sabato 3 giugno 2006

Io sono la persona più importante del mondo: ESSERE I PIU’ GRANDI!

Post sull’argomento della presunzione e dell’umiltà.
E’ un pò lungo, così ho deciso di spezzarlo in più inserimenti.
Eccolo. Titolo:
ESSERE I PIU’ GRANDI!
Essere i più grandi: quanta importanza può avere rincorrere quella che può essere solo una chimera? Ma facciamo gli scienziati e non facciamo i filosofi. Anche se avrai dei dubbi su questa divisione. Ma facciamo il nostro compitino.

Ho esaminato le prospettive del condurre la vita guidata ora da un principio, ora dal principio avverso. Vite umili e vite presuntuose che si scontrano e rivendicano il primato sull’avversario. L’uomo è sospinto da un impulso interno che lo sovrasta, lo penetra e ne fuoriesce in ogni sua azione o pensiero. L’uomo è guidato dal principio della sopravvivenza. Ciò che facilita questo impulso è buono, è saggio, è vincente, è etico.

Possiamo quindi stare qua giorni e giorni a discutere se vivere la vita da “presuntuosi” sia o meno lecito e corretto. Potremmo tirare in ballo questa o quella morale; questo o quel ragionamento. Ma la prova la fornisce quel campo di battaglia chiamato vita.
Ma cosa significa essere presuntuosi? E cosa significa essere umili? Probabilmente tutto questo ragionare ha le sue radici nel paese in cui io sto vivendo, paese da millenni sotto l’influenza della religione cristiana e cattolica. Forse da altre parti un simile questionare sarebbe superfluo.

Presuntuoso dovrebbe essere colui che cerca di spingersi sempre oltre, guidato dall’idea che egli sia la persona più importante del pianeta terra. Ma non più importante solo teoricamente ma più importante riguardo la sopravvivenza dei suoi simili. È scontato che ogni essere sia il più importante per se stesso. Senza di se cosa mai potrebbe fare? Nemmeno un minimo ragionamento. Non esisterebbe nemmeno!

A volte si può decidere di vivere con la consapevolezza che le nostre azioni sono importanti per gli altri. Non tanto se stessi in quanto tali. Questa è importanza di se e non è qualcosa di buono. È fine a se stessa. Dire che si è importanti, che si è superiori agli altri in modo da porsi sopra un gradino solo per osservare la testa altrui non è la stessa cosa e non è per niente positivo. Non è, tra l’altro, mai opera di persone particolarmente intelligenti e abili. In genere chi fa ciò è estremamente debole e fa ciò solo per paura degli altri.
continua…..
FINE PRIMA PARTE

venerdì 2 giugno 2006

Senza l'essenza

Fatti di marzapane fino al profondo del nerbo che può sentire e provare qualunque tipo di emozione. Sentimmo parlare di marzapane e dolci flauti, e liete note. Ci dissero che noi siamo poeti e che non dobbiamo dimenticarlo.
Chi mai lo vuole dimenticare?


Quando ti alzi dal letto sbatti le palpebre e inspiri aria con forza, con la voglia di appropriarti di tutta la vita che c’è lì attorno. Vivere la vita, sai??.. E poi oscilli, cerchi punti d’appoggio ed osservi i manufatti degli uomini, gli impieghi degli impiegati, gli ingegni degli ingegneri, i fatti dei fattorini. Vedi brillare le cose fra l’opaco e l’inconsapevole decadimento. L’uomo grida sempre gli anni della decadenza e forse da ogni parte è stato vero, è stato per niente fuori luogo.
Io so quale contesto si sprigioni da queste relazioni ma senza pensarci su più di tanto. Saltando a cavallo e volando, coniugando chi, come me, vuole battere in volata l’insulto o l’insulsa banalità della quotidiana sopravvivenza. Ciò che dico e ciò che lascio a me quando berrò ancora un po’ di me, è che l’essenza c’è e non muore ma, piuttosto, si moltiplica, si accresce, vive di splendide scie luminose che nel cielo, di giorno qualunque, si rincorrono.
Sono poeta e vibro con l’essenza dentro. Spingo sull’acceleratore. Andiamo exterior alla vita e vediamo la mia di vita, così come la vedrebbe qualcun altro. Io so di non essere la mia vita. Io sono io. Io sono l’essenza e l’essenza sarà quindi dentro di me. nessun dubbio a proposito. Nessun dubbio sul futuro. Non c’è bisogno di spiegazioni. Volare sulle cose, sulle persone e dare ai fatti un tocco leggero di impudente sapidità.

Ricoprire le cose della tua essenza. Permeare gli altri di ciò che tu sei. Nessuna sopraffazione, solo leggera, dolce, delicata, amabile permeazione. E non accetterò di vivere senza l’essenza. L’ho deciso tempo fa quando era veramente duro sopravvivere. Non permetterò che ora, con il paradiso davanti a me, l’essenza diventi un optional; non permetterò che io vada avanti senza l’essenza, senza di me, senza l’essenza.<
Per aspera ad astra!

mercoledì 31 maggio 2006

Ammazza i genitori e richiede l’eredità

Forse qualcuno di voi ricorderà un tipo di nome Carretta. Costui circa 17 anni fa ammazza la madre, il padre e il fratello; fa sparire i corpi; lascia detto in giro che la sua famiglia è partita in Canada con un camper e parte per Londra.
Qualche tempo dopo un giornalista di “Chi l’ha visto?” lo trova e lo convince a costituirsi.
Fin qua una storia raccapricciante dei nostri tempi…..
Se non che, il nostro eroe, dopo la confessione shock in Tv, giunto al processo viene assolto perchè ritenuto “infermo di mente” e “incapace di intendere o volere al momento della strage”. Niente carcere ma solo un programma di riabilitazione presso un ospedale psichiatrico. Passano alcuni anni e il tipo va in regime di semi-libertà. Ora è praticamente libero e avanza la sua parte, consistente, di eredità. Che secondo alcune fonti ammonterebbe a circa 700.000 euro in contanti più alcune case di proprietà.
CHE DIRE?
Mi sembra di vivere in un pianeta pazzo. E quelli da giudicare “infermi di menti” siano coloro che amministrano la giustizia e coloro che sono preposti a legiferare per creare sistemi VALIDI di difesa della giustizia.
E’ vera una cosa: da molti anni la psichiatria forense sta “corrompendo” i fondamenti giuridici ereditati dal mondo latino. Il concetto di incapacità di giudizio è entrato prepotentemente nel nostro modo di pensare e quasi non ci facciamo più caso.
Io penso che chiunque uccida un’altra persona un pò squilibrato lo sia. E non parlo di incidenti, aggressioni o simili per cui va valutato caso per caso.
Non esiste nessuna motivazione per cui sia giustificato uccidere e chi lo fa qualche problema ce l’ha. E QUINDI? Che facciamo?
Inserire in un sistema di giudizio concetti aleatori dovuti a pareri soggettivi e PER NIENTE scientifici, ci portano che se rubi e ti beccano magari ti fai qualche anno di galera. Se uccidi tuo padre, tua madre e tuo fratello NON E’ COLPA TUA, noooooooooooooo, sei solo matto.
Ogni persona è resposanbile di quello che fa.
Togliere questo fondamento nell’amministrazione della giustizia significa perpetuare l’ingiustizia.
Ma il colmo l’ho sentito ieri notte in Tv. E indovinate da chi? Da una psichitra, OVVIAMENTE!!!!!
Il suo punto di vista è: “il signor Carretta ha fatto il suo percorso curativo e ha, a tutti gli effetti, gli stessi diritti di qualunque altro cittadino, compreso il diritto a ereditare i beni dei genitori.”
Il giornalista (il bravo Belpietro) incalza: “Ma lei reputa morale che questo tipo intaschi l’eredità dopo aver ucciso i genitori?”. Risposta dell’automa impersonale-piena di se-al di sopra di ogni giudizio-vicina a Dio che si spacciava da “autorità”: “io sono un medico, non entro in questioni morali…………”
Mi viene da vomitare.
E a persone come questa noi cittadini italiani affidiamo perizie sui giudicandi in tribunale, affidiamo la stesura di programmi scolastici, e affidiamo i nostri figli quando hanno dei problemi.
Mi viene da vomitare.
E continuare a pensare che questo pianeta stia veramente impazzendo, andando oltre ogni ragionevole buon senso.
Per aspera ad astra!
Riferimenti: Sito di "Chi l’ha visto?"

lunedì 29 maggio 2006

lunedì 29 maggio 2006 Il "Codice da Vinci": bruciato il libro dal parroco dinnanzi alla folla.

A quanto pare un buco spazio-temporale si è aperto in Sardegna e, quasi magicamente, un tunnel di collegamento tra il 2006 e il medioevo si va a creare.
Così basta andare in Barbagia in queste ultime settimane per vedere una crociata come da secoli non se ne vedevano contro il nuovo acclamato anticristo: “Il codice Da Vinci” dell’americano Dan Brown.
Voglio essere chiaro:
io penso che chiunque possa e debba esprimere le proprie opinioni, difendere le proprie idee e pretendere rispetto per la propria religione.
Inoltre penso che la Chiesa Cattolica ha sempre il diritto di dire la sua su qualsiasi area della vita civile: da quando in qua un’organizzazione religiosa non può dire la sua sul mondo?
Detto questo (a titolo di chiarezza) il punto è un altro. Il punto è veramente un altro.E cioè
visto e considerato che la religione musulmana vive un periodo di espansione; visto che l’islam ha, in una grande numero di musulmani, preso una piega intollerante e totalitaria con l’impossibilità di dialogo vuoi vedere che i cattolici hanno sviluppato quasi un senso di inferiorità misto a invidia e hanno deciso di diventare essi stessi intolleranti e fare vari passi indietro rispetto agli orientamenti degli ultimi anni?
La mia è una domanda provocatoria. Anche perchè parlando di grandi numeri, in queste affermazioni si vanni a includere, purtroppo, persone e posizioni molto lontane tra loro.
Ma questo ultimo avvenimento accaduto ad Atzara (in provincia di Nuoro) pare veramente essere significativo come punta di un iceberg di qualcosa che sta mutando. Si tratta dei primi effetti del nuovo corso del papa tedesco?
Di certo anche la comunità stessa di Atzara è rimasta alquanto scioccata dal fatto. Molte persone partecipavano ad una cerimonia, quando il parroco lanciando anatemi biblici vari ha dato fuoco ad una copia del libro di D. Brown. Molti fedeli si sono dissociati da questo atto. E il sindaco del paese ugualmente ha preso le distanze.
Ho fatto le mie premesse. Qui non parliamo di Brown o delle sue tesi. Parliamo di MODI. I modi di espressione sono a volte importanti quanto ciò che si dice.
Che senso ha tutto questo?
A me lascia una gran brutta sensazione.
I libri non si bruciano mai. E’ un modo di agire che mi ricorda troppo il totalitarismo comunista e nazista. I libri non si bruciano mai.
Si può polemizzare ma anche in questo caso la domanda è: quale scopo questo parroco voleva ottenere?
Impedire che il suo gregge venisse disperso dalle languide tesi dello scrittore americano?
Perchè, semplicemente, non tenere un convegno in paese e mostrare le verità storiche ai fedeli? Troppo rispettoso, forse?
Va bene, forse, in una società dove urlare significa essere ascoltati di più questo ha un senso.
Ma ricordiamoci, una società che comincia a bruciare i libri finisce con il bruciare esseri viventi. E non mi importa in nome di quale Dio ciò viene fatto. La storia ci ha dimostrato che agire sotto la protezione di Dio o di un dio non trasforma una azione sbagliata in una azione giusta.
E voi che ne pensate?

sabato 27 maggio 2006

Aforisma: Domande e risposte.

Spesso si cercano le risposte giuste.
Quale fatica inutile!
Le risposte non sono importanti perchè a che serve avere una risposta GIUSTA se la domanda era sbagliata?
Cercate le domande giuste da porre.
Solo a quel punto le risposte conteranno di nuovo qualcosa.

Il mito delle Traiettorie: come spiegano la nostra vita!

Quand’ero ragazzo ho spesso riflettuto sul concetto di destino.
Esiste? Ce lo creiamo noi? E’ tutto deciso? Siamo padroni della nostra vita o burattini?
Domande interessanti…..
La cosa mi pareva intrecciata con la prevedibilità.
Quanto era facile capire dove sarebbe andata la mia vita? Ed io?
Originalità, prevedibilità, omologazione, gruppo, individuo……
Ecco il mito delle traiettorie:
1) Noi siamo uomini e non cose. Non necessariamente dobbiamo seguire delle leggi. Non la nostra volontà. Non necessariamente ma per accordo collettivo è quello che per la maggior parte del tempo facciamo.
2) Le cose seguono le leggi della fisica. Gli uomini le leggi dello spirito. Spirito e universo materiale sono governati da leggi in contrasto a 180°.
3) Vivendo nella materialità, essa ci conquista seppure mai totalmente. Così più ci avviciniamo alla materialità, più ci immergiamo in essa, più la eleggiamo come scopo della nostra vita e più seguiamo le sue leggi.
4) Così le nostra decisioni diventano TRAIETTORIE. Diventiamo come proiettili. Veniamo sparati da qualche parte e percorriamo parabole. Diverse, si! Ma solo perchè cambia il vento, la gravità, il peso della pallottola, la forza dello sparo. Non siamo più uomini, siamo cose, siamo proiettili.
5) E basta guardare un uomo. Basta poco per capire quale sia la sua traiettoria. Tutto prevedibile, con pochi margini di errore.
6) Nessuna previsione del futuro, nessun destino. Solo un pò di acume nell’osservare le traiettorie.
Ma l’uomo non è materia. La sua essenza è spirituale ed egli può deviare, se vuole dalle traiettorie. Come si fa?
Si va in disaccordo con gli accordi del mondo!
Niente di più semplice. Anche perchè è solo un passo da fare dentro di noi. Non si esterna con chissà quale fuoco d’artificio.
Cambio di punto di vista.
E la traiettoria muore.
Per aspera ad astra.
E non abbiate traiettorie ma solo mete.

lunedì 22 maggio 2006

Censurato il "Codice Da Vinci" a Nuoro!

Mi ero ripromesso di non scrivere niente a proposito del Codice Da Vinci non perchè abbia qualche riserva a riguardo ma perchè sono rimasto perplesso 1) per l’attenzione che gli è stata data (in positivo e in negativo) e 2) perchè sono dispiaciuto che tanta cagnara sia stata fatta all’uscita del film e non all’uscita del libro.
Della serie che l’immagine batte la scrittura su tutti i fronti.
Ma la notizia che ieri ho letto su un quotidiano sardo ha (secondo me) dell’incredibile. E mi piaceva portarla all’attenzione di tutti.
A Nuoro, capoluogo di provincia della mia isola, esiste un solo cinema.
E già questa sarebbe una notizia scandalosa.
Ma la cosa assurda è che tale cinema, in controtendenza rispetto a tutti gli altri, ha palesemente deciso di non proiettare il film “Il codice Da Vinci” accogliendo la raccomandazione della CEI (conferenza episcopale italiana) di boicottaggio dello stesso.
Il cinema in questione (cinema “Le Grazie”) è di proprietà di un gruppo religioso cattolico il quale ha, comunque, delegato la gestione dello stesso a persone al di fuori del contesto religioso e di indiscutibile professionalità cinematografica.
In tutti gli scorsi anni questa proprietà non aveva mai interferito con le scelte dei palinsesti. E altri film discussi sono stati comunque (e giustamente) proiettati.
Ma sul film di Ron Howard e Tom Hanks è scesa la scure della censura. Quantomai anacronistica e palesemente inutile.

Che senso ha proibire la visione di un film in un cinema?
Forse serve a esprimere dissenso…. Potrebbe essere…
Essendo il sottoscritto un eterno difensore del diritto di chiunque di poter esprimere le proprie opinioni, difendo il diritto della Chiesa, della CEI e di chiunque di dissentire dai contenuti del romanzo (sempre di romanzo si tratta) e di esprimere il proprio giudizio negativo. Ma esistono mille modi per esprimere il dissenso e quello di proibire la messa in onda in una sala cinematografica, essenso questa l’unica sala della città e di tutta un’enorme area geografica, mi sembra veramente fuori luogo.
Il film è un film. Forse bello, forse sbagliato, forse sempliciotto.
La Chiesa e i vescovi forse dovrebbero protestare per qualcosa di più importante.
Io non sono nè cristiano nè cattolico. Difendo i diritti di ogni uomo a praticare le proprie dottrine religiose e i propri riti. Ma mi piacerebbe far notare che un’azione più saggia per i vescovi sarebbe censurare il comportamento di tutti quei credenti che non sono praticanti e che non osservano i precetti e i comandamenti della loro religione.
La censura o il boicottaggio è un sistema vecchio e superato.
Se la Chiesa ha paura di un romanzo, se ha paura che la fede dei suoi aderenti venga scossa da un romanzo di fantasia beh, allora direi che, come istituzione, è proprio alla frutta.
La religione cattolica è in declino come aderenti e come espansione da decenni. Al suo interno persone bellissime e spiritualmente meravigliose lottano per difenderne i molti lati positivi. Ma è indubbio che si tratta di un’organizzazione decadente.
E quando parlo di questo non mi riferisco al suo significato o al messaggio religioso in essa contenuto. Cristo è Cristo e il suo vangelo è il suo vangelo.
Ma se ci siamo ridotti a fare i dispetti come i bambini non facendo vedere un film “scomodo” in un proprio cinema, beh…..
La cosa si mostra da sola.
E da sola si mostrerà il suo effetto boomerang.
Accetto commenti su questo fatto. Vorrei conoscere la vostra opinione. L’opinione dei blogger: cosa ne pensate di questa censura?
Grazie e per aspera ad astra!
Riferimenti: Altro mio post sul "Codice Da Vinci.