lunedì 5 giugno 2006

Io sono la persona più importante del mondo: ESSERE I PIU’ GRANDI!

3-terza parte

ESSERE I PIU’ GRANDI
Ed è stata una lotta. In ogni campo ho dovuto sudare per portarmi ad alti livelli. Ma ecco il segreto. Sono migliorato, sono giunto a migliorarmi. Ed è questo che conta. Perché se si migliora davvero, allora le nostre azioni saranno migliori e più produttive di sopravvivenza per noi, per chi ci sta attorno e per tutti gli altri.

Così quel punto di vista, quello di “essere il più grande”, mi ha aiutato, mi ha sospinto e, spesso, mi ha tirato fuori da brutte condizioni. Quel principio è un idea assolutamente pro-sopravvivenza.

Conosco le opinioni di questa o quell’altra dottrina riguardo a ciò. Che è un principio pericoloso, che porta a schiacciare gli altri o a diventare egocentrici ed egoisti, che sviluppa tendenze anti-sociali. Conosco la morale cattolica che parla dell’umiltà, del ritrarsi, della rinuncia come delle più grandi virtù esistenti. Parla sempre di punire le presunzioni, il cercare di migliorarsi, parla degli “ultimi che saranno i primi”. Forse gli ultimi possono essere i primi ma solo se vivono e lottano per cercare di migliorarsi.

Ed essere primi, all’interno dell’umanità, comporta solo il diritto di essere più responsabili per se e per gli altri. Il comando da solo il diritto di servire gli altri. Chiedetevi quale sia l’etimologia della parola ministro per avere un’idea della cosa.

Se tutti vogliono essere gli ultimi o se vogliono accontentarsi della stasi ci sarà, è vero un livellamento ed un aumento dell’uguaglianza fra gli uomini. E cercare di ridurre le ingiustizie e le disparità delle condizioni è quantomai giusto e corretto. Ma il livellamento si deve cercare verso l’alto e non verso il basso. Bisogna portare le persone più in basso al livello delle persone più in alto, non il contrario, non le persone più in alto al livello delle persone più in basso. E neppure bisogna livellare i due gruppi in una zona intermedia. Perché?

Perché, se si può tirare su tutti?

E questo lo si può fare solo se ognuno vive con l’idea che le sorti del destino del pianeta e dell’umanità dipendono da lui e dalle sue azioni. Perché è la realtà. Le cose non capitano. Ci sono degli uomini che le fanno capitare. Quando ho vissuto con l’idea di essere la persona più importante stavo bene, e malgrado le difficoltà, ero fondamentalmente sereno.

Ero forte della mia convinzione. Poi per strada ho un po’ accantonato quest’idea. Ora sono migliore sotto molti aspetti rispetto al passato ma mi sono sentito meno sereno. Mi sono sentito meno bene. Non riuscivo a capire.

In questi giorni l’ho capito. La mia poca serenità degli ultimi mesi era dovuta al fatto che non mi sentivo più come la persona più importante di questo mondo, come l’essere più grande del pianeta Terra. E sono stato male.

Forse non sarò quel genere di individuo ma vivere senza quel punto di vista mi ha creato problemi e ha diminuito la mia capacità di creare azioni pro-sopravvivenza per me, per i miei congiunti e per tutti gli altri. Forse non sarò quel genere di individuo ma vivere con quel punto di vista mi aiuterà a migliorami e ad agire.

Perché io sono l’uomo più importante di tutta l’umanità. Come ogni altro essere umano esista.

sabato 3 giugno 2006

Io sono la persona più importante del mondo: ESSERE I PIU’ GRANDI!

2-Seconda PARTE
ESSERE I PIU’ GRANDI!
La caratteristica da osservare per riconoscere chi si pretende importante solo per schiacciare gli altri, è la sua propensione all’azione. Perché chi cerca di essere veramente il più grande e il più importante per l’umanità, lo fa consapevole che la cosa deve essere messa in atto, tramutata in azione.

Chi vuole essere il più grande sa che deve fare grandi cose per ottenere quel riconoscimento, e sa che il suo essere più grande serve per far sopravvivere meglio tutti. Egli tenderà ad agire per raggiungere quello status e per mantenerlo. Non sarà solo un’asserzione e una pretesa.
Sarà una conquista.

Ma il cercare di essere il più grande significa essere migliori e significa migliorarsi. È una spinta verso il miglioramento. Ecco dove risiede la sua correttezza fondamentale, il suo positivo legame con la sopravvivenza. Chi cerca di essere il più grande non si dispiace se qualcuno cerca di essere più grande di lui perché ciò sarà solo un maggiore impulso a migliorarsi ancora. E alla fine della corsa tutti saranno migliori.

Vivere la vita come se si fosse gli ultimi anelli di una catena è dannoso per se e dannoso per gli altri. Essere umili, pensare di non valere niente, di non avere abilità è dannoso, è sbagliato, è assolutamente contro-sopravvivenza.

Forse si potrà non essere i migliori, si potrà non essere particolarmente abili o intelligenti. Non è questo il punto. Discutiamo del punto di vista con cui affrontare le cose. E le abilità possono essere migliorate. E l’intelligenza può essere aumentata. Per fortuna.

Io ho vissuto la maggior parte della mia vita pensando di essere l’essere più importante del pianeta Terra. Vivevo come se il mondo mi aspettasse, aspettasse le mie azioni, il mio aiuto. Sentivo dentro di me la responsabilità di innalzarmi a quell’altezza, di essere meritevole di quel titolo. Per questo motivo vivevo ogni giorno cercando di saperne di più, cercando di essere migliore. Vedevo che spesso non lo ero. Ma questo era un nuovo impulso a migliorarmi.

Non sono mai stato il più abile nei campi di cui mi sono occupato. Anzi, quasi sempre, ero secondo o terzo a qualcun altro. Operavo in molti campi e aspetti della vita. Vedevo e conoscevo tante persone. Tutte molto più abili di me. In quello specifico campo. Ma solo in quello. Così cercavo di diventare il migliore. Ma perché?

Perché io ero la persona più importante nel mondo. Non la migliore. Solo la più importante. Avevo grandi cose da fare. E pensavo che se non le avessi fatte io, non le avrebbe fatte nessuno. Per questo motivo dovevo portare la mia abilità al livello della mia importanza.
continua…..
FINE SECONDA PARTE

Io sono la persona più importante del mondo: ESSERE I PIU’ GRANDI!

Post sull’argomento della presunzione e dell’umiltà.
E’ un pò lungo, così ho deciso di spezzarlo in più inserimenti.
Eccolo. Titolo:
ESSERE I PIU’ GRANDI!
Essere i più grandi: quanta importanza può avere rincorrere quella che può essere solo una chimera? Ma facciamo gli scienziati e non facciamo i filosofi. Anche se avrai dei dubbi su questa divisione. Ma facciamo il nostro compitino.

Ho esaminato le prospettive del condurre la vita guidata ora da un principio, ora dal principio avverso. Vite umili e vite presuntuose che si scontrano e rivendicano il primato sull’avversario. L’uomo è sospinto da un impulso interno che lo sovrasta, lo penetra e ne fuoriesce in ogni sua azione o pensiero. L’uomo è guidato dal principio della sopravvivenza. Ciò che facilita questo impulso è buono, è saggio, è vincente, è etico.

Possiamo quindi stare qua giorni e giorni a discutere se vivere la vita da “presuntuosi” sia o meno lecito e corretto. Potremmo tirare in ballo questa o quella morale; questo o quel ragionamento. Ma la prova la fornisce quel campo di battaglia chiamato vita.
Ma cosa significa essere presuntuosi? E cosa significa essere umili? Probabilmente tutto questo ragionare ha le sue radici nel paese in cui io sto vivendo, paese da millenni sotto l’influenza della religione cristiana e cattolica. Forse da altre parti un simile questionare sarebbe superfluo.

Presuntuoso dovrebbe essere colui che cerca di spingersi sempre oltre, guidato dall’idea che egli sia la persona più importante del pianeta terra. Ma non più importante solo teoricamente ma più importante riguardo la sopravvivenza dei suoi simili. È scontato che ogni essere sia il più importante per se stesso. Senza di se cosa mai potrebbe fare? Nemmeno un minimo ragionamento. Non esisterebbe nemmeno!

A volte si può decidere di vivere con la consapevolezza che le nostre azioni sono importanti per gli altri. Non tanto se stessi in quanto tali. Questa è importanza di se e non è qualcosa di buono. È fine a se stessa. Dire che si è importanti, che si è superiori agli altri in modo da porsi sopra un gradino solo per osservare la testa altrui non è la stessa cosa e non è per niente positivo. Non è, tra l’altro, mai opera di persone particolarmente intelligenti e abili. In genere chi fa ciò è estremamente debole e fa ciò solo per paura degli altri.
continua…..
FINE PRIMA PARTE

venerdì 2 giugno 2006

Senza l'essenza

Fatti di marzapane fino al profondo del nerbo che può sentire e provare qualunque tipo di emozione. Sentimmo parlare di marzapane e dolci flauti, e liete note. Ci dissero che noi siamo poeti e che non dobbiamo dimenticarlo.
Chi mai lo vuole dimenticare?


Quando ti alzi dal letto sbatti le palpebre e inspiri aria con forza, con la voglia di appropriarti di tutta la vita che c’è lì attorno. Vivere la vita, sai??.. E poi oscilli, cerchi punti d’appoggio ed osservi i manufatti degli uomini, gli impieghi degli impiegati, gli ingegni degli ingegneri, i fatti dei fattorini. Vedi brillare le cose fra l’opaco e l’inconsapevole decadimento. L’uomo grida sempre gli anni della decadenza e forse da ogni parte è stato vero, è stato per niente fuori luogo.
Io so quale contesto si sprigioni da queste relazioni ma senza pensarci su più di tanto. Saltando a cavallo e volando, coniugando chi, come me, vuole battere in volata l’insulto o l’insulsa banalità della quotidiana sopravvivenza. Ciò che dico e ciò che lascio a me quando berrò ancora un po’ di me, è che l’essenza c’è e non muore ma, piuttosto, si moltiplica, si accresce, vive di splendide scie luminose che nel cielo, di giorno qualunque, si rincorrono.
Sono poeta e vibro con l’essenza dentro. Spingo sull’acceleratore. Andiamo exterior alla vita e vediamo la mia di vita, così come la vedrebbe qualcun altro. Io so di non essere la mia vita. Io sono io. Io sono l’essenza e l’essenza sarà quindi dentro di me. nessun dubbio a proposito. Nessun dubbio sul futuro. Non c’è bisogno di spiegazioni. Volare sulle cose, sulle persone e dare ai fatti un tocco leggero di impudente sapidità.

Ricoprire le cose della tua essenza. Permeare gli altri di ciò che tu sei. Nessuna sopraffazione, solo leggera, dolce, delicata, amabile permeazione. E non accetterò di vivere senza l’essenza. L’ho deciso tempo fa quando era veramente duro sopravvivere. Non permetterò che ora, con il paradiso davanti a me, l’essenza diventi un optional; non permetterò che io vada avanti senza l’essenza, senza di me, senza l’essenza.<
Per aspera ad astra!

mercoledì 31 maggio 2006

Ammazza i genitori e richiede l’eredità

Forse qualcuno di voi ricorderà un tipo di nome Carretta. Costui circa 17 anni fa ammazza la madre, il padre e il fratello; fa sparire i corpi; lascia detto in giro che la sua famiglia è partita in Canada con un camper e parte per Londra.
Qualche tempo dopo un giornalista di “Chi l’ha visto?” lo trova e lo convince a costituirsi.
Fin qua una storia raccapricciante dei nostri tempi…..
Se non che, il nostro eroe, dopo la confessione shock in Tv, giunto al processo viene assolto perchè ritenuto “infermo di mente” e “incapace di intendere o volere al momento della strage”. Niente carcere ma solo un programma di riabilitazione presso un ospedale psichiatrico. Passano alcuni anni e il tipo va in regime di semi-libertà. Ora è praticamente libero e avanza la sua parte, consistente, di eredità. Che secondo alcune fonti ammonterebbe a circa 700.000 euro in contanti più alcune case di proprietà.
CHE DIRE?
Mi sembra di vivere in un pianeta pazzo. E quelli da giudicare “infermi di menti” siano coloro che amministrano la giustizia e coloro che sono preposti a legiferare per creare sistemi VALIDI di difesa della giustizia.
E’ vera una cosa: da molti anni la psichiatria forense sta “corrompendo” i fondamenti giuridici ereditati dal mondo latino. Il concetto di incapacità di giudizio è entrato prepotentemente nel nostro modo di pensare e quasi non ci facciamo più caso.
Io penso che chiunque uccida un’altra persona un pò squilibrato lo sia. E non parlo di incidenti, aggressioni o simili per cui va valutato caso per caso.
Non esiste nessuna motivazione per cui sia giustificato uccidere e chi lo fa qualche problema ce l’ha. E QUINDI? Che facciamo?
Inserire in un sistema di giudizio concetti aleatori dovuti a pareri soggettivi e PER NIENTE scientifici, ci portano che se rubi e ti beccano magari ti fai qualche anno di galera. Se uccidi tuo padre, tua madre e tuo fratello NON E’ COLPA TUA, noooooooooooooo, sei solo matto.
Ogni persona è resposanbile di quello che fa.
Togliere questo fondamento nell’amministrazione della giustizia significa perpetuare l’ingiustizia.
Ma il colmo l’ho sentito ieri notte in Tv. E indovinate da chi? Da una psichitra, OVVIAMENTE!!!!!
Il suo punto di vista è: “il signor Carretta ha fatto il suo percorso curativo e ha, a tutti gli effetti, gli stessi diritti di qualunque altro cittadino, compreso il diritto a ereditare i beni dei genitori.”
Il giornalista (il bravo Belpietro) incalza: “Ma lei reputa morale che questo tipo intaschi l’eredità dopo aver ucciso i genitori?”. Risposta dell’automa impersonale-piena di se-al di sopra di ogni giudizio-vicina a Dio che si spacciava da “autorità”: “io sono un medico, non entro in questioni morali…………”
Mi viene da vomitare.
E a persone come questa noi cittadini italiani affidiamo perizie sui giudicandi in tribunale, affidiamo la stesura di programmi scolastici, e affidiamo i nostri figli quando hanno dei problemi.
Mi viene da vomitare.
E continuare a pensare che questo pianeta stia veramente impazzendo, andando oltre ogni ragionevole buon senso.
Per aspera ad astra!
Riferimenti: Sito di "Chi l’ha visto?"

lunedì 29 maggio 2006

lunedì 29 maggio 2006 Il "Codice da Vinci": bruciato il libro dal parroco dinnanzi alla folla.

A quanto pare un buco spazio-temporale si è aperto in Sardegna e, quasi magicamente, un tunnel di collegamento tra il 2006 e il medioevo si va a creare.
Così basta andare in Barbagia in queste ultime settimane per vedere una crociata come da secoli non se ne vedevano contro il nuovo acclamato anticristo: “Il codice Da Vinci” dell’americano Dan Brown.
Voglio essere chiaro:
io penso che chiunque possa e debba esprimere le proprie opinioni, difendere le proprie idee e pretendere rispetto per la propria religione.
Inoltre penso che la Chiesa Cattolica ha sempre il diritto di dire la sua su qualsiasi area della vita civile: da quando in qua un’organizzazione religiosa non può dire la sua sul mondo?
Detto questo (a titolo di chiarezza) il punto è un altro. Il punto è veramente un altro.E cioè
visto e considerato che la religione musulmana vive un periodo di espansione; visto che l’islam ha, in una grande numero di musulmani, preso una piega intollerante e totalitaria con l’impossibilità di dialogo vuoi vedere che i cattolici hanno sviluppato quasi un senso di inferiorità misto a invidia e hanno deciso di diventare essi stessi intolleranti e fare vari passi indietro rispetto agli orientamenti degli ultimi anni?
La mia è una domanda provocatoria. Anche perchè parlando di grandi numeri, in queste affermazioni si vanni a includere, purtroppo, persone e posizioni molto lontane tra loro.
Ma questo ultimo avvenimento accaduto ad Atzara (in provincia di Nuoro) pare veramente essere significativo come punta di un iceberg di qualcosa che sta mutando. Si tratta dei primi effetti del nuovo corso del papa tedesco?
Di certo anche la comunità stessa di Atzara è rimasta alquanto scioccata dal fatto. Molte persone partecipavano ad una cerimonia, quando il parroco lanciando anatemi biblici vari ha dato fuoco ad una copia del libro di D. Brown. Molti fedeli si sono dissociati da questo atto. E il sindaco del paese ugualmente ha preso le distanze.
Ho fatto le mie premesse. Qui non parliamo di Brown o delle sue tesi. Parliamo di MODI. I modi di espressione sono a volte importanti quanto ciò che si dice.
Che senso ha tutto questo?
A me lascia una gran brutta sensazione.
I libri non si bruciano mai. E’ un modo di agire che mi ricorda troppo il totalitarismo comunista e nazista. I libri non si bruciano mai.
Si può polemizzare ma anche in questo caso la domanda è: quale scopo questo parroco voleva ottenere?
Impedire che il suo gregge venisse disperso dalle languide tesi dello scrittore americano?
Perchè, semplicemente, non tenere un convegno in paese e mostrare le verità storiche ai fedeli? Troppo rispettoso, forse?
Va bene, forse, in una società dove urlare significa essere ascoltati di più questo ha un senso.
Ma ricordiamoci, una società che comincia a bruciare i libri finisce con il bruciare esseri viventi. E non mi importa in nome di quale Dio ciò viene fatto. La storia ci ha dimostrato che agire sotto la protezione di Dio o di un dio non trasforma una azione sbagliata in una azione giusta.
E voi che ne pensate?

sabato 27 maggio 2006

Aforisma: Domande e risposte.

Spesso si cercano le risposte giuste.
Quale fatica inutile!
Le risposte non sono importanti perchè a che serve avere una risposta GIUSTA se la domanda era sbagliata?
Cercate le domande giuste da porre.
Solo a quel punto le risposte conteranno di nuovo qualcosa.