E' veramente notevole scoprire come la
storia e la cultura siano fatti di corsi e di ricorsi. Così si riescono
a pescare nelle propria memoria icone e metafore dei nostri tempi....
Ricordate Cassandra? La mitica divinatrice della mitologia greca?
Profetizzò la caduta della città di Troia e un futuro di distruzione per quel popolo.
Ma a causa dell'odio del rifiutato Apollo, le due profezie erano destinate a rimanere inascoltate anche dalla sua gente.
Da allora si parla di "cassandre" quando si ascoltano persone che parlano di scenari cupi futuri.
Recentemente sono ritornato ad ascoltare alcuni spunti del saggista italiano Eugenio Benetazzo. Se cliccate su internet ci sono sufficienti materiali per farsi l'idea di questo giovane.
A parte che, di tanto in tanto, fa piacere sentire qualcuno che parla di economia e politica che non abbia superato i 60 anni.
Anche perchè, soprattutto in Italia e soprattutto nell'arena politica, associazione l'anzianità dei soggetti con la saggezza dei contenuti è pura utopia ed è più probabile che esiste una correlazione inversa.
Benetazzo è un personaggio di cui ascoltai e lessi qualcosa ben 4 anni fa. Abbastanza ruvido e per niente mellifluo, sicuramente si contradistingueva già allora per l'originalità delle sue tesi.
Gli va dato adito che in tempi non sospetti, profetizzò il sopraggiungere della attuale crisi.
E lo profetizzò argomentando le sue tesi.
Ora è qui a potersi giustamente vantare di aver visto giusto e, purtroppo, continuando a "cassandrare" violentemente.
Benetazzo sostiene che il peggio deve ancora arrivare.
Onestamente io sono in accordo con lui.
Anche perchè anche in economia 2+2 fa 4 e non 5 solo perchè si è ottimisti.
Ci sono dei fattori strutturali che non possono essere modificati solo con aspetti emotivi.
Se qualcuno decidesse di intraprendere cambiamenti strutturali.... Qualcuno che ci amministra intendo..... Allora.... Forse....
Ma allontanerei questa ipotesi.
Non c'è proprio trippa per gatti.
Tutto questo ambaradan per fare un punto della situazione sul nostro paese. Ovvero questa splendida Italia che sempre bellissima, sta marcendo dentro.
E ognuno di noi lo sa, perchè troppi fattori sono ormai enormemente evidenti sotto i nostri occhi, qualunque cosa i mass-media dicano o ci vogliano far credere.
In queste ore BankItalia annuncia il record di debito pubblico: parliamo di più di 1800 miliardi di euro di debito pubblico. Inoltre questo debito aumenta vertiginosamente.
Anche perchè, con l'economia che arranca, le imprese diminuiscono il loro fatturato e pagano meno tasse. E così anche il gettito fiscale dello stato diminuisce, con conseguente peggioramento della situazione.
Proprio l'altro giorno parlavo con mia moglie del futuro della nostra famiglia.
E' un ipotesi assolutamente realistica che fra 5 anni, non appena il mio primogenito finisce la scuola elementare, io, compagna e progenie decidiamo di andare via da questo paese.
Che amiamo.
Ma se non possiamo far niente per cambiare le cose non starò qui a vedere lo stivale che continua ad affondare nel fango. Per non dire altro.
Dove stiamo andando?
A parte tutti i proclami, i problemi del piffero quali intercettazioni o vallettopoli, è possibile che gli italiani non si chiedano la domanda fondamentale?
Ovvero dove stiamo andando?
Mi piacerebbe sentire la risposta, la vostra risposta a questa domanda.
Ne riparleremo.
Ma ricordate che non è chiudendo le orecchie alle profezie dei cassandra di turno che miglioreremo le cose.
Se poi i profeti si sbagliano, tanto meglio.
Ma ascoltiamoli.
Ricordate Cassandra? La mitica divinatrice della mitologia greca?
Profetizzò la caduta della città di Troia e un futuro di distruzione per quel popolo.
Ma a causa dell'odio del rifiutato Apollo, le due profezie erano destinate a rimanere inascoltate anche dalla sua gente.
Da allora si parla di "cassandre" quando si ascoltano persone che parlano di scenari cupi futuri.
Recentemente sono ritornato ad ascoltare alcuni spunti del saggista italiano Eugenio Benetazzo. Se cliccate su internet ci sono sufficienti materiali per farsi l'idea di questo giovane.
A parte che, di tanto in tanto, fa piacere sentire qualcuno che parla di economia e politica che non abbia superato i 60 anni.
Anche perchè, soprattutto in Italia e soprattutto nell'arena politica, associazione l'anzianità dei soggetti con la saggezza dei contenuti è pura utopia ed è più probabile che esiste una correlazione inversa.
Benetazzo è un personaggio di cui ascoltai e lessi qualcosa ben 4 anni fa. Abbastanza ruvido e per niente mellifluo, sicuramente si contradistingueva già allora per l'originalità delle sue tesi.
Gli va dato adito che in tempi non sospetti, profetizzò il sopraggiungere della attuale crisi.
E lo profetizzò argomentando le sue tesi.
Ora è qui a potersi giustamente vantare di aver visto giusto e, purtroppo, continuando a "cassandrare" violentemente.
Benetazzo sostiene che il peggio deve ancora arrivare.
Onestamente io sono in accordo con lui.
Anche perchè anche in economia 2+2 fa 4 e non 5 solo perchè si è ottimisti.
Ci sono dei fattori strutturali che non possono essere modificati solo con aspetti emotivi.
Se qualcuno decidesse di intraprendere cambiamenti strutturali.... Qualcuno che ci amministra intendo..... Allora.... Forse....
Ma allontanerei questa ipotesi.
Non c'è proprio trippa per gatti.
Tutto questo ambaradan per fare un punto della situazione sul nostro paese. Ovvero questa splendida Italia che sempre bellissima, sta marcendo dentro.
E ognuno di noi lo sa, perchè troppi fattori sono ormai enormemente evidenti sotto i nostri occhi, qualunque cosa i mass-media dicano o ci vogliano far credere.
In queste ore BankItalia annuncia il record di debito pubblico: parliamo di più di 1800 miliardi di euro di debito pubblico. Inoltre questo debito aumenta vertiginosamente.
Anche perchè, con l'economia che arranca, le imprese diminuiscono il loro fatturato e pagano meno tasse. E così anche il gettito fiscale dello stato diminuisce, con conseguente peggioramento della situazione.
Proprio l'altro giorno parlavo con mia moglie del futuro della nostra famiglia.
E' un ipotesi assolutamente realistica che fra 5 anni, non appena il mio primogenito finisce la scuola elementare, io, compagna e progenie decidiamo di andare via da questo paese.
Che amiamo.
Ma se non possiamo far niente per cambiare le cose non starò qui a vedere lo stivale che continua ad affondare nel fango. Per non dire altro.
Dove stiamo andando?
A parte tutti i proclami, i problemi del piffero quali intercettazioni o vallettopoli, è possibile che gli italiani non si chiedano la domanda fondamentale?
Ovvero dove stiamo andando?
Mi piacerebbe sentire la risposta, la vostra risposta a questa domanda.
Ne riparleremo.
Ma ricordate che non è chiudendo le orecchie alle profezie dei cassandra di turno che miglioreremo le cose.
Se poi i profeti si sbagliano, tanto meglio.
Ma ascoltiamoli.
Per aspera ad astra!