le borse mondiali hanno perso decine e decine di punti percentuali per altri motivi speculativi. Anche più di questi giorni e nessuno è morto. Le borse non misurano se una nazione è più ricca o più povera. Ci dicono solo che alcuni vincono e altri perdono. Scommettitori quindi. Come dentro un casinò.
La Sterlina forse perderà valore e forse no.
Ma se vogliamo essere precisi vediamo che i britannici non sono morti quando il cambio euro/sterlina era molto, molto, molto, molto più basso rispetto a quello odierno (periodo 1999-2008) nè che le pensioni degli inglesi siano state distrutte. (Nota bene, l'euro è in vigore dal 1999 e non dal 2002 come molti pensano. Nel 2002 c'è stata solo l'introduzione fisica della circolazione monetaria nella mani della persone ma da anni gli stati e le banche usavano l'euro.......).
Tra l'altro se si osserva bene, la tendenza al ribasso è in vigore già dal 2009 in cui ci fu un aumento del valore della sterlina per fini solamente speculativi (con il crollo di alcune banche la sterlina divenne un bene rifugio come il franco svizzero....). Quindi.....
Io penso adesso quello che ho sostenuto in tempi non sospetti (sia in conferenze pubbliche che in vari articoli e libri che ho pubblicato).
L'uscita della Gran Bretagna dal sistema politico-finanziario UE (e non dall'Europa ovviamente) è una buona cosa non in se e per se ma perchè il fatto da una spallata fortissima ad una sorta di ipnosi collettiva che nelle popolazioni europee si era creata.
Ovvero "NON SI TORNA INDIETRO".
"Anche se andiamo verso il baratro, ormai abbiamo questo sistema e sebbene faccia solo gli interessi delle banche, multinazionali e di una minoranza di persone e danneggi invece le economie e le culture europee, ce lo teniamo stretto".
Brexit significa che ogni condizione può essere rimediata. Forse adesso le cose in Gran Bretagna andranno bene o forse andranno male. Brexit non significa che i governanti inglesi e la sua economia automaticamente andranno bene. Dipende da molte altre scelte.
E' un pò come dire che per l'Italia uscire dall'euro automaticamente significa star meglio. Non è detto.
Le cose possono essere fatte in un modo giusto e in un modo sbagliato.
Ma Brexit da l'idea che "QUALCOSA PUO' ESSERE FATTO A RIGUARDO".
E la mia speranza è che in Italia qualcuno prenda coraggio e decida di portare anche l'Italia fuori da QUESTO tipo di Unione Europea, facendo in modo che si rimanga in Europa come nazione indipendente e collaborativa, aperta agli scambi commerciali e culturali ma dotati di sovranità monetaria e padroni delle nostre leggi.
Io non posso credere che sia possibile elaborare delle leggi giuste e valide per tutti gli europei da alcuni uffici a Bruxelles.
Luoghi in cuile particolarità etniche e culturali di un continente complesso e dotato di millenni di storia non possono essere dimenticate.
L'Europa non è gli USA.
Dalle nostre parti quelli di Livorno non vogliono avere niente a che fare con Pisa e parliamo di Stati Uniti d'Europa?
Concetto bello ma totalmente fittizio.
Facciamo in modo che la finanza venga messa da parte e la gente torni a lavorare e produrre cose concrete.
Questo riporterà il benessere.
E quando i popoli lavorano e stanno bene, vedi come stanno in pace gli uni con gli altri.
Un abbraccio.
Tra l'altro se si osserva bene, la tendenza al ribasso è in vigore già dal 2009 in cui ci fu un aumento del valore della sterlina per fini solamente speculativi (con il crollo di alcune banche la sterlina divenne un bene rifugio come il franco svizzero....). Quindi.....
Io penso adesso quello che ho sostenuto in tempi non sospetti (sia in conferenze pubbliche che in vari articoli e libri che ho pubblicato).
L'uscita della Gran Bretagna dal sistema politico-finanziario UE (e non dall'Europa ovviamente) è una buona cosa non in se e per se ma perchè il fatto da una spallata fortissima ad una sorta di ipnosi collettiva che nelle popolazioni europee si era creata.
Ovvero "NON SI TORNA INDIETRO".
"Anche se andiamo verso il baratro, ormai abbiamo questo sistema e sebbene faccia solo gli interessi delle banche, multinazionali e di una minoranza di persone e danneggi invece le economie e le culture europee, ce lo teniamo stretto".
Brexit significa che ogni condizione può essere rimediata. Forse adesso le cose in Gran Bretagna andranno bene o forse andranno male. Brexit non significa che i governanti inglesi e la sua economia automaticamente andranno bene. Dipende da molte altre scelte.
E' un pò come dire che per l'Italia uscire dall'euro automaticamente significa star meglio. Non è detto.
Le cose possono essere fatte in un modo giusto e in un modo sbagliato.
Ma Brexit da l'idea che "QUALCOSA PUO' ESSERE FATTO A RIGUARDO".
E la mia speranza è che in Italia qualcuno prenda coraggio e decida di portare anche l'Italia fuori da QUESTO tipo di Unione Europea, facendo in modo che si rimanga in Europa come nazione indipendente e collaborativa, aperta agli scambi commerciali e culturali ma dotati di sovranità monetaria e padroni delle nostre leggi.
Io non posso credere che sia possibile elaborare delle leggi giuste e valide per tutti gli europei da alcuni uffici a Bruxelles.
Luoghi in cuile particolarità etniche e culturali di un continente complesso e dotato di millenni di storia non possono essere dimenticate.
L'Europa non è gli USA.
Dalle nostre parti quelli di Livorno non vogliono avere niente a che fare con Pisa e parliamo di Stati Uniti d'Europa?
Concetto bello ma totalmente fittizio.
Facciamo in modo che la finanza venga messa da parte e la gente torni a lavorare e produrre cose concrete.
Questo riporterà il benessere.
E quando i popoli lavorano e stanno bene, vedi come stanno in pace gli uni con gli altri.
Un abbraccio.
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